La polenta dolce è una preparazione che affonda le sue radici nella cucina povera dell’Italia contadina, quando nulla veniva sprecato e anche gli ingredienti più umili trovavano una seconda vita in piatti capaci di scaldare il cuore. Oggi è raro trovarla nelle tavole moderne, ma riscoprirla significa riconnettersi con una parte profonda della nostra tradizione gastronomica, dove il gusto non si misura con la ricchezza degli ingredienti, ma con la memoria che evocano.
A metà tra un dolce al cucchiaio e un tortino rustico, la polenta dolce è un inno alla semplicità. Preparata con farina di mais, latte, zucchero e arricchita da frutta secca, cacao, scorza d’agrumi o marmellate fatte in casa, era spesso consumata nei giorni di festa o per concludere un pasto nei periodi in cui dolci raffinati erano un lusso inaccessibile. Ogni regione ha le sue varianti, ma tutte condividono una caratteristica: una consistenza morbida, una dolcezza naturale, un sapore che sa di casa.
La polenta è stata per secoli la base alimentare di milioni di italiani, soprattutto al Nord. L’arrivo del mais dalle Americhe, a partire dal XVII secolo, rivoluzionò l’alimentazione contadina, offrendo un alimento calorico ed economico. Se la polenta salata, spesso condita con formaggi o salumi, era il piatto quotidiano, quella dolce rappresentava una sorta di festa.
In molte campagne lombarde e piemontesi, ad esempio, le donne utilizzavano l’avanzo della polenta del giorno prima per preparare dolci semplici, mescolandola con zucchero, latte e uvetta. In Toscana e Umbria, la “polenta dolce” si preparava fresca, con una cottura lenta nel latte, simile a una crema, servita calda o fredda. Al Sud, dove il mais era meno diffuso, esistevano versioni simili a base di semolino o farina di grano.
Col tempo, questa ricetta è caduta in disuso, soppiantata da dolci più moderni e raffinati. Eppure, proprio oggi, in un momento storico in cui si rivaluta l’autenticità, la sostenibilità e la riscoperta dei sapori genuini, la polenta dolce merita di tornare protagonista.
Ricetta: Polenta dolce al latte e scorza d’arancia
Ingredienti (per 6 persone):
150 g di farina di mais fine (fioretto)
750 ml di latte intero
80 g di zucchero semolato
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
Scorza grattugiata di un’arancia non trattata
30 g di burro
Un pizzico di sale
Uvetta sultanina (facoltativa)
Granella di nocciole o mandorle tostate (per guarnire)
Cannella in polvere (facoltativa)
Zucchero a velo per servire
Preparazione
1. Preparare l’uvetta (opzionale):
Mettete
l’uvetta in ammollo in acqua tiepida o rum per 15-20 minuti. Poi
scolatela, asciugatela e tenetela da parte.
2. Iniziare la base:
In una casseruola a fondo
spesso, versate il latte, lo zucchero, la scorza d’arancia
grattugiata e la vaniglia. Aggiungete un pizzico di sale. Portate
lentamente a bollore, mescolando per sciogliere bene lo zucchero.
3. Versare la farina:
Quando il latte comincia
a sobbollire, abbassate la fiamma e versate la farina di mais a
pioggia, mescolando continuamente con una frusta per evitare la
formazione di grumi. Continuate a mescolare per circa 20-25 minuti a
fuoco basso, finché la polenta non avrà una consistenza cremosa e
densa, simile a un budino compatto.
4. Aggiungere il burro e l’uvetta:
Quando la
consistenza è giusta, togliete dal fuoco e incorporate il burro,
mescolando fino a scioglierlo completamente. Se usate l’uvetta,
aggiungetela in questo momento. La polenta dolce è ora pronta per
essere servita.
5. Servizio:
Potete versarla in coppette
individuali e lasciarla raffreddare leggermente, oppure distribuirla
in uno stampo unico (magari rivestito di carta forno) per poi
tagliarla a fette una volta fredda. Spolverizzate con zucchero a velo
e granella di frutta secca, o una leggera spolverata di cannella se
gradite una nota più speziata.
Una delle qualità più interessanti della polenta dolce è la sua versatilità. Alcune varianti la trasformano in un dolce da forno: basta versare il composto in una teglia e cuocerlo a 180°C per 30-40 minuti. Altre versioni più fluide si servono calde, come una crema, magari con una cucchiaiata di confettura di frutti rossi o con miele.
C’è chi aggiunge cacao amaro in polvere per una versione al cioccolato, chi inserisce scorze di limone o un bicchierino di liquore all’anice per aromatizzare. I più audaci osano con pezzetti di cioccolato fondente o fichi secchi.
Abbinamenti consigliati
Con tè nero agrumato:
Il bergamotto o
l’arancia dei tè neri aromatizzati si sposa perfettamente con la
scorza presente nella polenta dolce. Servitela tiepida nel pomeriggio
per una merenda alternativa e sorprendente.
Con un vino da dessert:
Un Passito o un Vin
Santo, magari servito fresco, accompagna con eleganza la dolcezza
tenue della preparazione, senza sovrastarla. L’uvetta presente nel
dolce ne richiama le note aromatiche.
Con panna liquida fredda o yogurt greco:
Per
un abbinamento più moderno e contrastante, servite la polenta dolce
fredda con un cucchiaio di panna fresca non montata o yogurt
naturale: il contrasto tra cremosità e rusticità esalta il
carattere semplice del piatto.
Con composta di frutta:
Una composta calda di
mele, pere o prugne aggiunge un ulteriore livello di dolcezza
naturale e crea un gioco interessante di temperature e consistenze.
La polenta dolce è un dolce di confine: tra passato e presente, tra rustico e delicato, tra semplicità e gusto. La sua forza risiede nell’essenzialità, nella capacità di offrire piacere senza sfarzi, e nel saper evocare un’epoca in cui i dolci erano frutto d’ingegno più che di abbondanza.
Riscoprirla oggi significa restituirle dignità, renderle giustizia come testimonianza di una cucina domestica e radicata nel territorio. È il dolce giusto per chi cerca autenticità, per chi vuole sorprendere con ingredienti comuni e per chi ama raccontare storie anche attraverso ciò che serve in tavola.
Provate a prepararla, condividetela, assaggiatela con chi saprà cogliere quel qualcosa in più che non viene da tecniche sofisticate, ma da un impasto di ricordi, latte caldo e farina gialla.
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