Nel cuore del Veneto, tra le colline di Schio e Malo, nascono i Pandoli di Schio: biscotti semplici, fragranti e autentici, capaci di raccontare, con il loro profumo di forno e burro, un frammento della storia dolciaria italiana. Oggi riconosciuti come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (P.A.T.), questi dolci rappresentano una delle espressioni più genuine della pasticceria veneta: povera negli ingredienti, ricca nella sostanza. La loro forma inconfondibile – tozza, allungata, simile a un grissino robusto – li rende immediatamente riconoscibili, ma è nel gusto che rivelano la loro anima più sincera: rustica, dolce al punto giusto, perfetta da intingere nel vino o nella cioccolata calda.
Schio, cittadina della provincia di Vicenza, è da secoli un centro vivace di arte, lavoro e cultura gastronomica. Nei suoi forni e nelle pasticcerie, i pandoli hanno preso forma come dolce della tradizione contadina, preparato nei giorni di festa con ingredienti semplici e reperibili in ogni casa: farina, burro, uova e zucchero.
La loro storia è legata alle famiglie che, dopo giornate di lavoro nei campi o nelle filande, trovavano conforto in questi biscotti fragranti. I pandoli non erano dolci di lusso, ma piuttosto un gesto di calore domestico, un modo per celebrare la fine della settimana o un giorno di festa. Cotti nei forni comuni del paese, rappresentavano un momento di incontro: mentre si attendeva la cottura, si chiacchierava, si scambiavano consigli e si condividevano segreti di impasto.
La loro consistenza, soda ma friabile, era pensata per resistere all’inzuppo, diventando perfetta compagna di vini dolci o cioccolata calda, bevande che nelle case venete segnavano i momenti conviviali.
Il termine pandòlo nella parlata locale ha un doppio
significato: non solo indica il biscotto tradizionale, ma, in modo
scherzoso, viene usato per definire una persona un po’ goffa o
ingenua.
“Par come un pandòlo” si diceva per prendere
bonariamente in giro chi appariva lento nei modi o poco sveglio.
Forse il paragone nasce proprio dal comportamento dei biscotti quando
vengono inzuppati: assorbono il liquido così velocemente da piegarsi
su sé stessi prima di arrivare alla bocca, un gesto buffo che ha
dato origine al modo di dire.
Questo tratto linguistico aggiunge un sapore di ironia alla tradizione, dimostrando come anche un dolce possa diventare parte del linguaggio e dell’identità popolare di un territorio.
La ricetta originale dei Pandoli di Schio è rimasta pressoché invariata nel tempo. Non richiede tecniche complesse né strumenti particolari, ma esige attenzione nei tempi di lavorazione e nella lievitazione.
Ingredienti (per circa 20 pandoli)
500 g di farina 00
150 g di burro morbido (oppure 100 g di strutto per la versione più antica)
3 uova intere
150 g di zucchero
1 bustina di lievito per dolci (nelle versioni moderne; un tempo si usava un preimpasto naturale)
1 pizzico di sale
Scorza grattugiata di limone o semi di vaniglia (facoltativi)
Latte q.b. per impastare
Preparazione passo per passo
Montare le uova e lo zucchero
In una ciotola capiente, rompere le uova e unirle allo zucchero. Montare con una frusta fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.Incorporare il burro
Aggiungere il burro morbido a pezzetti (o lo strutto se si desidera una consistenza più rustica) e amalgamare con cura.Unire farina e lievito
Setacciare la farina con il lievito e aggiungerla gradualmente al composto, mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungere un pizzico di sale e, se desiderato, la scorza di limone o la vaniglia.Impastare e formare i pandoli
Lavorare l’impasto fino a ottenere una massa compatta ma elastica. Se troppo dura, aggiungere un filo di latte. Tagliare piccoli pezzi di pasta e arrotolarli tra le mani formando bastoncini di circa 10-12 cm, spessi un paio di dita.Cottura
Disporre i pandoli su una teglia rivestita di carta da forno, leggermente distanziati. Cuocere in forno statico a 180°C per circa 20-25 minuti, fino a doratura.Raffreddamento e conservazione
Lasciare raffreddare completamente prima di conservarli in una scatola di latta: si manterranno fragranti per diversi giorni, perfetti per la colazione o come dolce da compagnia.
Il Pandolo di Schio non ha bisogno di decorazioni o farciture per conquistare. È un dolce sincero, che celebra la materia prima e la genuinità. Il suo profumo di burro e farina appena tostata evoca immediatamente l’immagine delle cucine venete, dove le nonne impastavano con le mani infarinate e i bambini rubavano i biscotti ancora tiepidi dal vassoio.
La semplicità della ricetta riflette la cultura contadina da cui proviene: pochi ingredienti, nessuno spreco, tutto affidato alla cura del gesto. Niente sfarzo, ma tanta sostanza.
Tradizionalmente, i Pandoli di Schio venivano serviti
durante le feste patronali, nei matrimoni o nei mercati di paese. Ma
il loro momento d’oro era, ed è ancora, la merenda.
Perfetti da
gustare con un bicchiere di Recioto di Gambellara, un vino
dolce veneto dalle note di miele e mandorla, oppure immersi in una
tazza di cioccolata calda, i pandoli rappresentano il confine tra il
dolce da forno e il biscotto da tuffare.
La loro friabilità li rende irresistibili anche accompagnati da un Torcolato di Breganze o da un Vin Santo toscano, che ne esaltano le note burrose e la dolcezza delicata.
Il Pandolo di Schio è più di un dolce: è la testimonianza di una cultura gastronomica che resiste al tempo. In un’epoca dominata da dessert elaborati e industriali, questi biscotti raccontano un’arte manuale fatta di lentezza, di profumi familiari e di gesti tramandati.
Nel 2000, grazie al riconoscimento come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (P.A.T.), il Pandolo di Schio è entrato ufficialmente tra le eccellenze italiane. Ma per gli abitanti del Vicentino, questo titolo non aggiunge nulla alla sua importanza: il valore del pandolo è quello che si sente al primo morso, quando la crosta friabile cede e lascia spazio alla morbidezza del cuore, al profumo di forno e al ricordo di casa.
Abbinamenti consigliati
Vino dolce: Recioto di Gambellara o Torcolato di Breganze.
Bevanda calda: cioccolata densa o caffè corretto alla grappa.
Dessert regionale: servire accanto a una crema zabaione tiepida, per un contrasto di consistenze.
I Pandoli di Schio sono l’esempio perfetto di come la pasticceria tradizionale italiana riesca a coniugare semplicità e gusto, memoria e modernità. Nati dall’ingegno popolare e dal desiderio di dolcezza quotidiana, questi biscotti rappresentano la cultura della condivisione: il profumo del forno che unisce, la pausa serale che diventa rito, il sapore genuino che attraversa le generazioni.
In un mondo che cambia, il pandolo resta uguale: fiero della sua forma tozza, sincero come la terra da cui proviene.






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