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Umm Ali

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L'Umm Ali od Om Ali (in egiziano ام على) è un dolce egiziano. Si tratta di una pasta sfoglia imbevuta di latte caldo e insaporita con cannella, cocco in polvere, pistacchi e uva passa. Il nome del piatto significa "la mamma di Alì" si riferisce alla prima moglie del re di una dinastia Ayyubide.

Ricetta
Per preparare l'Umm Ali bisogna utilizzare un impasto a base di pane o pasta sfoglia spezzettato che viene mescolato con pistacchi, scaglie di cocco, uvetta e un'abbondante quantità di zucchero. Successivamente viene aggiunto del latte e della cannella in polvere sopra il composto. Infine, la miscela viene cotta nel forno fino a quando la superficie del dolce diviene dorata. L'Umm Ali può essere consumato caldo o freddo.
Esistono numerose varianti dell'Umm Ali fra cui una contenente panna. In altre parti del mondo esistono piatti simili fra cui la khumaiaa, una variante irachena del dolce egiziano, e il pudding di pane e burro inglese, che a differenza dell'Umm Ali contiene le uova.


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Castagnole

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Le castagnole o favette sono un dolce carnevalesco diffuso in tutta Italia; fa parte della tradizione culinaria ligure, emiliano-romagnola, marchigiana, laziale, umbra meridionale (con la variante detta "strufoli di carnevale" nell'Umbria settentrionale), abruzzese, veneta, lombarda.
Impastati gli ingredienti principali uova, zucchero, farina e burro si formano delle palline che vengono poi fritte in olio bollente. Vengono servite con zucchero a velo o, in alcune varianti, anche con alchermes o miele. Ne esistono quattro varianti: una senza ripieno ed un'altra con ripieno alla crema pasticcera o alla panna. Un'altra variante si fa con farina, lievito, uova con rum e liquore per farle diventare palline come un dolce alla spugna perché all'interno del impasto diventa più soffice, un'altra variante con ripieno al cioccolato o al fondente anche al cioccolato bianco. Altra variante è quella che prevede la cottura al forno.
La ricetta delle castagnole è sicuramente molto antica: è stato ritrovato nell'archivio di stato di Viterbo un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben quattro ricette di castagnole, di cui una prevede la cottura al forno, che quindi non è stata adottata recentemente nell'intento di rendere il dolce più leggero, come spesso si crede.
Nella tradizione italiana le castagnole sono considerate uno dei simboli del Carnevale, come attesta anche un proverbio diffuso nei vari dialetti marchigiani; si riporta qui di seguito, espresso in anconitano:
(dialetto anconitano)
«Fenito Carnevà, fenito amore
fenito a fà la pachia da signore
fenito de stacià farina in fiore
fenito de magnà le castagnole»
(IT)
«Finito Carnevale, finito amore
finito il far la pacchia da signore
finito il setacciar farina in fiore
finito il mangiare castagnole»


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Berlingozzo

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Il berlingozzo è un dolce al forno tipico toscano, dalla classica forma a ciambella. È diffuso anche nell'Umbria settentrionale, particolarmente in Alta Valle del Tevere dove al berlingozzo è dedicata una sagra paesana a Pitigliano, frazione del comune di San Giustino.
Il suo nome deriva dal berlingaccio, termine che indicava il giovedì grasso e una maschera in uso e costume quattrocenteschi. Il verbo berlingare voleva dire divertirsi e spassarsela a tavola: citato da poeti cinquecenteschi, sembra fosse in uso anche alla corte di Cosimo I a Firenze.
Si ottiene con rossi di uova, farina, zucchero, lievito, scorza grattugiata di limone e/o arancio, burro e un po' di latte. Questi sono gli stessi ingredienti dei brigidini, altro dolce tipico toscano. I brigidini contengono solo uova, zucchero, farina ed essenza d'anice.


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Torta al pandano

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La torta al pandano (in inglese pandan cake, chiffon cake, chiffon pandan, pandan chiffon cake; in indonesiano bolu pandan; in malese kek pandan; in khmer num sleok touy; in vietnamita Bánh pho sĩ, bánh lá dứa; in cantonese 班 蘭 蛋糕 traslitterato baan laan daan gou; in tailandese เค้ก ใบ เตย) è un dolce a base di pandano originario dell'Indonesia e diffuso principalmente nei paesi del sud-est asiatico.

Storia
Le origini della torta al pandano non sono chiare. Le tecniche per preparare le torte furono introdotte nel sud-est asiatico attraverso la colonizzazione europea. Infatti, l'Indonesia era una colonia olandese, le Filippine erano sotto il dominio spagnolo, mentre la Malaysia e Singapore erano possedimenti britannici. La cucina europea dei coloni influenzò i gusti culinari degli asiatici ed ebbe un impatto di grande portata specialmente per quanto riguardava la produzione di pane, torte e altri prodotti di pasticceria. Nella cucina del sud-est asiatico, la foglia del pandano è un agente aromatizzante spesso impiegato per conferire un aroma gradevole a numerosi alimenti fra cui il riso, il cocco, bevande, torte e dolci. Pertanto, la torta al pandano nacque dalla fusione delle tradizionali tecniche europee di produzione dei dolci con l'uso di ingredienti coltivati ​​nell'est asiatico. Oltre a essere popolare in Asia, la torta al pandano gode di una certa notorietà anche nelle comunità Indo dei Paesi Bassi a causa dei suoi storici rapporti coloniali con l'Indonesia.

Caratteristiche
La torta al pandano è un pan di Spagna che condivide molti ingredienti in comune con altre torte fra cui farina, uova, burro o margarina e zucchero. Tuttavia, si distingue per la presenza di succo di foglia di pandano che, a causa della presenza di clorofilla, conferisce alla torta la sua insolita tonalità verde. In altri casi, il dolce può presentare coloranti alimentari verdi che rendono ancora più acceso il suo colore verde oppure può essere preparata utilizzando l'estratto di Pandanus al posto del succo di pandano.

Varianti
A differenza degli altri paesi ove le torte al pandano non hanno guarnizioni, quelle Filippine vengono spesso insaporite con il cocco e prendono il nome di buko pandan cake o coconut pandan cake, che vengono cucinate usando noci di cocco giovani (buko) o macapuno.





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Tavuk göğsü

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Il tavuk göğsü (in turco: tavukgöğsü, ovvero "petto di pollo"), è un dolce turco a base di latte e petto di pollo triturato.

Cenni storici
Il piatto è molto simile al biancomangiare, un piatto che era popolare nelle tavole dell'alta borghesia europea, e menzionato nei Racconti di Canterbury. Tuttavia, a differenza del tavuk göğsü, il biancomangiare darà origine a diverse varianti consumate in Europa e America Latina. In epoca ottomana il tavuk göğsü fu una delle prelibatezze più celebri fra i sultani, che erano soliti mangiarlo nel Palazzo di Topkapi. Oggi è considerato un piatto tipico della Turchia.

Caratteristiche e preparazione
La versione tradizionale del tavuk göğsü presenta il petto di pollo bianco, preferibilmente cappone macellato di recente. La carne viene ammorbidita mediante ebollizione e separata in filamenti o rillette molto sottili. nelle ricette moderne la carne del pollo viene talvolta martellata fino a quando questa diviene una polvere fine. Il pollo viene quindi mescolato con latte, zucchero, riso sbriciolato e/o altri addensanti e aromi come la cannella. In seguito, il pudding viene modellato a piacere.


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Sütlü Nuriye

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Sütlü Nuriye (tr. dal turco: "Nuriye con latte") o Nuriye tatlısı ("Nuriye dolce") è un dessert della cucina turca molto simile al baklava. La differenza fondamentale è che il nuriye è ricoperto da uno sciroppo di zucchero con latte e ha un aspetto luminoso e brillante. Poiché ha più latte che sciroppo, è più leggero del baklava e di altri dolci turchi di impasto con sciroppo.


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Ptasie mleczko

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I ptasie mleczko (in polacco ptaɕɛ mlɛtʂkɔ), letteralmente "latte di uccello", sono cioccolatini ripieni di spumosa meringa o soufflé al latte tipici della Polonia. Si tratta di uno dei dolci di cioccolato più conosciuti della Polonia, che detiene dei diritti esclusivi per il nome. La parola "ptasie mleczko" viene anche usata per riferirsi a caramelle al gusto di vaniglia, panna, limone o cioccolato.
In epoca sovietica, tale specialità si è anche diffusa in Russia, dove il dolce è stato rinominato ptichye moloko (in russo: птичье молоко, traslitterato: ˈptʲitɕjɪ məlɐˈko), ovvero latte di uccello, e riadattato sotto forma di caramelle e torte soufflé. Il dolce mantiene intatta la stessa etimologia nelle altre nazioni in cui si diffuso ovvero l'Ucraina, dove vengono prodotti i ptashyne moloko (in ucraino: пташине молоко) e la Moldavia, dove sono diffusi i lapte de pasăre.

Etimologia
"Ptasie mleczko" significa letteralmente "latte di uccello" o "latte del gozzo", una sostanza prodotta da alcuni uccelli per nutrire i loro piccoli. Tuttavia la vera origine del nome è da ricercarsi nell'Antica Grecia, dove l'idioma "latte di uccello" veniva usato per indicare una "delicatezza irraggiungibile". Aristofane parlava di "latte degli uccelli" nei drammi Gli uccelli e Le vespe per indicare una rarità proverbiale. L'espressione si trova anche nella Geografia di Strabone, dove l'isola di Samo viene descritta come un paese benedetto a cui "coloro i quali ne tessono le lodi non esitano ad applicarle il proverbio: produce anche latte di uccello". Un'espressione simile, il lac gallinaceum ("latte di pollo" in lingua latina) fu poi usato da Petronio e Plinio il Vecchio come termine per indicare una grande rarità. L'idioma divenne più tardi comune in molte lingue e apparve nei racconti popolari slavi. In una di queste favole, la principessa mette alla prova l'ardore e l'intraprendenza del suo pretendente inviandolo nel deserto per trovare il latte d'uccello, che sarebbe l'unico lusso che le manca. In una fiaba di Aleksey Remizov (che ha scritto molte imitazioni dei tradizionali racconti popolari slavi) la leggendaria creatura alata Gagana produce latte.

Storia
Jan Wedel, proprietario dell'azienda polacca E. Wedel, preparò il primo ptasie mleczko nel 1936. Secondo la storia ufficiale dell'azienda, l'ispirazione di Wedel per il nome della confetteria proviene dai suoi viaggi in Francia, quando si chiese che cosa avrebbe potuto portare maggiore felicità a un uomo che avesse avuto già tutto. Avrebbe risposto alla sua domanda affermando "forse solo latte per uccelli".
In Russia, il ptichye moloko era originariamente un tipo di caramella introdotto nel 1967 a Vladivostok e nel 1968 dalla Rot Front di Mosca. La caramella ebbe successo e la sua produzione di massa iniziò nel 1975 dalla fabbrica di dolci Krasny Oktyabr di Mosca.
Nel 1978, la famosa caramella venne trasformata in una torta da Vladimir Guralnik nel Ristorante Praga di Mosca. Questo era un pan di spagna leggero riempito con un soufflé arioso e condita con glassa di cioccolato. Una caratteristica distinta della ricetta russa è l'uso dell'agar agar al posto della gelatina come agente addensante in quanto esso resiste alle alte temperature necessarie per raggiungere la consistenza ottimale del soufflé. La ricetta venne rapidamente copiata da altri ristoranti di Mosca, come Moskva, Budapesht e Ukraina. Negli anni ottanta, nel quartiere di Čerëmuški, a sud di Mosca, venne costruita una fabbrica che produceva torte di ptichye moloko. Oggi, le torte e le caramelle di ptichye moloko sono diffusissime in tutta la Russia e la fortuna dei dolci al cioccolato si è diffusa anche all'estero in diverse varianti. Fra le aziende che producono prodotti correlati ai all'infuori della nazione russa vi sono l'estone Kalev, che produce le linnupiim, e la moldava Bucuria, che prepara le lapte de pasăre, da non confondere con l'omonimo dolce rumeno.


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Girella

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La Girella è una merendina immessa sul mercato italiano da Motta nel 1973. È una delle merendine da più tempo presenti nel comparto, spesso associata al Buondì, immesso anch'esso in commercio da Motta dal 1953, ed è stata definita la "prima merendina culturalmente rivoluzionaria".

Storia
Dopo che la SME, finanziaria del settore agroalimentare di proprietà dell'IRI, rilevò il controllo di Motta nel 1968, e poco dopo, nel 1970, il 50% del capitale di Alemagna (sua tradizionale rivale nel settore dolciario e alimentare italiano ed ancor più nell'industria artigianale milanese), fu deciso da parte della società delle Partecipazioni Statali lo sviluppo del settore dei prodotti da forno a consumo a continuativo (le cosiddette monodose), fino ad allora considerato solo come d'accompagno alla colazione al bar (in origine il Buondì era stato creato proprio per questo) che potesse essere alternativo alle merende abitualmente consumati dai ragazzi fino ad allora quasi esclusivamente basate su brioche tradizionali e prodotti e snack a base di cioccolato.
Considerate un prodotto "di nicchia" nei primi anni settanta,[5] il mercato delle merendine cominciò ad espandersi proprio grazie agli investimenti messi in campo nel settore dalla SME, divenuta presto in quegli anni tra i leader indiscussi del settore (ed anche nel decennio successivo: nel 1982 Sidalm deteneva una quota pari al 22,8% del mercato delle monodose; e a conferma di ciò, nel 2012 è stato pubblicato un libro, Correva l'anno della Girella in cui gli autori, facendo un'analisi delle abitudini di quel periodo, mettono in evidenza come chi ha vissuto la propria adolescenza in quell'epoca storica si trovi disorientato rispetto agli usi e costumi delle nuove generazioni, e pongono la Girella prodotta all'epoca come una delle cose maggiormente rimpiante da chi era giovane di quei tempi), che portarono via via ad una diffusione sempre più frequente di questo genere di alimenti dolciari tra gli adolescenti (e non solo) dell'epoca. Soprattutto dopo che SME operò nel 1976 la fusione tra Motta ed Alemagna in Unidal (operazione rivelatasi subito fallimentare e che comportò lo scioglimento della società dopo solo un anno dalla sua costituzione, e le cui attività nel settore dolciario furono rilevate da Sidalm nel 1977, altra società del gruppo SME), furono immesse sul mercato, oltre a Buondì e Girella, numerose nuove merendine monodose a marchio Motta e Alemagna. Tra queste, tra la fine del 1979 e l'inizio del 1980 vi fu la versione ricoperta al cioccolato di Girella (fino ad allora prodotta solamente nella versione farcita con strati di nocciola al suo interno), comunemente nota come Girella Ricoperta, commercializzata esattamente per un decennio fino all'inizio del 1990; in quello stesso anno vi fu l'inizio della privatizzazione del settore dolciario della SME, con lo scioglimento di Alivar (società che nel 1986 aveva rilevato da Sidalm la gestione di tale comparto), e la costituzione di Nuova Forneria, una joint venture tra SME, Barilla Dolciaria e Ferrero che rilevò il segmento delle merendine Motta. Successivamente la società sarà acquisita nel 2002 dal gruppo Bistefani, a sua volta interamente rilevato nel 2013 da Bauli, da quel momento in poi produttrice e titolare di Girella.
Nei mercati al di fuori di quello italiano, Girella viene commercializzata da Bauli International, divisione operativa estera del gruppo veronese, con il marchio Bauli e non Motta (stessa cosa avviene per il Buondì).

Campagna pubblicitaria
Memorabili sono state le campagne pubblicitarie che hanno reclamizzato Girella tra la fine degli anni settanta e gli inizi degli anni ottanta: fu creata una vera e propria serie fumettistica (che compariva puntualmente in ogni edizione dei giornali per ragazzi dell'epoca) chiamata Le Avventure di Toro Farcito, dove il protagonista era un capo tribù pellerossa (il cui nome richiamava il noto Toro Seduto), il quale aveva il compito di difendere il suo accampamento dal cowboy chiamato Golosastro, che dopo aver divorato quantità industriali di Girella ed esser "quasi rimasto a secco" voleva entrare nella Valle della Buona Merenda con lo scopo di rubare quelle dei membri della tribù indiana. Ogni volta il Golosastro veniva sconfitto e scacciato, mentre Toro Farcito consumava la Girella meritatamente conquistata sul campo come trofeo esclamando lo slogan: "la morale è sempre quella, fai merenda con Girella". La serie reclamistica fu contemporaneamente realizzata anche in spot pubblicitari televisivi che erano dei veri e propri cortometraggi di cartoni animati, realizzati dal disegnatore e animatore Guido Manuli, con tanto di jingle del celebre slogan preparato dal maestro Gianfranco Tadini.

Valori nutrizionali
I valori nutrizionali della Girella sono i seguenti, per 100 g di alimento:
  • Carboidrati 57 g
  • Proteine 5,8 g
  • Grassi 12 g
  • Valore energetico 372 kcal (1 564 kJ)


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