I calavera sono teschi di
zucchero tipici delle celebrazioni del Giorno dei morti in Messico,
fatti di zucchero di canna, raramente aromatizzati alla vaniglia,
quasi sempre composti da un unico panetto decorato da coloranti
vegetali verde, azzurro, giallo, rosso e fogli di carta d'oro
alimentare e con una dimensione che varia dai 2 fino ai 20 cm.
La loro funzione è sia quella di
"ofrenda" (ovvero di piccolo oggetto da offrire ai defunti
su un altare rituale composto per il Día de Muertos e quindi
in questo caso reca il nome del defunto cui è indirizzato) sia di
dolci per i bambini; in tal senso ai calavera si possono affiancare
piccoli giocattoli di fango a forma di cranio, realizzati con due
parti concave, utilizzati come sonagli e dipinti di nero, rosso e
argento.
Nell'antichità il teschio giocattolo
si affiancava alla tradizione di "chiedere teschio", che
consisteva nell'uscire a chiedere l'elemosina per comprare calavera
da collocare negli altari delle chiese e delle tombe durante le
feste.
I calavera e più in generale teschi e
scheletri sono spesso raffigurati nei dipinti di epoca
pre-colombiana, intesi però come simboli di rinascita.
La denominazione "calavera"
inoltre può identificare anche rappresentazioni artistiche di
teschi, come le litografie di José Guadalupe Posada: di queste
ultime la più celebre è la Calavera Catrina, litografia
raffigurante un teschio di donna con un cappello di foggia europea;
essa rappresenta satiricamente tutti quei messicani che in epoca
pre-rivoluzionaria vollero adottare i modi dell'alta borghesia
europea.
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