I cannarìculi sono
dolcetti natalizi calabresi, chiamati cannarìculi nell'Alto Ionio ma
tendono a cambiare nome al di fuori di questo, nonostante la loro
composizione rimanga pressoché uguale. Si tratta di gnocchi composti
di farina, olio d'oliva e vino scaldato, rigati su un cestino di
vimini poi fritti e successivamente passati nel mosto d'uva bollente.
Ricetta
antica:
ingredienti:
300 gr. di farina di semola di grano duro
2 uova
sale o zucchero (secondo i gusti)
strutto di maiale gr.80
un pizzico di bicarbonato
miele
buccia d’arancia o/e limone grattugiata
confettini minuti di zucchero.
Preparazione:
Sulla spianatoia praticare un fontanella nel mucchio
di farina, sciogliervi le uova (albume e tuorlo), lo strutto e il
bicarbonato, impastare ed omogeneizzare, allungare il panetto a
bastoncino dello spessore di un dito, tagliare il bastoncino a pezzi
di 4 cm circa di lunghezza, affondare indice, medio e anulare in
ciascun tronchetto e trascinare verso di sé (come nei cavatelli).
Cottura:
Mettere a bollire l'olio in abbondanza in una
pentola fonda, calarvi i pezzi preparati come sopra fino a indoratura
e prelevarli con schiumarola, adagiarli su un panno assorbente per
eliminare l’eccesso di olio.
Guarnizione:
stendere i pezzi fritti in un piatto a vassoio;
preparare la guarnizione riscaldando il miele per renderlo quasi
liquido e filante, aromatizzarlo con la buccia d’arancia o/e
limone; irrorare con questo preparato la frittura e cospargerla con i
confettini di zucchero. I ‘cannarìculi’ son
pronti per il consumo.
Ricetta
più recente:
Negli ingredienti si sostituisce allo
strutto un bicchiere di olio di oliva o di semi di mais, in luogo del
bicarbonato si adopera una bustina di lievito per pizze salate.
Durante l’impasto, all’occorrenza,
si può aggiungere del latte per facilitare l’omogeneizzazione.
Per il resto si
segue la procedura della ricetta antica