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Come venne creato il cioccolato


La vera storia del cioccolato inizia addirittura 4000 anni fa e nessuna è così antica ed è durata cosi a lungo, tanto da arrivare sino a noi. Ad esempio pochi sanno che fu addirittura usata come moneta di scambio dagli antichi popoli dei Maya e degli Aztechi. La sua storia ha inizio in America Latina, più precisamente in America Centrale tra i paesi che oggi chiamiamo Messico, Perù e Panama. Il tutto inizia con un albero del sottobosco i cui semi negli anni hanno assunto diverse proprietà oltre a quella nutritiva, di cui vi parleremo prossimamente.
Nel 1500 a.C. una civiltà precolombiana, più precisamente gli Olmechi scoprì nei meandri dei boschi questa pianta a cui venne dato il nome di Kakawa. Da Kakawa si passò nelle generazioni al Xocoatl, da cui deriverà la parola che oggi conosciamo come Cioccolato. Questo lo sappiamo perché nelle vicinanze del fiume Ulùa sono stati rinvenuti reperti, quali piatti e tazze, che venivano usati per preparare e usare questa bevanda, il vero cioccolato “originale”. Successivamente alle civiltà precolombiane per i Maya il cacao diventa un elemento sociale, da moneta di scambio, a elemento religioso sino a quello agricolo. Il cacao era quindi prezioso, veniva addirittura lasciato nelle tombe dei morti come offerta.
Grazie a chi dobbiamo la storia del cioccolato in Europa?
La storia del cioccolato in Europa la dobbiamo alle mani del colonizzatore Hernàn Cortés che importò per la prima volta il cacao, che aveva imparato ad utilizzare la bevanda al cioccolato dagli indigeni locali, questo bevanda però scatenò reazioni molto diverse tra loro al suo arrivo nel vecchio continente: aiuto divino o sporca eresia?
Oggi sappiamo che la data di arrivo in Europa fu il 1502, anno che segna la sua comparsa sui mercati occidentali. Dopo le prime titubanze il cioccolato divenne addirittura un rimedio medico, si avete capito proprio bene, questo molto probabilmente ha a che fare con l’erronea credenza Azteca che riteneva il cioccolato uno stimolatore del corpo e dei sensi. Questa linea di pensiero ebbe talmente tanto credito che Bonaventura di Aragona, fratello del Cardinale Richelieu, scrisse in una nota ufficiale nel 1653 che il cioccolato era effettivamente uno stimolante per il buon funzionamento di milza e delle diverse funzioni dello stomaco. Nel XVII e nel XVIII secolo gli speziali lo resero un farmaco vero e proprio, adattato a curare ogni tipo di malattia, tanto che un medico olandese lo prescriveva per curare i sintomi di raffreddore e tosse. Un farmaco per la digestione, il cervello, capace di potenziale il rendimento e combattere addirittura la depressione, chi più ne ha più ne metta, indubbiamente molti ciarlatani e azzeccagarbugli hanno approfittato di queste credenze lucrando sulle sofferenze altrui.
Sicuramente fu all’inizio dell’epoca moderna che il cioccolato perse la sua importanza “scientifica”, quando Pascal diede inizio alla scienza moderna. Questo però non fermò i suoi seguaci, numerose fabbriche di cioccolato aprirono i battenti ed il cioccolato diventò quello che è oggi un semplice alimento a tutti gli effetti. Numerosi musei però presentano ancora brocche set completi in porcellana per la cioccolata segno di ricchezza e potere. Il cioccolato infatti non era accessibile a tutti, ma solo alle tavole dei ricchi, soltanto con la rivoluzione industriale diventò di tutti, indipendentemente dal ceto di origine. Le prime fabbriche videro la luce in Francia. Una chicca: la prima barretta di cioccolato moderna, più precisamente cioccolato al latte, venne prodotta nel 1849 a Birningham, Uk. Nel 1865 in Italia invece, per la prima volta si crea la gianduia unendo le nocciole all’impasto per produrre la classica barretta di cioccolato. Insomma ogni paese ha contribuito in qualche modo alla nascita del cioccolato che tutti noi conosciamo.
Così fino al 1900 quando in Belgio creò la prima barretta con le attuali dimensioni e peso, cioè 30-45g, da lì in poi l’impeto alla produzione del cacao fa creare sempre nuove idee e abbinamenti; lo sviluppo non ha più freno, non ci si limita più a bevande e praline, ma ad una gamma infinita di nuove possibilità: tartufi, biscotti, gelati, pane e paste per la prima colazione, uova di pasqua, dolci natalizi. Impossibile restarne senza. Dalla fine del 1900 all’odierno 21° secolo il cioccolato è stato valutato diversamente, sempre più consumatori vogliono conoscere le origini, le composizioni di ciò che arriva sulla tavola: insomma alimenti che oltre ad essere buoni devono fare anche bene!. Numerosi studi scientifici sono così nati sul cioccolato ed hanno già dimostrato che un consumo giornaliero moderato può apportare molti benefici al cuore ed alla circolazione (in particolare della categoria fondente che presenta meno zuccheri additivi), altri studi invece sono in fase di sviluppo.
Forse gli antichi speziali e medici non avevano così torto quando parlavano delle doti nutritive e farmacologiche della fava di cacao e del cioccolato stesso. In fondo ancora oggi, intorno il cacao è circondato da un’aura di mistero legato alle sue proprietà afrodisiache.


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