La rocciata è un dolce da forno
riconosciuto come Prodotto agroalimentare tradizionale per le regioni
Umbria e Marche.
È conosciuto con questo nome nelle
zone di Foligno, Assisi, Nocera Umbra e Spello; è conosciuto come
attorta o 'ntorta nella montagna folignate, a Trevi e
Spoleto; nella Provincia di Macerata viene anche chiamato rocciu
(parola che in Umbria, però, indica un differente dolce da forno,
altrove detto ciambellone), a Vallo di Nera in Valnerina ha il nome
di tòrta. Tutti questi nomi hanno lo stesso significato, derivando
dalle radici di "arrocciare" o di "torcere".
L'"attorta" è sia il nome usato in alcune zone per indicare la "rocciata", sia una variante della "rocciata" prodotta in tali zone e registrata come PAT con tale nome.
"Tortella" in quanto nella provincia di Terni il dolce viene avvolto a spirale prendendo una forma che ricorda una torta.
L'"attorta" è sia il nome usato in alcune zone per indicare la "rocciata", sia una variante della "rocciata" prodotta in tali zone e registrata come PAT con tale nome.
"Tortella" in quanto nella provincia di Terni il dolce viene avvolto a spirale prendendo una forma che ricorda una torta.
Il dolce ha origini molto antiche,
probabilmente risalenti agli antichi umbri, infatti nelle "tavole
eugubine" si parla di un alimento con tutta probabilità simile
alla rocciata e usato nei riti sacri: il "tensendo"
(come viene chiamato, in lingua umbra, nelle tavole eugubine), dolce
proprio del dio Hondo Cerfio, antica divinità umbra. Per la
somiglianza della rocciata con lo strudel, secondo alcuni non
sarebbero nemmeno da escludere legami con i Longobardi, che proprio
in questa zona avevano un loro stato nell'Alto Medioevo. Per questo
ed altri motivi sembra del tutto priva di fondamento la teoria
(diffusa tra i profani) secondo la quale la ricetta fu portata a
Foligno da soldati austriaci di passaggio nel XVIII secolo,
assimilando quindi la rocciata allo strudel, ma inserendola in
un'epoca di gran lunga successiva, inoltre tale similitudine pare
essere molto superficiale e non tiene conto di numerosi elementi
storici e gastronomici.
Si tratta di una sottile sfoglia di
pasta a base di farina di grano, acqua e olio, in cui viene avvolto
un impasto formato da noci, zucchero, olio d'oliva e mele. A questo
impasto base, secondo le diverse varianti, è possibile aggiungere
altri componenti o condimenti, come alchermes, cacao, uva sultanina,
fichi secchi, cannella, pinoli o marmellata. Il rotolo così ottenuto
viene girato su sé stesso a spirale, spennellato con olio o
alchermes, talvolta spolverato con zucchero, e cotto in forno.
La stessa pasta di base viene usata anche con i seguenti tipi di
ripieno:
- ricotta, zucchero e cacao amaro
- cavoli ripassati in padella (versione salata)
- erbe campagnole o spinaci conditi con zucchero e uva
sultanina (antica versione dolce oggi in via di sparizione).
La versione salata può assumere il
nome di fojata o erbata, con quest'ultimo riconosciuta
nel comune di Serravalle di Chienti.
Oggi la rocciata è diffusa soprattutto
a Foligno ed Assisi e, come attorta, nella montagna folignate
dove la ricetta è più basilare e meno ricca di ingredienti
aggiuntivi. Per la "rocciata di Foligno" è stato richiesto
il riconoscimento DOP.
Il periodo in cui tipicamente si
prepara la rocciata va dal tardo autunno alla fine dell'inverno,
questo sia per la presenza sul mercato di noci fresche, che sono il
componente basilare, sia per la caloricità del dolce. Per questo è
un dolce che è possibile trovare tutto l'anno (esclusa l'estate), ma
che è tipico del periodo autunnale e fino al mese di gennaio, in
particolare è tipico delle festività dei Santi e dei Morti.
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