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Uno dei consigli o trucco da pasticceria quando si preparano in casa dei dolci?

Prima di montare la panna, mettetela per un po’ nel freezer.

Molti di voi daranno per scontato questo semplicissimo trucchetto, ma per altri potrebbe essere una rivoluzione.

La panna si monterà prima e meglio se sarà fredda e, se volete assicurarvi un risultato perfetto, mettete in refrigeratore o in frigorifero anche le fruste e la ciotola che userete.









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Esistono merendine confezionate buone come quelle in pasticceria?

Ci sarà sempre una sostanziale differenza tra le merendine confezionate e i prodotti di una pasticceria artigianale.



No. Per non parlare del confronto con le torte fatte in casa, ma con tecnica e non a caso. I prodotti industriali, anche quando di buona qualità, hanno delle caratteristiche fisse e riconoscibili, hanno dei dettagli specifici al gusto e all'olfatto che i prodotti artigianali non hanno… e che i dolci fatti in casa non ricordano neanche lontanamente.

Da quando ho frequentato corsi di cucina e pasticceria, a casa mia molto gradualmente abbiamo rimosso i dolci e i prodotti di panificazione industriale. Li abbiamo sostituiti con pane e dolci fatti da me, e una volta abituati così nessuno cerca né vuole più le brioche di fabbrica. Anzi!! Ovviamente non ho sempre tempo di stare in cucina, e qui entrano in gioco tutta una serie di prodotti che arrivano dalla panetteria artigianale sotto casa oppure da alcune aziende agricole della nostra zona.








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Purciddùzzi

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I Purciḍḍuzzi (nome dato in alcune parti del Salento ai Purceḍḍuzzi), sono tipici dolci natalizi diffusi nel Salento, in Puglia e in tutta la Basilicata. Hanno forma di gnocchetti passati sul rovescio di una grattugia.
Il nome deriva dal fatto che la loro la forma ricorda di piccoli porcellini. Tradizione tarantina vuole che l'ultimo purceḍḍuzzi, venga mangiato il giorno di Sant'Antonio Abate, il 17 gennaio; perché questo santo viene rappresentato con un porcellino a seguito.
A Lecce si realizzano utilizzando farina, lievito di birra, vino bianco, acqua e sale, a Gallipoli e dintorni non si utilizza il lievito. Per impastare non si usano uova, bensì succo di arancia, mandarino, limone, cannella, chiodi di garofano e liquore di anice. Sono conditi con miele, anesini e cannella.

Ricetta

Ingredienti

  • 1 kg di farina.
  • 40 g di lievito di birra.
  • 2 dl di olio di oliva.
  • 2 bicchierini di anice o alcool.
  • Spremuta di un'arancia.
  • Buccia di un limone.
  • Vino cotto o miele o sciroppo di fichi.
  • Cannella dolce.
  • Zucchero a velo.
  • Confettini colorati.

Preparazione

  1. Si unisce la farina con il lievito di birra sciolto in un bicchiere di acqua
  2. Si uniscono 2 decilitri di olio di oliva caldo (non bollente), l'alccol o l'anice ed un pizzico di sale marino fino, e si impasta il tutto fino ad ottenere una pasta elastica.
  3. Si lascia quindi lievitare la pasta per almeno tre ore al coperto, per poi re-impastare nuovamente.
  4. Successivamente si riscalda l'olio che servirà per friggere "lli purciddùzzi".
  5. Si divide e si lavora la pasta fino ad ottenere delle forme allungate tipo grissino di 1 centimetro di diametro.
  6. Da questa si ricavano degli spezzoni rotondeggianti di un centimetro.
  7. Si lasciano riposare per qualche ora, nel frattempo si fa scaldare il vino cotto o se si preferisce il miele o lo sciroppo di fichi (se si usa il miele mille fiori o di acacia oltre alla buccia del limone si può mettere anche una stecca di cannella dolce - il miele deve bollire piano senza fare schiuma)
  8. Si friggono le palline nell'olio ben caldo, mettendole a scolare su carta assorbente per eliminare l'unto in eccesso, quindi si gettano nel preparato del punto 10.
  9. Una volta impregnatesi per bene, si sistemano a piramide su un piatto e si spolverano con cannella in polvere, zucchero a velo o confettini colorati (ci si può mettere anche del cioccolato in scaglie, dei pinoli)
Con lo stesso impasto si possono fare anche delle chiacchiere per guarnire l'ultimo piano dei p.

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Roccocò

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Il Roccocò è un dolce napoletano prodotto con mandorle, farina, zucchero, canditi e spezie varie.
Il roccocò è cotto al forno ed ha una forma tondeggiante simile a quella di una ciambella schiacciata della grandezza media di 10 cm. È un biscotto particolarmente duro quindi può essere ammorbidito bagnandolo nel vermouth, nello spumante, nel vino bianco o nel marsala.
La sua preparazione più antica risale al 1320 a opera delle monache del Real Convento della Maddalena. Il nome Roccocò deriva dal termine francese rocaille per via della forma barocca e tondeggiante simile a una conchiglia arrotondata.
Il roccocò è il dolce che chiude il pranzo delle famiglie napoletane in occasione dell'8 dicembre (giorno in cui si festeggia l'Immacolata Concezione) e che accompagna tutto il periodo delle feste natalizie. Vengono spesso venduti insieme a raffiuoli, mustaccioli e susamielli, altri dolce tipici della tradizione gastronomica natalizia partenopea.
Anche se la maggior parte delle persone credono che i roccocò siano solo duri, ci sono anche di morbidi e di varie dimensioni.
Negli ultimi anni, viste le numerose richieste dei turisti, è possibile trovare questi dolci in pasticceria in tutti i periodi dell'anno.

Ricetta

Ingredienti

  • 1 kg farina.
  • 800 g nocciole tostate.
  • 800 g zucchero.
  • 2 mandarini.
  • 2 arance.
  • 1 bustina lievito istantaneo per dolci (o bicarbonato di ammonio).
  • 1 buccia di limone grattugiata.
  • l buccia di 2 arance grattugiata.
  • 1 fiala di essenza fior d'arancio.
  • Cannella.
  • 2 bustine di vanilina.

Preparazione

  1. Spremere la polpa dei mandarini e della arance e la si diluisce con dell'acqua fino ad ottenere massimo 250 cl di liquido.
  2. Mettere la farina sulla spianatoia, si ricava un buco al centro dove si dispone più della metà delle nocciole grossolanamente tritate e il resto intere, poi lo zucchero, il liquido precedentemente preparato, la buccia di limone grattugiata, la fiala di fior d'arancio, la bustina di cannella, l' ammoniaca e la vaniglia.
  3. A questo punto incominciate ad impastare fin quando il composto non risulti completamente amalgamato.
  4. Con l'impasto ottenuto si formano dei cordoncini del diametro di max 2 cm e la lunghezza di 8 cm ai quali si darà la forma di un cerchio, tipica del roccocò.
  5. I roccocò così ottenuti si dispongono su una teglia imburrata avendo cura di lasciare un po' di distanza l'uno dall'altro altrimenti durante la lievitazione si toccheranno
  6. Si spennellano, poi, con un tuorlo d'uovo sbattuto per dorare la superficie
  7. Infine si passano in forno ad una temperatura di 120 °.
  8. Quando i roccocò risulteranno ben dorati toglierli dal forno e lasciarli raffreddare.



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Runebergintorttu

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Il Runebergintorttu (Runebergstårta in svedese, letteralmente "Torta di Runeberg") è un dolce tradizionale finlandese delle dimensioni di un pasticcino, insaporito con mandorle e rum e farcito con marmellata di lampone o fragola in un anello di zucchero. Pesa circa 100 grammi.
Il dolce prende il nome dal poeta finlandese Johan Ludvig Runeberg al quale, secondo la leggenda, sarebbe piaciuto mangiare il pasticcino accompagnato dal liquore svedese punsch. È tipicamente mangiato in Finlandia e preparato tradizionalmente da gennaio fino al giorno in cui si festeggia il compleanno di Runeberg, il 5 febbraio.
La leggenda popolare vuole che la moglie di Runeberg, Fredrika Runeberg crei il dolce. La ricetta del dolce, contenuta in un libro di ricette del 1850, sarebbe una variante di una ricetta di Lars Astenius da Porvoo.

Ricetta

Ingredienti

  • 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio.
  • 1 dl di biscotti sbriciolati.
  • 200 g. di burro o margarina.
  • 2 dl di farina.
  • 120 g. di mandorle tritate.
  • 1,5 dl di pangrattato.
  • 2 uova.
  • 200 g. di zucchero.
  • Marmellata di lamponi.
  • Punsch, liquore alla mandorla o rum.
  • Zucchero a velo.

Procedimento

  1. Montare il burro con lo zucchero ed aggiungere poco alla volta le uova, mescolando bene.
  2. Mescolando, aggiungere farina, biscotti e pangrattato.
  3. Versare l'impasto negli stampini per muffins.
  4. Accendere il forno, riscaldare a 175° e cuocere per circa mezz'ora.
  5. Finito di cuocere, togliere dal forno e lasciare raffreddare.
  6. Creare una glassa con lo zucchero a velo e un goccio d'acqua.
  7. Far assorbire ad ogni pasticcino un cucchiaio di liquore.
  8. Aggiungere un po' di marmellata di lamponi in cima, eventualmente dopo avere fatto una cavità.
  9. Stendere la glassa attorno alla marmellata.



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Schiacciata alla fiorentina

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La Schiacciata alla Fiorentina è un tipico dolce di Firenze che non ha niente a che vedere con la schiacciata salata tradizionale.
Questa torta viene fatta tradizionalmente durante il periodo di Carnevale. Non deve superare i 3cm di altezza da cotta e deve rimanere soffice. Solitamente viene cotta in mezza teglia tipo quelle utilizzate per la pizza al taglio.
Negli ultimi anni ne sono comparse versioni farcite con creme varie o panna montata, che devono considerarsi decisamente spurie rispetto all'originale, la cui caratteristica è proprio la semplicità di una torta casalinga.

Ricetta

Ingredienti

Per 6 persone:
  • 300g di farina.
  • 150g di zucchero.
  • 100g di strutto (o di burro).
  • Un uovo.
  • 50g di latte.
  • Buccia d'arancia.
  • Una bustina di zucchero vanigliato.
  • 12g di lievito di birra.
  • Un pizzico di sale.
A seconda delle preferenze anche:
  • 1/2 bicchiere di succo d'arancia.
  • 1 cucchiaio di liquore all'arancia.
  • 1/3 cucchiaino di zafferano.

Preparazione

  1. Sbattere l'uovo con lo zucchero ed aggiungere il burro fuso, la vaniglina, il lievito, il succo d'arancia e la sua scorza grattata, un po' di latte e un pizzico di sale.
  2. Mescolare bene ed incorporare la farina. Imburrare ed infarinare una teglia rettangolare e versare dentro il composto (alto circa 2 centimetri).
  3. Cuocere in forno a 160 gradi temperatura per circa mezz'ora o fino a che uno stuzzicadente inserito al centro esca pulito e asciutto.
  4. Lasciare intiepidire e cospargere con lo zucchero vanigliato.



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Serpentone dolce

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Il Serpentone Dolce è un dolce tipico del centro Italia in particolar modo del Lazio, Umbria e Abruzzo.
Ha la forma di un lungo serpente sottile e viene presentato acciambellato a spirale. Viene prodotto tutto l'anno, ma più specificamente per la festa di Sant'Antonio Abate e per quella di Sant'Anatolia, che cade il 10 luglio. Appartiene alla famiglia degli strudel.
La preparazione del serpentone è molto antica e si tramanda da generazioni. La forma del serpente si riallaccia all'iconografia cristiana ed in particolare al martirio di Santa Anatolia avvenuto nel 249 d.C. La donna fu chiusa in un sacco pieni di serpi velenose. I carnefici la ritrovarono sana e salva l'indomani all'apertura del sacco stesso. La stessa figura della Vergine Maria è legata allo stesso tema, e spesso è rappresentata mentre schiaccia il serpente del male, Satana. È incerto se il dolce o qualche suo antenato esistesse prima dell'era cristiana, tuttavia alcuni lo mettono in relazione con il dio Eusculapio, il cui simbolo era quello del serpente. Una leggenda antica riporta come, nel 293 a.C., scoppiasse in Roma un'epidemia terribile. I libri sibillini suggerirono di andare in Epidauro al tempio del dio guaritore Esculapio e di prelevare il serpente sacro che ne era il simbolo, per portarlo in città. L'animale venne caricato sulla nave che ritornò a Roma risalendo il Tevere. All'altezza dell'isola Tiberina si slanciò in mare e sparì alla vista, nuotando sicuro verso l'isola. L'avvenimento diede origine all'usanza di cuocere focacce a forma di serpente e di offrirle al dio perché vegliasse sulla salute dei cittadini.
Il serpentone è un dolce di pasta di mandorle aromatizzato al limone. Viene presentato quasi come fosse un giocattolo colorato e decorato con colori vivaci. Due ciliegie rosse simulano gli occhi e una mandorla viene posta all'altezza della bocca, per simulare la lingua. Esistono dolci in tutto simili in Umbria, che presentano come ingrediente anche le mele.
Nella zona di Perugia è meglio conosciuto come Torciglione per la caratteristica forma a spirale.

Ricetta

Ingredienti

Per 6-8° persone
  • 300 g di farina 00.
  • 100 g di mandorle dolci più alcune amare, pelate e tritate finemente.
  • 100 g di zucchero.
  • Mezzo bicchiere di olio d’oliva.
  • Un bicchierino di vin santo.
  • 100 g di uvetta sultanina.
  • 75 g di gherigli di noce.
  • 10 prugne secche.
  • 10 fichi secchi.
  • Due mele.
  • Due ciliegine candite (o, a piacere, due chicchi di caffè) per simulare gli occhi del serpente.
  • Ostie per ricoprire la placca del forno.

Preparazione

  1. Impastare la farina, metà zucchero, metà olio e qualche cucchiaiata di acqua, per ottenere una pasta di una discreta consistenza.
  2. Lasciare riposare almeno 20 minuti l'impasto.
  3. Mentre la pasta risposa porre in ammollo l'uvetta, tritare prugne e fichi, mondare le mele e tagliarle a fettine.
  4. Scolare bene l'uvetta, quindi prendere gli ingredienti preparati e mescolarli con lo zucchero e l'olio rimasto.
  5. Accendere il forno a 140° circa.
  6. Aggiungere il vin santo, quindi lasciar riposare il tutto per 30 minuti.
  7. Prendere ora la pasta precedentemente preparata con farina e olio, metterla su un canovaccio da cucina pulitissimo e lavato senza ammorbidenti.
  8. Stendere la pasta ben sottile con il mattarello: il canovaccio faciliterà il lavoro e impedirà che si attacchi. Prelevare il ripieno e versarlo sul disco di pasta, avendo cura di tenere i bordi liberi per poter richiudere il tutto su sè stesso.
  9. Usando un lembo del canovaccio tirare su la pasta, facendola ricadere lentamente sopra il ripieno e arrotolando il dolce come se fosse un sigaro.
  10. Ora prendere il dolce e dargli forma tonda e acciambellata. Guarnire con una mandorla all'altezza della bocca e due ciliegine candite al posto degli occhi.
  11. Spennellare di uovo sbattuto per lucidarlo.
  12. Prendere la teglia del forno e cospargerla di ostie, quindi mettere il dolce sulle ostie e infornare per 40 minuti.

Consigli

Le ostie sono reperibili in farmacia o in drogheria. Si consuma tiepido oppure freddo. Fare attenzione a che il canovaccio non sia stato lavato con detersivi troppo profumati: l'ideale è un detersivo naturale e aceto come ammorbidente. In caso contrario potrebbe dare un leggero sapore di detersivo alla pasta.

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Shortbread

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Lo Shortbread è un biscotto tipico scozzese, tradizionalmente preparato con una parte di zucchero, due di burro e tre di farina, con l'eventuale aggiunta di altri ingredienti. Il nome shortbread si riferisce alla particolare friabilità di questo tipo di biscotti ("short" è un termine in disuso per friabile).
È possibile trovare gli shortbread principalmente in tre formati: gli shortbread fingers, i più tipici, di forma rettangolare allungata e molto spessi, gli shortbread rounds, di forma rotonda simili agli altri tipi di biscotti, infine i petticoat tails, un grande biscotto unico circolare che viene diviso in spicchi.

Gli shortbread sono originari della Scozia e vengono di norma ad essa associati. Tuttavia sono molto popolari in tutto il Regno Unito. Sono diffusi anche in altri paesi come Danimarca, Irlanda, Svezia e Usa (la variante svedese è chiamata Drömmar). La versione scozzese è comunque la più conosciuta e Walkers Shortbread Ltd è il maggiore esportatore di prodotti alimentari di tutta la Scozia.

Nel giorno europeo 2006 fu scelto per rappresentare il Regno Unito nell'iniziativa Sweet Europe.

Ricetta

Tradizionale

Ingredienti

Per 30 biscotti circa:
  • 300 g farina "00".
  • 100 g zucchero.
  • 200 g burro a temperatura ambiente.
  • Un pizzico di sale.

Preparazione

  1. Mescolare la farina con lo zucchero ed il sale, aggiungere il burro spezzettato e con l'aiuto di due forchette ridurre il tutto ad un composto granuloso.
  2. A questo punto impastare velocemente fino ad ottenere un composto omogeneo, formare una palla, avvolgerla in un telo o in una pellicola e lasciarla in frigo per 30 minuti.
  3. Poggiare l'impasto su una teglia, usando un foglio di carta da forno, e schiacciarlo con cura cercando di mantenerlo compatto fino ad ottenere una sfoglia di circa mezzo centimetro di spessore. Bucherellare con la forchetta tutta la superficie e con una rotellina segnare, senza arrivare a tagliare, dei pezzi di circa 2,5 x 5 cm.
  4. Cuocere in forno a 180° per 20-25 minuti finché i margini della sfoglia assumono un colore dorato.
  5. Togliere dal forno, far raffreddare completamente e tagliare i biscotti nei solchi già tracciati.

Consigli

Per la buona riuscita dell'impasto, è importante ridurre al minimo la lavorazione e, soprattutto, usare il meno possibile le mani.
Questo tipo di biscotti si conserva molto bene in una scatola di latta o plastica, purché si abbia l'accortezza di non sovrapporne troppi strati (sono molto friabili).

Note

Si dovrebbero ottenere biscotti molto simili a quelli commercializzati dalla Walkers.

Variante semplificata

Questa variante include un uovo tra gli ingredienti: l'impasto risulta forse meno delicato nel gusto ma molto più maneggevole da lavorare.

Ingredienti

  • 800 g di farina "00"
  • 200 g di zucchero
  • 300 g di burro a temperatura ambiente
  • 1 uovo
  • La buccia grattugiata di un limone (se piace)
  • Un pizzico di sale

Preparazione

  1. Scaldare il forno a 175°.
  2. Lavorare insieme il burro e lo zucchero fino a ridurli in crema, poi aggiungere l'uovo e continuare a mescolare.
  3. Versare la farina un po' alla volta e aggiungere il limone grattugiato e il sale.
  4. Formare un impasto molto denso e metterlo in frigo, avvolto in un panno o in una pellicola, per 30 minuti.
  5. Stendere il composto su una teglia ricoperta con carta-forno, formare uno strato alto circa 1/2 cm, bucherellare con una forchetta tutta la superficie e con una rotellina incidere, senza tagliare a fondo, dei pezzi di circa 2,5x5 cm.
  6. Cuocere per 20-25 minuti finché il bordo della sfoglia non si colora leggermente.
  7. Sfornare, far freddare completamente e tagliare i biscotti nei solchi già tracciati.

Suggerimento

Per grattugiare il limone, mettere sopra la grattugia stessa un foglio di pellicola in modo che, alzando la carta e dandole qualche colpetto, la parte gialla della buccia cadrà facilmente e la grattugia rimarrà pulita.

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