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Patacia

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La patacia, anche italianizzata in pataccia, è una frittella dolce tradizionale dell'Alto mantovano, probabilmente diffusa anche nelle zone limitrofe.
Attualmente di desueta consumazione, la patacia rappresenta il dolce povero per antonomasia, cucinato dalle massaie rurali fino alla prima metà del XX secolo.



Composizione

Originariamente si trattava di un impasto non lievitato di acqua, latte, farina di grano tenero e sale, cui potevano essere aggiunti vari rimasugli di cucina, quali tozzetti di pane, raschiature di polenta o avanzi di minestra. Formato a disco dell'altezza di circa 1 centimetro e del diametro pari al fondo della padella in cui si cuoce, viene fritto in strutto e spolverato superficialmente con zucchero.
A partire dal dopoguerra, l'impasto della patacia è stato nobilitato dall'aggiunta di uova e di uvetta passa e viene fritto in olio al posto dello strutto.
La patacia è ormai scomparsa dalla dieta abituale, ma ne sopravvive il consumo saltuario, soprattutto in occasione di feste locali rievocative delle tradizioni.



Etimologia

La denominazione "patacia" è di etimo incerto. Alcuni sostengono derivi dall'antico dialetto lombardo con il significato di "insieme di cose povere", altri che così si chiami in dipendenza dal fatto che fosse una vivanda usualmente consumata dai Patarini, di identico etimo, fortemente radicati in Lombardia nell'XI secolo, particolarmente nei contigui territori di Medole, Castiglione delle Stiviere e Desenzano del Garda.
È anche possibile che "patacia" derivi da "pastaccia", dolce tipico della tradizione italiana centro-meridionale, di similare preparazione e composizione, citato da Ippolito Cavalcanti quale antenato della pastiera napoletana.

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Frittelle di San Giuseppe di Pitigliano

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Le frittelle di San Giuseppe sono dolci tipici di Pitigliano a base di riso e latte.
Vengono degustate in piazza in occasione della tradizionale Torciata di San Giuseppe che si svolge nella città di Pitigliano, il 19 marzo.

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Frittella

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Le frittelle sono vivande fritte di forma solitamente tondeggiante. Possono essere sia dolci che salate.


Storia

Questo piatto, anticamente diffuso in gran parte del Mediterraneo, si dice che fosse conosciuto ai tempi dell'Antica Roma, e probabilmente ancor prima di essa. Infatti gli antichi romani chiamavano questi dolci frictilia. In seguito il piatto ebbe nuovo sviluppo in terra spagnola per poi diffondersi ovunque. In Italia svariate regioni lo annoverano tra i propri piatti tipici o a marchio P.A.T. o Dop e ognuno dà a questa pietanza un diverso nominativo. Consumate abitualmente o durante le festività, le frittelle vengono mangiate in molti paesi del mondo.
Anche a Venezia le frittelle ebbero un successo clamoroso fino a che furono nominate il dolce nazionale della Repubblica Serenissima, in tutto il territorio veneto e friulano divennero presto amate da tutti; le frittelle non venivano fatte da chiunque, solo dai cosiddetti "fritoleri". Il mestiere dei "fritoleri" era una vera e propria corporazione che si era divisa il territorio nella propria area di esclusività, vi si poteva entrare solo avendo un padre "fritolero" e questa strategia permise alla corporazione di sopravvivere fino alla fine del diciannovesimo secolo.


Preparazione

Sono estremamente semplici da preparare: In una ciotola mescolare il burro, la vanillina, lo zucchero, la farina, le uova, la scorza del limone, il lievito, il sale e il liquore. Impastare su un piano infarinato. Dopo aver aspettato qualche minuto formare dei bastoncini di pasta con uno spessore di uno/due centimetri, poi tagliarli a pezzettini grandi quanto una piccola noce, infine lavorarli tra le mani per andare a formare delle palline. In una pentola con olio abbondante friggere fino a che le frittelle non diventano gonfie e ottengono un bel colorito dorato.
Quindi occorre posare le frittelle su un piatto di portata e magari cospargerle, se dolci, con zucchero semolato, zucchero a velo, miele o sciroppo d'acero. A piacere, è possibile aggiungere ingredienti ulteriori per dare luogo a frittelle di riso o frittelle di mele. Si possono anche gustare farcite di crema pasticcera.





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Frìtoła

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La frìtoła (pronunciato: frìtoea; in italiano frittella o frittola) è il dolce tipico del carnevale di Venezia e, con alcune varianti, di tutto il Veneto, del Friuli-Venezia Giulia e dell'Istria. Per tradizione le frìtole si preparano durante il periodo del Natale e del carnevale.



Preparazione


Le frìtołe veneziane tradizionali, preparate con una pastella di farina, uova, latte e zucchero, uvetta sultanina, pinoli, vengono fritte e servite con una spolverata di zucchero semolato.
Le tipiche fritole veneziane hanno una dimensione che non supera i 4 cm di diametro e sono vuote, quelle ripiene sono, invece, simili ai Krapfen, e si trovano in molte differenti varietà, l'interno può essere con diversi tipi di creme o marmellate.



Nella cultura

Nella commedia Il campiello scritta per il Carnevale 1755 da Carlo Goldoni, la protagonista Orsola è una frittolera.




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French toast

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French toast, noto anche come eggy bread, German toast, gypsy toast, poor knights, o Spanish toast, è un piatto composto da pane inzuppato in uova sbattute e in seguito fritto.


Nomi e origini

La prima menzione compare tra le ricette romane di Apicio intorno al IV-V secolo; la ricetta parlava di immergere il pane nel latte, ma non nelle uova, e non forniva un nome specifico, solo aliter dulcia "un altro dolce".
Con le denominazioni di suppe dorate e soupys yn dorye, il piatto era largamente conosciuto nell'Europa medioevale. Per esempio, il maestro Martino da Como ne forniva la ricetta. Il French toast era spesso servito con selvaggina e carni. In questo ambito la parola "zuppa" si riferiva al pane immerso in un liquido.
Il nome francese più in utilizzo è pain perdu '"pane perduto", per sottolineare l'utilizzo del pane raffermo per la ricetta. Oggigiorno in francese il termine ha assunto il significato metaforico di "costi irrecuperabili".
Una ricetta tedesca del XIV secolo utilizza il nome di Arme Ritter ("poveri cavalieri"), un nome utilizzato anche in inglese come poor knights e lingue germaniche settentrionali. Nello stesso secolo Taillevent presenta la ricetta come tostées dorées.
Vi furono anche ricette inglesi del XV secolo per il pain perdu.
Un termine austriaco e bavarese per indicare il piatto è pafese o pofese, dalla zuppa alla pavese, riferita alla città italiana di Pavia.
L'accezione quotidiana del French toast prevede la frittura, novità probabilmente introdotta negli Stati Uniti, dove il piatto vede maggiore diffusione.



Preparazione e servizio

Le fette di pane sono messe a mollo o immerse in un mix di uova sbattute, spesso con latte o crema. Possono essere ulteriormente aggiunti nel mix zucchero, cannella, noce moscata e vaniglia. Le fette sono in seguito fritte su entrambi i lati finché non diventano marroni. È consigliato il pane raffermo per la ricetta, dal momento che assorbe maggiormente le uova senza sgretolarsi.
Le fette possono essere servite spolverate di zucchero a velo o guarnizioni dolci come marmellata, miele, frutta o sciroppo d'acero, o reso come salato con ketchup e altre salse.


Altre versioni

Il pane può essere immerso solo nel latte, e in seguito aggiungere le uova.
Si può inzuppare il pane in altri liquidi, come vino, acqua di rose o succo d'arancia prima o dopo essere cotto.


French toast nel mondo

Francia

In Francia, il pain perdu è mangiato come dessert, o a colazione, o al thè del pomeriggio (il cosiddetto "goûter").



Hong Kong

La versione del French toast ad Hong Kong prevede che le fette siano impanate dopo essere state immerse nelle uova sbattute o nella salsa di soia, servite con burro o sciroppo. È tipicamente reso come un sandwich, con ripieno dolce. Viene offerto nelle case da tè, le "cha chaan teng".

Spagna

La "Torrija" è una ricetta tradizionale simile al French toast preparata in Spagna durante la quaresima e la Settimana santa.





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