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Doughnut

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Un doughnut o donut è una frittella dolce, originaria degli Stati Uniti d'America e del Canada. È diffuso in molti paesi e preparato in varie forme come spuntino dolce che può essere fatto in casa o acquistato nelle panetterie, nei supermercati, nelle bancarelle e in catene di negozi di specialità gastronomiche.
I doughnut sono di solito fritti per intero da un impasto di farina, tipicamente o a forma di ciambella o senza buco, e spesso ripieni. Si possono usare anche altri tipi di pastella, e per i diversi tipi si usano vari rivestimenti e aromi, come zucchero, cioccolato o glassa d'acero. I doughnut possono includere anche acqua, lievito, uova, latte, zucchero, olio, grasso alimentare e aromi naturali o artificiali.
I due tipi più comuni sono il doughnut a ciambella (ring doughnut) e il doughnut farcito (filled doughnut), in cui si iniettano confetture di frutta, panna, crema inglese o altri ripieni dolci. Piccoli pezzi di impasto sono cotti come doughnut holes ("buchi dei doughnut"). Una volta fritti, i doughnut possono essere glassati, ricoperti di cioccolata, di zucchero a velo o di pezzetti di zucchero o di frutta. Tra le forme si trovano anelli, palle, sfere piatte, trecce e altre ancora. Le varietà di doughnut si dividono anche in doughnut a torta e lievitati. I donut sono accompagnati spesso dal caffè comprato nei doughnut shops o nei ristoranti fast food.

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Motta


Motta è un marchio italiano di prodotti dolciari e gelati, in origine appartenente in toto all'omonima azienda fondata a Milano nel 1919 da Angelo Motta.

L'azienda originaria milanese, che per oltre cinquant'anni era molto famosa sia in Italia che in alcuni stati europei e americani, con il famoso logo aziendale a forma di gonfalone (rosso per il settore dei prodotti di pasticceria e stuzzicheria - biscotti, merende, crackers, salatini - azzurro per il settore dei gelati confezionati), nonché con un logo speciale solo per la produzione di dolci natalizi e pasquali, costituito da una "M" blu stilizzata su una scritta dorata dell'azienda, oggi non esiste più come unico gruppo imprenditoriale a sé stante.

Il ramo d'azienda che produce gelati è rimasto di proprietà della multinazionale svizzera Nestlé, mentre il settore dei prodotti da forno e dolciario, che assieme rappresentano il maggior volume di introiti, è stato acquisito nel 2009 dall'azienda italiana Bauli S.p.A..

Insieme con Ferrero è una delle aziende del settore dolciario più famose al mondo. Per quanto riguarda il mercato italiano del gelato, i prodotti Motta (Nestlé) sono tra i più diffusi subito dopo quelli a marchio Algida (Unilever), con una quota di mercato pari al 30% circa.

Motta nasce nel 1919, in un piccolo laboratorio artigianale di prodotti dolciari, l'"Angelo Motta Pasticciere", in Via della Chiusa a Milano, a opera di Angelo Motta (Gessate, 8 settembre 1890 - Milano, 26 dicembre 1957). Il suo prodotto più famoso era il panettone, tradizionale e tipico dolce milanese.

Grazie al grande successo del panettone Motta e degli altri prodotti dolciari, nel 1925 viene aperto un secondo laboratorio, con locali molto più spaziosi, in Via Carlo Alberto, e nel 1928 viene aperto un negozio sopra i locali del secondo laboratorio.

Successivamente vennero aperti nuovi negozi in: Corso Buenos Aires, Piazzale Baracca, Viale Corsica, Largo Carrobbio, Corso Garibaldi, Piazza del Duomo.

Nel 1934, Angelo Motta fonda il "Premio della Notte di Natale".

Nel 1937 la Motta diventa una società per azioni.

Nell'estate del 1955 nasce la divisione gelati con il famoso gelato Mottarello.

Negli anni settanta la Motta viene venduta alla SME, la società finanziaria del settore agro-alimentare del gruppo IRI.

A seguito dell'acquisizione da parte di SME anche dell'Alemagna, la divisione gelati di Motta viene inglobata nella Italgel, mentre Motta e Alemagna formano nel 1975 l'Unidal (Unione industrie dolciarie e alimentari), che in seguito diventerà Sidalm (Società industrie dolciarie alimentari milanesi), società a sua volta incorporata in Alivar nel 1986, ed infine, nel 1990, Gruppo Dolciario Italiano, tutte società del gruppo SME.

Angelo Motta con il panettone classico


Nel 1993, l'IRI, a seguito della privatizzazione di alcune divisioni da parte dello stato, vende i marchi Italgel (Gelati Motta, Antica gelateria del corso, La Valle degli Orti) e Gruppo Dolciario Italiano (Motta, Alemagna) alla multinazionale svizzera del settore alimentare Nestlé.

Il marchio Italgel è scomparso con la fine del XX secolo e la totale gestione della divisione gelati e surgelati è attualmente sotto il controllo Nestlé, la quale ha provveduto a creare una maggiore specializzazione dei marchi. A seguito di questa operazione, il marchio Gelati Motta si è specializzato esclusivamente in gelati da passeggio, Antica Gelateria del Corso si propone per un consumo di qualità da tavolo al ristorante (quali dessert semifreddi e torte-gelato), Alemagna si occupa di prodotti quali pasticceria surgelata e croissant, mentre Buitoni e La Valle degli Orti sono specializzate in prodotti alimentari da supermercato e primi piatti pronti. Ad ottobre 2016, Nestle' ha deciso di cedere le sue attivita' internazionali nel comparto dei gelati alla Froneri, una joint-venture partecipata per il 50% dalla societa' industriale inglese R&R e per il restante 50% da Nestle' stessa.
Per quanto riguardante i prodotti dolciari, i marchi Motta e Alemagna si sono specializzati nella produzione di prodotti stagionali quali pandoro e panettone e colombe pasquali.
Le unità produttive dei gelati e surgelati continuano ad essere quelle storiche degli anni '70, con la maggior parte della produzione basata nelle città di Parma e Ferentino (FR), mentre le sedi amministrative hanno sede nella quartier generale di Nestlè Italia SpA a Milano.
Il settore dolciario invece ha le sue sedi produttive principalmente basate a Verona.
A Verona, il 31 luglio 2009 Nestlé e Bauli hanno sottoscritto l'acquisizione definitiva da parte di Bauli S.p.A. del ramo di azienda Nestlè denominato Business Unit Forno attivo nella produzione di dolci, lieviti e prodotti da forno commercializzati con i marchi Motta, Alemagna, Tartufone Motta, Trinidad e Gran Soffice, attività che Nestlè aveva rilevate nel 1993 con l'acquisizione dalla SME del "Gruppo Dolciario Italiano", e del connesso sito produttivo di San Martino Buon Albergo (VR). L'accordo è operativo dal 1º agosto 2009; Bauli inoltre, rilevando nel 2013 l'intero gruppo Bistefani, che aveva a sua volta rilevato l'attività dei prodotti da forno a consumo continuativo a marchio Motta (cioè le ex "Merendine Motta") da Nuova Forneria (joint venture tra SME, Barilla e Ferrero nata nel luglio 1990 per rilevare la gestione di tale comparto dopo lo scioglimento di Alivar), ha riportato sotto un'unica proprietà il marchio Motta e le sue relative attività, escluse quelle nel settore dei gelati, rimaste di proprietà di Nestlè, che le aveva rilevate sempre da SME nel 1993, con l'acquisizione della "Italgel".

Il marchio originario della Motta era una sorta di stendardo verticale a due punte con scritte bianche, azzurro per i gelati e rosso per i prodotti da forno.
Con l'acquisizione da parte della Nestlé, lo storico logo venne sostituito nel 1996, solo per il settore gelati, da una figura ovale di colore bianco-azzurro con la scritta al centro "Gelati Motta" (dal 2002 semplicemente Motta in rosso) e il marchio Nestlé in posizione superiore. Tale logo è un riadattamento del marchio dei "Glaces Gervais", adottato dalla multinazionale svizzera per le sue attività nel comparto gelati in Francia. Sarà poi adoperato da Nestlé come suo marchio di riconoscimento nel comparto gelati in tutto il mondo.


    Logo storico dei Gelati Motta usato fino al 1995


Il logo attuale della Nestlé-Motta in versione bidimensionale


Il logo attuale in versione tridimensionale



A partire dalla fine degli Anni '80, l'azienda, consapevole dell'importanza della comunicazione televisiva, lanciò una serie di campagne pubblicitarie volte a far conoscere meglio i propri prodotti.
La popolarità di alcuni spot televisivi è stata tale che alcune frasi in essi contenute sono divenute dei veri e propri modi di dire d'uso comune tra cui:

  • "Tartufon, c'est bon!"

  • "Maxibon Motta, du gust is megl che uan!"

  • "C'è Gigi? No? E la Cremeria?"

Nel corso degli anni inoltre, l'azienda nel pubblicizzare i propri prodotti si è avvalsa della partecipazione di alcuni personaggi dello spettacolo e dello sport.

  • L'interprete di colore dei famosi spot televisivi del Tartufone Motta negli anni '80 si chiamava Derek Griffiths, attore e showman britannico.

  • Nel 1988 testimonial delle Merendine Motta fu Jovanotti, che era anche promotore di una campagna pubblicitaria per una raccolta punti (denominata "Jovanotti for Motta") con la sua personale linea d'abbigliamento YO come premio.

  • In una serie di spot riguardanti il prodotto Maxibon, comparve quello che all'epoca era uno sconosciuto figurante pubblicitario, divenuto in seguito un noto attore cinematografico italiano: Stefano Accorsi.

  • Alcuni anni dopo gli spot Maxibon che vedevano Accorsi come protagonista, venne lanciata una nuova campagna pubblicitaria con l'allora sconosciuta Cristiana Capotondi, che in seguito è divenuta una nota attrice italiana.

  • In una campagna televisiva della metà degli anni '90 riguardante il "Maxicono Motta", compariva come protagonista il tennista Davide Sanguinetti.

  • Nel 1993 il protagonista della campagna pubblicitaria del Maxicono fu Andrea Giani, ancora oggi il pallavolista italiano con più presenze in Nazionale ed uno dei tre italiani, insieme ad Andrea Gardini e Lorenzo Bernardi, incluso nella "Hall of Fame" del volley, che ha sede nel museo di Holyoke. La scelta non fu casuale in quanto lo storico gelato Motta era sponsor di maglia della squadra di Parma.

  • Tra agosto e settembre 2017 Motta propone una campagna pubblicitaria controversa dove delle persone irridono una bambina che chiede una colazione "che coniughi leggerezza e golosità" per poi essere travolte prima da 2 meteoriti (mamma e papà) e poi un Buondì gigante (il postino).



Dal 1992 al 1994 Motta è stato lo sponsor ufficiale dell'A.C. Milan.
Per molti anni la Italgel (dal 1980 al 1993) prima e la Nestlé poi (fino al 2002), hanno sponsorizzato la squadra di volley Maxicono Parma.

La Motta produsse il primo panettone, da cui ne derivò uno più piccolo, a cui venne dato il nome "Mottino", ritenuto il capostipite di tutte le merendine (il Buondì, infatti, arrivò successivamente).In questo caso il marchio si è confuso col prodotto, dato che nel Sud Italia e più frequentemente nelle regioni Sicilia e Campania, le classiche merendine vengono chiamate in forma dialettale, appunto, " Mottino". "Mottina" era invece il nome di una delle merendine Motta prodotte durante gli anni '80, business particolarmente attivo e tenuto in considerazione da SME in quegli anni (oltre che nel decennio precedente), con la creazione di un'ampia gamma di prodotti (tra i quali la "Girella Ricoperta", il "Ciocoroll", la "Crostatina", il "Krafen", la "Grandelizia", il "Tartufino", la versione merendina del gelato "Maxistecco", la già citata "Mottina", lo "Yo Yo"). Memorabili inoltre le raccolte punti a premi inserite nelle confezioni dei prodotti di quel periodo (come la tenda da campeggio "Tendy", gli adesivi "Ghostbusters", la "Giacca dell'avventura di Indiana Jones", "Motta-un mondo di amici", la linea di abbigliamento "YO" di "Jovanotti for Motta", "Batman", "la maglia del Milan", ecc.). Negli anni '70 invece vi era stato da parte di Motta lo sviluppo del settore degli snack al cioccolato, con la creazione di due prodotti tuttora in commercio, i ben noti "Ciocori" (che a sua volta era stato lanciato da Motta tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 insieme ad altri due snack, il "Sofli" ed il "Gong") e "Biancori"; sempre in quegli stessi anni inoltre era stato lanciato sul mercato un prodotto, la "Genuita", che era una crema spalmabile, ma che ebbe scarso successo visto l'assoluto predominio di Ferrero con Nutella su tale settore.






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Colomba pasquale

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Con colomba pasquale si indicano diversi dolci pasquali tipici dell'Italia. Vi sono due principali dolci cui fa riferimento la dizione "colomba pasquale": uno è la colomba pasquale inventata in Lombardia negli anni trenta del 1900 dalla Motta e poi diventata quella commercialmente più diffusa in tutta Italia, l'altro di più antica tradizione è la colomba pasquale diffusa in Sicilia e chiamata anche it palummeddi o pastifuorti. Entrambe sono state ufficialmente inserite nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) e riconosciute come tipiche dei rispettivi territori (Lombardia e Sicilia).

Colomba Milanese

Fu Dino Villani, direttore pubblicità della ditta milanese Motta, già celebre per i suoi panettoni natalizi, che negli anni trenta del 1900 per sfruttare gli stessi macchinari e la stessa pasta, ideò un dolce simile al panettone, ma destinato alle solennità della Pasqua. La ricetta poi venne ripresa da Angelo Vergani che nel 1944 fondò la Vergani srl, azienda di Milano che ancora oggi produce colombe.
Da allora la colomba pasquale si diffuse sulle tavole di tutti gli italiani, e anche ben oltre i confini dell'Italia. L'impasto originale, a base di farina, burro, uova, zucchero e buccia d'arancia candita, con una ricca glassatura alle mandorle, ha successivamente assunto varie forme e varianti.

Leggende sul dolce in Lombardia

Vi sono leggende che vorrebbero far risalire questo dolce pasquale in epoca longobarda, addirittura al re longobardo Alboino che durante l'assedio di Pavia (metà VI secolo) si vide offrire, in segno di pace, un pan dolce a forma di colomba. Un'altra leggenda vuole la colomba pasquale legata alla regina longobarda Teodolinda ed il santo abate irlandese San Colombano. La leggenda vuole che San Colombano al suo arrivo in città, attorno al 612 venisse ricevuto dai sovrani longobardi e invitato con i suoi monaci ad un sontuoso pranzo. Gli furono servite numerose vivande con molta selvaggina rosolata, ma Colombano ed i suoi, benché non fosse di venerdì, rifiutarono quelle carni troppo ricche servite in un periodo di penitenza quale quello quaresimale. La regina Teodolinda si offese non capendo, ma l'abate superò con diplomazia l'incresciosa situazione affermando che essi avrebbero consumato le carni solo dopo averle benedette. Colombano alzò la mano destra in segno di croce e le pietanze si trasformarono in candide colombe di pane, bianche come le loro tuniche monastiche. Il prodigio colpì molto la regina che comprese la santità dell'abate e decise di donare il territorio di Bobbio dove nacque l'Abbazia di San Colombano. La colomba bianca è anche il simbolo iconografico del Santo ed è sempre raffigurata sulla sua spalla.

Le colombe pasquali siciliane

Sono piccoli dolci a forma di colomba, galletti o semplicemente rombi su cui sono incisi disegni o punzonature. Sono dolci a "pastaforte" realizzati con zucchero, farina doppio zero e cannella. La zona di produzione sono i comuni dell'area dei Monti Iblei in provincia di Ragusa. In passato oltre che per le festività pasquali venivano scambiate come regali tra fidanzati. Spesso si include nella forma un uovo sodo come decorazione e simbolo legato alla Pasqua. Anche se in origine le forme richiamano le colombe vi sono varianti a forma di canestro o gabbietta soprattutto quando sono decorate con l'uovo sodo.



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Cri cri

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Il Cri Cri è un tipico cioccolatino pralinato piemontese, prodotto in particolare in alcune confetterie torinesi.
Di forma rotonda, di circa 3 cm. di diametro, è costituito da una nocciola, ricoperta di cioccolato e a sua volta ricoperto di codette di zucchero bianco. Fino ai primi anni ottanta le codette di zucchero erano colorate. Il confezionamento è tipico, di carta sfrangiata ai lati e arricciato alle estremità.
Nascono nel 1886, con una ricetta ideata dal confettiere di Torre Pellice Giuseppe Morè, che è rimasta inalterata fino ai giorni nostri.
Le praline Cri Cri sono classificate come prodotto agroalimentare tradizionale della Regione Piemonte.

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Dolci carnevaleschi

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I dolci carnevaleschi sono particolari dolci preparati in occasione del Carnevale.

Dolci carnevaleschi in Italia

In Italia esiste una vasta gamma di dolci di Carnevale preparati artigianalmente e in casa, che accompagnano le sfilate di carri e di maschere nei giorni che precedono il Mercoledì delle Ceneri, con una piccola diversificazione secondo i luoghi, dei dolci tipici e dei nomi a loro attribuiti.

Tipologie

Dolci lievitati

  • Schiacciata alla fiorentina, diffuso in Toscana
  • Berlingozzo, diffuso in Toscana
  • Krapfen, diffuso in Alto Adige
  • Mantovane di Cossato prodotto a Cossato (Biella) in Piemonte. Sono dolciumi semisferici di pasta sfoglia, ripieni di una soffice farcita di mandorle e di marmellata. Si utilizzano ingredienti come farina di frumento, burro, uova, zucchero, mandorle dolci e amare, marmellata di agrumi, uva sultanina e sale. La forma ricorda le tende mantovane, da cui il nome.

Dolci fritti

Sono considerati il dolce simbolo del Carnevale. A seconda dell'aspetto e del metodo di preparazione, si possono suddividere in vari tipi.
  • Pallottole fritte, talora ripiene:
    • castagnole, diffuse in tutta Italia;
    • frìtołe, tipicamente veneziane;
    • frittelle, del mantovano;
    • caragnoli e rosacatarre del Molise.
  • Pasta lievitata, chiusa ad anello e fritta:
    • ciambelle di Carnevale;
    • zeppole, diffuse in varie regioni d'Italia (in altre regioni questi dolci vengono però preparate per la festa di San Giuseppe).
  • Pasta tagliata a nastri e fritta:
    • chiacchiere, diffuse in tutta Italia con nomi vari nelle varie regioni, tra cui: bugie, cenci, frappe, sfrappe, sfrappole, manzole, crostoli, galani, intrigoni, lattughe, maraviglias, fiocchi, fiocchetti[1]
  • Dolci fritti e ricoperti di miele:
    • arancini di carnevale, diffusi nelle Marche;
    • cicerchiata, diffusa in Umbria, Marche e Abruzzo.

Derivati del cioccolato
  • Sanguinaccio dolce

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Tronchetto di Natale



Il tronchetto di Natale (in francese: bûche de Noël) è un dolce natalizio a forma di tronco ricoperto solitamente di cioccolato o crema di caffè e glassa e riempito solitamente di marmellata, diffuso principalmente in Francia e negli altri Paesi francofoni (ma conosciuto anche altrove) e che ricorda la tradizione del ceppo di Natale. La ricetta sarebbe stata inventata da un pasticciere intorno al 1945.

Ingredienti principali

  • Cioccolato al latte
  • Uova
  • Zucchero
  • Cacao amaro in polvere
  • Panna
  • Crema
  • Zucchero a velo

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Torrone tenero al cioccolato aquilano

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Il torrone tenero al cioccolato aquilano è un torrone nocciolato morbido prodotto nella città dell'Aquila fin dall'inizio del XIX secolo, caratterizzato dalla presenza di cacao nell'impasto. Questa varietà di torrone è prodotto in forma di stecca ed e costituita da un impasto morbido, spugnoso, di colore marrone con nocciole tostate.
Ciò che lo differenzia dal torrone classico di Cremona è la presenza nell'impasto, oltre ad albume d'uovo, miele e zucchero, anche del cacao e la consistenza molto morbida della pasta.
Il torrone tenero al cioccolato aquilano è stato inserito, su proposta della Regione Abruzzo, nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T.) riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Le materie prime utilizzate sono: nocciole, miele, zucchero, cacao, albume, ostia, vanillina.
Il processo produttivo prevede che l'impasto sia realizzato inizialmente con il miele ed il bianco d'uovo che vengono fatti cuocere insieme. Si aggiungono di seguito il cacao, lo zucchero e le nocciole tostate. L'impasto, ancora caldo viene posto in teglie di acciaio foderate di ostia e raffreddato per una notte. II giorno seguente viene tagliato in vari formati e quindi confezionato.
La lavorazione avviene in una torroniera con vasca in rame. Sono utilizzati anche: bollitori per zucchero, tostatrici per nocciole, battiuovo, teglie in acciaio, spatole per stendere l'impasto nelle teglie, taglierina.



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Torrone di Jijona

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Il torrone di Jijona è un torrone tipico della provincia di Alicante, in particolare della città di Jijona, composto da mandorle tritate e miele.
Esiste un organismo, chiamato Consejo Regulador de Jijona y Turrón de Alicante, che è incaricato di verificare che vengano soddisfatti tutti i requisiti perché il torrone possa essere considerato prodotto IGP (indicazione geografica protetta).
Si consuma in tutti i periodi dell'anno, ma è particolarmente diffuso durante l'epoca natalizia in tutta la nazione spagnola.
Le mandorle sono il suo ingrediente principale (anche se in proporzioni minori rispetto al torrone di Alicante).
Si ottiene a partire da una miscela di mandorle tostate mescolate con albume d'uovo e miele. Questa miscela viene tritata in mulini speciali fino a diventare una massa fluida uniforme; questa massa viene cucinata nuovamente in pentole chiamate "boixets". Mediante il movimento del "boix" si ottiene una miscela omogenea e si finisce versandola in alcuni stampi. Si lascia raffreddare fino ad ottenere il torrone ultimato (sono necessarie almeno 24 ore perché le mandorle liberino il loro olio).

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