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Calaveras



I calavera sono teschi di zucchero tipici delle celebrazioni del Giorno dei morti in Messico, fatti di zucchero di canna, raramente aromatizzati alla vaniglia, quasi sempre composti da un unico panetto decorato da coloranti vegetali verde, azzurro, giallo, rosso e fogli di carta d'oro alimentare e con una dimensione che varia dai 2 fino ai 20 cm.
La loro funzione è sia quella di "ofrenda" (ovvero di piccolo oggetto da offrire ai defunti su un altare rituale composto per il Día de Muertos e quindi in questo caso reca il nome del defunto cui è indirizzato) sia di dolci per i bambini; in tal senso ai calavera si possono affiancare piccoli giocattoli di fango a forma di cranio, realizzati con due parti concave, utilizzati come sonagli e dipinti di nero, rosso e argento.
Nell'antichità il teschio giocattolo si affiancava alla tradizione di "chiedere teschio", che consisteva nell'uscire a chiedere l'elemosina per comprare calavera da collocare negli altari delle chiese e delle tombe durante le feste.
I calavera e più in generale teschi e scheletri sono spesso raffigurati nei dipinti di epoca pre-colombiana, intesi però come simboli di rinascita.
La denominazione "calavera" inoltre può identificare anche rappresentazioni artistiche di teschi, come le litografie di José Guadalupe Posada: di queste ultime la più celebre è la Calavera Catrina, litografia raffigurante un teschio di donna con un cappello di foggia europea; essa rappresenta satiricamente tutti quei messicani che in epoca pre-rivoluzionaria vollero adottare i modi dell'alta borghesia europea.

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Pane dei Morti

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Il pane dei morti, in spagnolo "pan de muerto", è un tipo di pane preparato nel Messico nelle settimane prima della festa conosciuta come il "Giorno dei morti". È basato su una semplice ricetta per pane dolce con semi di anice, che varia in base alla regione. Nel Messico centrale è di forma tonda, con pezzi che assomigliano a ossi.
Secondo la tradizione deve essere collocato sull'altare dei morti come un gesto di benvenuto. Si crede che le anime dei morti consumino l'"essenza" del cibo.
Ne La mixteca è data al pane una forma umana. Viene cosparsa con lo zucchero bianco per i bambini uccisi o rosso per gli adulti.

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Inuliata

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L`Inuliata (còrso; talvolta francesizzato in inuliate; pl. inuliate; significato: "oliata") è un dolce còrso generalmente di forma rotonda, fatto di pasta lievitata. Il dolce è tipico della cucina della Corsica e proviene dalla città di Ajaccio in Corsica del Sud. L'inuliata è preparata durante la settimana di Pasqua.
I suoi ingredienti principali sono farina di frumento, lievito, zucchero a velo, olio d'oliva e vino bianco secco. Un impasto viene preparato con farina, quasi tutto lo zucchero e l'olio, vino bianco e lievito sciolto in acqua. La massa è impastata, lasciata riposare e stesa in una forma rotonda alta 1,5 cm. I suoi bordi vengono pizzicati con le mani e la superficie è bucherellata con una forchetta. Il dolce viene spennellato con olio d'oliva (da qui il nome), spolverizzato con il resto dello zucchero, messo su una teglia unta con olio d'oliva e cotto un'ora in forno moderato.

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Donauwelle

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La Donauwelle (dal tedesco "onda del Danubio"), anche conosciuta come Schneewittchenkuchen o Schneewittchentorte (dal tedesco "torta di Biancaneve"), è una torta tedesca a base di amarene, crema al burro e cacao.
Dopo aver preparato un impasto a base di latte, farina e uova, questo viene dapprima posto in una teglia e successivamente cosparso con un altro impasto mescolato con il cioccolato. In seguito vengono aggiunte le amarene. Dopo aver cotto la torta, questa viene lasciata raffreddare e cosparsa di un composto a base di burro e zucchero. In seguito, la Donauwelle viene messa in frigo.


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Galette des rois

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La Galette des rois è un dolce francese consumato all'Epifania.
La Galette des Rois, nel Nord della Francia, è originalmente una galletta a base di pasta sfoglia semplicemente dorata in forno. Si mangia accompagnata da marmellate; può anche essere farcita con diverse preparazioni: crema frangipane, frutta, creme, cioccolato o salsa alle mele.
Nel Sud della Francia, il dolce dei re è una brioche alla frutta candita a forma di corona, profumata ai fiori d'arancio: in tale regione, è preferita a quella di pasta sfoglia.
Ci sono anche delle varianti a base di pasta frolla, principalmente in Belgio.
Il nome, "galletta dei re", si spiega con il suo riferimento ai Re Magi, festeggiati proprio il giorno del sei gennaio.
Nel dolce si nasconde per tradizione una fava o nelle famiglie più benestanti, la piccola figura di un re, simile a un soldatino oppure ad altre figure: la persona a cui capita di avere l'oggetto nascosto nel suo pezzo di dolce - in francese chiamata la fève (la fava appunto) - è considerata il re della giornata. Tradizionalmente si decora la torta con una coroncina di carta dorata.
La stessa tradizione è presente anche in altri paesi, ma con altri dolci: nei paesi germanofoni si trova ad esempio il Dreikönigskuchen, nei paesi ispanofoni il Roscón de Reyes, in quelli anglofoni il King cake, in Portogallo il Bolo-rei. In Italia la tradizione della figurina non è molto nota dato l'uso prevalente di festeggiare maggiormente la Befana lo stesso sei gennaio. In Grecia a Capodanno ricorre il periodo della Vasilopita, che contiene una moneta oppure un ciondolo.

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Lingue di gatto

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Le lingue di gatto sono biscotti della tradizione europea che accompagnano spesso creme, macedonie e gelati.
La loro forma stretta ed allungata ricorda la lingua di un gatto. In Italia si trovano comunemente nelle pasticcerie e nei forni. A differenza di altri paesi, come Germania e Austria, la ricetta italiana non prevede l'uso di cioccolato. Esiste una variante chiamata "Lingue feline arrotolate", sono lingue di gatto arrotolate appena uscite dal forno (quando sono ancora morbide) e riempite di crema di cioccolato.

Ingredienti
  • 100 g di burro
  • 100 g di farina 00
  • 100 g di albumi
  • 100 g di zucchero
Lasciare ammorbidire il burro un paio d'ore fuori dal frigorifero e montare 2 albumi a neve. Lavorare con un cucchiaio di legno il burro, lo zucchero e la vaniglina fino ad ottenere un impasto omogeneo e cremoso, aggiungere l'albume rimasto, mescolare e versare la farina a setaccio. Per ultimo incorporare gli albumi montati a neve. Con l'aiuto di una siringa da pasticcere formare delle striscette di 5 o 6 cm su una placca ricoperta di carta forno. Cuocere a 200 °C per pochi minuti (i bordi devono colorarsi).

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Malaga



Il Malaga è una varietà di gelato spagnola, originaria dell'omonima città.
Il gelato al Malaga viene preparato partendo da una base di latte, panna, zucchero e uova alla quale viene aggiunta dell'uva passa (del tipo Malaga) imbevuta di vino Malaga. Spesso la base viene centellinata con il vino stesso.
Nel gelato prodotto industrialmente, il vino Malaga viene sostituito dal Marsala o dal rum.

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Zucchero a velo



Lo zucchero a velo o zucchero al velo è sostanzialmente zucchero ridotto ad una finissima polvere che viene usata per guarnire dolci di ogni genere. Questo alimento si può acquistare tal quale o si può produrre direttamente a casa propria tritando i granelli di zucchero con l'aiuto di un mixer; generalmente si ricorre alla produzione in casa per evitare di acquistare zucchero a velo mischiato a farine.
Esistono due tipologie di zucchero a velo: lo zucchero a velo classico e lo zucchero impalpabile. Il primo è ottenuto proprio per macinazione mentre il secondo è ottenuto sempre per macinazione ma con l'aggiunta di antiagglomerante che può essere sotto forma o di farina o di amido e conferisce allo zucchero un carattere idrorepellente. Ci sono sostanziali differenze tra il classico e quello impalpabile: difatti, quando si va a spolverare sulla superficie di dolci umidi quali possono essere crostate di frutta, mousse o crêpes, lo zucchero a velo classico si scioglie rapidamente a differenza di quello impalpabile. Ciò si verifica poiché lo zucchero a velo in questione è composto da una piccola percentuale di amidi (max 3%); proprio per questo è molto difficile da reperire al di fuori dell'ambito professionale.




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Alexandertorte


Alexandertorte, noto anche come Alexander Torte o Aleksander Torte (in lettone: Aleksandra kūka, Aleksandra torte), è un dolce concepito per commemorare una visita dello zar Alessandro III a Riga, l'odierna capitale della Lettonia.

Composto da strisce di pasta sfoglia ripiene di confettura di lamponi o marmellata di lamponi, è tradizionalmente consumato come dessert a pranzo o a cena, ma può essere servito anche all'ora del tè. Dovrebbe essere fatto un giorno o due prima di essere servito, perché la glassa deve essere dura prima di tagliare la torta.

Un dolce simile esiste in Danimarca, ed è conosciuto come hindbærsnitte. Nella zona di lingua tedesca esiste una torta con lo stesso nome che ha mandorle e vinacce come ingredienti principali.

Una versione finlandese del dolce chiamata Aleksanterinleivos commemora lo zar Alessandro I di Russia ed è stata prodotta dal 1818.


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Bichon au citron

 


Il bichon au citron è una pasticceria francese. È simile a un girotondo per dimensioni, forma e che è fatto di pasta sfoglia. Una delle principali caratteristiche distintive è che è ripieno di cagliata di limone. Lo strato esterno di zucchero a volte è parzialmente caramellato . 



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Tortellino dolce di Marianna

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Il tortellino dolce di Marianna è un dolce tipico del territorio di Castel Goffredo, in provincia di Mantova, che ha acquisito nel 2018 lo stato di "De.C.O." (Denominazione comunale d'origine).
Il ripieno è preparato con acqua, zucchero, cannella in polvere, chiodi di garofano, pinoli, cacao amaro, uva sultanina, biscotti secchi e marmellata di prugne e castagne. Di forma triangolare, viene avvolto nella pasta delle lattughe precedentemente preparata e quindi fritto nell'olio di mais bollente. Viene servito dopo essere stato spolverato di abbondante zucchero a velo.

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Pardulas



Le pardulas, così chiamate in sardo in zone quali il Sulcis, i Campidani di Cagliari e Oristano, etc., o casadinas, altra variante in sardo nelle Barbagie, Logudoro, etc., sono un tipico dolce pasquale della tradizione sarda. In italiano vengono chiamate formaggelle. Sono piccole tortine con ripieno di ricotta o di formaggio, molto delicate e gustose. A seconda della zona si possono vedere in una versione dolce o salata, all'aroma di arancia o limone e, più rara, una versione con l'uvetta.
Nonostante la preparazione identica, il gusto tra le pardulas di ricotta, delicatissime, e quelle di formaggio fresco, che hanno un sapore più deciso, è molto diverso.

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Hot cross bun


L'Hot cross bun è un dolce pasquale tipico del Regno Unito. Consiste in un panino dolce speziato con uvetta che presenta sulla superficie una croce, che viene tradizionalmente mangiato il Venerdì Santo.
La loro usanza è oggi largamente diffusa, oltre alle isole britanniche, in Australia, Canada, Irlanda, Nuova Zelanda e Sud Africa.
Si pensa che l'Hot cross bun sia nato a Saint Albans, nell'Hertfordshire, nel XIV secolo. Secondo questa teoria, un monaco della Cattedrale di St Albans, frate Thomas Rocliffe, inventò dei panini speziati, chiamati Alban Buns che venivano distribuiti ai poveri ogni venerdì santo a partire dal 1361.
Nel 1592, durante il regno di Elisabetta I, il direttore dei mercati di Londra emanò un decreto che proibiva la vendita di focacce calde e altri tipi di pane speziato, tranne il Venerdì Santo, il Natale e in occasione delle sepolture. Come conseguenza di questo divieto, la produzione dei panini speziati avveniva quasi esclusivamente nelle cucine domestiche. Il divieto durò fino al regno di Giacomo I, nel XVII secolo.[2] Tutto ciò contribuì alla diffusione dell'usanza di preparare questi dolci.
La prima traccia scritta riguardante gli Hot cross buns risale al 1733, quando sull'almanacco satirico londinese Poor Robin venne pubblicata la seguente frase:
(EN)
«Good Friday come this month, the old woman runs. With one or two a penny hot cross buns.»
(IT)
«Il Venerdì Santo arriva questo mese, la vecchia corre. Con uno o due penny hot cross buns.»
(Poor Robin's Almanack)
Secondo lo storico del cibo Ivan Day, "I panini venivano preparati a Londra durante il XVIII secolo. Però se cerchi prove o ricette antecedenti a quell periodo, non trovi nulla".
Gli Hot cross buns segnano la fine della quaresima, perché sono preparati utilizzando prodotti caseari, vietati durante il periodo. Essi presentano diversi simboli cristiani, a cominciare dalla croce, che rappresenta la crocifissione di Gesù, e le spezie, che rappresentano la sua imbalsamazione per la sepoltura.
La tradizione inglese include molte superstizioni riguardanti gli Hot cross buns. Si dice che i panini preparati il Venerdì Santo non ammuffiscono, e che se un malato ne mangia un pezzo lo aiuta a riprendersi. Se portati a bordo di una nave che deve fare un viaggio per mare la proteggono dai naufragi, e se vengono appesi in cucina proteggono la casa dagli incendi.
Su questo dolce è nata una popolare filastrocca in lingua inglese.
La ricetta tradizionale degli Hot cross buns prevede un impasto di farina, latte intero, burro, uova e lievito, al quale vengono poi aggiunti uvetta, cannella e scorza d'arancia.
Le croci sono tradizionalmente tagliate sulla superficie del panino, tuttavia è molto comune prepararle con una pasta di acqua e farina.


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Pane dei Morti

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Il pane dei morti, in spagnolo "pan de muerto", è un tipo di pane preparato nel Messico nelle settimane prima della festa conosciuta come il "Giorno dei morti". È basato su una semplice ricetta per pane dolce con semi di anice, che varia in base alla regione. Nel Messico centrale è di forma tonda, con pezzi che assomigliano a ossi.
Secondo la tradizione deve essere collocato sull'altare dei morti come un gesto di benvenuto. Si crede che le anime dei morti consumino l'"essenza" del cibo.
Ne La mixteca è data al pane una forma umana. Viene cosparsa con lo zucchero bianco per i bambini uccisi o rosso per gli adulti.

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King Kong


King Kong è il nome commerciale di un dolciume tipico della cucina peruviana. È un biscotto, fatto con farina, burro, uova e latte, ripieno di dulce de leche, canditi di ananas e, in una variante, arachidi. Il biscotto è a strati, per cui alla pasta si alterna il ripieno. Commercializzato in molti paesi dell'America latina, è venduto in confezioni da mezzo chilo e da un chilo. Il dolce è originario della regione peruviana di Lambayeque, il cui capoluogo omonimo è sede dell'Asociación de Productores de King Kong y Dulces Típicos de la Ciudad de Lambayeque (la AProKLam).
Il particolare nome del dolce è dovuto al collegamento popolare fra la mole del personaggio King Kong e quella del dolciume. L'origine di tale collegamento si fa risalire al 1933, anno di uscita nelle sale cinematografiche del famoso film King Kong. Prima di allora il biscotto era conosciuto con il nome di alfajor de Trujillo ed era di forma circolare: è ancora possibile trovare in commercio questa versione.
Al 2009, tra i molti produttori del dolce, i nomi più popolari sono San Roque, Lambayeque fabrica de dulces, Huerequeque, Evocada e Tumbas Reales.
Attualmente il prodotto è riconosciuto come patrimonio della regione di Lambayeque e l'AProKLam ha cominciato la procedura per ottenere la denominazione di origine. Il prodotto è esportato anche all'estero, in special modo in USA, Costa Rica, Giappone, Canada, Spagna, Italia e Belgio.
Un'attività popolare nella città di Chiclayo è quella di cucinare enormi biscotti, dal peso fino a una tonnellata, che vengono poi degustati durante il "Festival del King Kong", tenuto ogni anno.

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Mazamorra morada

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La Mazamorra morada è un dolce tipico del Perù, a base di mais morado, un tipo di mais peruviano di colore viola, e fecola di patate. Si spolvera di cannella in superficie al momento di servirlo.
È un dolce molto diffuso ed è possibile acquistarlo quasi in ogni angolo di strada. Viene consumato tutto l'anno, ma in particolare nel mese di Ottobre, durante i festeggiamenti per il santo patrono di Lima e di tutto il Perù, il Señor de los Milagros.

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Picarones

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I picarones sono un antipasto o dolce peruviano a base di farina di grano mischiata con zucca e in qualche occasione con patata dolce, a forma di anello, bagnato poi con salsa chancaca. È un piatto tradizionale della gastronomia peruviana, cilena e di varie nazioni sudamericane che, a differenza di altri antipasti, può essere consumato sia a pranzo che a metà pomeriggio.
Questo piatto affonda le proprie origini nei tempi del Vicereame del Perù. Probabilmente è un adattamento dei buñuelos spagnoli che consumavano i conquistatori e gli schiavi.
Derivano dall'unione della zucca e della patata dolce (di tradizione inca ed autoctoni del Perù) con ingredienti importati dai conquistadores spagnoli, come la farina di grano.
Venivano offerti durante la processione del Signore dei miracoli a Lima, dove sin dal XVII secolo si preparavano anticucho, choncholíes e picarones con miele. Questa tradizione venne conservata per 300 anni fino ai giorni nostri e si svolge durante il mese di ottobre.
Il pittore Pancho Fierro ne mostra l'esistenza in alcuni acquarelli del 1807, ed il tradizionalista peruviano Ricardo Palma descrive i picarones nel suo libro Tradiciones Peruanas pubblicato nel 1833.
Durante i primi anni della Repubblica del Perù, il consumo di dolci era molto diffuso nella città di Lima, sia durante le feste che nei giorni comuni. Già da allora i picarones erano un piatto venduto nei negozi, sulle strade, abitudine tuttora in uso.
Circa il consumo di questo piatto in Cile, Lautaro Silva riporta che fu una peruviana, la "Chola Rosalia", che introdusse i picarones in Cile, vendendoli nella via di fronte alla residenza Santo Domingo.
Hernan Eyzaguirre Lyon, riporta invece che la "Negra Rosalía" era una donna cilena, famosa venditrice di picarones a Lima (Perù) e che fece ritorno in Cile nel 1823. Ivi, all'angolo di Teatinos e Santo Domingo aprì un locale dove vendeva novità per i parrocchiani di Santiago: picarones e pisco.
Eugenio Pereira riferisce che la negra Rosalía era famosa a Lima per preparare i picarones e che si stabilì a Santiago nel 1825 dove li vendeva all'angolo tra calle San Pablo e il Correo Viejo.
Il compositore José Zapiola li descrisse come uno degli alimenti consumati tipicamente nelle piazze pubbliche cilene (i racconti di Zapiola datano tra il 1810 e il 1840).
Sono preparati a base di una massa composta da zucca, farina di grano, latte, maizena e lievito, che viene dapprima precotta e fatta raffreddare, per poi essere fritta in olio facendole prendere la forma di anelli. Una volta fritte, le ciambelline vengono bagnate con miele di chancaca e arancia prima di essere servite.

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Papo-de-anjo


Il Papo de anjo o papo-de-anjo, traducibile approssimativamente come "parole d'angelo", è un tradizionale dolce portoghese composto essenzialmente da tuorli d'uovo battuti, cotti e successivamente bolliti nello sciroppo di zucchero. Il nome viene tipicamente pronunciato papu ˈðɐ̃ʒu o ˈpapu ðɨ ˈɐ̃ʒu in Portoghese.
Come per i fios de ovos e molti altri classici dolci portoghesi a base di tuorlo d'uovo, si ritiene il papo de anjo sia stato creato dalle suore portoghesi intorno al quattordicesimo o quindicesimo secolo. La lavanderia era un'attività comunemente svolta all'interno dei conventi e dei monasteri dalle suore e, il loro utilizzo degli albumi d'uovo per l'inamidatura dei vestiti, creò un'eccessiva scorta di tuorli d'uovo.
Conformemente con la maggior parte delle ricette, i tuorli devono essere battuti fino a quando essi non si siano gonfiati fino a raddoppiare il loro volume originario. Alcune ricette includono tra gli ingredienti anche gli albumi (1 o 2 albumi per ogni 10 tuorli), montati a neve separatamente e successivamente uniti dolcemente con i tuorli. Il composto viene dunque versato in formine da muffin precedentemente unti (circa 1/2 cucchiaini ognuno) e cotti fino a quando non raggiungano una consistenza compatta senza il formarsi di una crosta. Le singole parti vengono poi leggermente bollite nello sciroppo, il quale può, a seconda dei propri gusti personali, venire aromatizzato con del rum, con della vaniglia, o con della scorza d'arancia.

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Pastel de nata

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Il pastel de nata (plurale: pastéis de nata), o pastel de Belém (plurale: pastéis de Belém) è un pasticcino portoghese a base di pasta sfoglia e uova.
Il dolce, oltre che in Portogallo, è diffuso in tutti i paesi di lingua portoghese come il Brasile, l'Angola, il Mozambico, Capo Verde, São Tomé e Príncipe, la Guinea-Bissau, Timor Est, Goa e Macao, nonché nei paesi con una presenza significativa di portoghesi come il Canada, l'Australia, il Lussemburgo, gli Stati Uniti e la Francia.

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