S'aranzada (l'aranciata)
è un dolce sardo tradizionale preparato con scorza
d'arancio candita nel miele e con mandorle.
Diffuso soprattutto nella Barbagia di Nuoro e
nelle Baronie, veniva confezionato in ambito familiare e si
usava offrirlo nelle occasioni importanti, soprattutto nei
ricevimenti di nozze. In
epoca moderna, prodotto in tutta l'isola da pasticcerie e industrie
dolciarie, viene commercializzato per essere venduto in tutto il
mondo. La scheda della Regione Sardegna identificativa del
dolce, prevede
che la scorza dell'arancia venga tagliata in grossi spicchi e che si
aggiungano nel composto, durante la fase di canditura con miele
o sciroppo di zucchero e miele, mandorle intere, pelate e
tostate; infine, a cottura ultimata, il composto viene rovesciato su
un piano di legno e steso in uno strato di circa un centimetro di
spessore per essere tagliato, una volta raffreddato, a piccoli pezzi
romboidali quasi
fosse una sorta di torrone di
consistenza gommosa.
Diversa l'originale ricetta
dell'aranciata nuorese. Questa prevede un composto di sottili strisce
di buccia d'arancia e miele puro, in proporzione di 1 a 1, cotto
a lungo con aggiunta finale di mandorle pelate e leggermente tostate,
tagliate a bastoncino che, una volta freddo, viene posto in pirottini
di carta senza essere compresso. La
ricetta fu messa a punto alla fine dell'Ottocento da Battista Guiso,
pasticcere originario di Tortolì trapiantato a Nuoro, titolare
dal 1886 dell'omonima ditta, il quale rese il dolciume famoso
in Italia e all'estero. Presentandolo in eleganti
scatole, intorno al 1900 ottenne ambiti riconoscimenti
in importanti esposizioni internazionali (medaglia d'oro con diploma
d'onore a Parigi, Cannes e Marsiglia) e poté annoverare fra i
suoi clienti la regina Margherita. Guiso fu infatti
autorizzato a far stampare sulle confezioni del suo dolce il titolo
di "Fornitore di S.M. la Regina Madre" e lo stemma
della regina.