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Cri-Cri: il gioiello dolce del Piemonte che scrocchia di storia


Tra le vetrine delle antiche confetterie torinesi, tra nastri d’oro e carte colorate, spicca un piccolo cioccolatino dal nome allegro e dal suono inconfondibile: il Cri-Cri.
Rotondo, brillante, croccante, questo minuscolo capolavoro di artigianato dolciario racchiude nel suo cuore una nocciola tostata, avvolta da cioccolato fondente e infine ornata da una pioggia di minuscole perle di zucchero bianco, la mompariglia.
Non è soltanto un dolce, ma un simbolo di eleganza piemontese, di quella tradizione confettiera che ha fatto di Torino una delle capitali italiane del cioccolato.

Il Cri-Cri nasce nel 1886 a Torre Pellice, piccolo centro alle porte di Torino, grazie al genio di un artigiano del dolce: Giuseppe Morè. La ricetta, custodita con discrezione e tramandata di generazione in generazione, è rimasta pressoché invariata per quasi un secolo e mezzo.
Il nome stesso, “Cri-Cri”, è un omaggio romantico: secondo la tradizione popolare, Morè dedicò il suo nuovo cioccolatino a Cristina, la donna amata, che veniva affettuosamente chiamata “Cri-Cri”. Ogni dolcetto confezionato era dunque un piccolo messaggio d’amore, un modo per dire “ti penso” con zucchero e cioccolato.

Il nome, tuttavia, evoca anche il suono caratteristico della mompariglia sotto i denti — quel “cricrì” sottile e musicale che accompagna ogni morso e che ha contribuito alla fama del dolce nelle fiere e nelle botteghe piemontesi.

Esteticamente, il Cri-Cri è un piccolo gioiello rotondo di circa 2 centimetri di diametro, lucente e allegro.
Alla vista, colpisce per la superficie tempestata di minuscole perline bianche di zucchero, che ricordano un ricamo o un pizzo di cristallo.
Al gusto, invece, si rivela una trilogia perfetta di consistenze:

  • la croccantezza della mompariglia,

  • la morbidezza vellutata del cioccolato fondente,

  • la pienezza aromatica della nocciola tostata del Piemonte, vera protagonista del cuore del dolce.

In origine, la mompariglia era colorata — una pioggia di perline multicolori che conferiva al Cri-Cri un aspetto festoso — ma dagli anni Ottanta la versione bianca è diventata la più diffusa, simbolo di eleganza sobria e di gusto raffinato.

Sebbene la preparazione del Cri-Cri richieda precisione e manualità, i principi di base sono rimasti invariati da oltre un secolo.
Ecco la procedura secondo la tradizione piemontese.

Ingredienti principali:

  • Nocciole tostate IGP del Piemonte (una per ogni cioccolatino)

  • Cioccolato fondente di alta qualità (minimo 60%)

  • Mompariglia bianca (piccole perle di zucchero)

  • Carta stagnola colorata per il confezionamento

Preparazione:

  1. Tostatura delle nocciole
    Le nocciole vengono tostate fino a liberare tutto il loro profumo e a ottenere una doratura uniforme. Questo passaggio è fondamentale per esaltare gli oli naturali e garantire la croccantezza del cuore del Cri-Cri.

  2. Prima copertura di cioccolato
    Le nocciole vengono immerse nel cioccolato fondente fuso, in modo da rivestirle completamente. Il cioccolato, ancora tiepido, agisce da collante per la fase successiva.

  3. Rivestimento con mompariglia
    Subito dopo la copertura, ogni nocciola viene rotolata nelle piccole perle di zucchero bianco, che si attaccano perfettamente alla superficie ancora lucida del cioccolato. Si lascia poi solidificare lentamente a temperatura ambiente.

  4. Confezionamento
    Una volta solidi, i Cri-Cri vengono avvolti singolarmente in carta stagnola colorata, con le estremità arrotolate e sfrangiate — un dettaglio estetico che richiama l’eleganza delle confezioni d’epoca e protegge il dolcetto dalla luce e dall’umidità.

Il risultato è un piccolo capolavoro dolce, in cui croccantezza, aroma e dolcezza convivono in equilibrio perfetto.

A Torino, patria del gianduiotto e capitale del cioccolato fin dal XVIII secolo, il Cri-Cri rappresenta un capitolo a parte nella storia della confetteria.
Non nasce come cioccolatino industriale, ma come confetto di alta gamma, venduto nelle boutique del centro e nei caffè storici, spesso accanto a torroni, dragées e praline.
La sua forma minuta e raffinata lo rese presto protagonista delle bomboniere e dei regali di nozze, simbolo di augurio e prosperità. Ancora oggi, è il cioccolatino più richiesto durante il periodo natalizio e nelle cerimonie piemontesi, apprezzato tanto dagli anziani quanto dai bambini.

Ogni confetteria storica custodisce una propria variante: alcune utilizzano cioccolato al latte, altre nocciole leggermente caramellate; in alcune versioni, la mompariglia viene sostituita da microgranella di zucchero vanigliato. Ma l’essenza resta la stessa: una pralina artigianale dal cuore di nocciola.

Il Cri-Cri è ufficialmente riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (P.A.T.) della Regione Piemonte, a testimonianza della sua importanza culturale e gastronomica.
Questo riconoscimento tutela le ricette tramandate e i metodi di lavorazione artigianali, garantendo la conservazione del patrimonio dolciario locale.
Nelle fiere piemontesi, specialmente durante il Salone del Gusto o la Fiera del Cioccolato di Torino, i Cri-Cri rappresentano uno dei simboli più fotografati e acquistati, spesso venduti a peso in eleganti sacchetti di carta o scatole metalliche decorate.

Per esaltare la complessità aromatica del Cri-Cri, è consigliato accompagnarlo con:

  • vini passiti come il Moscato d’Asti o il Passito di Erbaluce, che sottolineano la dolcezza e le note tostate della nocciola;

  • caffè espresso o cioccolata calda densa, per un contrasto aromatico intenso;

  • oppure, in chiave moderna, come elemento croccante in dessert al cucchiaio o mousse al cioccolato fondente.

Il Cri-Cri è perfetto anche come piccolo intermezzo tra una portata e l’altra o come gesto di cortesia da servire con il caffè, proprio come nelle antiche case piemontesi.

In un’epoca dominata dalle produzioni industriali, il Cri-Cri resta un baluardo dell’artigianato dolciario. Ogni cioccolatino è un piccolo atto di resistenza culturale, una testimonianza tangibile di come il tempo possa rafforzare, e non erodere, la tradizione.
Il suo segreto sta nella semplicità e nella costanza: solo tre ingredienti — nocciola, cioccolato, zucchero — che, uniti da maestria e passione, raccontano oltre un secolo di storia piemontese.

Il Cri-Cri non è solo un cioccolatino: è un pezzo di memoria collettiva, un piccolo gioiello che brilla ancora oggi sotto le luci delle pasticcerie di Torino, pronto a scrocchiare sotto i denti di chi sa ascoltarne la musica dolce e sottile.



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