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Tartufi al cioccolato

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I Tartufi al Cioccolato sono dei cioccolatini, tradizionalmente a base di cioccolato fondente, burro, uova e cacao amaro in polvere, con forma tipica a sfera o pallina. Il loro nome deriva dalla somiglianza con i tartufi (tuberi).
I tartufi al cioccolato furono inizialmente creati da Nadia Maria Petruccelli, nel dicembre 1895, ma raggiunsero la popolarità tra il pubblico nel 1902, quando il negozio di cioccolato di Antoine Dufour, a Londra, cominciò a produrli.

Ricetta

Ingredienti

  • 250gr. di cioccolato (preferibilmente fondente).
  • 2/3 cucchiai di latte.
  • 2 tuorli d'uova.
  • 75gr. di burro.
  • Cacao in polvere.

Preparazione

  1. Fare fondere il cioccolato in una terrina. Aggiungere il latte a fuoco basso fino a ottenere una pasta liscia e brillante.
  2. Togliere dal fuoco, fare raffreddare quanto basta per poter aggiungere i tuorli senza che si cuociano. Aggiungere anche il burro e lavorare per qualche minuto fino a far bene amalgamare.
  3. Mettere in frigo a riposare per circa 4 ore.
  4. Fare delle piccole palline a partire dall'amalgama così raffreddato.
  5. Passare le palline nel cacao in polvere fino a ricoprirle in mode omogeneo.
  6. Conservare in frigo e consumare entro 2/3 giorni.



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Tiramisù vegano

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Il Tiramisù Vegano è un particolare tipo di tiramisù che prevede l'uso solo di ingredienti vegani.
Il Tiramisù è un dolce diffuso in tutta Italia, le cui origini vengono spesso contese fra regioni quali il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Toscana. È un dessert al cucchiaio a base di savoiardi (oppure altri biscotti di consistenza friabile) inzuppati nel caffè e ricoperti di una crema composta di mascarpone, uova e zucchero. In alcune varianti la crema è inoltre aromatizzata con il liquore.
La ricetta del tiramisù non è presente nei libri di cucina precedenti agli anni sessanta del XX secolo. Ciò consente di supporre che il tiramisù, come lo si conosce ora, sia un'invenzione recente. Elemento ulteriore è la mancata identificazione del dolce nelle enciclopedie e dizionari degli anni settanta e ottanta. Il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti fa risalire la prima menzione del nome al 1980.
Nella tradizione pasticcera il tiramisù presenta delle similitudini con alcuni dolci, in particolare con la charlotte, composta da una crema bavarese circondata da una corona di savoiardi e ricoperta da una guarnitura, con la zuppa inglese, composta da strati di savoiardi inzuppati nell'alchermes e/o nel rosolio e crema pasticcera, con il dolce Torino, composto da savoiardi bagnati nell'alchermes e nel rosolio inframmezzati da un composto a base di burro, tuorli di uovo, zucchero, latte e cioccolato fondente, e la Bavarese Lombarda, con la quale presenta affinità per la preparazione e la presenza di alcuni ingredienti come i savoiardi e i tuorli d'uovo (assodati e non crudi in quest'ultima).
Nella bavarese vengono utilizzati anche il burro ed il rosolio (o alchermes), ma non il mascarpone e il caffè. L'esperto enogastronomo Giuseppe Maffioli, nella rivista "Vin Veneto: rivista trimestrale di vino, grappa, gastronomia e varia umanità del Veneto" del 1981, storicizza la preparazione del dolce verso la fine degli anni Sessanta, localizzandolo presso il ristorante "Alle Beccherie" di Treviso, gestito dalla famiglia Campeol, ad opera di un cuoco pasticcere che aveva lavorato in Germania, Roberto "Loly" Linguanotto, il quale voleva ricreare delle tipologie di dolci visti nella sua esperienza all'estero.
Il nome del dolce friulano, "tirimisù", poi italianizzato in "tiramisù", sarebbe stato adottato per le sue capacità nutrizionali e ristoratrici, anche se altri affermano maliziosamente che il nome sia dovuto a presunti effetti afrodisiaci. Maffioli identificava il tiramisù fra i dolci al cucchiaio di stampo asburgico, anche se, sostanzialmente, lo definiva come una variante della zuppa inglese. La sua diffusione è stata rapida sia nel Friuli che in tutta Italia., Roberto Linguanotto, in un'intervista, afferma che la prima ricetta deriverebbe dallo "sbatudin", un composto di tuorlo d'uovo sbattuto con lo zucchero, utilizzato comunemente dalle famiglie contadine come ricostituente, a cui venne semplicemente aggiunto del mascarpone. Una ricetta del tiramisù si può trovare nel libro "I dolci del Veneto" di Giovanni Capnist del 1983, anche se il dolce non è indicato con il suo famoso nome.
Ulteriori conferme alla storicità e localizzazione del dolce possono essere ritrovate anche in testi più recenti come "Cucina e tradizioni del Veneto" (testo per istituti alberghieri): anch'esso localizza la creazione del dolce presso il ristorante "Beccherie" di Treviso da parte di un cuoco con precedenti esperienze mitteleuropee. Il testo presenta maggiori incertezze per il collocamento temporale dell'invenzione, individuata «nell'immediato dopoguerra». Nel libro "L'Italia dei dolci", edito dal Touring Club Italiano, nella sezione relativa alla regione Veneto il tiramisù viene definito «dolce moderno per eccellenza» e oramai diffuso in tutto il mondo. L'origine veneta del dolce viene più genericamente affermata anche da enciclopedie e vocabolari. Il lemma tiramisù viene identificato come di origine veneta nel testo "Le parole dialettali" di Paolo Zolli del 1986.
In occasione del giorno europeo 2006, il tiramisù venne scelto per rappresentare l'Italia nell'iniziativa Sweet Europe.
Il 17 gennaio 2013 il tiramisù è stato dichiarato piatto ufficiale della 6ª Giornata Mondiale della Cucina Italiana.
Una delle leggende sulla nascita del tiramisù pone le sue origini a Siena, come dolce preparato in occasione di una visita del granduca Cosimo III de' Medici e denominato "zuppa del duca".[22] Se questa versione è teoricamente compatibile con l'introduzione in Italia di uno degli ingredienti principali del tiramisù, il caffè (utilizzato all'epoca come bevanda e in assenza di attestazioni del suo uso all'interno di alimenti), non lo è altrettanto per l'utilizzo del mascarpone, che è un formaggio tipico della Lombardia, e per i savoiardi, biscotti originari della Savoia, entrambi poco verosimilmente usati nella pasticceria senese fra il XVII e il XVIII secolo. Il mascarpone, in particolare, irrancidisce rapidamente e difficilmente poteva essere conservato e trasportato in tempi brevi dalla Lombardia alla Toscana.
Anche l'utilizzo di uova crude all'interno di un dolce non soggetto a cottura, in passato, presentava delle difficoltà, dato l'elevato rischio di sviluppare la salmonella a causa dei precari metodi di conservazione degli alimenti esistenti a quei tempi. In effetti, anche recentemente la cattiva conservazione dei suoi ingredienti ne ha evidenziato la potenziale pericolosità. La zuppa del duca non è indicata nei classici libri di cucina come "La Scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" di Pellegrino Artusi. A differenza di quanto avviene a Siena, dove non risulta tra i prodotti considerati tipici della zona, mancando tra questi un dolce al cucchiaio che abbia caratteristiche similari al tiramisù, a oggi il tiramisù è riconosciuto come dolce principe della provincia di Treviso.
Tra i ristoranti a cui viene attribuita la sua paternità si annoverano anche i trevigiani "El Toulà" e "Al Fogher". Un'altra tesi racconta che il dolce sia stato creato da un pasticcere di Torino per sostenere il conte di Cavour nella sua azione per unificare l'Italia. Anche ai tempi dell'unità di Italia i metodi di produzione e conservazione degli alimenti non potevano garantire la salubrità di questo tipo di dolce, e anche per questa ipotesi non si sono riscontrate fonti a sostegno. Fra coloro che asseriscono di aver creato il tiramisù risulta esservi anche un certo Carminantonio Iannaccone, attualmente residente negli Stati Uniti, che, in un articolo del Washington Post del 2007, afferma di averlo inventato negli anni Settanta quando si trovava a Treviso.
Questa versione autoreferenziale e priva di fonti è stata smentita dalla rivista il "Gastronauta", che ha attribuito, anch'essa, la paternità del dolce al ristorante "Alle Beccherie". Fonti giornalistiche degli anni Dieci del Duemila sostengono che il dolce sia stato inventato in Carnia negli anni cinquanta. Tale versione, che si basa su un menù e un conto che ne cita il nome, vuole un'origine nell'Albergo Roma di Tolmezzo. La creazione del dolce sarebbe di Norma Pielli e Beppino Del Fabbro, che gestirono l'albergo dal 1947 al 1969, e che in quegli anni furono insigniti di numerosi riconoscimenti da parte dell'Accademia della Gastronomia Italiana. A Pieris, nel goriziano, si afferma che un dolce simile fosse servito dagli anni Quaranta nell'allora rinomato ristorante "Il vetturino".
Per prepararlo secondo la ricetta originale servono i seguenti ingredienti: biscotti savoiardi, tuorli d'uovo, zucchero, caffè, mascarpone e cacao in polvere. Nella ricetta originale non sono previsti il liquore e gli albumi d'uovo. La forma originale del dolce è rotonda, anche se la forma dei savoiardi favorisce l'uso di una pirofila rettangolare o quadrata, diffondendo l'immagine classica "a mattonella". Tuttavia è spesso assemblato anche all'interno di bicchieri di vetro rotondi, che mostrano i vari strati, o a piramide.
Le versioni moderne hanno come regola l'aggiunta di panna montata e/o albume montato uniti alla crema al mascarpone, in modo da renderla più leggera, spessa e spumosa. Fra le variazioni alcoliche la più comune prevede l'aggiunta di Marsala. Il dolce è solitamente consumato freddo, dopo aver trascorso almeno 2 ore in frigorifero. Un'altra variante prevede la preparazione della crema con le uova montate a bagnomaria, per pastorizzarle e allungarne la conservazione. Nel tempo, sostituendo alcuni degli ingredienti, principalmente il caffè, sono nate numerose varianti come il tiramisù al cioccolato, alle fragole, agli amaretti, ai frutti di bosco, al limone, all'ananas, allo yogurt, alla banana, al lampone, al cocco e persino alla birra.

Ricetta

Ingredienti

  • Caffè - 4 tazzine
  • Panna di soia da montare - 300 ml
  • Zucchero - 100 g
  • Farina di mais - un cucchiaio
  • Tofu - 500 g
  • Latte di soia - un cucchiaino
  • Limone - una goccia
  • Biscotti vegan - 400 g
  • Cacao in polvere - q.b.
  • Scaglie di cioccolato nero al 100%- una manciata

Preparazione

  1. Preparate il caffè e lasciatelo raffreddare.
  2. Lavorate lo zucchero e il cucchiaio di farina di mais con qualche cucchiaio d’acqua.
  3. Frullate il tofu con una goccia di limone e un cucchiaio di latte di soia fino a ottenere una crema senza grumi e unitelo alla farina di mais.
  4. Montate la panna e unitela delicatamente al tofu.
  5. Immergete i biscotti, che dovranno essere ben imbevuti ma non completamente zuppi, nel caffè.
  6. Stendete in un recipiente uno strato di biscotti, stendeteci sopra uno strato di crema e spolverate con il cacao la superficie del tiramisù. Seguite lo stesso procedimento per gli altri strati.
  7. Terminata questa operazione, aggiungete una manciata di scaglie di cioccolato.
  8. Riponete in frigo per qualche ora per far compattare il dolce.



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Torta caprese

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La Torta Caprese è un dolce tipico dell'isola di Capri che viene ricordato per la sua facilità di preparazione ed estrema bontà.
Essendo una torta la cui ricetta non prevede l'uso di alcuna farina è adatta anche al consumo da parte dei celiaci.

Ricetta

Ricetta originale

Ingredienti

  • 300gr di cioccolato fondente
  • 300gr di mandorle tostate e tritate
  • 300gr di zucchero
  • 300gr di burro
  • 6 tuorli e 6 albumi di uova montati a neve

Preparazione

  1. Fare sciogliere a bagnomaria o nel forno a microonde il cioccolato e fare ammorbidire il burro.
  2. Montare il burro ammorbidito con lo zucchero fino a farlo diventare spumoso, unire quindi i tuorli d'uovo e lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo.
  3. Unire il cioccolato fuso, le mandorle finemente tritate e miscelarle al composto. Incorporare, infine lentamente, le chiare montate a neve.
  4. Versare il tutto in una terrina larga precedentemente imburrata e infornate per 35-40 minuti a 180°.

Variante

Ingredienti

  • 300gr di cioccolato fondente
  • 100gr di nocciole
  • 100gr di pinoli
  • 150gr di burro
  • 6 tuorli e 6 albumi di uova

Preparazione

  1. Fare sciogliere a bagnomaria o nel forno a microonde il cioccolato e fare ammorbidire il burro.
  2. Montare il burro ammorbidito con lo zucchero fino a farlo diventare spumoso, unire quindi i tuorli d'uovo e lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo.
  3. Unire il cioccolato fuso, i pinoli e le nocciole finemente tritate e miscelarle al composto. Incorporare infine le chiare dell'uovo.
  4. Tenere la torta nel forno per 30-35 minuti sempre a 180° (Non essendo montate a neve le chiare la torta cucinerà prima e rimarrà più bassa e compatta, e senza formare la "crosta").



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Torta di Canegrate

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La Torta di Canegrate (in insubre "Torta da Canegràa") è un dolce tipico dell'omonimo comune della Provincia di Milano.
Il dolce è a base di pinoli, uva secca e mollica di pane.

Ricetta

Ingredienti

  • 3 etti di mollica di pane
  • 3 etti di biscotti secchi
  • 3 etti di biscotti amaretti
  • 2 uova intere
  • burro
  • 1 etto di uva sultanina
  • 50 gr di pinoli
  • 150 gr di zucchero
  • 100 gr di cacao amaro
  • latte quanto basta per ammollare mollica e biscotti

Preparazione

  1. Ammorbidire nel latte per un paio d’ore la mollica di pane, i biscotti secchi e gli amaretti.
  2. Dopo aver rimosso il latte non assorbito, mescolare gli ingredienti aggiungendo del burro fuso e uova intere. Miscelare vigorosamente.
  3. Aggiungere zucchero e cacao amaro e continuare a mescolare. Aggiungere l’uva sultanina e i pinoli e miscelare nuovamente.
  4. Dopo aver imburrato ed infarinato una tortiera inserire l’impasto.
  5. Cuocere ad una temperatura di 150-180 gradi per 45 minuti. La torta non necessita di guarnizione aggiuntiva.



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Torta di riso

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La Torta di Riso (nome comune per la Torta degli Addobbi) è un tipico dolce che appartiene alla tradizione culinaria bolognese.
Veniva tradizionalmente preparato durante la "Festa degli addobbi", festa istituita fin dal XVII secolo per il decennale di una parrocchia in cui era uso esporre alle finestre, in segno di festa, dei drappi colorati. In tale occasione le case dei parrocchiani erano aperte alle visite di vicini e conoscenti e agli ospiti si offriva questa torta. Si preparava allora la "torta di riso" che veniva offerta tagliata in piccoli rombi, ciascuno sormontato da uno stuzzicadenti. Negli Addobbi o Corpus Domini "si portava in processione l'immagine del Corpus Domini: questa festa veniva celebrata ogni 10 anni nelle parrocchie in città, mentre in campagna ogni paese veniva diviso in 4 quartieri e ogni quartiere festeggiava una volta ogni 4 anni, a rotazione" (Babette, in "La cucina della Prateria bolognese").

Ricetta

Ingredienti

  • 300 g riso Arborio.
  • 1 L latte intero.
  • Sale q.b..
  • 3 uova.
  • 100 g burro.
  • 250 g parmigiano.
  • Pangrattato.
  • Farina.
  • Olio.
  • Acqua.

Preparazione

  1. Far bollire il riso per 7 minuti in un litro di latte intero leggermente salato.
  2. Quando il composto sarà tiepido, aggiungere le 3 uova, il burro e il Parmigiano appena grattugiato.
  3. Si otterrà un composto giallognolo che dovrà essere versato in una tortiera imburrata, incamiciata con pangrattato, nella quale sarà stesa una sottile sfoglia di pasta (farina, olio ed acqua) di diametro maggiore della tortiera.
  4. Decorare con strisce di pasta, ottenendo dei rombi e cospargere di fiocchetti di burro.
  5. Informare a 200 gradi centigradi.
  6. Sarà pronta quando la pasta sarà dorata e l'impasto "leopardato".
  7. Da tiepida va tagliata a pezzetti di 7/8 cm di lato e servita ancora tiepida.

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Pastel de nata

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Il pastel de nata (plurale: pastéis de nata), o pastel de Belém (plurale: pastéis de Belém) è un pasticcino portoghese a base di uova.
Il dolce, oltre che in Portogallo, è diffuso in tutti i paesi di lingua portoghese come il Brasile, l'Angola, il Mozambico, Capo Verde, São Tomé e Príncipe, la Guinea-Bissau, Timor Est, Goa e Macao, nonché nei paesi con una presenza significativa di portoghesi come il Canada, l'Australia, il Lussemburgo, gli Stati Uniti e la Francia.

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Salame di cioccolato

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Il salame di cioccolato, anche chiamato salame turco, salame vichingo o salame inglese, è un dolce a base di cioccolato e biscotti che rassomiglia ad un salame. L'appellativo "turco" non si riferisce all'origine del dolce, bensì al colore che ricorda quello della pelle dei Mori. Il nome "salame vichingo" risale invece agli anni settanta, quando la ricetta venne pubblicata con quel titolo, insieme a molte altre, nel ricettario per bambini noto come Manuale di Nonna Papera.
È una produzione tipica portoghese, con la denominazione di salame de chocolate ma è stata ufficialmente inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).
Il dolce è diffuso in tutta Italia e adatto a qualsiasi festività. In Emilia-Romagna questo dolce veniva confezionato tradizionalmente nel periodo pasquale. È molto diffuso anche a Napoli e nel territorio mantovano.

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