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Pavlova

Una pavlova per la cena di Natale decorato con semi di melograno.


La pavlova è una torta della Nuova Zelanda e dell'Australia.
Secondo l'ipotesi più accreditata questo dolce è stato creato nel 1926, dallo chef di un hotel a Wellington, in Nuova Zelanda, in onore della ballerina Anna Pavlova. L'attribuzione dell'invenzione tuttavia non è certa, e alcune ricerche suggeriscono che possa essere nata in Australia nello stesso periodo.
Costituita da un base di meringa, un ripieno di panna e frutta, è un dolce molto appariscente consigliato soprattutto per le grandi occasioni. Gli ingredienti possono variare in base ai gusti personali e alla stagione.


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Frog cake

Frog cake di colore rosa, verde e marrone



Il frog cake è un dessert a forma di testa di rana con la bocca aperta, a base di pan di spagna e crema e ricoperta di glassa. Fu creata dalla pasticceria Balfours nel 1922, ed in breve tempo divenne molto popolare, soprattutto in Australia Meridionale. Originariamente le frog cakes erano disponibile esclusivamente di colore verde, ma col tempo furono aggiunte alle varie opzioni anche frog cake di colore marrone e rosa. Da allora sono state sviluppate numerose varianti, incluse alcune varietà stagionali (come le versioni "pupazzo di neve" e pulcino pasquale"). Il frog cake è stato descritto come "unicamente sud-australiana", al punto di essere impiegata anche nella promozione del turismo. Come riconoscimento della sua importanza culturale per la nazione, nel 2001 il frog cake è stato elencato come una delle icone dell'Australia Meridionale dal National Trust of South Australia.



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Torcolo di San Costanzo

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Il torcolo di san Costanzo è un tipico dolce di Perugia, che viene preparato per il giorno della festa di san Costanzo, uno dei patroni della città, il cui martirio è commemorato il 29 gennaio. Si tratta di un dolce che, come la ciaramicola, è a forma di ciambella. 

Ingredienti
Dosi consigliate per 4 persone:
  • 700 g di farina
  • 350 g di acqua
  • 200 g di zucchero
  • 200 g di cedro candito
  • 90 g di strutto
  • 250 g di uvetta sultanina
  • 300 g di pinoli
  • 1 uovo
  • 25 g di lievito di birra
  • semi di anice a piacere
Preparazione
Versare la farina a fontana in un contenitore concavo, al centro sgretolarvi il lievito ed impastare il tutto con acqua tiepida. Lavorare il composto per qualche minuto fino ad ottenere una consistenza omogenea simile alla pasta del pane. Riporre l'impasto a lievitare in un luogo caldo ed asciutto finché non avrà raddoppiato il suo volume.
Una volta lievitato, mettetelo su una spianatoia e iniziate a lavorarlo con le mani. Aggiungete il cedro candito, l'uvetta, i pinoli, lo strutto, lo zucchero e i semi di anice. Lavorate l'impasto per dieci minuti, arrotolatelo e ponetelo in una tortiera ben imburrata. Riponete la tortiera in un luogo caldo a lievitare per circa tre ore.
Una volta ottenuta la giusta lievitatura, indorare la superficie con il rosso d'uovo ed infornare a 180 °C per circa 45 minuti.

Consumo
Il dolce originariamente veniva preparato soltanto per il giorno della festa di San Costanzo, che la Chiesa cattolica ricorda il 29 gennaio.
Oggi è possibile acquistarlo nei forni e nelle pasticcerie della città tutto l'anno.

Storia
Nel Cinquecento, il giorno della festa del santo, le ricche congregazioni ne comperavano ingenti quantità per distribuirlo ai poveri. Pare inoltre che si svolgesse tra i fornai della città una seria competizione, i cui prodotti poi venivano offerti ai passanti. Oggi in occasione della festa patronale a Borgo XX Giugno - la via che si trova nelle immediate vicinanze della Chiesa dedicata al Santo - è allestita la storica Fiera Grande, mostra mercato con banchi di prodotti tipici e artigianato, mentre in Corso Vannucci, davanti a Palazzo dei Priori, e nel quartiere di Monteluce, sono distribuite fette di torcolo preparate dai fornai e pasticcieri della città.

Curiosità
Secondo la tradizione popolare se il 29 gennaio, le ragazze nubili si recano nella chiesa di San Costanzo ed hanno l'impressione che l'immagine dipinta del santo strizza loro l'occhio, si sposeranno entro l'anno. Ricorre a tal proposito anche un detto:
«San Gostanzo da l occhio adorno, famme l occhiolino sinnò n ci artorno.»
Un'altra curiosità riguarda la particolare forma a ciambella del dolce: essa sembra rifarsi alla corona di fiori che fu apposta sul corpo ricomposto del santo, dopo la decapitazione, mentre cinque tagli obliqui impressi sulla superficie della ciambella rappresentano le porte di accesso ai cinque rioni del centro storico di Perugia: Porta Sole, Porta San Pietro, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta Sant'Angelo.


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Nutella cookies

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I Biscotti di Pasta Frolla con Nutella sono un'idea gustosa per iniziare con energia la tua giornata.
Questa ricetta unisce la bontà della Nutella alla facilità della pasta frolla così da ottenere degli squisiti biscotti da conservare per le situazioni più diverse. Per la prima colazione innanzitutto ma anche per un elegante tè.
Prova poi a dargli una bella forma tondeggiante: il risultato sarà ancor più di soddisfazione. E che dire del ripieno? Una vera...sorpresa!
Puoi presentare questi biscotti spolverizzati con lo zucchero a velo o con del cacao. Oppure puoi incartarli con della carta trasparente e un nastro colorato e regalarli a qualcuno (raddoppia però le dosi, così potrai gustarti quelli che avanzano...).

 
INGREDIENTI

- 100 gr. Farina
- 1 pizzico Sale
- 50 gr. Burro
- 40 gr. Zucchero a Velo
- 1 Tuorlo
- Nutella qb.



COME PREPARARE i Biscotti di Pasta Frolla con Nutella
  1. Prepara la pasta frolla con le dosi indicate qui sopra.
  2. Stendi l'impasto, su un piano infarinato dopo averlo lasciato riposare in frigorifero.
  3. Ritaglia con un bicchiere dei dischi di circa 5mm di altezza.
  4. Metti un cucchiaio di Nutella al centro di ogni dischetto.
  5. Copri con un altro disco e sigilla i lati con i rebbi di una forchetta.
  6. Metti i biscotti su una teglia coperta di carta da forno.
  7. Inforna a 180° per 12 minuti.



I MIEI CONSIGLI
  • Servi questi biscotti spolverizzati con dello zucchero a velo oppure decorati con ciuffetti di panna montata.
  • La cottura dipende molto da forno a forno, presta attenzione e tirali fuori quando saranno leggermente dorati.
  • Come alternativa puoi farcire questi biscotti anche con la marmellata o la crema pasticcera se non ami la nutella.


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Babka

Babka, Múnich, Alemania, 2013-04-01, DD 01.JPG


La babka, o bobka, conosciuta anche come baba, è una torta lievitata.


Versione cristiana

La babka è una torta spugnosa, dall'impasto simile a quello delle brioche, prodotta soprattutto nell'Europa orientale. Di solito non ha alcun ripieno, ma viene ricoperta con una glassa alla vaniglia o al cioccolato e decorata con mandorle o frutta candita, o anche con l'aggiunta di rum.
Viene preparata tradizionalmente per la domenica di Pasqua in Polonia, Bulgaria, Macedonia, Albania e Ucraina e per le principali festività (Natale, Pasqua, Capodanno, Pentecoste) in Romania.


Versione ebraica

Un'altra versione della babka è associata alla tradizione della Pasqua dell'ebraismo est europeo. Questa babka viene realizzata con due strati intrecciati di pasta, e cucinata in una teglia alta da pane. Invece della frutta, in questo caso l'impasto può contenere cannella o cioccolato. La babka viene di solito riempita con la streusel. Un dolce simile chiamato kokosh è altrettanto famoso nella pasticceria ebraica. Anche il kokosh ha le varianti con cannella o cioccolato, ma è più basso e largo della babka, e non viene né intrecciato né riempito con la streusel.
Babka di questo tipo sono diventate popolari nelle città dell'America del Nord con una numerosa presenza ebraica, fra cui Montréal, New York, Chicago, Miami e Toronto.
C'è inoltre una variante ebraica dell'Est Europa che viene preparata durante la Pasqua ebraica al posto del pane. In genere questa versione non è dolce e viene cucinata con pane azzimo sbriciolato, uova e sale. Alcuni ebrei polacchi chiamano delle frittelle simili ai pancake, fatte con questi ingredienti, bubbeleh, nome simile a babka.


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Torta Barozzi

Torta Barozzi.jpg




«...Si presenta come una piccola zolla di terra e come una zolla si sbriciola... È un incantevole mistero fatto di mille aromi che confondono il palato in una sinfonia di dolcezza... »
(Michele Serra)


Storia

Venne creata, col nome di "torta nera", alla fine del XIX secolo da Eugenio Gollini, il quale nel 1887 aveva aperto una pasticceria nel cuore della cittadina modenese.
Si racconta che Gollini amasse sperimentare dolci complessi, perfezionando le sue creazioni di giorno in giorno. Finalmente la Torta nera venne definita nella sua attuale ricetta, divenendo nel giro di poco tempo uno dei simboli di Vignola, come la Rocca o il Palazzo Boncompagni. La Pasticceria iniziò ad essere frequentata non solamente dai vignolesi, ma anche da persone venute da fuori per assaggiare la famosa torta.
Nel 1907, durante il quarto centenario della nascita di Jacopo Barozzi, detto "il Vignola", venne ribattezzata in "Pasta Barozzi", che divenne in seguito "Torta Barozzi".


Marchio

Nel 1948 il nome della "Torta Barozzi" venne tutelato da Eugenio Gollini, omonimo nipote dell’inventore, che ne registrò il nome ed il marchio, regolarmente rinnovato ogni vent’anni. Per la storia del prodotto, e per quest’ultimo motivo, più che di dolce tradizionale, si può parlare di “dolce storico” di Vignola, pur essendo una delle ricette più comunemente imitate nelle case di tutta la zona del modenese.


Fama

L’originalità della ricetta consiste in una sapiente proporzione di arachidi (l’ingrediente principale della torta), mandorle, cacao e caffè, anche se gli esatti quantitativi ed il preciso metodo di preparazione rimangono tutt’oggi un segreto custodito gelosamente dagli eredi di Gollini.
Il nome della torta è andato rapidamente diffondendosi in tutta la provincia e anche in buona parte della regione. Numerose sono le famiglie modenesi che vantano di essere in possesso di ricette, anch’esse rigorosamente "segrete", più o meno simili all'originale Torta Barozzi. Anche le pasticcerie di quasi tutta la zona generalmente vendono preparazioni molto simili, ma mai esattamente identiche, vendute solitamente come "torta TIPO Barozzi", per ovvi motivi di marchio, e lo stesso avviene anche nei ristoranti. Negli ultimi anni anche le gelaterie hanno incominciato a produrre il gusto "torta Barozzi".
Nel film TV Solo desserts, girato nel 2004 dal regista inglese Kevin Connor, il protagonista è un cuoco del Bronx, di origine italiana, che partecipa ad una gara di cucina per salvare la pasticceria di famiglia. Vincerà grazie alla sua preparazione della torta Barozzi e alla fiducia in sé stesso.


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Pasticciotto

pasticciotti leccesi mignon


Il pasticciotto è un dolce tipico della zona del Salento in Puglia, composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno.
La nascita del pasticciotto risale almeno all'inizio del Settecento, e da allora ad oggi sono state proposte tante varianti a questo dolce che ha contribuito a rendere famosa la tipica cucina salentina. Spennellato di albume d'uovo prima della cottura in forno, il pasticciotto raggiunge la sua tipica doratura ambrata e lucida. Va consumato ancora caldo per rendere al palato tutte le migliori peculiarità del suo sapore: il profumo della crema e la consistenza della pasta frolla appena sfornata.
La tradizionalità del prodotto è assicurata dalla provenienza locale delle materie prime e dal metodo di produzione che avviene secondo tradizioni familiari che ne conservano tutte le caratteristiche qualitative. È tipica abitudine dei salentini consumare questo dolce appena sfornato e ancora caldo durante le prime ore della giornata per la prima colazione.


Varianti

Oltre ad essere preparato nella sua classica forma di un piccolo tortino ovale, esiste anche nella forma di una torta rotonda, la torta pasticciotto che è molto simile alla torta basca (o pastel vasco o gateau basque), dolce tipico dei Paesi Baschi. Di questa torta esiste anche una variante napoletana, il pasticciotto napoletano nel ripieno del quale è presente anche dell'amarena oltre alla classica crema.
Inoltre oggi si trovano in commercio anche il pasticciotto profumato all'arancia, il pasticciotto con crema pasticcera e marmellata di amarene, il pasticciotto con crema al cioccolato e il pasticciotto nero di pasta folla al cacao con all'interno o crema gianduia o crema al cioccolato o crema pasticcera e pezzetti di cioccolato.
Derivato del pasticciotto invece è il fruttone, composto da una base di pasta frolla ripiena di pasta di mandorle fresca e marmellata (di mele cotogne nella versione classica oppure di altra frutta) e il tutto ricoperto da uno strato di cioccolato fondente. A differenza del pasticciotto, il fruttone va servito freddo. Anche del fruttone esiste la versione a torta.


Cenni storici

La prima fonte documentale che testimonia dell'esistenza del pasticciotto nella foggia corrente risale al 1707: come si scopre nell'archivio della Curia Vescovile di Nardò, nell'inventario redatto il 27 luglio 1707 in occasione della morte di Mons. Orazio Fortunato, tra le altre masserizie compaiono: «barchiglie di rame da far pasticciotto numero otto».
Trascurando quanto sopra, la tradizione invece colloca la nascita del pasticciotto nel 1745 a Galatina nella bottega pasticciera della famiglia Ascalone durante le festività di San Paolo, guaritore delle tarantate. Secondo questa versione, Nicola Ascalone si arrovellava per inventare una novità che potesse risollevare la critica situazione economica della bottega e tra una torta e un dolce si ritrovò un impasto e un po' di crema non sufficienti per cuocere un'altra torta. Decise allora di utilizzare questi resti ponendoli in un piccolo recipiente di rame facendone una piccolissima torta di crema che lui stesso definì un pasticcio. Mise ugualmente il pasticcio nel forno e lo regalò ancora caldo a un passante. I complimenti e le lodi si sprecarono. Il pasticcio risultò veramente ottimo e l'uomo ne volle qualcuno da portare in famiglia. Nacque così il "pasticciotto de Lu Scalone". Il successo fu immediato e la voce si sparse in provincia. Il pasticciotto divenne da quel giorno un dolce tipico del Salento.
La città di Lecce lo ha riconosciuto come dolce tipico leccese ed è presente nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali redatto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (ai sensi dell'art. 8 del D.Lgs. 30 aprile 1998, n. 173).

Curiosità

  • Oggi il termine pasticciotto è anche usato per definire un uomo dai modi pacati e un po' sovrappeso.
  • La materia grassa per l'impasto della pasta frolla deve essere rigorosamente lo strutto e non margarina o burro, in quanto all'epoca della sua nascita, alla fine del Settecento, i prodotti che venivano usati dai contadini e dalle massaie, erano quelli che si producevano in casa, uova, farina, latte, ed avendo maiali appunto lo strutto.
  • Si dice che il pasticciotto al gusto di crema al limone fosse uno dei dolci preferiti del cantante Frank Sinatra. Il fatto è citato anche in una puntata del reality Il boss delle torte.



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Kinder fetta al latte!!

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Per l'impasto:
3 uova, 125 ml di panna fresca, 125 g di zucchero, 125 g di farina 00, 1/2 bustina di lievito per dolci, 40 g di cacao amaro.


Per la farcitura:
125 ml di panna fresca, 250 g di mascarpone, 40 g di miele.


Procedimento:
Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere la panna fresca liquida e mescolare, unire la farina con il lievito e il cacao setacciato poco per volta, fino ad amalgamare bene il tutto.
Stendere l'impasto su una placca da forno, piuttosto grande, foderata di carta forno, livellando uno strato uniforme.
Cuocere per 20 minuti a 180 gradi (controllare spesso perchè si brucia subito).
Nel frattempo, per la farcitura, montare a neve la panna fredda, a parte mescolare bene il mascarpone con il miele, poi incorporare la panna montata, mescolando delicatamente.
Dividere a metà la base di torta e farcire una metà, spalmando uno bello strato di crema. Richiudere con l' altra metà e mettere nel freezer per almeno 4 ore..


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Panone

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Il Panone è un dolce natalizio tipico della zona di Bologna e in particolare di Molinella (Panone di Molinella De.C.O.). Si tratta di un prodotto da forno ricco di ingredienti, a base di cacao, canditi, cioccolata, uva sultanina. È prodotto tradizionalmente in pani quadrati o rettangolari nel periodo natalizio.
C'è un altro dolce famoso dell'Emilia Romagna famoso nel periodo natalizio quasi alla forma di zuccotto con la variante che all'interno dell'impasto viene messo per l'appunto la zucca.


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Spongata

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La spongata, o spungata, è un dolce tipico del periodo natalizio diffuso in alcune zone delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Massa-Carrara e La Spezia. È un dolce di antiche tradizioni, con molta probabilità di origine ebraica (precisamente portata in Italia da ebrei provenienti dalla Spagna)[3], tanto che la spongata fu inviata in dono al duca Francesco Sforza di Milano nel 1454. I primi luoghi che si contendono la produzione artigianale sono Brescello, Pontremoli, Fivizzano e Sarzana. Famosa è quella di Busseto.
Il nome deriva probabilmente da spongia, spugna, per l'aspetto spugnoso e irregolare della sua superficie.
È una torta con una base di pasta simile alla pasta brisée, riempita con marmellata di mele e pere, frutta candita, pinoli e mandorle, e ricoperta da un secondo strato di sfoglia. Questo strato viene bucherellato fittamente per facilitarne la cottura in forno e infine modellato con uno stampo di legno.


Riconoscimenti di tipicità
La Regione Emilia-Romagna ha ottenuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il riconoscimento dei seguenti prodotti tipici:
  • Spongata di Busseto
  • Spongata di Corniglio
  • Spongata, spunghèda
  • Spongata di Piacenza, spungada, spungheda
  • Spongata di Reggio Emilia
  • Spongata, spunghéda


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Banoffee pie

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La banoffee pie (quache volta italianizzato in torta banoffee) è un dolce inglese a base di banane, panna e toffee (a base di latte condensato bollito o dulce de leche), abbinati a una base di biscotti al burro o ricavata da biscotti al burro sbriciolati.  Alcune versioni della ricetta includono cioccolato, caffè o entrambi gli ingredienti.
Il suo nome, a volte scritto "banoffi", è una parola macedonia che unisce le parole "banana" e "toffee".

Storia
Il credito per l'invenzione della banoffee pie è rivendicato da Nigel Mackenzie e Ian Dowding, rispettivamente proprietario e chef dell'Hungry Monk Restaurant di Jevington, nell'East Sussex. Essi sostengono di aver sviluppato il dessert nel 1971 modificando una ricetta americana inattendibile che si sarebbe dovuta nominare "Blum's Coffee Toffee Pie", contenente del soffice caramello preparato bollendo una lattina di latte condensato non aperta per diverse ore. Dopo aver apportato vari cambiamenti, tra cui l'aggiunta di mele o mandarini, Mackenzie propose l'aggiunta di banane. Dowding in seguito dichiarò che "capimmo subito di aver fatto bene". Mackenzie propose il nome "Banoffi Pie" e il piatto divenne così popolare tra i suoi clienti che i due ristoratori "non poterono toglierlo" dal menù.
La ricetta fu pubblicata in The Deeper Secrets of the Hungry Monk del 1974, e ristampata nel libro di cucina del 1997 In Heaven with The Hungry Monk. Dowding dichiarò che il suo "cucciolo odia la base di briciole biscottate e quell'orribile crema spray". Era inoltre il pudding preferito di Margaret Thatcher.
La ricetta venne in seguito adottata in molti altri ristoranti in tutto il mondo. Nel 1984, un certo numero di supermercati iniziò a venderla facendo credere che fosse una ricetta americana. Ciò spinse Nigel Mackenzie a offrire un premio di 10.000 dollari statunitensi a chiunque avesse potuto smentire la loro pretesa di essere stati gli inventori inglesi del dolce.
"Banoffee" è un lemma che fa parte della lingua inglese e descrive qualsiasi cibo o prodotto che abbia il sapore o l'odore di banana e caramello. Una ricetta per la torta, che contiene una base di biscotti sbriciolati, viene spesso stampata su scatole di latte condensato della Nestlé, sebbene quella ricetta preveda che il contenuto della lattina venga bollito con burro e zucchero aggiuntivi invece che nella lattina chiusa (presumibilmente per motivi di sicurezza).
La banoffee pie sarebbe dovuta essere servita al presidente degli Stati Uniti Donald Trump e al leader nordcoreano Kim Jong-un durante il loro incontro al vertice del marzo 2019, ma non lo fu quando la riunione terminò bruscamente.


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Subak-hwachae

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Il subak-hwachae (수박 화채) è una varietà di hwachae (un tipico punch coreano) a base di anguria. Questo alimento rinfrescante viene spesso consumato durante l'estate in tutta la Corea.

Preparazione
Per preparare il subak-hwachae bisogna tagliare a metà un'anguria. La polpa del frutto viene quindi rimossa, tagliata a cubetti e privata dei semi. In seguito, ai cubetti di anguria vengono aggiunti pezzetti di altri frutti a piacere, ghiaccio e vari dolcificanti (succo di anguria, zucchero e miele). La bevanda può anche essere diluita con acqua e resa alcolica con l'aggiunta di soju. La scorza dell'anguria che è stata scartata durante la preparazione può essere utilizzata come scodella.


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Gelo di mellone

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Il gelo di mellone (gelu di muluni in siciliano), anche detto gelo d'anguria, è un tipico dolce al cucchiaio siciliano, tradizionalmente preparato a Ferragosto.

Etimologia
L'ingrediente principale è l'anguria e la fuorviante denominazione "gelo di mellone" deriva dall'impropria traduzione del termine "muluni" che in siciliano significa appunto "anguria".

Preparazione
Preparare il succo d'anguria mediante lo schiacciamento della sola polpa in un setaccio, oppure in un passatutto, così da ottenere un poltiglia semi-liquida, priva dei semi.
Versare il succo in una casseruola bassa e larga, poi aggiungendo la frumina a piccole dosi, ben mescolando in modo da non formare grumi, quindi incorporare lo zucchero.
Una volta ottenuto un composto omogeneo, porre la casseruola a fuoco basso e lasciarla per il tempo necessario a sobbollire, sempre mescolando con un cucchiaio di legno, oltre a qualche minuto per restringere e addensare.
Togliere dal fuoco e con un mestolo inserire il composto nello stampo o negli stampini, generalmente di forma tronco-conica, lasciandolo raffreddare e compattare a temperatura ambiente e poi metterli in frigo per almeno un paio d'ore.

Ingredienti
  • Succo d'anguria 1 l
  • Zucchero semolato 100 g (N.B.: la quantità di zucchero varia sensibilmente in rapporto alla dolcezza del frutto)
  • Frumina (amido di grano) 80 g

Varianti
Moltissime sono le diversità nella preparazione del composto che, a seconda della zona o delle tradizioni familiari, possono contemplare l'aggiunta di vari ingredienti, tra i quali chiodi di garofano, cannella, fiori di gelsomino e la granella di cioccolato amaro; quest'ultima per imitare la presenza dei semi d'anguria.


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