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Nelle ricette di dolci esistono ingredienti che possono sostituire le uova? Se si quali sono?

 Eccoli:

Le uova sono un emulsionante naturale che amalgama e omogeneizza miscele dissimili - l'esempio più lampante è la maionese, che è una emulsione.

Un uovo si può sostituire con:

  • una banana (anche se è bella matura!);

  • mezzo vasetto di yogurt;

  • latte (ca. 50 ml);

  • amido di mais (un paio di cucchiaini);

  • polpa di mela (ca. 50 g hanno la quantità di pectina che ci serve);

  • fecola di patate (da usare con un po' di liquido, acqua per esempio);

  • avocado (un cucchiaio di polpa).

Il trucco è sempre lo stesso: tutti questi ingredienti hanno composti che possono fungere da tensioattivi e così fare il lavoro dell'uovo.


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La ricetta di biscotti più protetta al mondo

La Oreo ha costruito un bunker a prova di asteroide e disastro nucleare in Norvegia, per conservare tutte le proprie ricette in caso di apocalisse.




Viene da chiedersi: chi preparerà i famosi biscotti dopo l'estinzione della razza umana?


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Vartanush

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La vartanush è una marmellata ricavata dai petali di rosa. Si tratta di una ricetta tipica dell'Armenia.
A Venezia è prodotta dai monaci dell'Ordine Mechitarista armeno nell'Isola di San Lazzaro, che coltivano molti rosai, alcuni di specie rarissime, nel giardino del convento.
In particolare, la rosa migliore da cui ottenere la marmellata è la rosa canina, che fiorisce nella tarda primavera; la tradizione vuole inoltre che le rose vadano raccolte al sorgere del sole.

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Anko

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L'anko è una marmellata giapponese preparata con i semi di azuki (Vigna angularis), una leguminosa estensivamente coltivata nell'Asia orientale.
Gli azuki presentano un sapore dolciastro che si presta alla preparazione di marmellate e altri dolci.
L'anko è ampiamente utilizzata nella cucina giapponese come ripieno di alcuni dolci, come ad esempio i daifuku, i taiyaki o i dorayaki, talvolta anche come condimento per il gelato. Esiste nelle varianti Tsubuan, in cui i fagioli nella confettura vengono lasciati interi e Koshiban, dove i fagioli vengono frullati e resi a crema.

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Nobis Printen Baeckerei Aachen

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Nobis Printen Baeckerei Aachen

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Sguta

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La Sguta o 'nguta (dal greco augotòs = ovale ) è un caratteristico dolce calabrese, viene chiamata con nomi diversi e preparata con varie componenti di farine e forme anche in maniera diversa. Nella tradizione cristiana questo dolce ha la valenza simbolica, per sottolineare la festa della resurrezione di Cristo. Componente decorativo del dolce è l’uovo, simbolo della natura, della fertilità e segno del ritorno alla vita. Viene prodotto un po' ovunque su tutto il territorio della Calabria, in particolare nella Locride e nella provincia di Reggio Calabria. La "Sguta" come vuole la tradizione si prepara la settimana prima che precede la domenica di Pasqua e in particolar modo viene consumata tutta la Settimana Santa fino al giorno di Pasquetta.
La "Sguta", dolce tipico calabrese è inserito nell’Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Elenco PAT Calabria al N°207), dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF).
La "Sguta" tradizionale ha forma di una piccola ciambella, con l'uovo al centro. Gli ingredienti per la realizzazione dell'impasto sono: farina, olio, uova, latte, zucchero, acqua e lievito. Una volta che l'impasto è compatto lo si mette a lievitare in un luogo asciutto per un periodo di tempo che va dalle 4 alle 8 ore. Dopo che l'impasto è lievitato si fanno le ciambelle di diverse forme e grandezze, leggermente decorate, al centro si mette uno uovo e vengono messe a cuocere nel forno. Una volta acquistato il colore dorato la "Sguta" è pronta al consumo.
Anticamente e ancora oggi la "Sguta" viene prodotta in particolare nelle famiglie, si trovano anche nei panifici e nelle pasticcerie.

Ingredienti

Farina di grano tenero, olio d’oliva extra vergine, uova, latte, zucchero, acqua, lievito madre e/o di birra

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Cuccìa

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La cuccìa è un dolce tipico siciliano, a base di grano bollito e ricotta di pecora o crema di latte bianca o al cioccolato. Viene guarnito con zuccata, cannella pezzetti di cioccolato e scorza di arancia grattugiata, ed è tradizionalmente preparato e consumato in occasione della festa di Santa Lucia (13 dicembre). È una tradizione in particolare del palermitano e del siracusano assente in tutta l'area della città metropolitana di Catania, diffusa nel resto della Sicilia.
Secondo la tradizione, infatti, il 13 dicembre del 1646 approdò nel porto di Palermo una nave carica di grano, che pose fine ad una grave carestia. Per poterlo consumare immediatamente il grano non venne macinato, ma bollito e mangiato. Per ricordare quel giorno, i siciliani tradizionalmente non consumano cibo a base di farina, ma cuccìa ed arancine.
Una storia simile datata 1763 e ambientata nel porto di Siracusa, attribuisce a questa città la paternità della ricetta.
La variante del trapanese consiste nel consumare il frumento bollito semplicemente con il cosiddetto "vino cotto", che altro non è che il mosto di vino cotto fino alla riduzione a circa 1/6 del volume originario e alla caramellizzazione.
A Caltanissetta la cuccía viene consumata non dolce, ma come pietanza salata. Viene preparata come una minestra di grano cotto e condita con sale e pepe e servita calda.
Un dolce molto simile viene preparato e consumato sempre in occasione della festa di S.Lucia nella città calabrese di Paola, un tempo feudo di Fuscaldo di cui la santa siciliana è patrona.
L'uso di questi dolci di grano cotto arricchito con noci e arance è probabilmente un residuo della antica tradizione cristiana di rito greco di commemorare le festività maggiori con questo piatto beneaugurale che rappresenta l'abbondanza: oggigiorno troviamo preparazioni molto simili in Paesi ortodossi come la Romania (in cui il dolce viene servito per onorare i defunti e il santo patrono) e in Russia che ha nella Kut'ja uno dei dolci tipici del Natale ortodosso.

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Sise delle monache

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Le Sise delle monache (o Tre monti) sono un tipico dolce abruzzese prodotto nel comune di Guardiagrele, in provincia di Chieti.
L'origine del nome non è sicura: tra le varie leggende, una vuole che tale espressione derivi dal comportamento di alcune suore, le quali inserivano al centro del petto una protuberanza in modo da rendere meno evidenti i seni.
Più verosimilmente la tipica forma di questo dolce farebbe invece riferimento a Gran Sasso d'Italia (2912 m s.l.m.), Majella (2793 m s.l.m.) e Sirente-Velino (2487 m s.l.m.) che costituiscono i tre massicci montuosi abruzzesi, i più alti dell'intera catena appenninica. Questo giustifica anche il nome di Tre monti, con cui pure il dolce è conosciuto.
Due strati di pan di spagna, farciti da crema pasticcera, con la forma di tre protuberanze.

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Torta di Fioretto

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La Torta di Fioretto, anche chiamata Focaccia Fioretto (Fügascia de Fiorétt in dialetto), è un dolce tipico della Valchiavenna.
La Torta di Fioretto è una focaccia dolce di grano tenero, con burro, uova e zucchero, cosparso di semi di fioretto (il fiore essiccato del finocchio selvatico). Esistono anche delle varianti che prevedono uno strato di confettura di albicocca o mirtilli all'interno.

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Riso al mango

 


Il riso appiccicoso al mango è un dolce tradizionale del sud-est asiatico e dell'Asia meridionale fatto con riso glutinoso, mango fresco e latte di cocco e mangiato con un cucchiaio o con le mani.

Di solito i dessert che coinvolge riso appiccicoso sono dolcificati con zucchero di palma o sagù in combinazione con latte di cocco e cocco in fiocchi, avvolti in foglia di banana, poi cotto a vapore o farcite in bambù e arrostito su un fuoco aperto come il riso appiccicoso in bambù. Gli ingredienti principali necessari sono riso appiccicoso (riso glutinoso), latte di cocco in scatola o fresco , sale, zucchero di palma e mango.

Per preparare il piatto, il riso viene messo a bagno in acqua e poi cotto al vapore o con l'uso di un cuociriso. Nel frattempo, il latte di cocco viene mescolato con sale e zucchero quindi riscaldato senza bollire. Dopo che il riso ha terminato la cottura, la miscela di latte di cocco e il riso vengono mescolati insieme in modo uniforme e lasciati riposare per consentire al latte di assorbirsi nel riso. I manghi vengono sbucciati e affettati. Per servire il piatto, il riso viene raccolto su un piatto, alcune fettine di mango vengono adagiate sopra oa lato e il latte di cocco rimanente viene spruzzato sopra. A volte, il riso appiccicoso è condito con fagioli mung gialli croccanti.

Per lo più, viene utilizzato il mango giallo che ha un sapore più dolce del mango verde. Tradizionalmente, vengono utilizzate le varietà di mango Nam Dok Mai (fiore nettare di mango) e ok-rong. Il riso appiccicoso glutinoso, che è più dolce del normale riso appiccicoso, viene utilizzato per ottenere la migliore consistenza.

Si tratta di variazioni al classico riso appiccicoso al mango, come la sostituzione del riso appiccicoso bianco con il riso appiccicoso nero, conferendo un colore viola.

In Thailandia, il riso appiccicoso al mango viene solitamente consumato durante l'alta stagione del mango, tra aprile e maggio. Le comuni cultivar di mango dolce, come nam dawk mai o ok long, sono combinate con riso glutinoso addolcito con latte di cocco e servite calde.

Il riso appiccicoso al mango è un dessert comune del popolo laotiano della sottoregione del Grande Mekong dove il riso glutinoso è stato coltivato nella storia del cibo e dei miti. Il riso appiccicoso o glutinoso è un piatto nazionale del Laos legato alla cultura e alle tradizioni religiose.

Uno spuntino di riso appiccicoso cotto nel latte di cocco e, a volte, lo zenzero chiamato puto maya è uno dei preferiti tra il popolo Visayan. Viene servito con manghi maturi dolci (se di stagione) e una cioccolata calda. A Cagayan de Oro si usa una varietà viola di riso appiccicoso.


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