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Zuppa inglese

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La zuppa inglese è un dolce al cucchiaio italiano, a base di pan di Spagna imbevuto in liquori (quali l'alchermes e il rosolio) e di crema pasticcera. Conosciuto ovunque in Italia, è maggiormente diffuso nelle seguenti regioni: Emilia-Romagna (con epicentro nel forlivese), Marche, Umbria, Toscana e Lazio; in ciascuna di queste regioni sono tipiche alcune piccole variazioni alla ricetta di base.


Aspetto e varianti

Il dolce si prepara sovrapponendo strati di pan di Spagna inzuppati in diversi liquori (spesso l'Alchermes) e usando la crema pasticcera. A volte si prepara in una teglia trasparente, di modo da far risaltare la colorazione a strati rosati e gialli che assume. Il dolce viene quindi tenuto in frigo, affinché assuma compattezza e per preservare la freschezza degli ingredienti.
È un dolce che presenta alcune varianti; oltre alla crema pasticcera, a volte si usa anche quella al cioccolato, contribuendo così non solo al gusto, ma anche alla presentazione molto colorata di questo dolce casalingo. In alcune ricette compare la marmellata di albicocche, molto amata dai pasticceri ottocenteschi, e in altre le composte di frutta. Altre ricette ancora integrano la preparazione con il caffè, avvicinandola per qualche verso al tiramisù. Alcuni, infine, aggiungono una nota di cannella. A Ferrara, al posto del pan di Spagna, è più comune l'utilizzo della brazadela, il tipico e semplice biscotto fatto in casa.
Nella cucina turca è presente un dolce chiamato supangle (zuppa inglese) che però non è simile alla zuppa inglese.


Storia

La zuppa inglese è senz'altro un dolce italiano, ma l'origine e l'etimologia del nome sono estremamente dubbie e non esiste documentazione in merito. Ciononostante sono sorte diverse leggende relative alla sua nascita, in cui se ne attribuisce l'invenzione a varie regioni d'Italia oppure ad alcune nazioni europee.
Il nome compare già alla fine dell'Ottocento nella "bibbia" della cucina italiana scritta da Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene. La ricetta è la n. 675.
La diffusione è attestata fin dall'Ottocento almeno in tre regioni italiane: Emilia-Romagna, con centro di diffusione soprattutto nel forlivese, Marche e Toscana.
  • Nella cucina emiliana da più di un secolo è preparato nelle zone di Bologna, Parma, Modena, Ferrara e Reggio Emilia.
  • Anche in Toscana la zuppa inglese è diffusa almeno dal XIX secolo, anche se l'Artusi sente l'esigenza di informare i toscani della differenza esistente tra la crema da essi preparata abitualmente e la crema pasticcera necessaria per la preparazione della zuppa inglese.
  • Nelle Marche, e in particolare in Ancona, l'uso di questo dolce è parimenti documentato sin dalla metà dell'Ottocento; i viaggiatori inglesi nelle Marche si stupivano molto del nome, non avendo mai visto in patria questo dolce. Interessante è la spiegazione che ricevevano dagli italiani, ossia che il termine inglese era inteso come sinonimo di amante dell'alcol, come si riteneva fossero gli inglesi, in quanto la ricetta prevede obbligatoriamente l'uso di liquori.
Se questi sono i dati certi sulla diffusione del dolce, le varie ipotesi sulle sue origini sono elencate nei paragrafi successivi.


Le ipotesi dell'origine inglese

Sebbene la sua origine non sia certa, secondo alcuni la sua denominazione tradirebbe la derivazione dalla ricca e creativa cucina inglese del periodo elisabettiano, tra XVI e XVII secolo. In questo caso la zuppa inglese sarebbe il corrispettivo del trifle, originalmente composto di una base di pasta morbida lievitata, intriso di vino dolce (infusi, poi madeira, porto o simile) arricchito di pezzetti di frutta, o frutti di bosco, e coperto da crema pasticcera (custard) e panna o crema di latte (double cream). Il trifle sembra fosse un modo di recuperare gli avanzi dei ricchi pasti dell'epoca. Il termine trifle designa attualmente in inglese una quisquilia, un' inezia. La versione odierna del trifle, tradizionalmente compromessa dal rigore del puritanesimo e gli stenti della rivoluzione industriale, è a volte preparata con una sorta di crema senza uova (bird's Custard) al posto della crema pasticcera, e gelatina di frutta (fruit jelly), con tono alcolico generalmente basso.
Un'altra ipotesi che richiama un'origine inglese è ancora più precisa: sarebbe stato lo scaltro Sir Charles O' Connor ad ideare questa ricetta nel XVI secolo per la sua Regina; egli, invitato poi alla Corte degli Estensi, ripropose tale dolce con grande successo: da qui il suo nome e la successiva diffusione in Emilia, adattando la ricetta al gusto italiano e agli ingredienti reperibili. Quest'ultima teoria si ricollega all'ipotesi descritta nel paragrafo successivo.


Le ipotesi dell'origine emiliana

Le origini del dolce italiano si collocano secondo questa ipotesi al XVI secolo, presso la corte dei duchi d'Este quale rielaborazione di un dolce rinascimentale anglosassone, il trifle, considerato un po' la madre di tutti i dolci, fatto con crema e pan di Spagna, il tutto innaffiato da bevande alcoliche (per esempio lo Sherry di Cadice).
I contatti commerciali e diplomatici con la casa reale britannica erano frequenti, ed l'ipotesi sostiene che sia stato proprio un diplomatico di ritorno da Londra a richiedere ai cuochi di corte di riassaggiare il trifle.
Nei vari tentativi la ricetta sarebbe stata rielaborata dapprima sostituendo la pasta lievitata all'inglese con una ciambella di uso comune nella zona emiliana: la bracciatella. La bracciatella veniva cotta in forma di ciambella e consumata con accompagnamento di vino dolce, così come era in uso frequente anche per altri dolci, come i cantucci.
Seguendo la tesi rinascimentale, si può supporre che la preparazione sia divenuta comune e che, nell'intento di portarla al rango di dolce gentilizio e non popolare come il suo cugino inglese, si sia provveduto a ingentilirlo ulteriormente sostituendo la bracciatella con il Pan di spagna e la panna con la crema pasticcera. Col tempo questo trifle modificato avrebbe preso poi il nome di "zuppa inglese".
La presenza dei due liquori quali l'Alchermes e il Rosolio supporta la tesi rinascimentale, dato che sono entrambi di origine medioevale. Gli infusi di fiori erano già di gran moda nel basso medioevo; l'Alchermes, invece, è probabilmente successivo alla riapertura delle vie commerciali con gli arabi, da cui si importava l'ingrediente che lo rende rosso: la cocciniglia. Il nome, infatti, deriva da al quermez che, appunto, significa cocciniglia. Nel Rinascimento entrambi furono noti e molto usati, ma mantennero la loro importanza sino all'Ottocento.
La zuppa inglese sarebbe poi stata divulgata da Vincenzo Agnoletti, pasticciere romano che lavorava alla corte ducale di Parma all'inizio del 1800, e secondo un'altra ipotesi si chiamerebbe così non perché di origine inglese, ma perché vi si usa il rum, liquore tipico della marina britannica; forse, però, sarebbe stato proprio questo pasticciere ad inventare la zuppa inglese, rielaborando una ricetta tradizionale della zona, quella del "marangone", aggiungendovi il rum. Poi il rum sarebbe stato sostituito o affiancato dall'alchermes, più economico perché di produzione nazionale e più gradevole alla vista, per il colore rosso acceso.


Le ipotesi dell'origine toscana

Secondo questa ipotesi, la zuppa inglese sarebbe stata "inventata" da una donna di servizio di una famiglia inglese residente sulle colline di Fiesole. Quella contadina toscana, avvezza da generazioni a non gettare niente di quanto restava sulla tavola, non riuscì a buttare via ciò che non veniva consumato durante le merende, specie i biscotti. Volendo fare economia anche in casa di chi non ne aveva bisogno, la domestica pensò di utilizzare quella grazia di Dio e di mescolare gli "avanzi" dei biscotti, della crema pasticcera (la crema inglese è fatta senza farina, mentre la crema pasticcera ha indispensabilità di farina) e del budino di cioccolato. Poiché i biscotti del giorno prima erano divenuti secchi, per ammorbidirli li inzuppò con il vino dolce.
L'unico elemento che risulterebbe a favore di questa tesi è la presenza del cacao, che divenne di uso comune durante il Seicento.
Altra ipotesi che richiama un'origine toscana è quella che sostiene che la zuppa inglese sarebbe di origine senese, essendo stata inventata con il nome di Zuppa del Duca nel luglio del 1552 in onore del Duca Ippolito da Correggio, che Cosimo I de' Medici aveva inviato a Siena per intercedere tra senesi e spagnoli che si stavano combattendo. Da Siena, poi, all'inizio del ‘800 la "Zuppa del Duca" arrivò a Firenze, dove diventò una delle specialità del Caffè Doney, molto frequentato dagli inglesi residenti a Firenze, che apprezzarono così tanto il dolce da farlo rinominare "zuppa inglese".
Ulteriori ipotesi dell'origine senese della zuppa inglese è quella legata al duca di Amalfi, ministro a Siena di Carlo V nella prima metà del XVI secolo, che preferiva questo dolce a tutti gli altri.


L'ipotesi dell'origine napoletana

Non manca neanche un'ipotesi sull'origine napoletana della zuppa inglese. A Napoli, durante la Repubblica Partenopea, l'ammiraglio Francesco Caracciolo venne sconfitto da Nelson. Re Ferdinando I°, al quale gli inglesi avevano restituito il trono, volle onorarli dando una festa in onore dell'ammiraglio inglese. Al momento di servire il dessert, che il cuoco che avrebbe preparato con avanzi di dolci secchi, rum e crema pasticcera, il maggiordomo avrebbe detto al cameriere: "Porta questa zuppa all'inglese!". Una variante dice che il dolce sarebbe stato preparato all'ultimo momento per sostituire quello fatto cadere maldestramente in terra da un cameriere.


L'ipotesi dell'origine romana

La nota autrice del Talismano della felicità, Ada Boni, propende per un'origine romana della zuppa inglese. Questa ipotesi è supportata anche dai molti testi di cucina e pasticceria romanesca che inseriscono la zuppa inglese tra i dolci tipici di Roma.



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Calippo




Il Calippo è una linea di gelati ghiaccioli prodotto dalla Unilever sotto il marchio Heartbrand. In Italia viene prodotto dalla Unilever sotto il marchio Algida. Inizialmente in Italia il Calippo fu distribuito dalla Eldorado già dalla prima metà degli anni ottanta. In seguito la Eldorado fu assorbita dalla Algida.

Storia

Il Calippo è un ghiacciolo dalla forma cilindrica, contenuto in un involucro che una volta premuto nella sua parte bassa (al vertice del quasi-cono) fa fuoriuscire il ghiacciolo da un'apertura superiore. I gusti distribuiti in Italia sono limone, cola, fragola e frutta tropicale, mentre in altre nazioni sono distribuite anche altre varianti come arancia (inizialmente venduta anche in Italia). Per alcuni anni fu prodotto anche la variante Calippo Fizz.
All'inizio il Calippo era denominato Al Lime, così infatti appare nelle plance di presentazione dell'epoca. Tuttavia, il fatto che nell'involucro il gelato apparisse con il nome di Calippo (prima di essere chiamato Calippo si chiamava Lippo) fece dimenticare in fretta il primo nome in favore del secondo.


Nella cultura di massa


Il gelato Calippo Fizz viene citato nel brano Deca Dance di J-Ax. Nell'estate 2010 il Calippo ha avuto una nuova ondata di popolarità dopo essere stato citato nel corso di un'intervista da due ragazze sulla spiaggia di Ostia che rispondevano alle domande dell'intervistatore con un forte accento romano che ha reso l'intervista involontariamente comica. Il video postato su YouTube è diventato un vero e proprio tormentone, al punto che le due ragazze, Romina Olivi e Debora Russo, sono diventate le protagoniste della campagna promozionale sul web della Treccani. Nel 2012 il gelato Calippo Fizz viene citato nel brano Estate Albina del rapper Jack the Smoker.  

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Cono gelato

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Il cono gelato è un contenitore per il gelato di forma conica aperto alla base, spesso fatto di una pasta commestibile (wafer) o biscotto o altre cialde, da impugnare con la parte aperta in alto. Viene inventato nel 1903 da un italiano, Italo Marchioni, originario del Cadore, che lo brevettò a Washington D.C.. Si tratta di uno dei prodotti di food design italiani più importanti ed è famoso in tutto il mondo, nei suoi 100 anni di storia ha ricevuto molteplici mutamenti formali testimoniando intere generazioni sociali.


Storia

I primi gelati muniti di ostie di pane vennero confezionati in Italia. Caterina de' Medici attraverso la servitù e i suoi cuochi italiani introdusse le sue ricette in Francia durante il Rinascimento. In Inghilterra invece, sempre ad opera di Italiani, tale tradizione si diffuse solo nel Sedicesimo secolo. Coni in carta o metallo vennero usati in Francia, Germania e Gran Bretagna, durante il XIX secolo, per mangiare il gelato.
La ricetta del "Cornetto con crema" indica che - "i cornetti erano fatti con mandorle e cotti al forno, non premuti tra ferri". Ella inoltre aggiunge - "questi cornetti possono essere riempiti anche con qualsiasi gelato o sorbetto o crema o frutta, e servito a pranzo o a cena". Mrs Marshall fu una influente innovatrice e rese molto popolare il gelato in Gran Bretagna. Pubblicò due libri di ricette specifici sui gelati e brevettò inoltre una macchina per i gelati.
Il 13 dicembre 1903, Italo Marchioni (1868-1954), italiano residente a New York City, ricevette il brevetto statunitense N. 746971 per l'invenzione del cono gelato che aveva venduto in America sin dal 1896. Pare difatti che l'idea nacque da uno stato di necessità dell'italiano, visto che inizialmente il suo gelato veniva servito in bicchieri di vetro. Capitava di frequente che i medesimi non venissero restituiti al gelataio, o che si rompessero accidentalmente scivolando dalle mani dei clienti, comportandogli dunque una piccola perdita di capitale. È attualmente l'inventore più accreditato proprio in virtù di quel brevetto che il medesimo richiese ai primi del Novecento.
Taluni invece pensano che il cono gelato sia invece stato inventato a St. Louis, Missouri il 23 luglio 1904 al Louisiana Purchase Exposition, dove la storia dice che un pasticciere siriano, Enrst Hamwi, che stava vendendo zalabia, una pasta croccante e gocciolante di sciroppo cotta in una pressa bollente per wafer, andò in aiuto al vicino venditore di gelati, forse Arnold Fornachou o Charles Menches, che stava finendo i piatti, arrotolando lo zalabia ancora caldo a forma di cono in modo che potesse contenere il gelato. Tuttavia, molti uomini che vendevano pasticcini alla World's Fair sostennero di essere stati gli inventori del cono gelato e solo dopo Marchioni, citando una varietà di diverse ispirazioni. Dopo la fiera, il cono gelato divenne popolare a St. Louis nel 1904. La storia di Hamwi è esclusivamente basata su una lettera che egli scrisse nel 1928, ben 25 anni dopo il brevetto di Marchioni, allo Ice Cream Trade Journal, dopo aver fondato la Cornucopia Waffle Company, che era diventata la Missouri Cone Company. Per quel periodo, l'industria dei coni gelato produceva già circa 250 milioni di coni l'anno in tutta la nazione.
La produzione su scala industriale dei primi coni, che venivano arrotolati a mano, avvenne intorno al 1912. Frederick Bruckman, un inventore di Portland, Oregon, brevettò una macchina per arrotolare i coni gelato. Vendette la sua compagnia alla Nabisco nel 1928. L'idea di vendere coni gelato congelati era da lungo tempo un sogno dei produttori di gelato, ma non fu che nel 1959 che un altro italiano, un certo Spica, produttore di gelati con sede a Napoli, risolse il problema del gelato che rendeva fradicio il cono. Spica inventò un processo in cui l'interno del wafer veniva isolato dal gelato grazie ad uno strato di olio, zucchero e cioccolato. Spica registrò il nome "Cornetto" nel 1960. Le vendite iniziali furono scarse, ma nel 1976 la Unilever acquistò la Spica e iniziò una massiccia campagna di marketing in tutta Europa, rendendo il "Cornetto" uno dei gelati più popolari del mondo.

Marketing e pubblicità

Commercialmente, il cono gelato può diventare un veicolo pubblicitario ed essere rappresentato in varie grafiche, logo, clip art, insegna, gioielli o forme ad esempio di una gelateria, o un camioncino dei gelati, a altro.  






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Crema bruciata

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La crema bruciata è una preparazione di pasticceria o di cucina e fa parte dei dolci tipici sardi. È composta da pasta sfoglia e crema pasticcera e ricoperta di zucchero che viene fatto fiammeggiare appoggiandovi un ferro rovente. Viene commercializzata nella zona di Alghero della Sardegna nord-occidentale.
Pare sia molto simile al pastel de nata portoghese. Alcuni legami si hanno anche con la crema catalana, dato che Alghero è una città di cultura catalana.




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Gueffus

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I gueffus, o guelfos, sono un tipico dolce per le feste della tradizione sarda.
Sono piccole sfere di pasta di mandorle, molto delicate e gustose, presentate a forma di caramella, avvolte in carta velina colorata.

Origine del nome
Nel libro Accabadora di Michela Murgia (ed. Einaudi pag. 44) la parola gueffus viene posta in relazione ai medioevali Guelfi, per via del taglio a denti piatti dei bordi della carta in cui vengono avvolti i dolci che richiamerebbero appunto le torri dei castelli guelfi.
Ma come ha poi chiarito la stessa autrice: “Poiché la mia interpretazione letteraria dell'etimologia dei gueffus in Accabadora continua ad avere molto successo, mi è doveroso avvisare gli incauti che si tratta di una pura invenzione letteraria”.
Il nome "Gueffus" è in realtà una corruzione del nome spagnolo "huevos", che richiama la forma ovoidale del dolce.





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Orilletas

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Le orilletas (o nelle varianti dialettali di origlietas, orulletas o urigliettas), sono un dolce tipico della tradizione gastronomica sarda a base di semola di grano duro sardo, uova e miele. Sono costituite da una sfoglia di pasta tagliata a listarelle poi intrecciate a formare motivi floreali. Vengono infine fritte e ricoperte di miele sardo.

Produzione
Vengono prodotte in tutta l'Isola ed in particolare nelle regioni storiche della Baronia, del Logudoro, nelle Barbagie e in Gallura. Sono preparate per Carnevale e nelle ricorrenze delle feste pasquali.

Ingredienti
Gli ingredienti principali sono molto semplici: farina di semola sarda a grana grossa, uova, acqua, strutto, scorza di arancio, miele sardo.

Consumo
Vengono servite dopo la frittura e l'immersione nel miele bollente. Si possono aggiungere delle scorze di arancia tagliate a julienne e scottate nel miele.


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Decorazione di torte

 


La decorazione di torte è una delle arti dello zucchero che utilizza glassa o glassa e altri elementi decorativi commestibili per rendere le torte semplici più visivamente interessanti. In alternativa, le torte possono essere modellate e scolpite per assomigliare a persone, luoghi e cose tridimensionali.

Le torte sono decorate per celebrare una celebrazione speciale (come un compleanno o un matrimonio). Possono anche contrassegnare festività nazionali o religiose o essere utilizzati per promuovere attività commerciali . Tuttavia, le torte possono essere cotte e decorate per quasi tutte le occasioni sociali.

La decorazione della torta ha avuto origine nel XVII secolo in Europa. Durante il 1840, l'avvento di temperatura controllata forni e la produzione di lievito dolci fatti cottura molto più facile. Con il miglioramento della tecnologia di controllo della temperatura, si è sviluppata una maggiore enfasi sulla presentazione e sull'ornamento. Le torte iniziarono ad assumere forme decorative, furono adornate con ulteriore glassa formata in motivi e fiori, e il colorante alimentare fu usato per accentuare glassa o strati di torta.

Non esiste una risposta ufficiale a chi ha specificamente iniziato a decorare la torta. Le torte sono state decorate per molti secoli per occasioni speciali. Le torte nuziali hanno le tradizioni più lunghe e sono considerate la forma più artistica, e la decorazione dei dolci natalizi iniziò nel diciottesimo secolo, erano considerate torte della dodicesima notte e venivano preparate solo dai ricchi per i ricchi.

Anche se la cottura da zero è diminuita durante l'ultima parte del 20 ° secolo negli Stati Uniti, le torte decorate sono rimaste una parte importante delle celebrazioni come matrimoni, anniversari, compleanni, docce e altre occasioni speciali.

Una piattaforma girevole torta (o vassoio girevole) possono essere usate quando decorare una torta.

Le decorazioni per torte sono ornamenti o abbellimenti che vengono posizionati sopra o intorno alle torte. Le decorazioni per torte possono essere realizzate in materiale commestibile o plastica per alimenti.

Il fondente, noto anche come pasta di zucchero o glassa pronta, esiste in molti colori diversi e di solito è facile da maneggiare una volta preparato correttamente. Deve essere steso con amido di mais per evitare che si attacchi a qualsiasi superficie e per levigarlo. Una volta completamente lisci e abbastanza sottili, i decoratori di torte sono in grado di modellare il fondente in molte espressioni artistiche diverse. Molte di queste espressioni vengono insegnate anche in corsi professionali di decorazione di torte. Il fondente viene utilizzato principalmente per coprire le torte, ma viene anche utilizzato per creare singoli pezzi da esposizione per torte.

La glassa reale è una glassa bianca dolce ottenuta montando albumi d'uovo freschi (o albumi in polvere, meringa in polvere) con zucchero a velo. La glassa reale produce bordi di glassa ben definiti soprattutto quando si decorano biscotti / biscotti ed è ideale per bordare scritte complesse, bordi, volute e merletti su torte. Si asciuga molto duro e si conserva indefinitamente se conservato in un luogo fresco e asciutto, ma è suscettibile di ammorbidirsi e appassire in condizioni di elevata umidità.

Il marzapane viene spesso utilizzato per modellare le decorazioni di torte e talvolta come copertura sulle torte, anche se il fondente è più preferito.

La pasta di gomma, nota anche come pasta per fioristi, è un materiale commestibile e fragile che si asciuga rapidamente e può essere scolpito per realizzare decorazioni per torte come fiori o disegni a stampo.

Il cioccolato da modellare è una pasta di cioccolato ottenuta fondendo il cioccolato e combinandolo con sciroppo di mais, sciroppo di glucosio o sciroppo dorato. Il cioccolato è formato in una varietà di forme e strutture che non possono essere facilmente ottenute con altri materiali commestibili più morbidi come glassa di crema di burro, marzapane o fondente. Il cioccolato da modellare può essere realizzato con cioccolato bianco, fondente, semidolce o al latte.

La stampa a inchiostro commestibile viene utilizzata anche nella decorazione di torte. Dopo i progressi negli inchiostri non tossici e nei materiali di stampa nei primi anni '90, è diventato possibile stampare immagini e fotografie su fogli commestibili da utilizzare sulle torte. È il processo di creazione di immagini prestampate con colori alimentari commestibili su vari prodotti dolciari come biscotti, torte o pasticcini. I disegni realizzati con inchiostro commestibile possono essere creati con una stampante commestibile, un dispositivo speciale che trasferisce un'immagine su una carta sottile e commestibile. La carta commestibile è composta da amidi e zuccheri e stampata con coloranti alimentari commestibili. Originariamente introdotta come servizio speciale fornito dalle panetterie, questa tecnologia può ora essere utilizzata dai consumatori domestici che utilizzano carta, inchiostro e stampanti speciali.

Decorare una torta di solito comporta coprirla con una qualche forma di glassa e quindi utilizzare decorazioni decorative di zucchero, caramelle, cioccolato o glassa per abbellire la torta. Ma può anche essere semplice come spolverare uno strato sottile di zucchero a velo o spruzzare una patina lucida di glassa sulla parte superiore di una torta come uno stile di torta a specchio che utilizza una glassa di gelatina, zucchero, acqua e talvolta cioccolato. Decorazioni Glassa possono essere effettuate sia di tubazioni glassa fiori e bordi decorativi o per stampaggio in pasta di zucchero, fondente o marzapane fiori e figure. Un tappetino goffrato è uno strumento per la decorazione di torte che crea effetti in rilievo sulla parte superiore di torte, cupcakes o oggetti simili. L'utente preme il tappetino verso il basso nell'impasto della torta o nella glassa e il motivo in rilievo sul tappetino viene trasferito sull'oggetto. I tappetini per goffratura sono spesso realizzati in gomma siliconica o polimeri flessibili simili. Una tecnica moderna e popolare oggi (2020) è la "torta nuda". Questo di solito è completato con più strati di torta e ripieni tra ogni strato. Invece di rivestire l'esterno della torta con glassa o ganache, vengono lasciati semplici o "nudi". Spesso vengono decorati semplicemente usando zucchero a velo o fiori freschi sopra. Sono popolari come torte nuziali e di fidanzamento.

Questa è diventata una forma di arte unica e spazia da una torta monostrato, decorata semplicemente, a una creazione tridimensionale multistrato, decorata con nastri commestibili fatti di zucchero. I primi metodi di costruzione per tagliare le forme dalla torta e metterle insieme per creare una struttura sono stati sostituiti da padelle preformate e dalla modellatura di torte con fondente e diverse forme di marzapane.

L'utilizzo di questa nuova forma di arte fondente dovrebbe essere utilizzato su una consistenza della torta pesante. Può comunque essere utilizzato sulla tradizionale miscela per dolci acquistata in negozio. Il fondente è più pesante della tradizionale glassa a coltello. Il fondente preconfezionato disponibile nella sezione decorazione di torte nei negozi ha poco sapore. Un fondente fatto in casa può essere preparato rapidamente per un costo molto basso e tende ad avere un sapore migliore rispetto alla versione prefabbricata acquistata in negozio.

Indipendentemente dal fatto che si utilizzi la glassa, il fondente o il marzapane per coprire le torte, se una torta ha più strati, per evitare che scivoli potrebbe essere necessario fissarla utilizzando tasselli fatti di cannucce di plastica, cannucce di tè a bolle, bacchette di legno o tasselli di legno.


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Paniscedda

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La paniscedda, nota anche come pabassina è un dolce tipico di diversi centri dell'Ogliastra, in Sardegna. In particolare a Gairo, Ulassai, Triei, Jerzu diffusasi poi negli areali attigui alla suddetta zona, quali quelli della Barbagia. Si ottiene lavorando vino cotto (saba o binu cottu), mandorle e noci.
È chiamata anche pane di sant'Antonio abate perché viene preparata per la festa del santo, il 17 gennaio. Viene benedetta e si ritiene che mangiarla possa concedere una grazia. Questa tradizione nasce dal racconto della vita di sant'Antonio che risiedette nel deserto ove si cibava di frutta secca e l'agiografia racconta che i corvi gli portassero del pane.

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Papassino

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Il papassinu o papassina (italianizzato in papassino) è un dolce tipo della Sardegna, chiamato anche pabassinu, pabassino o pabassina (al singolare) e papassinos, pabassinas, pabassinos, e in italiano papassini (al plurale). Tradizionalmente sono preparati per la ricorrenza di Ognissanti. Sono fatti da un impasto di pasta frolla e uva passa, mandorle, noci, scorza di limone (o arancia) grattugiata e miele, e cotti al forno ad una temperatura di 200°. Gli ingredienti tipo sono: farina 00, uva sultanina, zucchero, uova fresche, vino cotto (sapa), margarina vegetale, mandorle, latte e lievito chimico.
Il nome deriva dal vocabolo papassa o pabassa che in lingua sarda significa uva sultanina. Ogni paese dell'Isola prepara il dolce in diversi modi e gli ingredienti variano a seconda della regione storica ma sempre con la costante presenza dell'uva passa. La loro preparazione è legata alle ricorrenze autunnali, periodo nel quale l'uva passa raggiunge la maturazione.
Nella parte meridionale dell'Isola sono aromatizzati con ingredienti quali cannella e vaniglia mentre nella parte settentrionale prevalgono le scorze di arancio e di limone insieme ai semi di finocchio selvatico. L'area di maggiore diffusione è la Sardegna centrale.

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