Bejgli
Aprire una pasticceria è un business profittevole ?
Dipende che tipo di pasticceria hai un mente e in quale città e zona vuoi aprirla. Dipende dalla tua esperienza nel ruolo e se hai mai gestito o sai gestire una pasticceria. Dipende se hai bisogno di dipendenti e quali, se hai soci e in cosa danno valore aggiunto. Soprattutto, però, dipende dal mercato e da come hai intenzione di muoverti al suo interno. Le variabili da considerare sono così tante che diventa difficile darti una risposta di valore.
Diciamo che in pasticceria i margini sono mediamente abbastanza alti quindi, per quello che alla fine potresti mettere in tasca, potrebbe essere profittevole ma anche questo dipende. Mi spiace non averti potuto dare una risposta più soddisfacente ma ogni idea deve essere valutata singolarmente per avere un punto di vista almeno accettabile.
Il consiglio che posso darti è: approfondisci la tua idea. Prendi carta e penna, inizia a rispondere ai "dipende" che trovi in questa risposta e ampliali cercando di avere un punto di vista più specifico. Ti assicuro che soltanto facendo così potrai trovare già da solo una prima risposta soddisfacente. Poi, se vorrai fare le cose seriamente, ti consiglio di contattare un professionista.
Kurtőskalács
Palacinta
Torta Dobos
Túró Rudi
Panettone
- Messer Ulivo degli Atellani, falconiere, abitava nella Contrada delle Grazie a Milano. Innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio, si fece assumere dal padre di lei come garzone e, per incrementare le vendite, provò a inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro, miele e uva sultanina. Poi infornò. Fu un successo strabiliante, tutti vollero assaggiare il nuovo pane e qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.
- Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili del circondario, ma il dolce, dimenticato per errore nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: «Con quanto è rimasto in dispensa – un po' di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta – stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete portarlo in tavola». Il cuoco acconsentì e, tremante, si mise dietro una tenda a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto: «L'è 'l pan del Toni». Da allora è il "pane di Toni", ossia il "panettone".
- Acqua
- Farina 0
- Sale
- Uova fresche e/o tuorli pastorizzati
- Latte
- Burro
- Zucchero
- Frutta candita (in particolare arancia e cedro)
- Uvetta sultanina
- Vaniglia
- Lievito naturale
- Preparazione del lievito naturale.S'intende per "lievito naturale" un impasto costituito da acqua e farina di frumento, acidificato dalla attività fermentativa di lieviti e batteri lattici derivanti dalla madre. S'intende per "madre" una porzione d'impasto di lievito naturale prelevata da una lavorazione precedente che funge da innesto microbico.
- Preparazione degl'impasti lievitati.La quantità degli ingredienti, la successione delle aggiunte dei vari ingredienti, il numero di impasti e le condizioni di lievitazione (tempo, temperatura, umidità) che si adottano per ottenere l'impasto finale dipendono dalla scelta del produttore. Tale discrezionalità, che è basata sulla esperienza e tradizione di ogni produttore, contribuisce a creare quella varietà di gusti, aromi e strutture che costituiscono la peculiarità e la ricchezza della produzione artigianale.1° impastamento → sosta di lievitazione → impasto lievitato → 2° impastamento → sosta di lievitazione → impasto lievitato.
- Formatura.La fase di formatura condiziona l'ottenimento dell'aspetto finale del prodotto; viene tradizionalmente realizzata attraverso le seguenti operazioni: spezzatura, cioè porzionatura dell'impasto finale lievitato; “pirlatura”, cioè arrotondamento delle porzioni d'impasto; posa dei “pirottini”, cioè deposizione dell'impasto negli stampi di cottura.
- Lievitazione finale.La lievitazione finale si realizza nello stampo di cottura in condizioni di tempo, temperatura ed umidità dipendenti dall'esperienza personale dell'artigiano; durante la lievitazione si opera la “scarpatura” che consiste nell'incidere la superficie superiore dell'impasto con un taglio a forma di croce.
- Cottura.La cottura è di circa 50 minuti a 190° per pezzatura da 1 kg.
- Raffreddamento.
In questa fase è previsto il capovolgimento del prodotto. Al termine del raffreddamento viene stampata o punzonata la data sul pirottino in maniera indelebile.
- non meno del 20% in peso sul prodotto di uvetta sultanina, scorze di arancia candite e cedro candito sull'impasto;
- non meno del 10% in peso di materia grassa butirrica sull'impasto.