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Kirchtagkrapfen

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Kirchtagskrapfen o anche noti come Festtagskrapfen o ancora come Krapfenbetteln sono un dessert tipicamente tirolese che si prepara e mangia nei giorni del Kirchtagsmichl o anche nel periodo dell'altrettanto noto Törggelen.
Non assomigliano ai Krapfen che si è soliti trovare nelle comuni pasticcerie.

Descrizione
Questi dolci sono di forma quadrata, per lo più oblunghi, e sono costituiti da due strati sottili di pasta lunghi circa 10 centimetri. Nel mezzo vi è un ripieno, solitamente una marmellata di papavero o di albicocche, ma a volte sono anche utilizzate marmellate di castagno o di mirtillo, e quindi fritti. A seconda del gusto, sono cosparsi di zucchero a velo.


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Ma'mul

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Il Maʿmūl (in arabo: معمول, anche chiamato ma'amoul, m'aamoul, m'amul, m'aamul) è un dolce tradizionale della cucina araba composto da pasta frolla farcita di datteri, fichi o frutta secca (pistacchi, noci o mandorle) e cotto in forno. Possono essere a forma di palle, biscotti a cupola o appiattiti.  Possono essere decorati a mano o tramite appositi stampi intagliati in legno. I maʿmūl riempiti di datteri sono anche conosciuti come menenas e sono a volte realizzati in forma di dattero.
I maʿmūl sono spesso realizzati qualche giorno prima della festa dell'ʿĪd al-fiṭr che sancisce la fine del digiuno del mese lunare di Ramadan e serviti con caffè e cioccolato. Sono popolari in tutto il mondo arabo, soprattutto nel Levante.
I maʿmūl derivano dal kahk, una specie di biscotto mangiato in Egitto per la ʿĪd al-fiṭr e a Pasqua. Il Kahk era mangiato in Egitto fin dalla XVIII dinastia, 3500 anni fa, e sono parte della festa della ʿĪd fin dal X secolo d.C..

Etimologia
La parola araba maʿmūl (in arabo: معمول) deriva dal verbo arabo <ʿamala>, che significa “fare”.

Diffusione
Molte famiglie ne tengono in casa tutto l'anno ma sono mangiati solitamente durante alcune feste religiose.
  • I musulmani li mangiano nelle notti di Ramadan e nelle feste dell'ʿĪd al-fiṭr e ʿĪd al-aḍḥa,
  • i cristiani cattolici e gli ortodossi li mangiano nei giorni che precedono la Quaresima, la domenica di Pasqua e all'Epifania. Nella tradizione cristiana dell'area mediterranea i biscotti sono contrassegnati con una croce o modellati in anelli a ricordo della corona di spine di Gesù;
  • sono popolari anche tra gli ebrei siriani, ebrei libanesi e ebrei egiziani, che mangiano maʿmūl riempiti di frutta secca durante la festa di Purim e maʿmūl ripieni di datteri per Rosh Hashanah e Hanukkah. I maʿmūl nella versione ebraica Mizrahì differiscono da quelli levantini o turchi per essere fatti solo con farina bianca senza semola.
Karabiǧ
Ne esiste una versione più elaborata chiamata Karabiǧ (o Kerebiç in Turchia) che viene mangiata in particolari occasioni. Questa versione prevede che piccole sfere di maʿmūl ripiene di frutta secca siano impilate in piramidi e servici con una crema di albumi chiamata naʿātife, sciroppo di zucchero e saponaria. Questa versione è popolare in Siria, Libano e altri paesi del Levante.


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Mécoulin

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Il mécoulin (pron. francese, meculèn) è un pane dolce tipico della Valle d'Aosta, in particolare del comune di Cogne.

Descrizione
È un prodotto della tradizione che un tempo veniva preparato per il Natale , mentre ora lo si trova praticamente tutto l’anno nelle panetterie locali. La cottura del Mécoulin avveniva nei forni a legna e la preparazione coinvolgeva tutto il villaggio. È un lievitato alto e soffice arricchito con uvetta macerata nel rum.


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Galatina Sperlari

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Le galatine sono una linea di caramelle al latte prodotte dalla Sperlari, lanciate sul mercato nel 1956 dall'azienda lodigiana Polenghi Lombardo.
Nel 1991 la ditta cremonese Sperlari rilevò il marchio e la produzione delle galatine, affiancando al classico gusto al latte una serie di varianti, come cioccolato e fragola, ed in tempi più recenti cappuccino e frutti di bosco. Dal 2004 sono prodotte anche le galatine soft, una linea di galatine morbide. Prima dell'attuale forma rotonda, le Galatine avevano una forma quadrata.
Il nome deriva dal greco "gala" (γάλα), ovvero "latte".

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Come mai la Kinder non ha mai fatto una tavoletta di cioccolato?

Suppongo sia dovuto al fatto che i prodotti kinder sono pensati per i bambini, e in quanto tali, non riuscirebbero a tenere in mano nè a mangiare un’intera tavoletta di cioccolato (e menomale). Qualcuno avrà anche pensato al fatto che si rischierebbe di far esagerare un bambino, non sapendosi dosare.


Fateci caso, sono tutte mono porzioni pensate per consumare una determinata quantità di cibo e basta. Sono anche più pratiche da portare in giro, come spuntino a scuola per esempio.





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Keşkül

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Il Keşkül o keşkül-ü fukara (soprattutto a Istanbul, in turco ottomano significa letteralmente "ciotola dei poveri") è un budino turco al latte a base di latte, mandorle, zucchero comune e amido o farina di riso.
Il Keşkül si prepara con una notevole quantità di mandorle tritate e, una volta cotto e freddo, può essere decorato con mandorle affettate o con pistacchi freschi. Molte volte, soprattutto in estate, viene servito con una pallina di dondurma in cima.
A volte questo dolce viene preparato senza utilizzare le mandorle le quali vengono sostituite per motivi economici con farina di grano: quindi si chiama yalancı keşkül ("keşkül bugiardo").

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Gelatina

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La gelatina è un dolce che utilizza come ingrediente principale la gelatina animale. Le gelatine, che vengono utilizzate per i dolci, sono spesso commercializzate sotto forma di polvere o concentrato aromatizzato solido gelatinoso. Le marche più popolari di gelatine sono Jell-O e la Knox della Kraft Foods nel Nord America, Royal in Uruguay, Hartley's (ex Rowntree's) nel Regno Unito e del Aeroplane Jelly in Australia.

Produzione
Nella preparazione di dolci di gelatina, la gelatina in polvere in genere viene mescolata con lo zucchero, e additivi come acido adipico, acido fumarico, citrato di sodio e aromi artificiali con coloranti alimentari. L'acqua molto calda si aggiunge per gonfiare e sciogliere la gelatina in polvere così il dolce in gelatina si raffredda.
Poiché il collagene viene ampiamente trattato, il prodotto finale non è classificato come a base di carne o prodotto animale da parte del governo federale degli Stati Uniti.

Chupito di gelatina
I chupito di gelatina, spesso conosciuta come chupito jello nel Nord America e gelatina di vodka nel Regno Unito e in Australia, è un cibo da party in cui alcuni tipi di alcolici come rum, vodka o tequila con po' d'acqua o succo di frutta vengono utilizzati per coagulare la gelatina.
Il satirico americano e matematico Tom Lehrer ha dichiarato di essere stato il primo ad inventare il chupito di gelatina nel 1950 mentre lavorava per la National Security Agency, dove ha sviluppato la gelatina vodka come modo per aggirare una limitazione di bevande alcoliche[1], ma la prima dichiarazione non è vera. La prima ricetta fu infatti pubblicata nel 1862 da Jerry Thomas: la ricetta richiedeva cognac, rum e succo di limone per creare la gelatina.
L'uso massimo di alcol è tra le 19 e 20 once di vodka per ogni 3 once di gelatina in polvere, circa il 30% di volume alcolico.

Alternative
Alcuni dessert gelatinosi possono essere fatti con agar agar al posto della gelatina, consentendo loro di solidificarsi più rapidamente ad alte temperature (40 °C, rispetto a 15 °C per la gelatina). L'agar è un prodotto gelatinoso a base di alghe. L'agar è particolarmente comune nei dolci asiatici, in più, i vegani e vegetariani a volte usano l'agar per sostituire la gelatina di origine animale. Agar è più strettamente legato alla pectina e carboidrati.
Un'altra alternativa vegetariana alla gelatina è la carragenina. Questa alternativa è spesso utilizzata nella cucina Casherut e Ḥalāl. Non tende ad avere un odore sgradevole durante la cottura come talvolta l'agar.

Chimica
La gelatina consiste di collagene parzialmente idrolizzato, una proteina molto abbondante in alcuni tessuti animali come le ossa e la pelle.
Benché molti dolci a base di gelatina contengano frutta, alcuni frutti freschi contengono enzimi proteolitici; questi enzimi tagliano la molecola di gelatina in peptidi (frammenti di proteine) troppo piccoli per formare un gel stabile.
Nello specifico, l'ananas contiene la proteasi bromelina, il kiwi l'actinidina, i fichi la ficaina e la papaya la papaina. La cottura o il processo di conservazione denaturano e inattivano queste proteasi: pertanto l'ananas conservato, per esempio, risulta idoneo per le relative gelatine.


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Amor

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L'Amor è un dolce fatto da alcune pasticcerie del comune di Pontremoli. Sono formati da una doppia cialda wafer con un ripieno di crema.

Preparazione
Prima di tutto bisogna sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere del latte e cuocere a fuoco lento con una buccia di limone. Quando la crema acquisisce densità si toglie dal fuoco e si lascia riposare per due o tre ore. Dopodiché si prende un etto di burro e un goccio di cognac, si frulla il tutto fino che la pasta si addensi nuovamente. Alla fine si prepara la crema a tramezzino tra due biscotti.

Ingredienti
Gli ingredienti sono: latte, zucchero, uova, burro, buccia di limone, biscotti sottili.


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Biscotti salati all'anice

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I Biscotti salati all'anice (colloquialmente chiamati "Biscotti coll'anici") sono un prodotto alimentare tipico del Monte Amiata, in particolare dei comuni di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso, Roccalbegna. Sono prodotti simili ai taralli meridionali, a base di farina, olio d'oliva, vino, lievito e semi di anice con una tipica forma a 8 intrecciato.


Cenni storici

Le origini del biscotto sono molto antiche, da ricondursi al Medioevo, infatti le materie prime semplici e facilmente reperibili lo rendevano diffuso in tutte le famiglie dei borghi. Nasce da una tradizione contadina ed è un prodotto a lunga conservazione che mantiene per molti giorni gusto e sapore.
I contadini lo portavano con loro durante la giornata ed all'occorrenza diventava un pretesto per fare una pausa e recuperare energia prima di continuare il lavoro nei campi. Il biscotto veniva usato anche per svezzare i bambini e per attenuare la necessità di mordere sempre qualcosa durante il periodo della dentizione.
Oggi, accanto ad una produzione casalinga, è assai diffusa nella zona la produzione dei forni per la rivendita del prodotto al pubblico.
La ricetta base, stabilita da un disciplinare di produzione nell'aprile del 2016, prevede l'utilizzo di farina, lievito di birra, acqua, olio extravergine d'oliva e vino bianco (prodotti nel territorio amiatino), semi di anice e sale. Peculiare è la doppia cottura, infatti dopo aver preparato l'impasto e dato ai biscotti la tipica forma a 8 vengono prima lessati in acqua bollente per pochi secondi e quindi cotti al forno.
Nella preparazione casalinga, in base alle ricette personali tramandate da generazioni, la ricetta base può prevedere alcune modifiche come l'aggiunta delle uova, o l'eliminazione di altri, come il vino . Nella maggior parte delle ricette l'impasto non viene fatto lievitare ma viene subito cotto in pentola e poi in forno, in altre versioni gli viene data la forma a 8 e poi fatto lievitare prima di cuocerlo in pentola, in altre ancora viene prima fatto lievitare e poi gli si da la forma per cuocerlo.

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Bicciolano





Il bicciolano è un biscotto tipico vercellese dal particolare aroma speziato. È stato incluso tra i prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T.) piemontesi.


Composizione

La ricetta dei bicciolani risale ai primi anni del 1800, periodo in cui Carlo Provinciale inventò dei biscotti di pasta frolla aromatizzati con una miscela di spezie.
Ingredienti:
  • farina bianca 00
  • fecola di patate
  • burro
  • zucchero
  • uova
  • spezie (diverse da versione a versione)



Abbinamenti consigliati

È un biscotto che si presta ad essere consumato in meditazione, a fine pasto. L'intensa fragranza che sprigiona lo assimila ad un prodotto di piccola pasticceria. Tra i vari vini che si possono abbinare ai bicciolani è possibile citare:
  • Alta Langa spumante rosato, vino che ben freddo, ad una temperatura di 9 °C, si accompagna a dolci da forno e a dolci a pasta lievitata.
  • Monferrato Chiaretto (o Ciaret): vino da dessert.
  • Moscato d'Asti[6]
I bicciolani sono inoltre un ottimo accompagnamento al tè.

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Baicoli

Un piatto di Baicoli


I baìcoli sono biscotti tipici di Venezia, venduti in tradizionali scatole gialle di latta. Consistono in sottili fette tagliate da un piccolo panetto allungato, lasciate accostate nella posizione originale.
Secondo alcune fonti il nome deriverebbe da quello locale del cefalo di taglia minuta. Nel Dizionario del dialetto veneziano pubblicato nel 1829, Giuseppe Boerio descrisse il baicolo come segue: “Pasta reale condita di zucchero, spugnosa, biscottata, che s'inzuppa nel caffè o simili bevande. Dicesi baicolo per similitudine, benché grossolana, alla figura dei piccolissimi cefali, chiamati appunto Baicoli”.
Tali biscotti hanno la caratteristica di conservare a lungo la fragranza quando sono conservati opportunamente in scatole di latta, pertanto potevano essere portati in mare e consumati durante i lunghi viaggi delle navi veneziane.
Tradizionalmente, essendo molto secchi, erano serviti con caffè e zabaione nei quali potevano essere intinti.
La preparazione, che è lunga e laboriosa, prevede due momenti di lievitazione e una doppia cottura in forno.

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