Nel silenzio profondo delle notti d’autunno, quando la luna piena si specchia nei laghi e illumina i sentieri dei villaggi con la sua luce eterea, nelle case cinesi si perpetua un rito millenario. È il momento della Festa di Metà Autunno — uno dei più sentiti appuntamenti del calendario lunare cinese — e il dolce per eccellenza che accompagna questa celebrazione è la torta lunare, un piccolo scrigno di gusto, cultura e memoria. Dietro la sua forma circolare e il ripieno sontuoso, si cela una storia millenaria che intreccia leggende, astronomia, politica e affetti familiari.
La torta lunare (yuèbǐng, 月饼) fa la sua comparsa ufficiale durante la dinastia Tang (618–907 d.C.), epoca in cui la Cina fioriva culturalmente e si apriva ai commerci lungo la Via della Seta. Ma fu sotto la dinastia Ming (1368–1644) che questo dolce divenne simbolo di unità familiare e resistenza. Secondo una leggenda popolare, durante l’occupazione mongola, i ribelli cinesi utilizzarono le torte lunari per nascondere messaggi segreti e coordinare una rivolta: nel cuore del ripieno veniva nascosto un biglietto arrotolato che riportava la data dell’insurrezione. Una strategia tanto semplice quanto geniale, che diede al dolce un nuovo significato: quello di strumento di speranza e riscatto.
Con il passare dei secoli, la torta lunare ha mantenuto la sua funzione di ponte culturale e simbolico. Non è soltanto un dolce: è un messaggio per chi è lontano, un dono che esprime auguri di armonia e felicità, un rituale condiviso sotto il cielo notturno, quando le famiglie si riuniscono a guardare la luna piena, emblema di completezza.
Tradizionalmente, la torta lunare è di forma rotonda, richiamando il ciclo lunare e il concetto di yuan (圆), che in cinese significa “completo” e “pieno”. Il diametro varia, ma in genere è abbastanza piccola da stare nel palmo di una mano, con uno spessore compatto e un ripieno ricco. La superficie è spesso decorata con caratteri cinesi auspiciosi, come “longevità” (寿), “armonia” (和) o “felicità” (喜), e può anche recare il nome del forno che l’ha prodotta.
Il ripieno varia secondo la regione: nel sud della Cina prevalgono versioni dolci con pasta di semi di loto, pasta di fagioli rossi o noci; nel nord si trovano anche versioni salate, arricchite con prosciutto o anatra. Un elemento comune è il tuorlo d’uovo salato inserito al centro, che rappresenta la luna piena.
Preparare una torta lunare secondo tradizione richiede pazienza, precisione e rispetto per l’equilibrio tra gli elementi. Ogni fase, dalla preparazione del ripieno alla modellatura, segue regole precise, tramandate da generazioni.
Ingredienti per 8 torte (diametro 6 cm):
Per la pasta esterna:
160 g di farina 00
100 g di sciroppo di maltosio o sciroppo dorato (golden syrup)
40 ml di olio di semi (preferibilmente arachidi o girasole)
1/2 cucchiaino di acqua alcalina (lye water, opzionale per migliorare la consistenza)
Per il ripieno:
400 g di pasta di semi di loto (oppure pasta di fagioli rossi, disponibile nei negozi asiatici)
4 tuorli d’uovo salati (facoltativi ma tradizionali, da acquistare o fare in casa con uova anatre e marinatura salina)
Per la lucidatura:
1 tuorlo d’uovo
1 cucchiaio di latte
Procedimento:
Pasta: In una ciotola, mescolare sciroppo di maltosio, olio e acqua alcalina. Aggiungere gradualmente la farina fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo. Coprire con pellicola e lasciar riposare per almeno 2 ore (meglio una notte).
Ripieno: Se si usa il tuorlo salato, tagliarlo a metà. Dividere la pasta di loto in 8 porzioni da 50 g e inserire un mezzo tuorlo al centro di ciascuna pallina, richiudendola perfettamente.
Assemblaggio: Dividere la pasta esterna in 8 parti da circa 30 g. Stendere ogni porzione in un disco sottile e avvolgere il ripieno, sigillando accuratamente.
Stampo: Spolverare leggermente uno stampo da torta lunare (reperibile online o nei negozi asiatici) e inserire la pallina, pressando delicatamente per imprimere il disegno. Sformare e adagiare su una teglia rivestita di carta forno.
Cottura: Cuocere a 180°C per 5 minuti, estrarre, spennellare con il mix di tuorlo e latte, poi cuocere altri 15-20 minuti finché la superficie è dorata. Lasciar riposare 1-2 giorni affinché l’olio emerga e la crosta si ammorbidisca: è il processo chiamato “oil return”, essenziale per la corretta consistenza.
Negli ultimi decenni, la torta lunare è stata reinterpretata dai maestri pasticceri con sorprendenti varianti. In alcune metropoli asiatiche come Hong Kong, Singapore o Taipei, si trovano versioni con cioccolato, tè matcha, durian, mango o anche gelato. Le pasticcerie di alta gamma propongono confezioni lussuose con packaging ispirati all’arte tradizionale, trasformando il dolce in un oggetto da collezione.
Le varianti senza uova o a basso contenuto calorico stanno guadagnando popolarità tra i consumatori più attenti alla salute. Anche le versioni vegane stanno emergendo, in risposta a una domanda crescente di prodotti sostenibili e inclusivi.
La torta lunare, per la sua dolcezza pronunciata e la consistenza densa, si accompagna idealmente con una tazza di tè cinese dalle note amarognole o erbacee, capace di bilanciare il palato. Il tè Pu-erh, con le sue sfumature terrose e la lunga persistenza, è una scelta perfetta per le versioni più dolci. Per chi predilige gusti più floreali, un tè Oolong mediamente ossidato si sposa elegantemente con la pasta di loto.
Nel contesto occidentale, un abbinamento interessante può essere fatto con un vino bianco aromatico, come un Gewürztraminer secco, o perfino con un Tokaji ungherese leggermente abboccato, in grado di reggere la struttura del dolce.
Mangiare una torta lunare non è solo un gesto gastronomico: è un rito intimo e collettivo, una forma di meditazione sul tempo che passa e sulla connessione con chi ci è caro, anche se lontano. È un dolce che richiede lentezza, attenzione e rispetto — dalla sua preparazione alla sua degustazione. Che venga consumata sotto la luna piena o in un salotto moderno, essa continua a raccontare una storia che attraversa secoli e confini, portando con sé il sapore della memoria e della rinascita.
Se doveste prepararla o riceverla in dono, ricordate: ogni torta è un cerchio che si chiude, ma anche un invito a guardare oltre l’orizzonte.