RSS

Torta paesana

Risultati immagini per Torta paesana


La torta paesana detta anche torta nera, torta di latte, torta di pane o michelacc (ovvero mica e lacc, pane e latte) è un dolce tipico della Brianza e dell'Altomilanese; a Gessate prende il nome di torta paciarella e a Canegrate di torta di Canegrate.
Nata come modo per riutilizzare il pane secco, come molte preparazioni della cucina tradizionale presenta numerose varianti, ma la base è sempre costituita da pane raffermo, latte e cacao, spesso arricchita da amaretti o biscotti di altro genere, uvetta, pinoli, canditi e pan d'anice (pan di spagna aromatizzato all'anice). La si serve soprattutto nelle sagre di paese e durante le ricorrenze del mese di ottobre.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Torta di San Biagio



La torta di San Biagio è un prodotto tipico della tradizione mantovana, precisamente della zona di Cavriana, cucinata in onore del patrono locale San Biagio (3 febbraio).
Viene preparata una frolla amalgamando i vari ingredienti, stendendo la pasta nella la tortiera e versandovi sopra il ripieno. La pasta così composta viene guarnita di altra pasta ritagliata a strisce.
Da gustare con vino passito di Lugana fresco.
La torta si presenta di forma circolare. L'impasto, che non è lievitato, è caratterizzato da una consistenza friabile. Sulla superficie le strisce ricavate dall'avanzo della pasta usata per foderare la tortiera, disegnano dei rombi sotto i quali si può riconoscere il colore bruno del ripieno.
Ingredienti: Per la pasta occorrono farina bianca (500g), strutto (150 g), zucchero (150 g), impastare con vino bianco. Per il ripieno invece è necessario procurarsi delle mandorle tritate (1 kg), dello zucchero (100g), 1 uovo, del cioccolato fondente tritato, succo e scorza di limone, a piacere un liquore tra rum o anice.

Ricetta

Preparate una frolla amalgamando gli ingredienti con l'aggiunta di un po' di vino bianco. Tritate finemente le mandorle ed unitele agli altri ingredienti del ripieno, amalgamandoli ben bene. Stendete 2/3 della pasta e foderatevi la tortiera, quindi versatevi sopra il ripieno, stendendolo bene. Coprite con la pasta rimanente ritagliata a striscioline. Cuocere in forno a 150° per 20 minuti circa. Si suggerisce di gustare questa torta con un passito di Lugana servito fresco.

"Al dì ‘d San Biàs as benedìs la gola e 'l nas". Dal 2 al 4 febbraio si celebra, infatti, nel paese delle colline moreniche si celebra il patrono San Biagio con una manifestazione che ha più di 450 anni e si svolge soprattutto all'insegna dell'enogastronomia.
Il 3 febbraio ha luogo a Cavriana piccolo paese ubicato in provincia di Mantova, un rito antico: la benedizione della gola impartita in chiesa dal sacerdote per mezzo di due candele incrociate sotto il mento. La Torta di San Biagio è il dolce tipico di questa festività. La leggenda vuole che la ricetta sia molto antica e che originariamente la torta a base di mandorle avesse un diametro di oltre tre metri. Questa veniva poi tagliata ed offerta al pubblico convenuto in Piazza Castello.Infatti già nel 1600, dai mandorli di Cavriana si raccoglievano mandorle dal gusto particolare e intenso,merito dell'ameno ambiente collinare,questo frutto veniva da tutti considerato afrodisiaco;nei mesi invernali gli stessi Gonzaga ne acquistavano grandi quantità per deliziare il palato dei nobili di corte. Si racconta che, in quel periodo il re francese Luigi tredicesimo inviò una delegazione di cuochi ed esperti pasticceri nel ducato di Mantova col compito di apprendere nuove ricette da utilizzare a palazzo. I cuochi francesi vennero subito a conoscenza delle mandorle di Cavriana e vollero per tanto fare un sopralluogo proprio nel periodo della centenaria fiera di S. Biagio. La popolazione venutane a conoscenza si animò per cercare di dare una degna accoglienza a questi stranieri, decise di preparare qualcosa di unico da donare alla regina Anna famosa e colta moglie di Luigi tredicesimo. Dalle mani esperte delle donne Cavrianesi e da semplici ingredienti nacque un dolce alle mandorle dal gusto contrastante ma nello stesso tempo equilibrato: rustico come la terra da cui proveniva, raffinato come la sovrana a cui era dedicato. Da allora è consuetudine nei giorni della fiera svolgere il rituale del taglio e del dono della torta a tutti i visitatori: segno che il tempo non cancella le cose fatte con amore e generosità

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Assidat zgougou



L'assidat zgougou o assida zgougou (in arabo: عصيدة الزقوقو) è un dessert tunisino. Viene preparato in occasione della festa del Mouled.
Si tratta di una crema preparata a partire dei semi del pino d'Aleppo. I pinoli, chiamati "zgougou" e da non confondere con i pinoli del pino domestico, vengono puliti e poi schiacciati con dell'acqua e passati al setaccio molto fine.
Il succo cosí ottenuto viene mischiato con della farina di grano e/o, a seconda della ricetta, con dell'amido, aggiungendovi a volte latte concentrato. Viene poi cotto a fuoco lento, continuando a mescolare. Viene aggiunto zucchero velato fino a che la crema non diventa densa, dando cosí alla crema un colore bruno grigiastro, al gusto di resina.
Questa crema viene versata ancora calda dentro delle ciotole e ricoperta con della crema pasticiera a base di latte, amido, zucchero e essenza di fiori d'arancio. Infine viene decorata con mandorle intere o spellate, piccole caramelle o con pinoli.
Molti utilizzano anche vari tipi di frutta secca (pistacchi, noci, nocciole, ecc.) per variare la decorazione sia nella forma che nei colori.
Secondo l'Institut national de la consommation tunisino, 100 grammi hanno circa 600 kcal delle quali oltre la metà sono dovute alla decorazione.
Inizialmente si è trattato di un piatto legato ad un periodo di siccità e pertanto disprezzato come un piatto dei poveri. A partire dagli anni 1970 è tornato come dolce. La tradizione vuole che la ciotola d'assidat venga scambiata tra vicini e i familiari, facendo sì che la decorazione del dolce è altrettanto importante del dolce stesso.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Halva

Risultati immagini per Halva


La parola halva (traslitterata anche come halwa, halvah, halava, helva, halawa, in ebraico חלבה ,in greco Χαλβάς in russo e ucraino халва) deriva dell'ebraico antico e significa dolce. La parola halva si impiega per definire molte varietà di dolci. Questo tipo di dolce è molto popolare da India, Pakistan, Tunisia e Persia, per arrivare al mediterraneo orientale, passando per le cucine dei Balcani. Esistono altri tipi di halva basate sull'impiego di pasta di tahina, una pasta a base di sesamo tipicamente palestinese. Questo tipo è molto più popolare nell'est del Mediterraneo, tra cui la Grecia, dove esistono due tipi diversi di halva. Nei paesi dell'est Europa in Ucraina in particolare è molto diffuso anche l'halva a base di semi di girasole, aromatizzato con diversi gusti; caffè, vaniglia, cacao, in molti casi anche miscelati fra loro come variegati.
La maggioranza delle halva sono confezioni dense elaborate con paste alimentari diverse, e che vengono successivamente addolcite con zucchero o miele. Tuttavia, a partire da questa semplice composizione, si ha un'ampia gamma di varietà di prodotti. Per esempio, la halva di semolino è gelatinosa e quasi semi-trasparente, mentre la halva di sesamo e quella di girasole è secca e leggermente friabile e si scioglie in bocca.
La halva di sesamo è diffusa in Tunisia, Israele, nei Balcani, in Polonia, nel Medio oriente ed in altre zone del mediterraneo orientale. Gli ingredienti principali sono semi di sesamo o pasta di tahini, con zucchero o miele. Altri ingredienti secondari usati nell'elaborazione della halva di sesamo sono il pistacchio (o altra frutta secca), pasta di cocco, succo di arancia (o limone), vaniglia o anche cioccolato.
Per quanto riguarda le tradizioni religiose ebraiche, la halva è quasi sempre considerata adatta (kasher), e poiché non contiene carne o latte può essere tranquillamente consumata dopo un pasto di carne o latticini, rispettando le regole alimentari ebraiche (Kasherut). La halva israeliana solitamente non contiene farina o semolino, ma è fatta con tahina (pasta di sesamo), glucosio, zucchero, vaniglia ed altri aromi naturali.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Tartufo al cioccolato


I tartufi al cioccolato sono dei cioccolatini, tradizionalmente a base di cioccolato fondente, burro, uova e cacao amaro in polvere, con forma tipica a sfera o pallina. Il loro nome deriva dalla somiglianza con i tartufi (funghi).
I tartufi al cioccolato furono inizialmente preparati da Nadia Maria Petruccelli, nel dicembre 1895, ma raggiunsero la popolarità tra il pubblico nel 1902, quando il negozio di cioccolato di Antoine Dufour, in Londra, iniziò a venderli.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Kladdkaka

Risultati immagini per Kladdkaka



La kladdkaka (che in lingua svedese può essere tradotto approssimativamente come torta appiccicosa) è una torta al cioccolato ad impasto morbido e compatto. L'impasto a base di farina, uova, zucchero, burro e cacao viene cotto a 175 °C per circa quindici minuti, in modo che il bordo e la base solidifichino a sufficienza ma il centro mantenga una consistenza morbida e pastosa. Viene servita comunemente con panna o crema alla frutta.
La kladdkaka ha un impasto simile al brownie, ed esistono svariate ricette di altre torte simili a base di zucchero che non fanno uso di lievito (la cui formazione di bolle di gas impedirebbe l'ottenimento della tipica consistenza compatta e pastosa del dolce). Può anche essere preparata usando cioccolato da cucina, che conferisce un colore più chiaro.
A partire dal 2008, il 7 novembre ricorre in Svezia il "giorno della kladdkaka" (giorno successivo al Gustav Adolfsdagen, nel quale si consuma invece il Gustav Adolfsbakelse).

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Bounty


Bounty è una barretta di cioccolato prodotta dalla Mars, Incorporated e venduta in tutto il mondo.
Si tratta di una barretta ripiena al cocco e coperta da cioccolato al latte (venduta in confezione di colore azzurro) o da cioccolato fondente (venduta in confezione di colore rosso), ed è uno dei pochi prodotti a contenere due pezzi in una unica confezione. Le pubblicità televisive del Bounty tendono a ruotare intorno ad ambienti tropicali, con alberi da cocco.
Benché la Mars sia una compagnia statunitense, le barrette Bounty non sono state vendute negli Stati Uniti fino a metà anni novanta. Un prodotto a base di cocco, molto simile al Bounty, di nome Mounds e prodotto dalla Hershey's, infatti era già disponibile sul mercato americano.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Bondepige med slør

Risultati immagini per Bondepige med slør


Bondepige med slør (ragazza con il velo in danese) è un dessert tipico della cucina danese, composto da pane di segale grattugiato, che viene tostato con burro e zucchero e poi spalmato con marmellata o salsa di mele. Sono serviti in bicchieri di vetro o in ciotole coperti con panna montata, decorati con cioccolato grattugiato, mandorle o fragole

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Confetteria Raffaello


Confetteria Raffaello è un marchio commerciale che identifica un prodotto dolciario realizzato e commercializzato dalla società italiana Ferrero SpA a partire dall'anno 1998. Esso consiste in una pralina di forma sferica, composta da una mandorla circondata da una morbida crema, avvolta in un guscio di wafer di cocco e rivestita in noce di cocco.
I confetti Raffaello hanno aspetto molto simile ai Ferrero Rocher, prodotti dalla stessa azienda.
Sono venduti in rotoli contenenti 4 pezzi oppure in scatole.
La grafica del prodotto è rappresentata dal colore bianco con una banda rossa.
Per gli spot della promozioni della Confetteria Raffaello sono stati utilizzati brani noti quali:
  • It's Good to Be in Love - Frou Frou
  • You Make Me Feel Brand New - Simply Red
  • You're the First, the Last, My Everything - Barry White
  • Yolele - Papa Wemba
  • Big Big World - Emilia

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Æbleskiver



Le æbleskiver "Bignè di frittella", chiamate anche "appleskives" sono le tradizionali frittelle danesi dalla caratteristica forma sferica. In danese, il nome significa letteralmente "fettine di mela", sebbene le mele non risultino, generalmente, tra gli ingredienti principali delle varianti contemporanee del dolce. Piuttosto simili nell'aspetto ad un classico pancake europeo che si incontra con il popover americano o con l'inglese yorkshire pudding, le æbleskiver sono nella consistenza come un pancake ma leggere e soffici come un popover. Lo spelling inglese del termine è comunemente aebleskiver o ebleskiver.

Padella per Æbleskiver

Le Æbleskiver vengono cotte sul fornello all'interno di una padella apposita con sette incavi emisferici, disponibile in ambedue le versioni per forno a gas ed elettrico (quest'ultimo necessiterà della padella con il fondo piano). Tali tegami sono generalmente di ghisa, materiale ottimo per la ritenzione termica e, di conseguenza, per un mantenimento ideale del calore. Alternativamente, è possibile utilizzare i tradizionali tegami in rame martellato ma, al giorno d'oggi, essi vengono utilizzati principalmente a fine decorativo.
L'impasto per le æbleskiver è solitamente composto da farina di frumento da unire con latticello, latte o panna, uova, zucchero ed un pizzico di sale. Per risaltarne il gusto, alcune ricette includono ulteriormente, tra gli ingredienti principali, del grasso (generalmente il burro), il cardamomo, la scorza di limone ed un agente lievitante, il più delle volte del lievito chimico ma talvolta anche del comune lievito, per far lievitare la pastella.
L'impasto viene versato negli incavi della padella dopo averli precedentemente unti e, non appena iniziano a cuocersi, le æbleskiver vengono rivoltate con un ferro da maglia, uno spiedo o una forchetta al fine di conferire al dolce la sua caratteristica forma sferica. Tradizionalmente, le aebleskiver venivano cotte con pezzetti di mela (æble) o con un ripieno di purea di mele, ingredienti che tuttavia raramente compaiono nelle varianti moderne di questa specialità danese. Inoltre, è opportuno tener presente il fatto che non sia l'impasto delle aebleskiver ad essere dolce, bensì il modo in cui le aebleskiver vengono tradizionalmente servite: con un ripieno di marmellata di lamponi, fragole, ribes nero o di more e cosparse di zucchero a velo. Le Æbleskiver possono essere acquistate già fritte e surgelate al supermercato, pronte per essere riscaldate al forno.
In Danimarca, le æbleskiver costituiscono un tipico dolce natalizio, da gustare durante il Natale o i giorni precedenti alla festività. Nel mese di Dicembre, vengono spesso assaporate accompagnandole con il gløgg, il tradizionale vin brulé Scandinavo. In Norvegia, i waffles caldi sono più o meno gli equivalenti delle æbleskiver in Danimarca.
Le aebleskiver vengono anche vendute nei mercatini di beneficenza, alle associazioni di Scout, ai locali raduni sportivi e affini, o servite alle feste di compleanno dei bambini, per la loro popolarità e facilità di preparazione. Le associazioni di volontariato, inoltre, possono trarre profitto dal preparare le aebleskiver dalla fase della frittura a quella del congelamento e quindi vendendole, solitamente tre alla volta, condite come abitualmente.
In Nord America, numerosi eventi annuali celebrano le æbleskiver e la cultura danese, tra cui le "Æbleskiver Suppers" (cene a base di aebleskiver) organizzate da chiese e musei, insieme a tantissime altre ricorrenze simili.

Piatti simili

  • Gai daan jai, un simile piatto cinese.
  • Munker, la versione norvegese.
  • Neyyappam, un dolce simile originario del Kerala, usato principalmente come prasadam nei templi.
  • Paniyaram, un piatto simile originario dell'India del Sud, realizzato sia nella variante dolce che in quella salata.
  • Poffertjes, un dolce simile originario dei Paesi Bassi.
  • Popover
  • Takoyaki, una variante salata a base di polpo originaria del Giappone.
  • Unni Appam, un piatto simile originario del Kerala, realizzato sia nella variante dolce che in quella salata.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Hishimochi

Risultati immagini per Hishimochi



L'Hishimochi o anche Hishi mochi (菱餅ひしもち) è un dolce tipico della tradizione giapponese legato all'Hinamatsuri (雛祭り), nota anche come "Festa delle bambole" o "Festa delle bambine", che cade il 3 marzo ovvero il terzo giorno del terzo mese dell'anno.
Si tratta di un dolce di riso glutinoso, solitamente servito in forma romboidale ma in tempi più moderni lo si serve anche in cubi. È costituito da tre strati di riso di colore diverso, ognuno dei quali ha un significato particolare. Dal basso verso l'altro troviamo: verde, bianco e rosa. Il verde rappresenta la terra (simboleggia la salute), il bianco la neve (simbolo di purificazione) ed infine il rosa i fiori di pesco (che caccia la malignità). Insieme questi tre colori indicano l'avvento della primavera, quando la neve si scioglie l'erba cresce e iniziano a germogliare i fiori di pesco.
A seconda della regione ci sono varianti differenti, con 5 o 7 strati. In alcune regioni, inoltre, il rosa viene sostituito da uno strato di colore giallo.
La forma romboidale si crede abbia avuto origine nel periodo Edo. L'hishi mochi è tagliata come un diamante che dovrebbe essere simbolo di longevità e fertilità.




  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Plăcintă

Risultati immagini per Plăcintă


La plăcintă é un dolce tipico di Romania e Moldavia che consiste in un tortina tonda riempita con formaggio o altro.
La parola plăcintă viene direttamente dal latino placenta, che significa torta ripiena, a sua volta derivante dall'immagine della placenta animale.
Come si può chiaramente notare dalla stessa parola, deriva dal latino sin dai tempi in cui la Romania era parte dell'Impero Romano, in quanto la "Placenta" era la torta tipica delle truppe dell'esercito romano. A sua volta la Placenta aveva un'origine ancora più antica, probabilmente greca/mediterranea: gli antichi greci la facevano con olio di oliva, erbe e formaggio. In seguito alla dominazione romana dei Balcani, si diffuse in tutto l'Impero in due varietà, chiamate "Libum" e "Placenta". Il primo riferimento letterario, secondo Callimaco, è da attribuirsi a Aegimius, autore di un testo sull’arte di fare torte di formaggio, il πλακουντοπουκόν σύγγραμμ. Catone il Censore nel De Agri Cultura cita la "placenta", un dolce realizzato con due dischi di pasta condita con formaggio e miele e aromatizzata con foglie di alloro e ne da anche la ricetta.

Varietà tradizonali di plăcintă

  • plăcintă cu mere, con le mele.
  • plăcintă cu brânză, con il formaggio
  • plăcintă cu cartofi, con le patate.
  • plăcintă cu urdă con ricotta e uvetta.
  • plăcintă cu ciocolată con cioccolato.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Rigojanci



Il rigojanci (in italiano anche rigoianci, in ungherese rigó jancsi) è un dolce ungherese che prende il nome da Jancsi Rigó, un violinista zigano.
La particolare storia dietro il rigojanci nasce nel 1896 quando Clara Ward, moglie del principe belga Chimay, si innamora di Jancsi Rigó, il quale stava suonando il violino in un locale di Parigi.
A sorpresa Clara Ward lascia suo marito per Jancsi Rigó destando molto scandalo.
Il rigojanci nasce proprio per coronare questa storia d'amore la quale, comunque, non ebbe un lieto fine in quanto i due si separarono e Rigó morì a New York nel 1927 nella totale miseria.
Il dolce è formato da due strati di pan di spagna al cioccolato, separati da uno strato di marmellata di albicocca e formati mescolando albume, panna, cioccolato, zucchero e farina.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Laddu


Laddu o laddoo sono dolci a forma di sfera, popolari principalmente nell'Asia meridionale. I laddu sono preparati con farina, impasto tritato, zucchero e con altri ingredienti che possono variare per ricetta. Sono tipicamente serviti durante festività o occasione religiose.
La farina utilizzata per la preparazione dei laddu include farina di ceci, semolino e cocco macinato. A questi ingredienti vedono uniti lo zucchero e altri aromi, cucinati nel ghi e infine modellati a forma sferica. Alcune ricette di laddu contengono medicinali ayurveda, altre ricette includono il fieno greco, vari cereali e canditi. Anche noci come pistacchi e mandorle sono tipicamente aggiunti nell'impasto dei laddu.
I laddu sono spesso preparati per festività o eventi di tipo familiare, come matrimoni e nascite di bambini, o dati come prasadam (offerta religiosa di cibo) presso i templi induisti. I laddu sono considerati un dolce tradizionale per l'Eid in alcune comunità Islamiche.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Biscotto della fortuna

Risultati immagini per Biscotto della fortuna


Un biscotto della fortuna è un biscotto di origine giapponese croccante solitamente preparato con farina, zucchero, vanillina e olio. All'interno dei dolci sono nascoste le "fortune", ovvero piccoli pezzi di carta che riportano motti e frasi profetiche o divinatorie.
Negli Stati Uniti e in Canada (come in altre parti del mondo occidentale) è usualmente servito come dessert nei ristoranti cinesi. All'interno i messaggi possono anche includere un elenco di numeri fortunati (utilizzati da alcuni, come numeri della lotteria) o una frase con la traduzione cinese o una regola da seguire affinché ci sia una riuscita in un determinato campo.
L'esatta provenienza dei biscotti della fortuna non è chiara, ma vari gruppi di immigrati in California sostengono di aver pubblicizzato, agli inizi del XX secolo, il prodotto, basando la loro ricetta su quella del tradizionale cracker giapponese. Questi biscotti sono in gran parte sconosciuti in Cina e in Taiwan.




  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Pain au chocolat

Risultati immagini per Pain au chocolat



Il pain au chocolat è una tipica viennoiserie (pasta dolce francese). Viene anche chiamato chocolatine, specialmente a sud della Loira, petit pain nel Nord della Francia, o couque au chocolat in Belgio (unicamente a Bruxelles).
Si tratta di un croissant (dolce a base di pasta sfoglia) di forma quadrata arrotolato su una o più barre di cioccolato. Come il croissant è una delle paste dolci più comuni, in Francia, per la prima colazione.
In Italia è talvolta conosciuto sotto il nome di saccottino.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Rocciata



La rocciata è un dolce da forno riconosciuto come Prodotto agroalimentare tradizionale per le regioni Umbria e Marche.
È conosciuto con questo nome nelle zone di Foligno, Assisi, Nocera Umbra e Spello; è conosciuto come attorta o 'ntorta nella montagna folignate, a Trevi e Spoleto; nella Provincia di Macerata viene anche chiamato rocciu (parola che in Umbria, però, indica un differente dolce da forno, altrove detto ciambellone), a Vallo di Nera in Valnerina ha il nome di tòrta. Tutti questi nomi hanno lo stesso significato, derivando dalle radici di "arrocciare" o di "torcere".
L'"attorta" è sia il nome usato in alcune zone per indicare la "rocciata", sia una variante della "rocciata" prodotta in tali zone e registrata come PAT con tale nome.
"Tortella" in quanto nella provincia di Terni il dolce viene avvolto a spirale prendendo una forma che ricorda una torta.
Il dolce ha origini molto antiche, probabilmente risalenti agli antichi umbri, infatti nelle "tavole eugubine" si parla di un alimento con tutta probabilità simile alla rocciata e usato nei riti sacri: il "tensendo" (come viene chiamato, in lingua umbra, nelle tavole eugubine), dolce proprio del dio Hondo Cerfio, antica divinità umbra. Per la somiglianza della rocciata con lo strudel, secondo alcuni non sarebbero nemmeno da escludere legami con i Longobardi, che proprio in questa zona avevano un loro stato nell'Alto Medioevo. Per questo ed altri motivi sembra del tutto priva di fondamento la teoria (diffusa tra i profani) secondo la quale la ricetta fu portata a Foligno da soldati austriaci di passaggio nel XVIII secolo, assimilando quindi la rocciata allo strudel, ma inserendola in un'epoca di gran lunga successiva, inoltre tale similitudine pare essere molto superficiale e non tiene conto di numerosi elementi storici e gastronomici.
Si tratta di una sottile sfoglia di pasta a base di farina di grano, acqua e olio, in cui viene avvolto un impasto formato da noci, zucchero, olio d'oliva e mele. A questo impasto base, secondo le diverse varianti, è possibile aggiungere altri componenti o condimenti, come alchermes, cacao, uva sultanina, fichi secchi, cannella, pinoli o marmellata. Il rotolo così ottenuto viene girato su sé stesso a spirale, spennellato con olio o alchermes, talvolta spolverato con zucchero, e cotto in forno.
La stessa pasta di base viene usata anche con i seguenti tipi di ripieno:
  1. ricotta, zucchero e cacao amaro
  2. cavoli ripassati in padella (versione salata)
  3. erbe campagnole o spinaci conditi con zucchero e uva sultanina (antica versione dolce oggi in via di sparizione).
La versione salata può assumere il nome di fojata o erbata, con quest'ultimo riconosciuta nel comune di Serravalle di Chienti.
Oggi la rocciata è diffusa soprattutto a Foligno ed Assisi e, come attorta, nella montagna folignate dove la ricetta è più basilare e meno ricca di ingredienti aggiuntivi. Per la "rocciata di Foligno" è stato richiesto il riconoscimento DOP.
Il periodo in cui tipicamente si prepara la rocciata va dal tardo autunno alla fine dell'inverno, questo sia per la presenza sul mercato di noci fresche, che sono il componente basilare, sia per la caloricità del dolce. Per questo è un dolce che è possibile trovare tutto l'anno (esclusa l'estate), ma che è tipico del periodo autunnale e fino al mese di gennaio, in particolare è tipico delle festività dei Santi e dei Morti.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Fichi impaccati

Risultati immagini per Fichi impaccati


I Fichi impaccati sono un dolce tipico del Cilento e più in generale di tutto il sud della Campania a base di fichi secchi.
La produzione di fichi secchi è molto diffusa nel territorio del Cilento, che è la patria del fico bianco del Cilento, denominazione di origine protetta dal 2006. In quasi tutti i comuni del territorio viene utilizzato un particolare metodo di essiccazione. Il fico viene messo ad essiccare al sole per circa 8-10 giorni in dei graticci di ginestra, che permettono la ventilazione e l'insaporimento del frutto. Una volta essiccato viene "impaccato", cioè spaccato e riempito con mandorle, noci, finocchio e buccia di agrumi (limoni o arance). Secondo la tradizione i fichi così conditi vengono infilzati con delle stecche di legno, o canna di bambù creando così una doppia fila e componendo delle forme particolari a rombo. In altre versioni i fichi possono essere ricoperti anche con la cioccolata e consumati soprattutto nel periodo Natalizio, a fine serata quando si gioca a tombola o a carte; come un dolce.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS