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Konpeito

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Il konpeito (giapponese: 金平糖, 金米糖, o 金餅糖 in Kanji, o こんぺいとう・コンペイトー in kana) (conosciuto anche con la variante kompeitō) è un tipo di dolciume prodotto in Giappone, originariamente fabbricato in Portogallo.
La parola "konpeito" è presa a prestito dal termine portoghese confeito (correlato al termine italiano confetto), che indica un dolciume caramellato. Questi tipi di caramelle vennero introdotte in Giappone intorno al quindicesimo e sedicesimo secolo da mercanti europei, probabilmente per la prima volta nel 1549, periodo in cui San Francesco Saverio giunse a Kagoshima. La tecnologia di raffinazione dello zucchero non esisteva in Giappone in quel periodo. Nel 1569, Luís Fróis, un missionario portoghese, regalò una bottiglia di kompeito ad Oda Nobunaga per ottenere il permesso di diffondere il Cristianesimo.
Il diametro di un konpeito si attesta intorno ai 5-10 millimetri, ed è ricoperto da piccole protuberanze che si originano a causa del processo di cottura. Anche ai giorni nostri i konpeito si fabbricano a mano in un periodo di tempo compreso tra i 7 e i 10 giorni, facendo colare acqua zuccherata in una vasca rotante chiamata dora.

  • Le Astroschegge, un oggetto di Super Mario Galaxy, sono basate su questo dolce.
  • Nel gioco Pokémon, la sagoma dei Revitalizzanti e i Revitalizzanti Max è ispirata a questo dolce.
  • Nel film dello Studio Ghibli La città incantata, sono le caramelline che vengono date alle palline di fuliggine.
  • Nell'anime Kobato la protagonista deve riempire una bottiglietta di konpeito.
  • Nel manga Gokinjo Monogatari viene regalato a Miwako, sorella della protagonista, un barattolo di queste caramelle dai suoi due migliori amici, che lei conserverà fino a quando sarà adulta come rimedio contro il mal di pancia.
  • Nell'episodio di Hamtaro intitolato Diamanti di zucchero il criceto fa di tutto per prendere un barattolo di konpeito che Laura ha messo fuori dalla sua portata.

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Bougatsa

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La bougatsa (in greco: Μπουγάτσα; in turco: poğaça) è un dolce tipico della cucina greca e turca, di solito consumato a colazione, che consiste in una focaccia di pasta fillo cotta al forno, farcita di crema pasticcera o, nella versione salata, di formaggio mizithra o di carne macinata (κιμάς).
La bougatsa è originaria del Nord della Grecia e in particolare della Macedonia centrale: suo luogo d'origine sarebbe la cittadina di Serres (o, secondo alcuni, Veria o la stessa Salonicco), dove è probabilmente stata introdotta dai profughi dell'Asia Minore (odierna Turchia) e da dove si è diffusa in tutto il resto della Grecia. A Creta viene chiamata bougatsa Chaniòn (μπουγάτσα Χανιών), ossia bougatsa della Canea, e infatti è proprio in questa città, in Piazza Morosini, che si trova la pasticceria più rinomata dell'isola per questo dolce, non a caso gestita dai discendenti di profughi armeni provenienti dall'Asia Minore.
Il ripieno più comune, in tutta la Grecia, è quello dolce alla crema; tuttavia, nella sua zona di origine (Macedonia centrale, compresa la Penisola Calcidica) la bougatsa può anche essere salata, ossia ripiena di formaggio o di carne tritata, ed è quindi sempre necessario precisare con quale ripieno la si desidera anche se si vuole quello dolce (μπουγάτσα με κρέμα). Tradizionalmente, l'impasto della bougatsa viene fatto volteggiare in aria sette volte durante la preparazione.
La città di Serres detiene il record per la realizzazione della più grande bougatsa del mondo, realizzata da oltre quaranta cuochi il 1º giugno 2008, che pesava 250 chili, era lunga 20 metri ed alta 60 centimetri.


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Come ha fatto la nutella negli anni ad acquisire un successo simile a livello internazionale nonostante le tante altre creme simili?

 



La Nutella ha il pregio di avere una incredibile forza di marketing, ed avere un costo molto contenuto. Il primo barattolo di Nutella è stato prodotto il 20 aprile 1964, ma già da molti anni la Ferrero vendeva creme simili, con altri nomi, che poi sono diventate Nutella. Sono stati quindi tra i primi a proporre un prodotto di questo tipo, e lo hanno saputo promuovere molto bene. All'epoca poi non eravamo così esperti del gusto, e sembrava un prodotto di alta qualità; inoltre le poche concorrenti che aveva erano in effetti anche peggiori. Una volta raggiunto il successo, tutti si sono abituati al "gusto Nutella", che è diventato un riferimento. Oggi molte persone la preferiscono ad altre spalmabili anche migliori solo per il fatto che si discostano dal gusto "standard" della Nutella.

Ha perseguito una strategia di differenziazione del prodotto che si è rivelata vincente. Agli occhi del consumatore la Nutella risulta unica e inimitabile e il packaging inconfondibile. Se vogliamo possiamo paragonare questa visione a come viene vista la Coca-Cola. Infatti ci possono essere molte altre marche che vendono un prodotto simile, ma la Coca-Cola resterà comunque inimitabile.

Lo stesso concetto è applicabile, chiaramente in modo leggermente più misurato, alla Nutella.

Marketing. Negli Stati Uniti, non c'è quasi nessun competizione. Non si trovano i prodotti di Novi, per esempio. Infatti, non mangiamo nocciole molto. Arachidi, noci, pecan e altre sono molto più popolari. Però, oggigiorno si trova Ferrero-Rocher dappertutto.

La pubblicità e le strategie di marketing, unite al costo contenuto hanno fatto della Nutella la CREMA di cioccolato spalmabile più conosciuta al mondo. Esistono, probabilmente, prodotti migliori, ma con mercati più ristretti e quindi meno conosciute.

Ormai si usa il nome proprio "Nutella" per indicare anche genericamente le creme di cioccolato in generale, come è successo, ad esempio per le Bic (penne a sfera).






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Perché così tante gelaterie si chiamano K2?

 



K2 è l'abbreviazione di Karakorum 2, conosciuto anche come Monte Godwin-Austen, ChogoRi (lingua balti) o Dapsang che, con i suoi 8.609,02 metri di altitudine s.l.m. è la seconda vetta più alta della Terra dopo l'Everest, e si trova nella subcatena del Karakorum, al confine tra la parte del Kashmir controllata dal Pakistan e la Provincia Autonoma Tagica di Tashkurgan di Xinjiang, Cina. Essendo questa una delle regione più fredde del mondo, molto probabilmente la sigla "K2" viene usata come nome di molte gelaterie perchè richiama immediatamente alla mente il "freddo" del gelato.


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Perché i pasticceri professionisti sono così contrari alla sostituzione del burro con l'olio per fare i dolci?

A parte il sapore diverso il problema è la consistenza.

Mentre il burro a temperatura ambiente è solido, l'olio è liquido.

Il pasticcino impastato con il burro rimane tenero anche se solido. Affinché quello impastato con l'olio abbia la stessa consistenza è necessario mettere più farina e questo lo rende meno friabile.

L'alternativa al burro è stata trovata nell'olio di palma che ha la stessa consistenza del burro ma costa molto meno.

Ma l'enorme richiesta mondiale di olio di palma, che non è usato solo nei particcini ma anche in molti altri prodotti alimentari che devono rimanere morbidi ma non liquidi (ad esempio le creme come la stessa Nutella), ha causato, nei paesi che lo producono, il disboscamento di interi territori e l'abbandono di altre coltivazioni per fare posto a immense monocolture di palma da olio.



Da qui nasce il problema della sostenibilità ecologica dell'olio di palma.


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Ghiacciolo

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Il ghiacciolo è un popolarissimo dolce freddo, composto da acqua miscelata con zucchero oppure con uno sciroppo aromatico dolce, fatta gelare attorno a un bastoncino di legno. Fu inventato da un bambino undicenne, e, diffondendosi nel mondo, ha acquisito molti nomi diversi: già unicamente nei paesi di lingua inglese si chiama popsicle negli Stati Uniti e nel Canada, ice lolly nel Regno Unito e ice block o icy pole in Australia.
L'invenzione del ghiacciolo risale al 1905 e si deve a una scoperta casuale da parte di Frank Epperson, allora bambino undicenne di Oakland, che in una gelida notte d'inverno aveva inavvertitamente lasciato sul davanzale della finestra un bicchiere di acqua e soda con dentro il bastoncino che aveva usato per mescolarle. Il giorno dopo Frank riuscì a liberare il blocco di ghiaccio formatosi facendo scorrere acqua calda sul bicchiere, e prese a mangiare il "ghiacciolo" usando il bastoncino come manico. Nel 1923 Epperson ottenne il brevetto per l'idea del "ghiaccio sul bastoncino", che battezzò popsicle.
In Italia i ghiaccioli sono giunti nel secondo dopoguerra, portati dagli americani insieme ad altri dolci analoghi, come i coni gelato. In Emilia-Romagna il ghiacciolo dal 1960 viene chiamato BIF dall'acronimo dei cognomi dei tre soci titolari della società che fondarono l'azienda. A Bologna, per lo stesso motivo, il ghiacciolo era invece chiamato COF, dal nome della ditta "Cavazzoni Orlando e Fratelli" che aveva sede in città.
Solitamente i gusti corrispondevano a determinati colori: rosso o rosa alla fragola, arancione all'arancia, giallo al cedro e ananas, verde alla menta e mela, azzurro all'anice, violetta all'uva, magenta e rosa alla ciliegia, bianco al limone e marrone alla cola.

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Bicerin

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Il Bicerin (in piemontese, letteralmente bicchierino) è una storica bevanda calda e analcolica tipica di Torino, evoluzione della settecentesca "bavarèisa", gustosa bevanda servita in grandi bicchieri tondeggianti, composta da una mescolanza di caffè, cioccolato e crema di latte dolcificata con sciroppo.
Il rituale del bicerin prevedeva che i tre ingredienti fossero serviti separatamente. Inizialmente erano previste tre varianti: pur e fiòr (l'odierno cappuccino), pur e barba (caffè e cioccolato), un pòch ëd tut (ovvero un po' di tutto), con tutti e tre gli ingredienti miscelati. È stata quest'ultima formula ad avere più successo e a prevalere sulle altre. Una curiosità che è rara da leggere è che il tutto veniva accompagnato da dei "bagnati", dolcezze artigianali di ben 14 specie.
Tra i primi testi che raccontano la storia del Bicerin c'è il testo di Alberto Viriglio, Torino e i Torinesi, la cui prima edizione risale al 1898.
Nel 2001 il Bicerin è stato riconosciuto come "bevanda tradizionale piemontese" con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Il Caffè Al Bicerin è lo storico locale che conserva gelosamente la ricetta del Bicerin, di fronte al Santuario della Consolata
Si ritiene che la sua origine sia dovuta allo storico locale torinese Caffè Al Bicerin (del 1763) che da allora ne porta il nome e ne conserva gelosamente la tradizionale ricetta, difesa accanitamente: i dipendenti sono tenuti per contratto al segreto. È comunque possibile trovarlo nelle migliori caffetterie di Torino, in versioni sempre lievemente differenti nelle dosi, e nell'omonima caffetteria.
Gli ingredienti sono semplici: cioccolato fatto in casa, caffè e fior di latte, ma le dosi della ricetta originale sono sconosciute. Il risultato è una bevanda gustosa, frutto della fusione dal bollente della cioccolata con il marcato sapore del caffè e la delicata schiuma raffreddata del fior di latte. Viene servito in alti bicchieri o calici di vetro che permettono di osservarne la sfumatura di colori dovuta al miscelarsi dei vari ingredienti.
Il Bicerin non va confuso con il liquore omonimo prodotto con altri ingredienti (è un liquore alla crema Gianduia).
Grandi appassionati di Bicerin furono Camillo Benso Conte di Cavour, Pablo Picasso, Alexandre Dumas (padre), Ernest Hemingway (che lo inserì fra le cento cose del mondo che avrebbe salvato), Umberto Eco (nel Il cimitero di Praga cita l'omonimo caffè storico) e Riccardo Pedraneschi (Il mistero della Pallacorda).

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Ovos moles de Aveiro

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Gli ovos moles de Aveiro sono la denominazione di un dolce tradizionale del distretto di Aveiro, in Portogallo.
Dall'aprile 2009, a livello europeo, la denominazione Ovos Moles de Aveiro è stata riconosciuta indicazione geografica protetta (IGP).
Si ottengono unendo tuorli d'uovo crudi e sciroppo di zucchero e si presentano sfusi, avvolti in un'ostia o confezionati in recipienti di legno o porcellana a forma di botte. Sono di colore omogeneo, che varia tra il giallo e l'arancio. L'ostia che viene talvolta utilizzata per la commercializzazione è di colore bianco crema e di sapore proprio; le sue varie forme con motivi lagunari richiamano la zona di Aveiro (pesci, granchi, cozze, conchiglie, buccine, botti di legno, boe galleggianti, cuori eduli e vongole o frutta secca).
Gli ovos moles de Aveiro devono essere conservati ed esposti ad una temperatura compresa tra gli 8 °C e i 25 °C, in modo da garantire la durata normale del prodotto, pari a 15 giorni.
La zona geografica di produzione è circoscritta ai comuni limitrofi della Ría de Aveiro e alle zone lagunari adiacenti, nonché ai comuni situati nel medio Vouga.
Si tratta di un dolce regionale, tradizionale della pasticceria aveirense, la cui ricetta e metodo di preparazione risalgono alle suore dei vari conventi che esistevano nella zona fino al secolo XIX - dominicane, francescane e carmelitane, e in particolare al monastero di Jesus de Aveiro. Le religiose utilizzavano la chiara d'uovo per stirare gli abiti, mentre i tuorli, pur di non disperderli, divennero la base per la preparazione del dolce. Una volta terminata la stagione dei conventi, quando l'ultimo fu chiuso - nel 1874 - l'unica impiegata rimanente che sapesse preparare il dolce, D. Odília Soares, ha cominciato a produrli in casa e in seguito a diffondere la ricetta presso altre famiglie della città.
Si narra che dopo l'apertura della ferrovia Porto-Lisboa, sia diventato un fatto ricorrente che le donne in abito tradizionale vendano questi dolci in corrispondenza della fermata del treno nella stazione di Aveiro.

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Viennetta

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La Viennetta è un dolce semifreddo a base di gelato alla panna e sottili scaglie di cioccolato fondente.
Questo dolce è stato lanciato per la prima volta dalla Algida nel 1982 utilizzando una tecnica ideata da Kevin Hillman, responsabile dello sviluppo presso lo stabilimento dell'azienda di Gloucester.
La Viennetta è attualmente disponibile in vari gusti tra cui cioccolato, vaniglia, Crème brûlée, choco-nut, zabajone, cappuccino e tiramisù.



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Strawberry sundae

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Il Strawberry Sundae è un gelato da dessert ricoperto di sciroppo, in alcuni casi guarnito con granella di nocciole, panna montata, o ciliegie maraschino.
Il primo sundae storicamente documentato è stato creato ad Ithaca (New York) il 3 aprile 1892 da John M. Scott, ministro unitarianista, e Chester Platt, co-proprietario della Platt & Colt Pharmacy.
Sebbene per l'Oxford English Dictionary l'origine del termine sia oscura, è solitamente accettata la versione secondo la quale "sundae" derivi dalla parola sunday, o sonntag, che significano domenica rispettivamente in inglese e in tedesco.
Fra le molte storie riguardo l'invenzione del sundae c'è quella delle cosiddette Blue Laws, le quali vietavano il consumo di gelato, sia al naturale che mischiato con sciroppi o bibite gasate (la seconda tipologia è stata inventata da Robert M. Green a Philadelphia nel 1874). Si racconta che queste leggi abbiano spinto i droghieri a produrre un sostituto per questi dolci che fosse comunque consumabile di domenica: sempre secondo questa teoria, il nome fu leggermente modificato da Sunday (domenica) in sundae, per evitare di offendere qualunque convenzione religiosa.
A supporto di quest'idea, Peter Bird scrisse in The First Food Empire: A History of J. Lyons and Co. (2000) che il nome 'sundae' fu adottato in Illinois a seguito delle prime proibizioni di consumazione domenicale di gelato, poiché un gelato con una guarnizione che lo nascondesse non era considerato tale. Comunque, secondo un documento pubblicato dagli Evaston, nella Illinois Public Library, non era il gelato, ma la sua versione miscelata con la soda a essere fuorilegge di domenica in Illinois
Altre leggende si focalizzano sulla novità del dolce o sul nome dell'inventore, e non menzionano affatto alcuna pressione legale.
Varie località americane pretendono di essere riconosciute come luogo natio del sundae. La lista dei pretendenti include Ithaca, Two Rivers, Wisconsin, Plainfield, Illinois, Evanston, Illinois, New York, New Orleans (Louisiana), Cleveland (Ohio) e Buffalo (New York).

Two Rivers, Winsconsin, 1882

Le pretese della città di Two Rivers sono basate sulla storia di George Hallauer, che pare nel 1881 chiese a Edward C. Berners, il proprietario della Berners' Soda Fountain, di spruzzare dello sciroppo al cioccolato su d'un gelato. Berner alla fine lo fece, e iniziò a vendere questo dolciume per un nickel, inizialmente solo la domenica ma poi ogni giorno. Quando Berner morì nel 1939m il Chicago Tribune titolò il suo necrologio "L'Uomo Che Creò il Primo Gelato Sundae è Morto" ("Man Who Made First Ice Cream Sundae Is Dead". Due studenti della Ithaca High School, comunque, sostengono che Berner all'epoca avrebbe avuto solo 16 o 17 anni all'epoca dei fatti, e che è dunque "improbabile" che possedesse già un negozio di gelati. Sostengono anche che il necrologio dati il primo sundae di Berner al 1899 e non al 1881.
I residenti di Two Rivers hanno contestato le altre città che pretendono il diritto di affermarsi "luogo di nascita del sundae". Quanto il sindaco di Ithaca proclamò un giorno nel quale celebrare la sua città come luogo di nascita del sundae, ricevette dagli abitanti di Two River svariate cartoline contenenti proteste al riguardo.

Evanston, Illinois, 1890

Evanston fu una delle prime località ad approvare le Blue Laws contro la vendita di gelati con soda nel 1890. "Alcuni ingegnosi baristi e droghieri, in "Heavenston", obbedendo alla legge, servivano gelato con lo sciroppo richiesto ma senza soda. Dunque seguendo la legge. [...] Queste "sode" senza soda diventarono la soda della Domenica" Poiché la vendita del dolce continuava anche di lunedì, i capi dei venditori locali proposero di chiamare il dessert con un nome che richiamasse il Sabbath. Così il nome del dolce fu mutato in Sundae.

Ithaca, New York, 1892

A supporto della tesi che afferma Ithaca essere la città natale del Sundae, i ricercatori dell'History Center in Tompkins County (New York), riportano ancora un'altra versione su come il sundae venne creato: fu la domenica 3 aprile 1892 che John M. Scott, un ministro della Chiesa Unitaria, e Chester Platt, co-proprietario della Platt & Colt Pharmacy, crearono il primo sundae storicamente documentato. Platt ricoprì per un mero capriccio un piatto di gelato con sciroppo di ciliegie e ciliegie candite, e chiamò il piatto "Cherry Sunday" (cherry è ciliegia in inglese) in onore del giorno in cui era stato creato. La più antica prova scritta di un sundae è una inserzione per la "Cherry Sunday" della Platt e Colt's, pubblicato sull'Ithaca Daily Journalil 5 aprile 1892. Nel maggio dello stesso anno la Platt&Colt vendeva già "Strawberry Sundays" e, successivamente, "Chocolate Sundays". I "Sundays" della Platt&Colt arrivarono a divenire così popolari che, nel 1894, Chester Platt tentò di registrare il termine "Sunday".

Plainfield, Illinois

Anche Plainfield (Illinois) sostiene di essere la casa del primo gelato sundae. Una convinzione locale è che un droghiere di Plainfield chiamato Mr. Sonntag creò il piatto "a causa delle sollecitazioni dei protettori di creare qualcosa di differente". Questi chiamò il piatto "sonntag", come il suo cognome, e poiché Sonntag in tedesco vuol dire domenica, (ovvero Sunday in inglese), il nome fu tradotto in Sunday e successivamente fu modificato in sundae. Per questa versione non è riportata alcuna data precisa.
Il gelato è costituito da piccole palline di gelato alla vaniglia condite con una salsa aromatizzata o dello sciroppo, panna montata e una ciliegina al maraschino. Secondo la tradizione, viene quasi sempre servito in una coppa di vetro a forma di tulipano.

Hot Fudge Sundae

È una delle tante variazioni. Il nome deriva dalla salsa calda al cioccolato con cui è guarnito.

Caramelo Sundae

Questa è una variante dell'Hot Fudge in cui la salsa al caramello sostituisce quella al cioccolato.

Sundae Tartaruga

Gli ingredienti principali sono gelato alla vaniglia, salse al cioccolato e al caramello, noci tostate e pecan. È un gelato molto famoso nella tradizione americana. Il nome deriva da una caramella americana chiamata Turtle (in inglese "tartaruga") che aveva gli stessi ingredienti del gelato sopra citato.
Il sundae più costoso è il Golden Opulence Sundae, venduto da un ristorante a New York al prezzo di 1000 dollari statunitensi. Il gelato è costituito da cinque palline di gelato Tahiti alla vaniglia del Madagascar, coperto da una foglia d'oro commestibile da 23 carati, caviale, cioccolato, frutto della passione, arancia, frutta candita di Parigi, marzapane, ciliegine ed è decorato con confetti di oro vero. Il gelato viene servito in un calice di cristallo baccarat Harcourt con un cucchiaino d'oro a 18 carati.

Ricetta

Ingredienti

  • 10 fragole circa.
  • Gelato alla vaniglia.
  • 5 o 6 biscotti alle mandorle.
  • 5 o 6 meringhe piccole.
  • Un po' di marmellata di lamponi.
  • Panna spray.
  • Wafer decorativi per gelato.
  • Cioccolato al latte.

Preparazione

  1. Mettete una fragola da parte, le altre mettetele nella ciotola e spappolatele con la forchetta.
  2. Mettete delle palline di gelato. Per rendere l'operazione più facile, immergete il cucchiaio da gelato nell'acqua tiepida
  3. Mettete sopra il gelato un poco di fragole spappolate.
  4. Fate a pezzettini con le mani le meringhe e mettetele sopra il gelato e le fragole.
  5. Mettete un po' di marmellata di lamponi
  6. Fate un paio pezzettini di biscotti alle mandorle e metteteli sopra.
  7. Adesso rifate uno strato di tutto: gelato, fragole, meringhe, marmellata e biscotti.
  8. Finite con un ultimo strato di gelato.
  9. Fate una spirale con la panna spray.
  10. Grattuggiate il cioccolato al latte sopra la panna.
  11. Mettete sopra il wafer decorativo e poi la fragola messa da parte.



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