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Torrone di Jijona

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Il torrone di Jijona è un torrone tipico della provincia di Alicante, in particolare della città di Jijona, composto da mandorle tritate e miele.
Esiste un organismo, chiamato Consejo Regulador de Jijona y Turrón de Alicante, che è incaricato di verificare che vengano soddisfatti tutti i requisiti perché il torrone possa essere considerato prodotto IGP (indicazione geografica protetta).
Si consuma in tutti i periodi dell'anno, ma è particolarmente diffuso durante l'epoca natalizia in tutta la nazione spagnola.


Caratteristiche

Le mandorle sono il suo ingrediente principale (anche se in proporzioni minori rispetto al torrone di Alicante).
Si ottiene a partire da una miscela di mandorle tostate mescolate con albume d'uovo e miele. Questa miscela viene tritata in mulini speciali fino a diventare una massa fluida uniforme; questa massa viene cucinata nuovamente in pentole chiamate "boixets". Mediante il movimento del "boix" si ottiene una miscela omogenea e si finisce versandola in alcuni stampi. Si lascia raffreddare fino ad ottenere il torrone ultimato (sono necessarie almeno 24 ore perché le mandorle liberino il loro olio).




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Fudge

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Il fudge è un dolce tipico del Regno Unito e degli Stati Uniti.


Cenni storici


Il dolce è ritenuto un'invenzione americana; le prime notizie certe sulla sua esistenza risalgono al 1886.


Metodi di preparazione

Preparato con caramello, zucchero, latte, burro e panna, il dolce viene servito a temperatura ambiente. Esistono numerose varianti della ricetta classica, da quella al cioccolato a quella alle noci, alle quali si possono aggiungere caffè, menta e rum.




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Cacavellu

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Il Cacavellu (còrso; pl. cacavelli; anche caccavellu; caccaveddu in dialetto Suttanacciu; dal latino càcabus ("pentola")) è un dolce còrso generalmente a forma di ciambella, fatto di pasta lievitata.
Si tratta di un dolce tipico del paese di Vico.
Nella cucina della Corsica esiste anche un dolce lievitato chiamato anche caccaveddu, tipico della regione intorno a Sartena nel sud della Corsica: è simile al dolce còrso chiamato campanile ed è anch'esso preparato tradizionalmente per la Pasqua.


Ingredienti

I suoi ingredienti principali sono farina di frumento, lievito, sale, uova, zucchero, strutto (sdruttu), aquavita, scorza d`arancio grattugiata, brocciu e olio d'oliva. Dopo aver sciolto il lievito in un po' d`acqua , farina, uova, aquavita vengono mescolati in un impasto, che viene impastato e lasciato riposare un'ora. Poi viene fatta passare attraverso un setaccio e mescolato con uova, lo zucchero e la scorza di arancia grattugiata. All'impasto viene data una forma circolare, la miscela col brocciu viene messa sulla parte esterna, poi viene fatto un foro nel mezzo ed i bordi della pasta vengono sollevati e premuti insieme racchiudendo fra essi la miscela col brocciu, in modo che risulti una ciambella. Il dolce, posto su una placca unta di olio d'oliva, viene cotto per un'ora in forno caldo.


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Tarta de Santiago

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La Tarta de Santiago (letteralmente "Torta di Santiago") è una ricetta tradizionale della cucina della regione spagnola della Galizia e la sua origine è sconosciuta. Attualmente è possibile acquistarla in quasi tutti i panifici e nelle aree attraverso le quali passa il Cammino di Santiago di Compostela, e in tutta la comunità autonoma della Galizia, soprattutto durante il mese di luglio e la prima settimana di agosto. I suoi ingredienti principali sono mandorle, zucchero e uova.

Caratteristiche
La torta di Santiago è fatta con mandorle polverizzate e mescolate con uovo e zucchero. Questo dà luogo a una massa compatta alla quale viene aggiunto del burro. Successivamente, viene cotto in un recipiente refrattario a 180 °C - 200 °C per circa 45 minuti fino a quando la parte superiore si indurisce. Infine, solitamente si cosparge di zucchero a velo la croce di Santiago nella parte superiore, in modo che, una volta rimossa, il contorno della croce è stampato.
Queste torte non devono contenere farina, tranne nell'impasto che ricopre la parte inferiore, ma si includono cannella e scaglie di limone. La torta deve avere un colore dorato e la sua consistenza dovrebbe essere leggermente spugnosa e un po' granulosa. Il sapore caratteristico di questa torta è una miscela equilibrata di mandorle e uova.
La torta viene servita dopo i pasti accompagnata da un cappuccino, alcuni preferiscono servirla accompagnata da un vino.

Storia
Non si sa nulla riguardo al consumo di mandorle in Galicia durante il Medioevo, ma è risaputo che era un alimento di lusso riservato a pochi. La prima notizia che si ha dell'uso di questa torta è del 1577 durante una visita di D. Pedro de Porto Carrero all'università di Santiago. Anche se a quei tempi la torta era denominata Tarta real gli ingredienti e le caratteristiche fanno pensare che è la torta che oggi chiamiamo "Torta di Santiago".
L'origine della croce di Santiago rappresentata nella superficie risale al 1924 quando la compostelana «Casa Mora» inizia ad adornare le torte di mandorle con l'attuale croce, ottenendo un gran successo in Galicia e nel resto della Spagna.
Nel maggio 2011, la denominazione Tarta de Santiago è stata riconosciuta indicazione geografica protetta (IGP).


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Panellets

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I panellets sono dolcini tipici di Catalogna, Valencia e Baleari che tradizionalmente si preparano per la festa di Ognissanti, in Spagna.
Nell'aprile 2002, a livello europeo, la denominazione «Panellets» è stata riconosciuta specialità tradizionale garantita (STG) e suo disciplinare di produzione modificato nel 2008.

Varietà
Sono essenzialmente preparati a partire da marzapane e la gran varietà di panellets si differenzia da tre tipi differenti.
  • Marzapane base: panellets di pinoli, panellets alle mandorle, panellets al cocco, panellets alle nocciole, panellets all'arancia, panellets al limone, panellets alla crema d'uova, panellets al caffè, panellets alla fragola e panellets al marron glacé.
  • Marzapane corrente: a base di mandorle, possono essere di forme differenti (castagna, zoccolo, fungo, strisce ripiene di frutta candita e di mela cotogna).
  • Marzapane raffinato: panellets al cioccolato in forma di castagna e panellets Osso di Santo.

Storia
La litteratura catalana del XVIII secolo racconta le tradizionale fiere, ogni anno, che si svolgevano in occasione della ricorrenza di Ognissanti dove in quel periodo venivano venduti e consumati panellet insieme a castagne e vino dolce nelle vie dell'attuale Ciutat Vella di Barcellona.
E già nel 1920, il consumo di panellets nella città di Barcellona era molto diffuso; il Forn de Sant Jaume (uno dei forni più famosi della città) comprò 1 000 chili di pinoli spellati per la confezione unicamente della varietà ai pinoli.






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Dove e come è nato il primo gelato industriale





La storia del gelato.
Non è facile attribuire una “paternità” al gelato. Alcuni la fanno risalire addirittura alla Bibbia: Isacco, offrendo ad Abramo latte di capra misto a neve, avrebbe inventato il primo “mangia e bevi” della storia. Altri, invece, la affidano agli antichi Romani che si distinsero ben presto grazie alle loro “nivatae potiones”, veri e propri dessert freddi.
Bisogna però aspettare il Cinquecento per assistere al trionfo di questo alimento. In particolare, è Firenze a rivendicare l’invenzione del gelato ‘moderno’, che per primo utilizza il latte, la panna e le uova. Golosa innovazione che si deve all’architetto Bernardo Buontalenti. Altro grande epigono del gelato fu anche un gentiluomo palermitano, Francesco Procopio dei Coltelli che, trasferitosi a Parigi alla corte del Re Sole, aprì il primo caffè-gelateria della storia, il tuttora famosissimo caffè Procope.
Ma la storia moderna di questo goloso alimento comincia ufficialmente quando l’italiano Filippo Lenzi, alla fine del XVIII secolo, aprì la prima gelateria in terra americana. Il gelato si diffuse a tal punto da stimolare una nuova invenzione: la sorbettiera a manovella, brevettata nel XIX secolo da William Le Young.
Il primo gelato industriale su stecco, il Mottarello al fiordilatte nasce in Italia nel 1948. Subito dopo, negli anni 50, arriva il primo cono con cialda industriale il mitico Cornetto. Gli anni 70 e la diffusione del frezeer domestico battezzano invece il primo secchiello formato famiglia, il Barattolino. Fino ad arrivare al primo biscotto famoso diventato un gelato di successo, il bicolore Ringo.





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Perché le persone continuano a fare una colazione con le merendine o i dolci quando è risaputo non essere sana?

Sara Lalletti - Dietista per caso, Rome (2020)



Le merendine sono comode, pratiche, non costose, i dolci sono golosi e c'è purtroppo una tradizione italiana di fare colazione con essi che per fortuna all'estero non c'e. Noi in effetti miriamo a cose come pane burro, marmellata o miele o crema di nocciole sul pane cornetti caffè con panna, croissant ecc tutte cose dolci. Invece gli anglosassoni per prima colazione possono mangiare salsicce, fagioli uova, pancetta funghi, huggins, i tedeschi possono mangiare insaccati e gli Americani uova fritte e bacon. Pochi cercano il dolce come noi. Perché questo da loro e più giustamente relegato a fine pasto.

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Natillas

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Natillas è un termine usato per indicare vari dolci nei paesi di lingua spagnola. In Spagna tale termine si riferisce a un piatto simile alla crema inglese, preparato con latte e uova. In Colombia non include le uova ed è chiamato natilla anziché natillas, e ciò che in altri paesi è chiamato natilla in Colombia prende il nome di manjar blanco.

Spagna
In Spagna, le natillas sono un piatto simile alla crema inglese, preparato tipicamente con latte, zucchero, vaniglia, uova e cannella. Il piatto è preparato facendo bollire il latte a fuoco moderato e mescolandovi delicatamente le uova (spesso solo i tuorli) e altri ingredienti per creare una dolce crema inglese. Si distingue comunque per essere più ricca, per fare un uso generoso di cannella e per non usare il caramello.

Colombia
In Colombia, la natilla è il più popolare piatto natalizio e viene servito con buñuelos (simili alle zeppole) e manjar blanco. Fra gli ingredienti vi è il latte, la panela (cubetti di zucchero di canna), cannella e farina o amido. Tradizionalmente alle persone piace aggiungere del cocco, ma è un ingrediente opzionale. Per guarnire si sparge della cannella in polvere sulla Natilla completata. Questo dolce si trova durante tutto il periodo natalizio, e i negozi di solito vendono delle natilla già pronte: nonostante ciò, una delle più note tradizioni natalizie colombiane è quella di fare la natilla in un falò improvvisato per le strade o nei cortili delle case.

Perù
Questo termine è usato in Perù, specialmente nella città di Piura, per riferirsi al dulce de leche, una crema a base di latte e zucchero che viene fatta bollire fino a quando non è densa e lo zucchero si è caramellato in un ricco color marrone. Il peruviano manjar blanco è decisamente più simile alle natillas spagnole, eccetto per il fatto che è in qualche modo più denso e non contiene uova.

Messico e Nuovo Messico
Anche in Messico e Nuovo Messico è possibile trovare le natillas e somigliano a una versione più densa del dolce liquido chiamato Atole leche.






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Torrone di Alicante

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Il torrone di Alicante è un torrone tipico della provincia di Alicante composto da mandorle intere leggermente tostate e miele.
Esiste un organismo, chiamato Consejo Regulador de Jijona y Turrón de Alicante, che è incaricato di verificare che vengano soddisfatti tutti i requisiti perché il torrone possa essere considerato prodotto IGP (indicazione geografica protetta).
Si consuma in tutti i periodi dell'anno, ma è particolarmente diffuso durante l'epoca natalizia in tutta la nazione spagnola. Nella provincia di Alicante è diffuso anche come gusto dei gelati artigianali.

Caratteristiche
Le mandorle sono l'ingrediente principale del torrone di Alicante, che deve contenerne almeno il 46% in peso. Le mandorle sbucciate sono arrostite in tamburi rotanti, quando raggiungono il punto di tostatura si aggiunge albume d'uovo diluito. Il miele utilizzato dev'essere della Comunità Valenciana, si scalda e si aggiunge alle mandorle tostate mescolando la miscela. La massa risultante viene versata in stampi a forma di cassetti ricoperti di wafer.





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