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Quale processo nella cottura di un biscotto determina se sarà morbido e gommoso?

Quella che comunemente si definisce come "morbido e gommoso" fa parte del concetto che in pasticceria si chiama "friabilità" della frolla cotta.

Un biscotto più friabile sarà un biscotto croccante, che si sbriciola facilmente e rimane molto consistente sotto i denti.



Un biscotto meno friabile sarà invece appunto un biscotto dalla pasta più tenera e poco croccante.


Il motivo di questa differenza si deve al contenuto di grassi presenti nell'impasto della pasta frolla: un numero elevato di grassi produrrà un biscotto poco friabile, un basso quantitativo di grassi produrrà un biscotto molto friabile, un equilibrio tra il contenuto grasso e quello non grasso produrrà un biscotto di media friabilità.

Quindi ad influenzare questa caratteristica dei nostri biscotti, non sarà la fase di cottura, bensì quella di preparazione della frolla.

Consideriamo ora la nostra frolla classica composta da:

  • Farina

  • Zucchero

  • Burro

  • Latte

  • Uova

Il quantitativo di grassi maggiore in questi ingredienti si trova nel burro, ma questo può tranquillamente essere utilizzato nelle stesse dosi per ottenere un prodotto più o meno friabile.

Infatti, l'ingrediente tra quelli elencati che possiamo sfruttare per influire su questa caratteristica è - guarda il caso! - l'unico ad essere costituito da due parti ben distinte: stiamo ovviamente parlando dell'uovo.


Esso come ben sappiamo è composto di due parti: albume e tuorlo.

Come spesso ci ribadiscono i salutisti, la stragrande maggioranza dei grassi presenti in questo alimento è contenuto nel tuorlo, mentre l'albume costituisce la componente magra e ricca di proteine.

Perciò, ecco come fare per modificare la friabilità del nostro biscotto agendo esclusivamente sull'ingrediente dell'uovo:

  • Per ottenere un biscotto molto friabile, aggiungeremo all'impasto solo gli albumi, scartando i tuorli.


  • Per ottenere un prodotto poco friabile e quindi più morbido, utilizzeremo solo i tuorli.


  • Per una friabilità media, useremo l'uovo intero.


Ovviamente puoi andare a influire sulla friabilità anche in altri modi per ottenere risultati ancora più croccanti, ad esempio eliminando il latte o sostituendolo con latte scremato, oppure diminuendo la dose di burro sul totale delle farine o sostituendolo con la panna. Ma per modificare la consistenza basta anche solo tener presente questo semplice metodo, che non andrà a compromettere più di tanto il classico sapore del nostro biscotto, ma soltanto appunto la sua friabilità.


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Krumiri

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I krumiri o crumiri sono i biscotti tipici di Casale Monferrato nati nel 1878. È probabilmente in omaggio alla morte del re Vittorio Emanuele II che i Krumiri presero la tipica forma rassomigliante ai suoi baffi.
Sono stati inclusi tra i prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T.) piemontesi (cod.:295).

Etimologia
I Crumiri prendono nome dalla parola Crumiro, che significa lavoratore non aderente a uno sciopero a sua volta la parola deriva dalla bellicosa tribù tunisina dei Khumir che diede pretesto alla Francia per invadere la Tunisia nel 1881.

Storia
Creati dal pasticciere casalese Domenico Rossi nel 1878, nel 1890 il sindaco di Casale Monferrato riconobbe al Rossi la paternità dei Krumiri dopo vari premi e dal 1972 sono protetti anche da un brevetto.

Ingredienti
  • 350 grammi di farina 0 oppure 1 di grano tenero;
  • 110 grammi di burro;
  • 140 grammi di zucchero;
  • 1 uovo;
  • 2 tuorli;
  • Mezza bacca di vaniglia fresca;



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Margheritine di Stresa

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Le margheritine di Stresa sono biscotti tipici di Stresa, creati nel 1857 dal pasticcere Pietro Antonio Bolongaro titolare dell'omonima pasticceria. Derivano il nome da quello della principessa futura regina Margherita, alla quale erano stati offerti in occasione della sua prima comunione, celebratasi appunto nel 1857.
Talmente le piacquero che, un tempo divenuta regina, stabilì che quei biscotti fossero i dolci tradizionali da offrire ogni anno per il ricevimento di Ferragosto della Casa Reale.
Gli ingredienti sono tuorlo d'uovo sodo setacciato, burro, farina, fecola, vaniglia e buccia di limone grattugiata.


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La vera ricetta della torta mimosa è fatta con l’ananas, con la crema semplice o con la crema al limone?


La Torta Mimosa classica è fatta con Pan di Spagna e crema Diplomatica. L'aggiunta di Ananas è una variante che ha talmente preso piede da essere altrettanto amata come la versione classica.



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Se il croissant è stato inventato in Austria, perché ha un nome francese?

Per rispondere a questa domanda, diamo uno sguardo alla storia del croissant …



Il pezzo di cibo che stai guardando in questo momento si chiama kipfel, sebbene abbia molti altri nomi a seconda della regione. Questo è il cibo che è stato inventato in Austria, nel XIII secolo, o forse anche prima!

Per arrivare al croissant, però, in realtà dobbiamo andare 600 anni nel futuro, dove troveremo un uomo di nome August Zang, anche lui austriaco, che fondò una panetteria viennese chiamata Boulangerie Viennoise negli anni Trenta dell'Ottocento, a Parigi.



Quello sopra è quel panificio, a sinistra (la porta di destra conduce a una sala da tè). La panetteria, come fanno le panetterie, preparava una varietà di pane, uno dei quali era il kipfel.

Ora, il kipfel è stato un grande successo per i parigini e tutti iniziarono immediatamente a replicarlo al meglio delle loro capacità. Tuttavia, hanno usato tecniche leggermente diverse per ricreare il kipfel e sono finiti con qualcosa di leggermente diverso, che è stato chiamato il croissant per la sua forma a mezzaluna.


La principale differenza tra il croissant e il kipfel è l'impasto utilizzato. Mentre il kipfel utilizza farina di frumento e lievito regolari, il croissant utilizza una cosa chiamato pasta laminata, che essenzialmente prende diversi strati sottili di pasta che sono separati dal burro e lo cuociono. Il risultato crea quella consistenza ariosa e friabile del pane per cui i croissant sono così famosi.

Quindi, alla fine, il croissant è stato effettivamente inventato in Francia, da cui il nome francese! Le sue radici austriache derivano dall'ispirazione al kipfel, un pane inventato in Austria.

Spero tu abbia trovato utile questa risposta! Il croissant è uno dei miei dolci preferiti e la sua storia è davvero interessante!


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Nucàtuli

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I Nucàtoli (conosciuti in siciliano anche come nacatuli, nucatali, nacatula o nucatili) sono dei biscotti ripieni tipici siciliani inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf). Sono dolci diffusi principalmente in Provincia di Agrigento, Provincia di Caltanissetta, Provincia di Ragusa e Provincia di Siracusa, ma varianti locali si trovano anche ad Enna e Trapani e ovunque in Sicilia.

Caratteristiche
I nucàtoli sono piccoli biscotti, a forma di S, aperti sulla superficie, da cui esce la farcia, un impasto variabile di fichi secchi, uva passa, miele o mosto cotto, noci o mandorle, scorza d'arancia o limone e aromi. Possono essere ricoperti da una glassa di zucchero e bianco d'uovo. Tradizionalmente vengono preparati per Natale, nella Sicilia sud orientale si trovano già per la festa dei Morti. Vengono per questo motivo chiamati talvolta biscotti dei morti. I nucàtoli sono simili nelle caratteristiche ai Mustazzoli del Salento.

Nome
Il nome deriva dall'arabo nagal che vuol dire noce, trasmessa anche dal francese nougat che ha la stessa origine.

Forma
Tipico dei nucàtuli è la forma ad S si riscontra ad esempio a Butera e a Modica dove vengono chiamati localmente Mucàtoli. Ma vi sono varianti con forma ad I o a fiocco entrambe tipiche del siracusano. Meno tradizionali, ma ormai diffuse in molte pasticcerie, le forma a stella, rombo, cerchio.

Ricetta
Le ricette sono varie e cambiano da un comune all'altro della Sicilia. Gli ingredienti possono essere diversi ma generalmente si procede alla preparazione usando fichi secchi o uva passa, noci oppure mandorle, scorza di agrumi che formeranno la farcia da inserire nell'impasto fatto di farina, uova zucchero o miele. In alcune ricette i nucàtoli sono ricoperti di una glassa.







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Offella di Parona

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Le Offelle di Parona sono dei biscotti secchi di pasticceria italiana. Tipici di Parona, comune della Lomellina in provincia di Pavia.
Il biscotto ha una forma ovale con le estremità appuntite.



Storia

Le Offelle di Parona furono inventate dalle sorelle Pasqualina e Linin Colli alla fine del XIX secolo, indovinando un impasto di ingredienti semplici e nutrienti composto da farina di grano tenero, burro, zucchero, uova, olio d'oliva e lievito.
Inizialmente le offelle erano considerate molto preziose e vendute a numero; il lancio commerciale avvenne nel 1969 in concomitanza alla prima edizione della sagra dedicata a tale biscotto e che da allora si ripete ogni anno durante la prima domenica di ottobre. Il prodotto è tutelato da un marchio di garanzia rilasciato dalla Pro Loco di Parona ai 3 produttori.
Nel corso degli anni sono state create numerose varianti alla ricetta originale, aggiungendo ad esempio del cioccolato o dello strutto d'oca.

Le Sartirane

Sono una variante dell'Offella, a forma di rana, che viene prodotta in occasione della Sagra della Rana a Sartirana Lomellina.

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Piparella

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Le piparelle sono un prodotto dolciario tipico del Messinese e della vicina Provincia di Reggio Calabria. Essa è un dolce tradizionale preparato con mandorle, miele e spezie ed è legato storicamente alla città dello Stretto, dove viene prodotto da pasticcerie, bar e panifici.
Nonostante il prodotto sia originario della vicina Messina, la piparella villese si caratterizza per il taglio trasversale a fette sottili, che la distingue anche dallo stomatico, dal quale differisce anche perché le mandorle sono inserite direttamente nell'impasto. Pertanto essa può essere assimilata più al cantuccio toscano. Si abbina perfettamente ai vini passiti, ma si può gustare anche con bevande quali caffè, tè o latte di mandorla. Le piparelle sono riconosciute fra i prodotti agroalimentari tradizionali calabresi e siciliani.




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Cos'è la frutta martorana?

La frutta Martorana (Marturana in siciliano) prende il nome dalla nobildonna Eloisa Martorana, che per la prima volta la preparò a Palermo.

Si tratta di dolci formati ad imitazioni di frutta vera (talvolta ortaggi o pesci) realizzati con pasta reale (pasta di mandorle), fatta con farina di mandorle e miele, simile al marzapane ma molto più dolce e saporita.




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Con quali biscotti si può fare il tiramisù?

I classici biscotti con cui si fa il tiramisù sono i savoiardi, perfetti per l’inzuppo del caffè. Come variante si possono usare anche i pavesini, che hanno la pecca di essere meno spessi ed avere anche le dimensioni più piccole, quindi bisogna metterne di più per ricoprire lo stesso spazio che avrebbero ricoperto meno savoiardi. C’è anche chi usa le lingue di gatto o i biscotti di pastafrolla, io comunque consiglio vivamente di usare i classici savoiardi, perché sono quelli che tradizionalmente fanno parte della ricetta del tiramisù e si abbinano alla perfezione con tutti gli altri ingredienti del dolce




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Nel 2003 la Lavazza realizzò delle tazzine di caffè fatte di biscotti con all'interno una glassa resistente al calore

 

Si ma non è stata immessa sul mercato e non si sa se verrà mai venduta.

Secondo me non lo è stata per la fragilità della struttura del biscotto!


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Dove è stata inventata la panna cotta?

 



Si tratta di un dolce di origine piemontese, la cui data di nascita si presuppone che risalga agli inizi del '900. Alcune testimonianze circa l’invenzione della panna cotta ci riportano ad una nota famiglia cunese quella dei “Songia”. Ettore Songia, appunto, chef stellato al ristorante "I tre citroni", a metà degli anni Sessanta mise a punto la ricetta di questo dolce, inventando la panna cotta come la conosciamo e la mangiamo oggi. Attualmente è diffusa in tutta Italia, dove viene generalmente servita con salsa ai frutti di bosco, caramello o cioccolato.

Ricette simili a quella della panna cotta si possono trovare in Grecia, Francia e Inghilterra (blanc manger). In alternativa alla colla di pesce alcune ricette utilizzano come addensante l'albume d'uovo. In Danimarca il tradizionale “Moos hwit” è un dolce al cucchiaio identico alla panna cotta riconosciuta come ricetta della Regione Piemonte. Nei ricettari danesi si legge che la ricetta più antica della Moos hwit è stata scritta da Henrik Harpestræng, morto nel 1244.

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Puoti

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I Puoti sono dei biscotti tradizionalmente consumati nella Provincia di Verona in occasione della festa di Santa Lucia.
In lingua veneta puoto significa bambolotto, infatti la loro forma spesso ricorda quella di un fanciullo.
La tradizione vuole che, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, assieme a dolciumi e giocattoli, Santa Lucia porti questi biscotti nelle case dei bambini buoni.


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Un segreto di cucina che tutti dovrebbero conoscere

Accendi il forno quando inizi a cucinare!

Questo consiglio mi è stato dato da un anziano pasticciere, quando mi ha dato dei consigli per far sì che torte, dessert e prodotti da forno in generale abbiano successo.

Secondo le sue indicazioni, per ottenere risultati spettacolari, un impasto preparato di un dolce, di una torta, di un mix, non bisogna aspettare, una volta terminata la preparazione. Infatti, ho potuto verificarlo, le migliori torte e pasticcini sono il risultato di una temperatura già pronta a riceverli, al momento giusto.

Ecco perché, ogni volta che inizio una ricetta, preparo prima la fonte (il secondo consiglio) nel caso in cui sia imburrata o infarinata o con carta, o altro, e accendo il forno. Non sono solo gli ingredienti che ci daranno un risultato delizioso e piacevole alla vista, ma anche il tempo prezioso.




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Tutti i frutti è un gusto di gelato?

Una specie

In realtà si scrive "Tutti Frutti" ed è di origine italiana. Significa "tutti i frutti".

In origine, significava una pasticceria composta da diversi tipi di frutta candita mista.



Tuttavia, ora significa solo un gelato con diversi gusti di frutta mescolati.

Questo è fantasia con frutta tritata mista, ma spesso è solo uno con un sapore di frutta indistinto composto da un mix di diversi sapori di frutta.




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Qual è il Paese dove costa di più il gelato?

In Italia. Già, sembrerà strano ma il gelato probabilmente più costoso del mondo si trova a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari.



Viene chiamato lo "Scettro del Re" e costa (a cono!) 70 euro.

Per prepararlo, i gelatai utilizzano latte appena munto nella provincia di Altamura, uova zucchero e zafferano Iraniano. La preparazione è talmente lunga che, per averlo, c'è bisogno di prenotarlo 3 giorni prima (solo la fusione dello zafferano è intorno alle 4 ore!).

Dopo una mantecazione da 15 minuti circa, il gelato è pronto per essere posto sul cono. Il fondo del cono è farcito con panna e tre Pistacchi di Bronte DOP, mentre sopra il gelato si aggiunge un velo di panna fresca.

Ciò che rende il gelato realmente uno scettro del Re sono i metalli preziosi posti al di sopra: chiude la composizione un foglio di oro alimentare.

Si può acquistare solo per un minimo di due coni e una vaschetta da mezzo chilo costa tra i 450 e i 500 euro.

Non so voi… ma io preferisco il classico stracciatella e nocciola.





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