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Omelette norvegese

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L'omelette norvegese, chiamata anche omelette surprise in lingua francofona o Baked Alaska in inglese, fino ad arrivare alla omelette surprise norvegienne è un dessert molto caldo all’esterno con gelato all’interno.
Una variante consiste nel preparare il dessert flambé

La storia
Esistono varie versioni sull’origine e la paternità di questo dessert. Nel 1866, sulle pagine del quotidiano francese, Liberté, il giornalista Leon Brise raccontava che Balzac, chef del Grand Hotel di Parigi, aveva inventato il dolce nel 1867, durante l'Esposizione Universale di Parigi, sulla base degli esperimenti del conte Benjamin Thompson. Il fisico americano aveva ricoperto di albumi sbattuti un pezzo di formaggio ghiacciato, scoprendo così la capacità di isolante termico della meringa grazie all’aria imprigionata negli albumi durante la sbattitura. Una tesi sostiene che vada a Thompson, quindi, il merito dell'invenzione di questo dolce, la cui nascita risalirebbe perciò al 1804; lo stesso Rumford lo chiamò "Omelette surprise".
La denominazione Baked Alaska è attribuita a uno chef del ristorante Delmonico di New York, Charles Ranhofer, che lo nominò così nel 1867 per festeggiare l’attribuzione dell’Alaska agli Stati Uniti. E, sempre negli Stati Uniti, il 1º febbraio si festeggia il Baked Alaska day.

Il dolce
È costituito da una base di biscotti o pasta margherita tagliata a fette, imbevuta con alcool (Kirsch o maraschino o rum), sormontata da una crema gelato, eventualmente ricoperta da una pâte à bombe preparata con tuorlo d'uovo, aroma di vaniglia e zucchero montati con la frusta. Lo strato esterno è costituito dagli albumi montati a neve, lavorati a spatola e spolverati di zucchero. La cottura deve essere veloce, con il forno molto caldo, e lo strato di meringa così ottenuto impedisce al calore di arrivare alla parte interna e scioglierla. Esistono varie versioni con diversi ripieni e guarnizioni del dolce. Appena estratto dal forno, il dessert va servito subito perché, "à l'instar de Luis XIV, n'aime pas attendre", come Luigi XIV, non ama aspettare.

Nella cultura di massa
Nel 1938, l’omelette surprise è citata in La nausea, del filosofo Jean-Paul Sartre in relazione a uno stato di rabbia, Narra lo scrittore che la sua rabbia si dimenava all'esterno, mentre gli pareva di avere dentro un blocco di ghiaccio, come un'omelette-surprise.
Anche lo scrittore australiano Paul Wenz parla dell'omelette surprise in relazione a uno stato d'animo quando descrive i Francesi durante la prima guerra mondiale: sotto la loro apparente infiammabilità nascondono un insospettabile sangue freddo.


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Torta di limetta

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La torta di limetta (in inglese key lime pie) è un dolce statunitense fatto col succo di limetta, tuorli d'uovo, latte condensato e meringa in crosta di torta o, in alternativa, panna montata.
La versione Conch tradizionale usa l'albume per fare una guarnizione di meringa. Il nome inglese deriva dalle limette prodotte nelle isole Keys della Florida.

Legislazione
Nel 1965, il rappresentante della Florida Bernie Papy, Jr., introdusse una multa di 100$ per la pubblicità ingannevole fatta per una torta di Key Lime Pie che non fosse fatta di limetta, ma non passò.
Nel 2006, sia la camera che il senato della Florida promossero una legge in cui la Key Lime Pie sia la "torta ufficiale dello stato della Florida" (primo luglio 2006)



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Schiacciata alla fiorentina

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La schiacciata alla fiorentina è un tipico dolce di Firenze che non ha niente a che vedere con la schiacciata salata tradizionale.
Questa torta viene fatta tradizionalmente durante il periodo di Carnevale. Non deve superare i 3 cm di altezza da cotta e deve rimanere soffice. Solitamente viene cotta in una mezza teglia simile a quelle utilizzate per la pizza al taglio.
Negli ultimi anni ne sono comparse versioni farcite con creme varie o panna montata, che devono considerarsi decisamente spurie rispetto all'originale, la cui caratteristica è proprio la semplicità di una torta casalinga.


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Pupazza frascatana

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La pupazza frascatana è un dolce tradizionale di Frascati, in provincia di Roma, riconosciuto prodotto agroalimentare tradizionale laziale.
Viene prodotto tutto l'anno, e i suoi ingredienti tipici di base sono farina 00, olio extravergine d'oliva, miele millefiori dall'Agro pontino, aroma d'arancio.
Il dolce raffigura una donna con tre seni, occhi e bocca sono talvolta di semi d'orzo.

La leggenda
La leggenda legata alla pupazza vuole che rappresenti una mammana, una balia che teneva a custodia i bambini delle donne impegnate nella vendemmia. Questa mammana era in grado di ammansire anche i bambini più agitati e capricciosi: a differenza delle sue colleghe, infatti, li imboniva allattandoli ad un seno finto con del buon vino di Frascati. Così, il dolce raffigura una donna con tre seni, due per il latte e uno per il vino.
La leggenda, nata negli anni sessanta, oltre a legarsi goliardicamente alla viticoltura, una delle maggiori realtà produttive frascatane, si è diffusa in pochi anni come patrimonio iconografico locale. Sul territorio italiano si producono altri dolci detti pupazze, ma la pupazza frascatana è l'unica pupazza a rappresentare la figura femminile con tre seni.


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Pistiddu

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Il pistiddu è un dolce tipico del nuorese, originariamente veniva preparato in occasione della festa di sant'Antonio abate, ma che oggi può occasionalmente essere preparato in un periodo più esteso di giorni di festa. Consiste in una sorta di crostata rotonda e piatta di colore giallo paglierino, ripiena con un preparato di vincotto, scorze di arancia e altri aromi caratteristici, a seconda del luogo di produzione e della ricetta utilizzata.
La ricetta, infatti, può subire delle varianti in base al paese di produzione: per esempio a Orotelli è prevista la variante con l'aggiunta di miele mentre a Orani la variante prevede marmellata di fichi d'India. In altri luoghi, come a Orosei, il dolce può assumere anche una forma più spessa, ampia e squadrata, tipicamente realizzata per la divisione in porzioni da distribuire durante le cerimonie e i tipici falò della festa.
La preparazione del dolce rotondo avviene secondo la tipica tradizione nuorese di decorare la pasta, con veri e propri disegni ad incisione dai quali è possibile intravedere il ripieno.
Il gusto del dolce è dipeso principalmente dall’intensita e dalla dolcezza del ripieno, che può risultare più o meno stucchevole a seconda dei gusti e delle sensibilità.


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Celli ripieni

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celli ripieni (o "cillarchien" in dialetto teramano, o "cillarichijene" in provincia di Chieti) sono un tipico dolce dell'Abruzzo. Gli ingredienti principali sono: marmellata d'uva nera (la cosiddetta scurchjiata), noci, mandorle e scorza d'arancia grattugiata.


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Arancini

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Gli arancini sono un dolce di Carnevale tipico delle Marche ed in particolare di Ancona.

Preparazione
Sono preparati tradizionalmente nelle case private nel periodo di carnevale, ed è possibile acquistarli nelle panetterie e nelle pasticcerie.
Viene preparato facendo una sfoglia simile a quella usata per la pasta all'uovo, sulla quale si distribuisce succo e buccia di arancia grattugiata. Poi la sfoglia viene arrotolata e successivamente tagliata a fette, in modo da ottenere delle girelle. Le girelle vengono fritte e passate nel miele.
Tra i numerosi siti internet che riportano la ricetta di questo dolce si citano qui:
  • Ricetta degli arancini marchigiani con 700 g di farina
  • Ricetta degli arancini marchigiani con 600 g di farina.
Di questo dolce esiste una variante chiamata Limoncini in cui la buccia d'arancia è sostituita da quella di limone. Recentemente si è diffusa l'usanza di cuocere gli arancini al forno, anziché friggerli.




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Confettura

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La confettura è la mescolanza portata a consistenza gelificata appropriata di zuccheri e polpa di una o più specie di frutta e acqua. È un particolare tipo di conserva alimentare. Il frutto, a norma di legge, deve essere fresco, integro e sano, al giusto punto di maturazione ben pulito e spuntato; sono equiparate al frutto le radici dello zenzero, il pomodoro, il rabarbaro (limitatamente alle parti commestibili dei fusti), le carote, le batate, i cetrioli, le zucche, i meloni e i cocomeri.

Confettura secondo la legge vigente
La legge in vigore dal 1982 ed emendata nel 1992, stabilisce una definizione precisa per quattro prodotti distinti: confettura (extra e no), gelatina (extra e no), marmellata, crema di marroni. Dal 2004 è stata distinta la marmellata gelatina dalla marmellata.
La confettura oltre a zuccheri, acqua e polpa di frutta, può contenere purea di frutta; per gli agrumi può essere ottenuta dal frutto intero, tagliato o affettato; la quantità di polpa o purea usata per la fabbricazione di 1 kg di prodotto non può essere inferiore a 350 g (250 g per ribes rosso, sorbe, olivello spinoso, ribes nero, cinorrodi e mele cotogne); 150 g per lo zenzero; 160 g per il pomo di acagiù; 60 g per la granadiglia).
La confettura extra deve contenere polpa non concentrata di frutta; in alcuni casi (cinorrodi, confettura extra senza semi di lamponi, more, ribes neri, mirtilli e ribes rossi può essere ottenuta, parzialmente o totalmente, anche dalla purea; per gli agrumi può essere ottenuta dal frutto intero, tagliato o affettato; mele pere, prugne (a nocciolo aderente) meloni, cocomeri, uva, zucche, cetrioli e pomodori non possono essere usati mescolati ad altri per le confetture extra; la quantità di polpa usata per la fabbricazione di 1 kg di prodotto non può essere inferiore a 450 g (350 g per ribes rosso, sorbe, olivello spinoso, ribes nero, cinorrodi e mele cotogne; 250 g per lo zenzero; 230 g per il pomo di acagiù; 80 g per la granadiglia).
Con polpa di frutta s'intende la parte commestibile del frutto, eventualmente schiacciata e setacciata (per i frutti di bosco) ma non ridotta in purea. La purea è la stessa cosa ma ridotta in poltiglia attraverso procedimenti meccanici.
Sono ammessi miele (in sostituzione dello zucchero), succhi di frutta (non nella confettura extra), succo di agrumi (nella confettura e nella confettura extra, solo in prodotti ottenuti da altri frutti), succo di piccoli frutti rossi (nella confettura e nella confettura extra di cinorrodi, fragole, lamponi, uva spina, ribes rossi, prugne e e rabarbaro), succo di barbabietole rosse (solo nella confettura prodotta con fragole, lamponi, uva spina, ribes rossi e prugne), oli e grassi commestibili, pectina liquida, scorze di agrumi, foglie di malvarosa, sostanze alcoliche, vino, vino liquoroso, noci, nocciole mandorle, vaniglia, vanillina, erbe aromatiche, spezie.
Secondo la legge vigente, la confettura e la confettura extra possono essere fatte a partire da agrumi mentre la marmellata deve essere fatta a partire da agrumi (con l'aggiunta di estratti acquosi, succo e scorze).

Definizioni obsolete
Nella lingua corrente italiana i termini confettura e marmellata sono generalmente sinonimi, con la prevalenza di quest'ultima espressione. Tuttavia dal 1982, per effetto di una direttiva comunitaria, solo prodotti ottenuti da agrumi possono essere venduti nell'Unione europea con la denominazione di "marmellata", mentre tutte le preparazioni con frutta differente devono essere chiamate "confettura".
In origine il termine confettura indicava una preparazione (perlopiù casalinga) parzialmente differente dalla marmellata: si otteneva da frutta fatta a pezzi, snocciolata e privata dei semi; questa frutta veniva poi cotta con dello sciroppo; la marmellata in senso proprio era fatta invece con frutti macinati o setacciati e quindi bolliti. Altrove la confettura viene definita come un particolare tipo di marmellata di frutta fatta a pezzi, sterilizzata e cotta. Altrove ancora la marmellata è definita come preparazione nella quale la frutta è cotta per un tempo prolungato con lo zucchero fino a spappolarsi completamente e successivamente setacciata; la confettura una preparazione di frutta e zucchero nella quale la frutta rimane più integra perché la cottura è meno prolungata.


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