Ci sono sapori che, quando si incontrano, sembrano destinati a stare insieme. Il pistacchio, con la sua ricchezza oleosa e la sua sfumatura erbacea, e il lampone, vibrante, acidulo, brillante: due ingredienti all’apparenza lontani, uno mediterraneo, l’altro nordico, uno grasso, l’altro fresco, eppure insieme danno vita a un’armonia insolita e irresistibile.
Questa treccia nasce proprio da un gioco di contrasti: il friabile e il cremoso, il dolce e l’acido, il rustico della pasta brioche e il raffinato della farcitura. È un dolce da lievitazione lenta, di quelli che richiedono tempo e attenzione, ma che sanno restituire tutto con generosità. Si presta alla colazione lenta della domenica, ma anche a una merenda speciale, tagliata a fette spesse, magari servita ancora tiepida.
La treccia ha qualcosa di familiare e accogliente, ma quando si apre rivela un interno quasi festivo: un cuore verde acceso e rosso rubino. È un dolce che racconta cura, gusto per il dettaglio, passione per le cose fatte con le mani. Non è difficile, ma chiede dedizione.
Ricetta: Treccia lievitata al pistacchio e lampone
Ingredienti per 1 treccia grande (6-8 porzioni)
Per l’impasto:
250 g di farina 0 (forza media)
50 g di zucchero semolato
6 g di lievito di birra fresco (o 2 g secco)
2 uova intere a temperatura ambiente
60 ml di latte intero tiepido
100 g di burro morbido
1 pizzico di sale
Scorza grattugiata di 1 limone (facoltativa)
Per la farcitura:
100 g di crema spalmabile al pistacchio (preferibilmente artigianale, non troppo dolce)
100 g di confettura di lamponi (meglio se leggermente acidula)
30 g di pistacchi sgusciati e tritati grossolanamente
Per la finitura:
1 uovo sbattuto per spennellare
Zucchero a velo per decorare (facoltativo)
Preparazione
1. L’impasto brioche
In
una ciotola capiente (o nella planetaria con gancio), sciogliete il
lievito nel latte tiepido e lasciate riposare qualche minuto.
Aggiungete la farina, lo zucchero e le uova. Iniziate a impastare per
qualche minuto, fino a ottenere un composto omogeneo.
Aggiungete il burro morbido a pezzetti, poco alla volta, impastando bene dopo ogni aggiunta. Quando tutto il burro è stato assorbito, unite il sale e la scorza di limone (se usata). Impastate ancora fino a ottenere una massa liscia, elastica e leggermente lucida.
Coprite con pellicola e lasciate lievitare in luogo tiepido per circa 2 ore, o fino al raddoppio. Se preferite una lievitazione lenta per sviluppare più aroma, potete coprire l’impasto e riporlo in frigorifero per 8-12 ore, poi lasciarlo acclimatare un’ora prima di proseguire.
2. La formatura della
treccia
Stendete l’impasto su un piano infarinato,
formando un rettangolo di circa 40x25 cm. Spalmate la crema di
pistacchio in modo uniforme, lasciando 1 cm libero dai bordi.
Distribuite sopra la confettura di lamponi a cucchiaiate, cercando di
non mescolare troppo i due strati. Completate con i pistacchi
tritati.
Arrotolate il rettangolo dal lato lungo, formando un rotolo compatto. Con un coltello affilato, tagliate il rotolo a metà nel senso della lunghezza, esponendo i ripieni. Intrecciate le due metà come in una treccia, lasciando la parte tagliata rivolta verso l’alto.
Trasferite delicatamente la treccia su una teglia rivestita di carta forno. Lasciate lievitare ancora 30-45 minuti, finché non appare gonfia e soffice.
3. Cottura
Preriscaldate
il forno a 170°C in modalità statica. Spennellate la treccia con
l’uovo sbattuto e infornate per circa 30-35 minuti, fino a doratura
completa. Se scurisce troppo in superficie, copritela con un foglio
di alluminio negli ultimi minuti.
Una volta cotta, lasciate intiepidire su una gratella. A piacere, spolverate con zucchero a velo.
La treccia al pistacchio e lampone è un dolce complesso ma bilanciato, e merita una bevanda capace di accompagnarne le sfumature senza sovrastarle.
Per la colazione: ottima con un cappuccino classico o con un tè verde tostato (come il Genmaicha), che contrasta con garbo la dolcezza della brioche. Chi preferisce il latte, può scegliere una bevanda vegetale alla mandorla, magari non zuccherata.
Per la merenda: si sposa bene con un tè nero fruttato (tipo Darjeeling) oppure con una tisana ai frutti rossi, che riprende il lampone della farcitura. Per gli amanti del caffè, un espresso leggero è sufficiente per pulire il palato senza alterare i sapori.
Per un brunch festivo o una colazione lenta, si può accompagnare a una spremuta di agrumi o a una coulis di frutti di bosco, servita a lato, che esalti l’anima fresca del dolce.
La treccia al pistacchio e lampone è molto più di una brioche farcita. È un piccolo progetto culinario che racchiude la pazienza della lievitazione, l’intuito nell’equilibrare sapori, l’attenzione al dettaglio nella lavorazione. Non si tratta solo di impastare e infornare: si tratta di creare un’opera che è insieme quotidiana e speciale.
Offrirla è un gesto generoso. Tagliarla a fette, mostrare gli strati spiralati di verde e rosso, serve a condividere qualcosa che ha richiesto tempo, ma che restituisce molto di più. E una volta assaggiata, si torna inevitabilmente a volerla rifare, variando magari la confettura, osando con il cioccolato o la crema alle nocciole, ma mantenendo quella struttura intrecciata che tanto rassicura.
In un tempo in cui tutto corre, una treccia lievitata è una piccola resistenza. Una dichiarazione di lentezza, di scelta consapevole. È la dimostrazione che la pasticceria domestica può essere raffinata senza diventare complicata, elegante senza dimenticare le radici del forno di casa.
E tra una fetta e l’altra, c’è sempre spazio per un altro morso.
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