Il Caffè Michelangiolo a
Firenze si trova in via Cavour al civico 21.
Dalla seconda metà dell'Ottocento fino
al 1920 circa fu un luogo di animatissime discussioni sia d'ordine
artistico che politico, un sodalizio d'artisti, quasi tutti toscani,
che dopo il 1860, anima vivacemente il panorama artistico italiano e
che ha contribuito in modo decisivo al rinnovamento dell'estetica
pittorica tradizionale. In particolare qui si ritrovavano i giovani
artisti in rivolta con l'arte accademica della vicina San Marco. Per
la loro maniera di dipingere con larghe macchie di colori puri
vennero definiti Macchiaioli.
Si davano qui convegno Silvestro Lega,
Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani, Adriano
Cecioni, Diego Martelli, Angiolo Tricca, Ferdinando Buonamici, ecc.
Il Cecioni dipinse anche un quadro che ritraeva l'interno del caffè.
Successivamente alla chiusura, i
letterati del Caffè Le Giubbe Rosse (Papini su tutti) apposero sul
muro del vecchio Caffè una lapide, visibile ancora oggi, per
omaggiare quello che è stato il primo Caffè letterario di Firenze.
Oggi il Caffè ospita il Museo Leonardo
da Vinci Firenze ma rimane ancora attivo artisticamente promuovendo
mostre ed eventi culturali legati alla memoria storica e al pensiero
contemporaneo che qui i Macchiaioli e gli altri frequentatori
produssero dal 1848 al 1861.
Parallelamente agli eventi esce la
rivista NOI al Caffè Michelangiolo che tratta i temi storici,
politici ed artistici che caratterizzarono il Caffè a metà
Ottocento.
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