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Susamielli

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I susamielli sono dei dolci a forma di "S" della cucina napoletana tipici del periodo di Natale.
Si preparano con farina, zucchero, mandorle e miele, e sono aromatizzati con cannella, pepe, noce moscata.
Una variante, di forma ellittica, sono le sapienze che venivano preparate dalle suore clarisse nel convento di Santa Maria della Sapienza a Sorrento.
Originariamente venivano chiamati sesamelli perché ricoperti da semi di sesamo.
I susamielli sono spesso venduti insieme a raffiuoli, mustaccioli e i più popolari roccocò, che insieme agli struffoli sono i dolci tipici del Natale napoletano.

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Spuma di mandorla



La spuma di mandorla ( in dialetto barese: Spume d'èminele ) è un dolce tradizionale natalizio tipico di Molfetta (provincia di Bari, Puglia). Si presenta come dolce a mo' di biscotto fatto con mandorle in granella molto aromatico e croccante.
Si prepara schiacciando delle mandorle (non necessariamente tostate ) col mattarello, A questo punto fare la "fontana" aggiungendo 4 uova intere, meno di 2 cucchiai di zucchero, mezzo cucchiaio di cannella in polvere, scorza di limone, chiodi di garofano e ammoniaca. Quindi amalgamare bene bene gli ingredienti e dall'impasto creare delle praline. Infornare infine per 180° per 15- 20 minuti




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Sfogliatella

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La Sfogliatella è un dolce tipico della pasticceria campana e si presenta in due varianti principali: può essere riccia, se preparata con pasta sfoglia, oppure frolla, se preparata con la pasta frolla.
La sfogliatella (nel dialetto di Napoli: 'a sfujatèlla) è un dolce diffuso anche nel territorio campano, in cui è preparata nel periodo di Natale.
La sfogliatella nasce nel XVIII secolo nel conservatorio di Santa Rosa da Lima, in provincia di Salerno. Questa nasce quasi per caso: era avanzata nella cucina del convento un po' di pasta di semola, invece di buttarla, aggiunse frutta secca, zucchero e limoncello, ottenendo un ripieno. Utilizzò allora un cappuccio di pasta sfoglia per ricoprire il ripieno e mise tutto nel forno ben caldo. Il dolce riscosse molto successo tra gli abitanti delle zone vicine al convento, prese il nome di Santarosa in onore della santa a cui era dedicato il convento. Nel 1818, il pasticcere napoletano Pasquale Pintauro, entrò in possesso della ricetta segreta della Santarosa, portando il dolce a Napoli, modificando (leggermente) la ricetta, introducendo la variante riccia-sfoglia inventando la sfogliatella classica.
Esistono, oltre alla sfogliatella riccia e frolla, due varianti del dolce campano: la santarosa, da cui è nata l'odierna sfogliatella, e la coda d'aragosta (a Salerno conosciuta come Apollino), una variante della sfogliatella riccia, molto più grande ed allungata e ripiena di panna montata, crema cioccolato, crema chantilly o marmellata.
In Abruzzo, in particolare a Teramo e provincia, almeno dal XIX secolo, è d'uso preparare le sfogliatelle per il periodo di Natale, insieme ad altri dolci natalizi come caggionetti, paste di mandorle, bocconotti, pepatelli ecc. Vi sono due differenze vistose rispetto al dolce napoletano: innanzitutto la sfogliatella abruzzese appare più morbida con gli strati di sfoglia più sottili, inoltre il ripieno è differente; non contenendo creme, la sfogliatella abruzzese si conserva più a lungo, mantenendo la sua fragranza anche per 7-10 giorni.
La lavorazione è molto complessa per la preparazione della pasta sfoglia, per la quale si fanno almeno cinque strati separati da strutto sciolto, però tuttora viene realizzata manualmente, oltre che in pasticceria, nelle case, dove la ricetta viene tramandata di generazione in generazione. Il ripieno è tipico dei dolci abruzzesi: marmellata d'uva rigorosamente casereccia, cacao in polvere, mandorle tritate, zucchero e cannella. Le sfogliatelle aprutine vengono infine spolverate da un mix di zucchero e cannella. Nel comune chietino di Lama dei Peligni da molti anni viene effettuata la Sagra della sfogliatella.

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Schiaccia briaca

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La schiaccia briaca (contrazione di ubriaca, dall'uso di vino nell'impasto) è un dolce natalizio poco lievitato con noci e uvetta, tipico dell'isola d'Elba e in particolare del circondario di Rio nell'elba.
In origine era una semplice focaccia dolce, poi nell'ottocento la schiaccia fu "imbriacata" con il vino Aleatico e l'alchermes.

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Sasanello gravinese

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I sasanelli sono dolci specifici e originari della zona di Gravina in Puglia, a base di farina, zucchero, vincotto, buccia di arancia grattugiata, cannella, chiodi di garofano e cacao. In taluni casi si possono trovare ricoperti da un leggero strato di mandorle o con uvetta sultanina all'interno.
I sasanelli sono dolci caserecci dal colore molto scuro che tutte le famiglie di medio e basso ceto preparavano in occasione delle feste o per i matrimoni.
È un biscotto soffice e gustoso adatto anche alla dieta vegana.
L'impasto dei sasanelli è costituito da vino cotto, ovvero sciroppo di fichi secchi. In passato il vincotto veniva preparato dal mosto d'uva appena vendemmiata, di seguito messo a decantare. Al giorno seguente viene presa la parte più limpida, messa dentro un pugno di cenere raccolta in un sacchettino di cotone a riposare per una notte. Al mattino il mosto viene posto in una pentola e portato ad ebollizione, continuando a farlo bollire a fuoco lento sino a raggiungere una densità vigorosa. La mutazione c'è stata con l'avvento del vincotto di fichi che meglio si sposava con la ricetta tradizionale. Pertanto, pur lasciando il nome vincotto, l'ingrediente per il preparato del sasanello resta il vincotto di fichi. Il biscotto-dessert tipico della tradizione pugliese appare di forma tondeggiante di colore scuro a consistenza piuttosto soffice.
Ogni festa ha radicati nella società i suoi rituali dessert particolari. Dolce, ai nostri occhi rustico, ma tra i più raffinati e ricchi della cultura tradizionale, confonde le sue origini con quelli di altri elaborati dolci della pasticceria rituale.
Diverse regioni italiane, soprattutto al sud rivendicano la paternità in parallelo con il mustazzolo, biscotto simile, ma con diversi ingredienti e peculiarità. La produzione di biscotti simili resta concentrata nei territori delle regioni: Puglia, Sardegna, Calabria, Sicilia, Lazio e Campania con specificità regionali. Nell'anno 2012 l'Associazione Culturale Murgiamadre che si occupa di valorizzazione delle produzioni tipiche del territorio dell'Alta Murgia è riuscita ad ottenere il PAT con la XII revisione dell'atlante dei prodotti tipici.

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Rosacatarre

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Le rosacatarre o rosachitarre sono dolci tipici Molisani riconosciuti come PAT diffusi in particolar modo della città di Larino in provincia di Campobasso.
Sono solitamente preparati per le festività Natalizie insieme ai Caragnoli.
Il nome deriva dalla forma: si tratta di strisce di pasta a base di farina, uova e olio che vengono avvolte su se stesse ad imitare i petali della rosa, quindi vengono fritte e intinte nel miele bollita (od in alcune cucine una mescola di miele e acqua, per un sapore meno zuccherato).


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Raffiuoli

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I raffiuoli, o, in maniera italianizzata, raffioli, sono dolci natalizi tipici della tradizione della cucina napoletana. Sono fatti di una pasta simile al pan di Spagna e ricoperti di una glassa bianca a base di zucchero. Hanno forma ellittica.
I raffiuoli, sono spesso venduti, nella tradizione napoletana, insieme a mustaccioli, roccocò e susamielli.
Questo dolce deve il suo nome ai ravioli di pasta fresca tipici del Nord Italia, infatti fu proprio a loro che nel Settecento, le monache benedettine del monastero di San Gregorio Armeno, si ispirarono, dando vita a questo “raviolo” dolce.

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Pitteddhre

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Le pitteddhre sono dolcetti pugliesi tradizionalmente preparati per le feste natalizie nella zona di Lecce.
Le pitteddhre sono dolci simili a crostatine, dalla forma di piccolo vassoio dai bordi rialzati, guarnite con confettura d'uva preparata con uva locale di varietà negroamaro addolcita con mela cotogna che localmente prende il nome di mostarda, oppure mezzelune di pastafrolla, il cui ripieno può essere la stessa mostarda oppure, secondo altre fonti, ricotta e miele mentre sulla superficie sono cosparse da sciroppo detto cottu che viene preparato all'epoca della vendemmia con il mosto e la mela cotogna.

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Pitta di San Martino



La Pitta di San Martino è un dolce natalizio tipico della Provincia di Reggio Calabria.

Ricetta

Ingredienti

  • Pasta di pane
  • uovo
  • strutto
  • zucchero
  • cioccolato amaro fondente
  • fichi secchi
  • noce sgusciate
  • uva passa
  • mosto o vino cotto

Preparazione

  1. Tagliare tutti gli ingredienti a pezzettini
  2. impastarli con il vin cotto
  3. fare dei panetti e infornare a 180° per 30 minuti
  4. dopo cotti spennellarli col vin cotto.
  5. Aggiungere all'impasto una spolverata di garofano, cannella, e cacao amaro.
  6. Una volta freddi tagliarli a fette.




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