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Torrone gelato

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Il torrone gelato (turruni gilatu in dialetto locale ed in lingua siciliana) è un dolce caratteristico del reggino, e più in particolare di Reggio e Bagnara, nonché della città e della provincia di Messina.
È detto anche torrone di Reggio Calabria e non va confuso con il torrone di Bagnara, che è una specialità differente.
A dispetto del nome, non è un gelato, bensì una sorta di torrone molto morbido, costituito da un impasto di essenze aromatizzate di diversi agrumi, e zucchero fondente a vari colori, a cui vengono aggiunti canditi e mandorle; il tutto viene poi ricoperto da una camicia di cioccolato.
È tradizionalmente legato alle feste natalizie, ma viene prodotto tutto l'anno.
Amalgamare dello zucchero fondente colorato con essenze aromatizzate (limone, mandarino, cedro, arancia) e acqua, aggiungendo quest'ultima gradualmente, finché l'impasto non diventi facilmente malleabile (finché una goccia fra due dita non resta solida e non oltre). In luogo dell'acqua e delle essenze aromatizzate, si può usare succo di limone.
Aggiungere, quindi:
  • mandorle sgusciate, tostate e tritate, in ragione di circa metà del peso dello zucchero fondente utilizzato;
  • vaniglia in polvere (una bustina ogni 500 g di zucchero fondente);
  • frutta candita a pezzi grossi, in quantità pari a 7/10 del peso dello zucchero fondente (1/10 al cedro e 6/10 arancia, fichi, mandarino, zucca colorata, ciliegie o altro).
Si noti che il fondente serve solo a legare i pezzetti di frutta: il torrone è fatto prevalentemente di questi ultimi.
Molti usano, a questo punto, dividere in due l'impasto e aggiungere del cacao (1/4 del peso dello zucchero fondente) ad una delle due parti.
Amalgamare bene; quindi, stendere ad asciugare per circa un'ora in un recipiente foderato con pellicola per alimenti o sul marmo.
Dare, quindi, al torrone la forma desiderata, tipicamente di mattone o tronchetto. Lasciare riposare all'aria per 12÷24 ore, per far solidificare l'impasto.
A parte, fondere a bagnomaria del cioccolato fondente, in quantità pari al peso dello zucchero fondente usato inizialmente. Quindi, spalmare il cioccolato sulle forme (o sulla forma) di torrone e fare raffreddare al freddo. Infine, guarnire con disegni o scene natalizie.
Si serve tipicamente tagliato a fette e si conserva a temperatura ambiente (per mantenerne inalterata la morbidezza, evitare di riporlo in frigorifero).

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Scumuni

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Lo scumuni è un gelato artigianale siciliano a due gusti tipico in particolare della provincia di Catania. La versione originale ha l'esterno di gelato (cioccolato o pistacchio) e il cuore di un ripieno di uova sbattute con lo zucchero.
Dolce risalente ai tempi in cui gli arabi dominavano l'isola siciliana, veniva utilizzato in occasione della varie feste, come quella del santo patrono o durante i banchetti di fidanzamenti e matrimoni, arrivando ad essere offerto come torta nuziale. Il suo utilizzo divenne celebre e diffuso soprattutto verso la fine del XVII. A Biancavilla, questo dolce è ancora molto apprezzato nella varietà di gusti cioccolato e zabaione. Un'altra versione siciliana ha l'esterno di gelato e il cuore di panna.
Si utilizzano uova che dopo averle impastate con l'aggiunta di latte viene diviso in due parti alla prima si aggiunge l'essenza di cioccolato alla seconda quella di vaniglia. Dopo viene lasciato raffreddare il preparato in un congelatore.
Oggi ne esistono molteplici varianti, denominate genericamente "Pezzo duro".

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Dorayaki

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Il dorayaki (どら焼き) è un tipo di dolce giapponese composto da due pancake, formati a partire dalla kasutera (un impasto simile al pan di spagna), e riempito al centro con l'anko, una salsa dolce rossastra ricavata dai fagioli azuki.
In origine il dorayaki aveva un solo strato; la forma attuale a due strati fu inventata nel 1914 da Ueno Usagiya. Attualmente, l'omonimo negozio (Usagiya, うさぎや), viene considerato il migliore in tutto il Giappone, e lo si può visitare all'indirizzo 1-10-10 Ueno (una sezione di Tokyo), Taito-Ku.
In giapponese dora significa "gong", e probabilmente la forma simile a quella dello strumento musicale ha dato origine al nome del dolce. La leggenda narra che un samurai di nome Benkei dimenticò il suo gong a casa di un contadino presso il quale si nascondeva, e che questi lo usò per preparare il primo dorayakidd, da cui, appunto, deriva il nome.
Sebbene la ricetta originale del ripieno preveda l'anko, ne esistono numerose varianti, ad esempio alla crema di castagne o al cioccolato.
I dorayaki sono noti per essere il piatto preferito del gatto-robot Doraemon, protagonista dell'omonima serie animata. Diversamente da quanto potrebbe sembrare, il nome "Doraemon" non deriva da dorayaki bensì da noraneko ("gatto randagio" in giapponese).

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Dango

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Dango (団子) è una sorta di gnocco giapponese fatto di farina di riso e riso glutinoso. Viene spesso servito con tè verde.
I dango vengono mangiati tutto l'anno, ma le differenti varietà sono tradizionalmente mangiate in date stagioni. Da tre a quattro dango sono spesso serviti in uno spiedo. Una varietà di dango di Hokkaidō è fatta di farina di patate e cotta in forno con shoyu (salsa di soia).

Tipi di dango

Esistono molte varietà di dango che prendono solitamente il nome dal condimento servito su o con essi.
  • Anko: comunemente conosciuto come una pasta di fagioli rossi (addolciti), mentre ingredienti diversi dagli azuki vengono usati in rare occasioni. An-Dango è il gusto più popolare in Giappone.
  • Bocchan dango: dango che ha tre colori. Il primo è colorato dai fagioli rossi, il secondo da uova, e il terzo dal tè verde.
  • Chichi dango: leggeri treats un po' dolci mangiati solitamente come dolci.
  • Goma: semi di sesamo. È sia salato che dolce.
  • Kinako: farina di soia tostata.
  • Kushi dango: dango tenuti da uno spiedo
  • Mitarashi: uno sciroppo ricavato dallo shouyu (salsa di soia), dallo zucchero e dall'amido.
  • Teppanyaki: dango in uno spiedo con un sapore piccante di teppanyaki.

Termini derivati

Un comune proverbio giapponese, "Hana yori dango" (traducibile con "meglio i dango che i fiori"), si riferisce alla preferenza verso le cose pratiche rispetto a quelle estetiche.
Dango è usato internazionalmente tra i giocatori di go come termine sprezzante per un gruppo di pietre inefficiente e simile a degli gnocchi nel gioco del go. È anche il nome di una variante del dango go inventata nel 1991.
Vi è anche un'acconciatura, che consiste in due chignons simili a dei dango a entrambi i lati della testa, conosciuta talvolta come odango.
Da dango è inoltre derivato il termine dorodango, una forma di espressione artistica che consiste nel manipolare del fango per creare una sfera lucente e levigata di forma simile ad un dango.



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Panini al cioccolato

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I Panini al Cioccolato non sono altro che dei Panini il cui impasto è fatto con il Cioccolato.
La Ricetta non presenta molte difficoltà. Ci vogliono 20 minuti di lavorazione, 1 ora di lievitazione, 15 minuti di cottura (più 20 minuti di lavorazione e 1 ora di lievitazione per il pane allo strutto).

Ricetta

Ingredienti

Per 16 panini:
  • 1 impasto di pane allo strutto dopo la prima lievitazione
  • 128 g cioccolato fondente in scaglie

Preparazione

  1. Dividere l'impasto in quattro parti
  2. Prenderne una parte, schiacciarla, cospargerla con un quarto del cioccolato, sovrapporre un'altra parte di impasto, cioccolato, eccetera.
  3. Tagliare a meta`, sovrapporre le due meta`, schiacciare
  4. Tagliare nuovamente, sovrapporre, schiacciare e lavorare brevemente in modo da distribuire il cioccolato in modo uniforme.
  5. Dividere in 16 parti, formare dei paninetti rotondi, disporli su una teglia coperti con carta da cucina bagnata e far lievitare per circa 1 ora.
  6. Infornare a 220 gradi per 15 minuti.
  7. Sfornare, lasciar raffreddare su una griglia.
  8. Eventualmente spolverare con zucchero a velo.

Varianti

Anziché aggiungere il cioccolato a tutto l'impasto, lo si può dividere in 16 parti e quindi farcire, con tecnica simile, i singoli paninetti con 8 g di cioccolato l'uno.

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Pesche al cioccolato

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Le Pesche al Cioccolato sono un dolce della tradizione pasquale.
Venivano preparate dalle donne toscane durante il periodo quaresimale in attesa della Pasqua, così come la Schiaccia Livornese, i baci meringhe), le ciambelle, etc.

Ricetta

Ingrendienti

  • Pasta Frolla.
  • Ciccolata fondente.
  • Liquore di Alkermes.
  • Zucchero.

Preparazione

Le pesche venivano preparate cuocendo in forno molto lentamente degli spumoni di pasta frolla grandi come la metà di un frutto di pesca, questi venivano successivemente accoppiati con un nocciolo di cioccolato fondente, e bagnati superficialmente nel liquore di Alkermes e rotolati nello zucchero che rimane attaccato al dolce. Il dolce ha un gusto particolare che gli deriva dal contrasto tra il liquore di Alkermes ed il cioccolato amaro.

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Pierogi

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I Pierogi sono una tradizionale pietanza della cucina polacca. Esistono anche nelle altre cucine dell'Est Europeo (Ucraina, Bielorussia, Lituania e Russia, dove si chiamano Russkie Piroghi) e in Ucraina nella zona di Bucovina, dove sono chiamati Varenyki. È un piatto tipico che a seconda delle tradizioni regionali offre una varietà immensa di sapori e modi di servire.
I pierogi sono simili ai panzerotti con diversi ripieni, sia salati che dolci. Sono come tortine di pasta lievita chiuse, come un "pie" inglese. Le varietà salate sono tradizionalmente servite con pancetta affumicata, lardo e/o cipolla saltata in padella; in Russia sono spesso serviti con condimento di panna acida (smetàna in russo e ucraino śmietana in polacco, smantana in rumeno). La versione dolce, dal ripieno di frutta, è spesso accompagnata da salse pasticcere o pangrattato sciolto nel burro. Questi ultimi non vanno confusi con i Vareniki. I più comuni metodi di cottura sono la bollitura e la frittura.
Esistono altre varianti: Pierogi z Kapustą i Grzybami (con ripieno di crauti e funghi), Ruskie Pierogi (con ripieno di patate), Pierogi z Serem (con ripieno di un formaggio) tipico chiamato "brinza" fatto nello stesso modo del paneer indiano (simile a ricotta di pecora, ma più denso e salato).
Le origini della pietanza risalgono all'era medievale. Già nel XIII secolo i pierogi erano quotidianamente presenti sulle tavole delle corti polacche ed in versione più povera erano i pasti dei sudditi. Oggi sono parte indispensabile della cucina tipica polacca e non mancano durante le festività natalizie. In tale occasione la pietanza viene preparata senza carne; in particolare, durante il cenone della Vigilia di Natale, i pierogi vengono serviti come una delle dodici pietanze previste dalla tradizione.

Ricetta

Ingredienti

Per 8 persone:
  • 350 g di farina.
  • 1 uovo.
  • 1 bicchiere di acqua tiepida.
  • Sale quanto basta.
  • 1 cucchiaino di olio di semi.

Preparazione

  1. Passare la farina dal setaccio in modo che prenda aria. Al centro del volume di farina versare l’acqua, l’uovo, sale e olio.
  2. Lavorare l’impasto energicamente per circa 20 minuti. Rotolare l’impasto e tagliare dei cerchi con la superficie di una tazza. Mettere al centro il cucchiaino del ripieno, riunire i due bordi e chiudere aiutandosi con una forchetta. Mettere l’acqua a bollire, salarla e versare i pierogi.
  3. Cuocere per circa 5 minuti, quando i pierogi salgono in superficie nell’acqua bollente lasciarli cuocere per altri 3 minuti, dopo di che scolare.

Varianti =

  • Variante salata: tagliare a quadrettini la cipolla e/o la pancetta affumicata (o del lardo), saltarli in padella e infine guarnire con il ciuffo di prezzemolo.
  • Variante dolce: frullare la frutta, aggiungere lo zucchero vanigliato, versare la salsa sui pierogi guarnire con la panna montata e foglie di melissa o menta fresca.

I ripieni

Il segreto dei pierogi sta nella preparazione del ripieno.
Alla variante salata appartengono:
  • Pierogi con carne (ripieno: carne bollita nel brodo, cipolla saltata, pepe nero, lardo di maiale tritati insieme nel tritacarne)
  • Pierogi con crauti e funghi (ripieno: crauti sbollentati con funghi di bosco, cipolla saltata, pepe, sale)
  • Pierogi russi [pol.pierogi ruskie] (ripieno: patate bollite, formaggio fresco, quadrettini di lardo, cipolla, pepe e sale)
  • Pierogi leniwe (trad. “tortellini pigri”; impasto con formaggio, serviti con la mollica sciolta nel burro)
  • Pierogi con grano saraceno (ripieno: grano saraceno, cipolla, pancetta affumicata, formaggio fresco, sale, pepe nero)
  • Pierogi con interiora (ripieno: fegato, milza, cuori e polmoni, cipolla, sale e pepe)
Alla variante dolce appartengono:
  • Pierogi con mirtilli
  • Pierogi con fragole
  • Pierogi con prugne
  • Pierogi con more o lamponi
Il ripieno viene preparato la frutta di stagione, serviti con una salsa dolce, frutta frullata e panna montata.



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Poperato

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I Poperati sono dolci tipici della tradizione gastronomica di Monte Sant'Angelo.
I poperati sono taralli dolci di medie dimensioni con una consistenza croccante esterna una pasta morbida e compatta internamente.
Molto probabilmente il dolce deriva dalla tradizione culinaria albanese (così come il suo nome deriva da una espressione dialettale propria della lingua albanese) e la sua acquisizione risale al dominio degli Skandemberg nel Gargano.
Essi oggi rappresentano il dolce di carnevale a Monte Sant'Angelo (anche se sono reperibili tutto l'anno), ma nel passato erano preparati in occasione di fidanzamenti e matrimoni. Si era soliti inoltre prepararli nelle ore notturne.
Tra gli ingredienti principali che formano l'impasto dei dolci della città ove ha sede il santuario UNESCO ossia il Santuario di San Michele Arcangelo troviamo la farina di frumento, lo zucchero, miele, il vin cotto, lo strutto, la cannella e la scorza di arancia. Con l'impasto poi si forma un cilindro dello spessore di 3-4 centimetri, dopo ciò si procede alla cottura in forno (la tradizione prevede la cottura in forni a legna).

Ricetta

Ingredienti

  • 1 kg di farina.
  • 300 gr di zucchero.
  • Corteccia e succo di un'arancia.
  • 1 cubetto lievito di birra.
  • 1 cucchiaio e mezzo tra chiodi di garofano tritati, cannella, pepe nero.
  • 100 gr di olio extra vergine d’oliva.
  • Vino bianco x finire l’impasto (quanto basta).
  • Cacao o cioccolato (quanto basta).

Procedimento

Il poperato, dolce tipico di Monte Sant'Angelo (provincia di Foggia) prevede un procedimento per la sua preparazione piuttosto semplice. Iniziara con l'amalgamare gli ingredienti sopra elencati fino ad ottenere un'impasto omogeneo (occorre precisare che agli ingredienti sopra descritti in alternativa al cacao è possibile aggiungere scaglie di cioccolato). Dopo ciò formare una ciambella o piu’ rotonda alta 3 o 4 centmetri di una lunghezza di circa 6o centimetri, occorre intervallare il tarallo con dei tagli (che non recidano però l'impasto). Infornare a 180C° x 20 min ca.

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I dipendenti che lavorano in una fabbrica di cioccolato possono liberamente mangiare i cioccolatini che escono dalla catena?

Quasi tutte le fabbriche che producono dolciumi o cioccolato consentono ai propri dipendenti di consumarli liberamente.

Tuttavia, con alcune limitazioni:

- non si consumano i prodotti mentre si lavora, soprattutto in catena di montaggio, perché il fatto di portare il cibo alla bocca potrebbe contaminare i guanti che indossiamo e, di conseguenza, i prodotti che poi manipoleremmo

-i dipendenti possono generalmente prelevare i prodotti usciti dalla linea per il consumo, purché li consumino sul posto.



Come tutti sanno, i capi permettono ai dipendenti di mangiare quanto vogliono perché sanno benissimo che il disgusto sostituisce rapidamente la lussuria...


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Perché la Ferrero ha così successo, pur vendendo prodotti di mediocre qualità che poco hanno a che fare con il loro nome (la Nutella ha solo il 13% di nocciole e il contenuto di tè nell'Estathé è solo l'1 per mille)?

Hai presente questo prodotto?



Si chiama Pocket Coffee, è un cioccolatino ripieno al caffè. E lo produce la Ferrero.

Sfido chiunque a trovare in commercio un prodotto simile che sia anche lontanamente paragonabile a questo per gusto, qualità e freschezza.

Una volta li ho fatti assaggiare a un mio conoscente americano. Ha detto che non aveva idea che potesse esistere qualcosa di così buono. Ho dovuto spedirgli un pacco con diverse confezioni negli USA.

I Pocket Coffee esistono da anni, praticamente da quando sono nato li ho sempre visto in giro. La confezione è sempre rimasta identica. Il sapore forse negli ultimi anni è addirittura migliorato.

Per me questa è qualità. Punto.


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