Una celebrazione dolciaria che attraversa i secoli, dalla contea di Derbyshire alle tavole gourmet di oggi
Nel cuore del Derbyshire, incastonato tra verdi colline e sentieri che profumano di nebbia e bosco, esiste un dolce che racconta una storia tutta inglese, fatta di casualità, maestria artigianale e gusto raffinato: la Bakewell tart. Questo dessert, a prima vista semplice, racchiude in realtà strati di tradizione, contrasti delicati e una costruzione gastronomica che ha resistito all’usura del tempo, affermandosi con una forza tranquilla nella pasticceria d’eccellenza britannica.
Chiunque abbia assaggiato una vera Bakewell tart sa che non si tratta di un semplice dolce di pasta frolla. È una sinfonia costruita con precisione: una base friabile che sostiene un cuore di confettura, normalmente di lampone, coperta da un morbido strato di frangipane alle mandorle, cotto fino a raggiungere una doratura gentile e una consistenza che fonde insieme burro, mandorle e memoria. E sopra, talvolta, una glassa bianca o qualche mandorla affettata, che aggiungono un’ulteriore nota visiva e aromatica.
Ma la vera forza della Bakewell tart non sta solo nei suoi ingredienti, bensì nella sua capacità di evocare un’intera cultura: quella del tè pomeridiano, della tavola imbandita con tazze in porcellana e tovaglie ricamate, dove il dolce viene servito con una compostezza che è essa stessa parte del rituale.
La Bakewell tart è spesso confusa con la “Bakewell pudding”, un dolce che effettivamente ne è l’antenato diretto. La leggenda narra che tutto ebbe inizio attorno al 1820, nella locanda Rutland Arms a Bakewell. Un cuoco, fraintendendo le istruzioni del capocuoco, invece di incorporare la marmellata nell’impasto, la stese sopra la base prima di aggiungere il ripieno alle mandorle. Il risultato fu sorprendentemente gradevole. Così tanto che i clienti cominciarono a chiedere quella “versione sbagliata” con sempre maggiore insistenza.
Nel tempo, quella che inizialmente fu un’anomalia divenne norma. Si cominciò a codificare la preparazione, perfezionando la frolla, raffinando la crema frangipane e scegliendo confetture dalla consistenza densa e dal gusto bilanciato. Nacque così la Bakewell tart come la conosciamo oggi, distinta dal più antico pudding per via della crosta più definita, simile a una classica tart europea.
Il dolce guadagnò popolarità a livello nazionale durante l’epoca vittoriana, quando i tè pomeridiani diventarono eventi sociali. Ed è proprio in quel contesto che la Bakewell tart trovò la sua collocazione ideale: elegante, soddisfacente, perfettamente bilanciata nel sapore e nella presentazione.
Sebbene molte varianti siano nate negli anni — alcune prevedono la glassatura, altre l’uso di marmellate differenti — la versione tradizionale resta la più apprezzata, proprio per il suo equilibrio. Ecco come prepararla secondo i canoni classici.
Ingredienti per una tortiera da 22 cm:
Per la base di frolla:
200 g di farina 00
100 g di burro freddo a cubetti
50 g di zucchero a velo
1 tuorlo
2 cucchiai di acqua fredda
Per il ripieno:
120 g di burro morbido
120 g di zucchero semolato
2 uova medie
120 g di farina di mandorle
1 cucchiaio di farina 00
1 cucchiaino di estratto di mandorla amara (facoltativo)
3 cucchiai colmi di confettura di lamponi (o fragole, ribes o ciliegie)
Decorazione (facoltativa):
Mandorle a lamelle oppure glassa fatta con zucchero a velo e acqua
Procedimento:
Preparare la base:
In un mixer (oppure a mano con una spatola), lavorare farina e burro fino a ottenere un composto sabbioso. Aggiungere zucchero a velo, tuorlo e acqua. Impastare velocemente fino a ottenere un panetto liscio. Avvolgere nella pellicola e lasciar riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.Stendere e cuocere la base:
Stendere la frolla a uno spessore di circa 3 mm e rivestire la tortiera, precedentemente imburrata. Bucherellare la base con una forchetta, coprire con carta forno e pesi da forno (riso o legumi secchi) e cuocere in bianco per 15 minuti a 180°C. Rimuovere i pesi e proseguire per altri 5 minuti.Preparare il frangipane:
Montare burro e zucchero fino a ottenere una crema chiara. Aggiungere le uova, una alla volta, quindi unire farina di mandorle, farina 00 e, se si desidera, l’aroma di mandorla.Assemblare e cuocere:
Spalmare uniformemente la confettura sulla base della crostata precotta. Versare il composto frangipane e livellare. Cuocere in forno a 170°C per circa 30–35 minuti, finché la superficie sarà dorata e compatta al tatto.Finitura (opzionale):
Una volta raffreddata, si può completare la torta con una glassa preparata con zucchero a velo e pochissima acqua calda, oppure con mandorle tostate a lamelle.
La Bakewell tart non è un dessert da fine pasto, ma piuttosto un protagonista della merenda o del brunch. La sua struttura complessa richiede una bevanda che ne accompagni la ricchezza senza contrastarla.
Tè nero Darjeeling
Con le sue note muschiate
e fiorite, si sposa splendidamente con la dolcezza della frangipane e
l'acidità della confettura.
Tè Earl Grey
L’aroma di bergamotto accentua
la mandorla e dona una freschezza balsamica al palato.
Un bicchiere di Madeira o Marsala secco
Per
chi preferisce un tocco più deciso, questi vini da meditazione
completano la tart con sfumature calde e legnose.
Per una variante moderna:
Servita con panna
acida leggermente zuccherata o una quenelle di crème fraîche, la
Bakewell tart assume un profilo più sofisticato, adatto a palati
gourmet.
La Bakewell tart rappresenta ciò che di meglio la pasticceria tradizionale può offrire: rispetto per gli ingredienti, maestria artigianale, e un legame profondo con il territorio e la memoria collettiva. È un dolce che non ha bisogno di rivisitazioni radicali perché è già, nella sua forma attuale, un equilibrio ben riuscito di consistenze e sapori.
Che venga servita in un cottage della campagna inglese o nel menu degustazione di una sala da tè londinese, mantiene la sua essenza: un omaggio alla semplicità raffinata e all’arte del cucinare con cura. Una fetta, accompagnata da un sorso caldo, è un viaggio nella storia culinaria d’oltremanica — un piccolo lusso quotidiano che racchiude in sé il meglio del saper fare britannico.
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