Pampepato
Cơm rượu
Pan dell'orso
Storia
Ricetta
Ingredienti
- 6 uova
- 150 g di farina di mandorle
- 90 g di farina
- 90 g di fecola di patate
- 160 g di burro
- Un pizzico di sale
- Aromi mandorla amara, arancio, limone
- 25 g di miele d'acacia
- 180 g di zucchero
Preparazione
- Montare i tuorli d'uovo con lo zucchero, a montatura ultimata aggiungere i due tipi di farine e la fecola di patate.
- Fondere il burro ed amalgamarlo quindi nel composto, aggiungere poi gli aromi e il lievito.
- Montare gli albumi con il sale. Una volta montato il composto aggiungere all'impasto precedentemente ottenuto.
- Cuocere nel forno a 180° per circa un'ora.
- Una volta raffreddato mettere in frigo.
- Il giorno dopo versare sopra il pan dell'orso così ottenuto
una glassa di cioccolata precedentemente fusa a bagnomaria.
Perché le persone bevono birra con il dessert?
Visitando il birrificio Baladin, il proprietario Teo Musso spiegò giustamente che una sua "mission" personale è quella di far capire alla gente che la birra può essere utilizzata come accompagnamento a tutti i piatti, così come avviene da sempre con il vino.
Anche nel caso della birra ci sono infatti centinaia di stili diversi, ognuno dei quali può rendere al meglio abbinato ad un determinato piatto.
Nel caso dei dolci probabilmente verrebbero in nostro aiuto certe birre belghe, assolutamente adattissime.
Prova a mangiare un dolce invernale, magari anche un bel panettone artigianale, con una De Dolle Stille Nacht, poi ci dite cosa ne pensate.
È meglio usare mele crude o già cotte per la torta di mele?
Per le mie ricette, mele Golden appena raccolte, se possibile.
In passato ho provato ad utilizzare le mele in scatola, la torta assomigliava ad un cibo da fast-food annacquato e piuttosto disgustoso che avrebbe mandato in coma un diabetico.
Ti raccomando vivamente di utilizzare le mele fresche. in questo modo la torta verrà più solida e potrai controllarne facilmente il livello di dolcezza e d'acidità, con le mele precotte non hai questa possibilità. Inoltre, a dipendenza del tipo di mele usate, puoi anche influire su quanto sarà umida la torta.
La riuscita di una buona torta dipende molto dall'amore che hai per la cucina, le mele precotte sono un atto d'odio.
Da dove arriva la ricetta originale del Tiramisù?
Tiramisù è la quinta parola della cucina italiana più conosciuta all’estero, la prima per i dolci.
Etimologia della parola Tiramisù: sollevami, rinforza il mio corpo → deriva del dialetto trevigiano “Tireme su”, italianizzato in Tiramisù negli ultimi decenni del secolo scorso.
La memoria storica della “Gioiosa Marca” ricorda che il Tiramisù nasce a Treviso nella seconda metà del 700/800
Una tradizione locale verbale ci ha tramandato che il nostro dolce sarebbe stato ideato da una geniale “maitresse” di una casa di piacere ubicata in centro storico a Treviso.
La “Siora” padrona del locale avrebbe ideato questo dolce afrodisiaco e corroborante per offrirlo ai suoi clienti alla fine delle serate allo scopo di rinvigorirli e risolvere i problemi connessi ai doveri coniugali al momento del loro rientro in famiglia.
Si narra che nel locale, quando gli uomini scendevano le scale un po’ provati, un’ avvenente maitresse preparava questo dolce e li ammoniva in codesto modo: “desso ve tiro su mi”. Da qui origine del nome.
E’ nato così il Tiremesù un “viagra naturale” dell‘800, offerto ai clienti della maison del diletto.
In piazzetta Ancilotto in centro a Treviso un’antica locanda del tempo, l’attuale ristorante Le Beccherie, ha adottato questo dolce nel proprio menù per i clienti. Tiramisù dolce unico anche per l’iter delle sue origini: un “percorso inverso” dalle case alle locande, ai ristoranti, alle pasticcerie.
A supporto di questa storia leggendaria è la composizione degli ingredienti del Tiramisù, tutti nutrienti e ipercalorici: uova, zucchero, savoiardi, mascarpone, caffè e cacao. Anche la ricetta e la sua semplice preparazione avvalorano questa tesi, non bisogna essere un cuoco stellato per preparare questo dolce; chiunque è in grado di farlo e senza strumenti particolari.
Nel corso dei secoli, un velo di pruderie e di vergogna popolare ha nascosto la vera origine del Tiramisù. Difatti non viene ricordato nei libri fino alla caduta del conformismo legato al perbenismo storico avvenuto nella seconda metà del ‘900.
Testimonianza della presenza di questo dolce, nei secoli scorsi, sui tavoli imbanditi di casa nostra sono le nonne e bisnonne ultraottantenni. Queste signore ci raccontano che preparavano con arte e passione questo dessert per famiglia e amici, ben prima degli anni 1950. Prima della diffusione dell’elettricità e dei primi frigoriferi questo dessert, non a lunga conservazione, era consumato e conosciuto solo nella provincia di Treviso e zone limitrofe.
Alcuni aspetti peculiari tramandati a voce testimoniano in modo inconfondibile l’origine veneta e trevigiana del dolce. La ricetta deriverebbe dallo “sbatudin” un composto di tuorlo d’uovo sbattuto con lo zucchero, utilizzato comunemente dalle famiglie contadine trevigiane come ricostituente o per i novelli sposi. A questo è stato poi aggiunto mascarpone, caffè e cacao che tutti i nostri familiari ricordano di aver gustato fin da bambini prima dell’ultima guerra mondiale.
Ancor oggi, secondo usi e costumi trevigiani, si porta in dono alle donne puerpere, ai bambini e alle persone in stato di debolezza i biscotti savoiardi. Biscotti di forma oblunga, soffici, leggeri e facilmente digeribili. Prima della produzione industriale dei biscotti savoiardi si preparava questo dessert con biscotti friabili, spugnosi fatti in casa e nelle famiglie più povere con focaccia o pane vecchio imbevuto di caffè.
Il Tiramisù dei giorni nostri è un’evoluzione della tradizione locale di Treviso, è un dolce anche per i bambini ecco perché la ricetta tradizionale non contiene liquore.
Lo scrittore trevigiano Giovanni Comisso ( 1895-1969 ) è stato il letterato e anche il testimone più informato sulla ricetta del Tiramisù. Il poeta Comisso ha scritto nelle sue memorie e raccontato agli amici più stretti che sua nonna discendente del Conte Odoardo Tiretta era una devota del Tiramisù, anzi del Tirame-sospiro-sù, come Lei chiamava questo dessert e spesso consumava abitualmente come cena invernale. Da questi ricordi storici si evince che codesto dolce e ricetta erano conosciuti a Treviso già nell’1800.
La storia ed evoluzione di questo dolce ci insegna a nobilitare i cibi poveri.
Come spesso accadde nelle Leggende si trovano diversi punti di Verità: il Tiramisù è nato a Treviso, in Italia.
Che autorizzazioni sono necessarie per vendere torte fatte in casa?
Per produrre le torte invece devi avere un laboratorio a norma, quindi come minimo devi passare l'ispezione dell'ASL. Ci sono delle specifiche nome da rispettare. Inoltre devi preoccuparti del lato contabile, la vendita va tassata, ma quello dipende dal tipo di attività che avvii.
Non è come nei film, la produzione e la distribuzione di alimenti è un settore molto regolamentato. Non basta fare delle torte in cucina e poi mettere un banchetto per strada dove venderle.
Parrozzo
Pan di ramerino
Arancini (dolce)
Preparazione
- Ricetta degli arancini marchigiani con 700 g di farina
- Ricetta degli arancini marchigiani con 600 g di farina.