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Arancini (dolce)

Arancini - dolce tipico marchigiano.JPG



Gli arancini sono un dolce di Carnevale tipico delle Marche ed in particolare di Ancona.


Preparazione

Sono preparati tradizionalmente nelle case private nel periodo di carnevale, ed è possibile acquistarli nelle panetterie e nelle pasticcerie.
Viene preparato facendo una sfoglia simile a quella usata per la pasta all'uovo, sulla quale si distribuisce succo e buccia di arancia grattugiata. Poi la sfoglia viene arrotolata e successivamente tagliata a fette, in modo da ottenere delle girelle. Le girelle vengono fritte e passate nel miele.
Tra i numerosi siti internet che riportano la ricetta di questo dolce si citano qui:
  • Ricetta degli arancini marchigiani con 700 g di farina
  • Ricetta degli arancini marchigiani con 600 g di farina.
Di questo dolce esiste una variante in cui la buccia d'arancia è sostituita da quella di limone. Recentemente si è diffusa l'usanza di cuocere gli arancini al forno, anziché friggerli.


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Pan meino

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Il pan meino, pan de mej in lombardo (letteralmente "pane di miglio"), è un dolce tipico lombardo, diffuso specialmente nelle province di Milano, Lecco e Como.
Si tratta di una focaccia aromatizzata ai fiori di sambuco.


Storia e descrizione

Vi sono due leggende circa la nascita di questo dolce: la prima narra che il pan meino fu inventato nella prima metà del XIV secolo dagli abitanti delle campagne milanesi per festeggiare la sconfitta dei briganti allora presenti per le campagne milanesi ad opera di Luchino Visconti. La seconda fa risalire l'invenzione del dolce a semplice accompagnamento alla tazze di panna tradizionalmente offerte alla popolazione dai lattai nel giorno di San Giorgio, loro protettore: il 23 aprile è quindi tradizionalmente preparato il pan meino.
La ricetta del dolce prevede farina gialla mischiata a farina bianca con uova, latte, panna, burro, zucchero e soprattutto fiori di sambuco che conferiscono il particolare aroma alla preparazione. Al tutto viene data una forma circolare schiacciata per passare quindi alla cottura.



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Pandolce

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Il pandolce genovese o semplicemente pandolce (in ligure pandöçe o pan döçe, nel sanremese pan du bambin), spesso detto anche panettone genovese, è un prodotto tipico soprattutto del Genovesato, ma anche del resto della Liguria.
È un dolce comune durante le festività natalizie: di forma circolare ne esistono due versioni "alto" e "basso", secondo la tradizione ne va tenuta da parte una fetta per i poveri e una per il giorno di San Biagio, il 3 febbraio. Storicamente la prima versione è stata la "alta", lievitata naturalmente e con tempi di preparazione molto lunghi, mentre solo alla fine del 1800 con l'introduzioni di lieviti chimici è nata la versione "bassa" molto più veloce da preparare.

Storia
Nel Regno Unito è chiamato Genoa Cake ("torta di Genova"). Un dolce simile viene prodotto nei paesi dell'Est Europeo e dalla Persia, si chiama paska bread. Secondo una leggenda fu il doge Andrea Doria della Repubblica di Genova, nel '500, a bandire un concorso tra i maestri pasticceri di Genova per un dolce rappresentativo della ricchezza di Genova, nutriente, a lunga conservazione e adatto ai lunghi viaggi per mare.
A Selkirk nel 1859, il panettiere scozzese Robbie Douglas, ha fatto un pandolce genovese e l'ha chiamato Selkirk Bannock. Si tratta di una spugnoso, varietà burrosa, di torta di frutta, a base di farina di grano e contenente una grande quantità di uva passa. Quando la regina Vittoria visitò Sir Walter Scott nipote di Abbotsford lei si dice che abbia preso il suo tè con una fetta di Selkirk Bannock. Oggi, Bannocks Selkirk sono popolari in tutta la Gran Bretagna, e può essere trovato alla maggior parte dei grandi supermercati.

Tradizione
La tradizione antica vorrebbe che andasse portato in tavola dal più giovane della casa, servito con nel mezzo un rametto di alloro, simbolo di fortuna e benessere. Appena portato dal giovane, egli dovrebbe consegnarlo al più anziano di casa per essere tagliato e distribuito. Inoltre, unna fetta va conservata per il primo povero che suona alla porta ed un’altra per il giorno di San Biagio (3 febbraio)

Ingredienti
  • farina
  • burro
  • anice
  • lievito
  • uva sultanina
  • zibibbo
  • zucca candita
  • cedro candito
  • pinoli
  • acqua di bergamotto
  • semi di finocchio
Talvolta nella ricetta viene aggiunto latte o vino Marsala o pistacchi.







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Pandoli di Schio

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I Pandoli di Schio sono dei biscotti tipici della provincia di Vicenza, in particolare dei comuni di Schio e Malo dalla forma simile a dei grossi e tozzi grissini. Vengono prodotti con ingredienti semplici quali farina, burro o strutto, uova e zucchero; sono lievitati e cotti in forno. Vanno consumati da soli oppure inzuppati nel vino o nella cioccolata.
Nella parlata locale "pandòlo", se riferito ad una persona, significa un individuo tonto, goffo, poco furbo. Questo modo di dire fa forse riferimento alla caratteristica dei pandoli di inzupparsi molto velocemente, fino a piegarsi su sé stessi prima di giungere alla bocca.


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Bejgli

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Il Bejgli o, talvolta, Beigli è un rotolo alle noci o ai semi di papavero. È un dolce tradizionale della cucina ungherese, di origine slesiana, consumato in Ungheria nelle feste natalizie e a Pasqua. Tradizionalmente ne esistono solo due versioni, con ripieno alle noci o ai semi di papavero, anche se le varianti sono comuni. La pasta è fatta con lievito, farina, tuorlo d'uovo e burro. Il ripieno ai semi di papavero contiene uva passa, rum, vaniglia e semi di papavero macinati; il ripieno alle noci contiene uva passa, rum, scorza di limone e noci tritate. La pasta viene stesa in un piatto spesso. Dopo aver spalmato il ripieno, la pasta viene arrotolata in un cilindro regolare, spennellata con il tuorlo d'uovo e cotta nel forno.


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Aprire una pasticceria è un business profittevole ?



Dipende che tipo di pasticceria hai un mente e in quale città e zona vuoi aprirla. Dipende dalla tua esperienza nel ruolo e se hai mai gestito o sai gestire una pasticceria. Dipende se hai bisogno di dipendenti e quali, se hai soci e in cosa danno valore aggiunto. Soprattutto, però, dipende dal mercato e da come hai intenzione di muoverti al suo interno. Le variabili da considerare sono così tante che diventa difficile darti una risposta di valore.

Diciamo che in pasticceria i margini sono mediamente abbastanza alti quindi, per quello che alla fine potresti mettere in tasca, potrebbe essere profittevole ma anche questo dipende. Mi spiace non averti potuto dare una risposta più soddisfacente ma ogni idea deve essere valutata singolarmente per avere un punto di vista almeno accettabile.

Il consiglio che posso darti è: approfondisci la tua idea. Prendi carta e penna, inizia a rispondere ai "dipende" che trovi in questa risposta e ampliali cercando di avere un punto di vista più specifico. Ti assicuro che soltanto facendo così potrai trovare già da solo una prima risposta soddisfacente. Poi, se vorrai fare le cose seriamente, ti consiglio di contattare un professionista.


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Kurtőskalács

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Il kürtőskalács è un dolce tipico Siculo conosciuto anche come camino dolce o torta a camino per la sua forma.
È cotto su uno spiedo cilindrico che ruota lentamente sul fuoco. Originario della Terra dei Siculi, è noto come il dolce più vecchio di tutta l'Ungheria. Il kürtőskalács è venduto nelle pasticcerie e, in occasione di fiere e mercatini, anche nelle principali piazze, dove i venditori lo preparano al momento. Il kürtőskalács è composto da una sottile sfoglia lievitata e zuccherata, arrotolata attorno ad un cilindro di legno, diventando così una spirale di pasta di forma cilindrica cotta sopra al fuoco.
Dopo la cottura l'impasto viene ricoperto da cacao, cioccolata in scaglie, cannella, papavero, noci, vaniglia e mandorle a seconda dei gusti. Lo zucchero sulla superficie del kürtőskalács è caramellato in modo da ottenere un dolce con la crosta croccante. Il kürtőskalács è originario della Transilvania, una regione che in passato faceva parte dell'Ungheria e il nome deriva dalla parola ungherese "kürtő" che si può riferire al camino o canna fumaria, oppure al corno (strumento musicale), costruito originariamente da corna di animali.


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Palacinta

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La palacinta o palacsinta in ungherese è una specialità culinaria ungherese. Dolce tipico dell'area mitteleuropea, simile alla crêpe francese, ma priva del burro, la sua composizione è a base di farina, uova, latte e zucchero. Si servono arrotolate o ripiegate con ripieni di marmellate o cioccolata, spolverate di zucchero a velo, cacao o guarnite con panna montata.
Il dolce è particolarmente diffuso in Bosnia ed Erzegovina, Slovenia, Croazia, Serbia, Austria, Slovacchia e Ungheria. In Italia è tipico della provincia di Trieste e delle zone al confine con la Slovenia delle province di Gorizia e Udine.
Il nome del piatto è simile alla parola ungherese palacsinta in diverse lingue dell'Europa centrale e sud-orientale: Palatschinke in tedesco, Palačinka in ceco, Plăcintă in rumeno.
In Ungheria esiste un'ampia varietà di palacinta, le più classiche sono quelle farcite con marmellata, cioccolata e altri ingredienti dolci. Infatti la palacinta viene considerata come un dessert o anche come uno spuntino. Una variante è chiamata Gundel palacsinta, preparata con noci, uva passa, scorza d'arancia candita, cannella e rum, servita flambé in una salsa fatta di cioccolato fondente, panna e cacao.
La Túrós palacsinta, con ricotta, pur essendo classificabile come dolce ha un gusto particolare: anch'essa è molto diffusa in Ungheria.
Esistono anche la versioni salate, la più conosciuta è la Hortobágyi palacsinta. In questo caso la palacsinta diventa un secondo piatto e viene riempita con carne macinata ed una salsa a base di paprica e servita con un contorno, in genere patate o riso e verdure.





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