
La ferratella, conosciuta anche con numerosi altri nomi come pizzella, neola, nevola, nivola, catarretta o cancella, è un dolce storico dell’Abruzzo e del Molise, diffuso anche in alcune zone del Lazio orientale. Inserita nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (P.A.T.) delle regioni menzionate, la ferratella rappresenta una testimonianza vivente della cultura gastronomica locale.
Le origini del dolce vengono fatte risalire all’antica Roma, dove una preparazione simile era nota come Crustulum, dolcetto a base di pasta da biscotto cotta su piastra arroventata. La tradizione ha attraversato i secoli, consolidandosi come dolce legato alle feste, alle ricorrenze religiose e ai momenti matrimoniali.
Il moltiplicarsi dei nomi — ferratella, cancella, neola, pizzella, catarretta — corrisponde alle diverse aree di produzione e dialetti locali:
Ferratella nelle zone interne dell’Abruzzo e del Lazio.
Cancella in Molise, pur riportata come ferratella nei registri P.A.T.
Neola e varianti nel teramano.
Pizzella o catarretta nell’area chietina.
Questa varietà di nomenclatura testimonia l’importanza del dolce come simbolo culturale e identitario, oltre che come prodotto gastronomico.
La ferratella è una cialda sottile e croccante, ottenuta da un impasto simile alla pasta da biscotto. La cottura avviene tramite piastre arroventate, che imprimono alla pasta la tipica trama a rombi o a “cancello”, da cui deriva uno dei nomi più diffusi. La forma tradizionale è rettangolare, ma per occasioni speciali come San Valentino può assumere quella di cuore.
Il dolce può essere consumato da solo, oppure arrotolato come un cannolo con ripieni di marmellata, tradizionalmente d’uva, o con crema pasticcera o cioccolato. Una variante elaborata, detta coperchiola, prevede due cialde sovrapposte con ripieno tra di esse, richiamando l’immagine di un piccolo coperchio.
La piastra di cottura ha un ruolo simbolico: spesso veniva portata in dote dalla sposa e recava le iniziali della donna al centro, diventando così anche oggetto di valore affettivo e testimonianza di legami familiari. Questo dettaglio ha contribuito alla reputazione della ferratella come dolce nuziale tradizionale, in particolare nell’Abruzzo meridionale e in Molise.
Ingredienti (per circa 20-25 ferratelle)
250 g di farina 00
100 g di zucchero
50 g di burro fuso
2 uova
1 cucchiaino di lievito per dolci
Scorza grattugiata di 1 limone
Marmellata d’uva o crema pasticcera per il ripieno (opzionale)
Procedimento
Preparazione dell’impasto:
Montare le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso.
Unire il burro fuso e la scorza di limone, mescolando bene.
Incorporare la farina setacciata con il lievito, fino a ottenere un impasto morbido ma compatto.
Formatura:
Prelevare piccole porzioni di impasto e stenderle leggermente, modellandole in rettangoli o altre forme desiderate.
Cottura:
Cuocere sulle piastre arroventate fino a ottenere una cialda dorata con la caratteristica trama a rombi.
Ripieno e finitura (facoltativo):
Farcire con marmellata d’uva, crema pasticcera o cioccolato e arrotolare.
Per la variante coperchiola, sovrapporre due cialde con il ripieno tra di esse.
Raffreddamento:
Lasciare raffreddare completamente le ferratelle prima di servirle, per preservare la croccantezza e la consistenza.
Le ferratelle possono essere abbinate a diversi accompagnamenti, valorizzandone il gusto delicato e la fragranza croccante:
Bevande calde: tè nero, tisane aromatiche o caffè leggero.
Vini dolci: un bicchiere di Vin Santo o passito per esaltare i sapori tradizionali.
Confetture e creme: marmellata di uva o crema pasticcera, per chi ama il ripieno.
Possono essere anche utilizzate come decorazione per dolci più complessi, aggiungendo un tocco rustico e tradizionale a torte e dessert da buffet.
Oltre al gusto, la ferratella è portatrice di significato simbolico e sociale. Il legame con i matrimoni, con le festività religiose e con le occasioni di festa ne fa un dolce identitario, capace di raccontare la storia delle famiglie e delle comunità locali. La cialda, semplice ma elegante, rappresenta la fusione tra tradizione gastronomica e memoria collettiva, rendendo ogni morso un piccolo viaggio tra Abruzzo, Molise e Lazio orientale.
La trasmissione della ricetta da generazione a generazione ha permesso di mantenere intatto il carattere autentico del dolce, con varianti locali che conservano però l’essenza della preparazione tradizionale. La ferratella, così, non è solo un dolce: è un ponte tra storia, territorio e cultura culinaria.
La ferratella rappresenta un esempio perfetto di come un dolce semplice possa racchiudere storia, tradizione e simbolismo. Dal Crustulum romano alle piastre arroventate delle case abruzzesi e molisane, passando per le festività religiose e i matrimoni, questo dolce racconta l’identità di un territorio e dei suoi abitanti. La sua cialda croccante, la trama distintiva e le possibilità di ripieno rendono ogni ferratella unica, capace di trasmettere attraverso la dolcezza il senso della tradizione e della comunità.






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