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Brownies

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Ingredienti per 12 persone

    4 uova
    365 g di zucchero
    170 gr. di burro
    120 gr. di farina
    62 gr. di cacao amaro
    1 pizzico di sale

Preparazione

Setacciare la farina, e unirvi il cacao amaro e lo zucchero. A parte, battere le uova intere con la vaniglia e il sale. Unirle al composto di vaniglia e cacao e per ultimo aggiungere il burro fuso caldo. Versare il tutto in una teglia rivestita di carta da forno e infornare a 160° per 25 minuti.
Consigli
Si possono ricoprire di cream-cheese o di noci o di pistacchi.

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Biscotti mandorle e batata

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Ingredienti

Per 1 placca da forno:
  • 350 g batata
  • 250 g mandorle sgusciate (con pellicina marron)
  • 150 g farina di frumento integrale
  • 5 g lievito chimico
  • 2 g di sale

Preparazione

  1. Lavare e lessare brevemente le batate, in modo che si spappolino
  2. Tritare finemente con mixer le mandorle, riducendole ad una farina.
  3. Aggiungere al trito di mandorle la farina, il lievito chimico ed un pizzico abbondante di sale.
  4. Ridurre in poltiglia la batata, e impastare con l'impasto ottenuto al punto precedente.
  5. Su una teglia, ricoperta di carta forno, distribuire l'impasto ottenuto con uno spessore di circa 6mm, quindi infornare per 18-20 minuti a 180 gradi.
  6. Rimuovere dal forno, e con una rotella da pizza tagliare per ricavare i biscotti della forma voluta.

Suggerimenti

Possono essere resi più appetitosi aggiungendo all'impasto del cioccolato fondente in scaglie, oppure uvetta sultanina (lavata e ammollata per 15 minuti in acqua o rhum)

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Biscotti integrali alla nocciola

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Ricetta vegana per ottenere biscotti rustici alla nocciola e cioccolato

Ingredienti

Per 2 placche da forno:
  • 500 g farina di frumento integrale
  • 120 g zucchero di canna integrale
  • 150g di cioccolato fondente 70%
  • 250 g circa di latte vegetale
  • 100 g di nocciole già sgusciate
  • scorza grattugiata di 1 arancia
  • 10 g di lievito chimico
  • 5 g di cannella o zenzero
  • 1 pizzico di sale

Preparazione

  1. Mescolare assieme farina, zucchero, lievito, scorza grattugiata di arancia, zenzero o cannella, sale.
  2. Tritare finemente le nocciole, ed aggiungerle al composto.
  3. Ridurre il cioccolato fondente in pezzetti, ed aggiungerlo.
  4. Impastare aggiungendo a poco a polo il latte vegetale.
  5. Su una spianatoia, tirare l'impasto fino a raggiungere uno spessore di 6-8mm, quindi con uno stampo ricavare i biscotti da riporre su una placca da forno, opportunamente ricoperta di carta forno.
  6. Opzionalmente, ricopire i biscotti con zucchero di canna integrale.
  7. Infornare per 15-20 minuti in forno ventilato.

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Torta con ricotta e pesche noci...

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Ingredienti:
250 g di ricotta, 150 g di farina 00, 100 g di fecola di patate, 3 uova medie, 200 g di zucchero, 1 pizzico di sale, 1 bustina di lievito, 100 ml di olio di semi di girasole, 1/2 tazzina di limoncello, 3 pesche noci.


Procedimento:
Pulire le pesche, affettare e mettere in una scodella.
Mettere la ricotta in un recipiente con metà dello zucchero e frullare, aggiungere i tuorli e sempre frullando aggiungere l'olio e il limoncello. Miscelare le due farine e con due cucchiai la volta unire al composto della ricotta, frullando molto bene. Aggiungere il lievito setacciato e mescolare, infine mettere gli albumi montati a neve con l'altra metà dello zucchero e il pizzico di sale e molto delicatamente mescolare al composto.
Prendere una tortiera, ungere con un pò di burro e spolverizzare con un poco di farina, mettere l'impasto, con le fettine di pesche noci e cuocere a 180 gradi per 40 minuti.
Dopo raffreddata, abbellire con la granella di zucchero o spolverizzare con dello zucchero a velo.


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Strudel di Mele


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Lo Strudel di Mele è una ricetta tipica del Trentino-Alto Adige che non annoia mai.
Lo Strudel è una ricetta molto diffusa anche in Austria e nei territori che un tempo erano sotto l'impero austriaco, compreso il Trentino e il Friuli.
Strudel è una parola tedesca che significa "vortice": infatti è formato da uno strato di pasta arrotolata con dentro un ripieno che tradizionalmente è formato da mele, pinoli, cannella e uvetta.
Esistono molte varianti per il ripieno : coi frutti di bosco, con le pere e altri tipi di frutta. Esiste anche la variante salata con formaggi e affettati o verdure.
Anche l'impasto può essere modificato. Qualcuno usa la pasta sfoglia, brisee o addirittura la pasta fillo. L'impasto tradizionale che qui presento è però composto da zucchero, farina e burro nelle quantità indicate qui sotto.
Se vuoi dare un tocco in più, accompagna lo Strudel con gelato o con qualche crema, magari su un bel piatto color pastello: vedrai che spettacolo!


QUESTA RICETTA è
  • Semplice
  • Economica
INGREDIENTI
Per la Pasta
- 300 gr. Farina di grano 00
- 200 gr. Burro
- 100 gr. Zucchero
- 1 Uovo
- 1 pizzico Sale
Per il Ripieno
- 800 gr. Mele sbucciate e tagliate a fette
- 50 gr. Pangrattato
- 50 gr. Zucchero
- 40 gr. Uva sultanina
- 30 gr. Pinoli
- ½ cucchiaio Cannella
- 1 Tuorlo
COME PREPARARE lo Strudel di Mele
  1. Prepara la pasta impastando con la farina il burro, lo zucchero, l'uovo e il sale.
  2. Lascia riposare in frigorifero per mezz'ora.
  3. Stendi l'impasto su un foglio di carta da forno formando un rettangolo di 5mm.
  4. Versa il ripieno al centro del rettangolo nel senso della lunghezza.
  5. Chiudi lo studel e mettilo insieme alla carta da forno su una teglia.
  6. Spennella con il tuorlo.
  7. Inforna a 220° per 50 minuti.


I MIEI CONSIGLI
  • I veri golosi aggiungono al ripieno anche la crema pasticcera. In altrenativa puoi servir la crema in un piatto accanto allo strudel.
  • Se a qualcuno non piace l'uvetta puoi decidere a malincuore di non metterla (di solito i bambini non la gradiscono). Un'altra idea (ma solo per gli adulti) può essere quella di ammorbidirla in mezzo bicchiere di Rum.

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Crème brûlée

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La crème brûlée, cioè crema bruciata, in francese, è un dessert formato da una base di crema pasticcera sormontata da una sfoglia croccante di zucchero caramellato.

Storia
La prima ricetta documentata di crème brûlée risale ad un libro di cucina francese del 1691. In Inghilterra questo dolce è associato al Trinity College di Cambridge dove fin dal 1879 vige l'usanza di preparare la crème brûlée imprimendo lo stemma della scuola nella sua parte superiore con l'ausilio di un apposito ferro arroventato.

Crème brûlée e crema catalana
La principale differenza fra la crema catalana e la crème brûlée sta nel fatto che, mentre la prima viene preparata sul fornello, la crème brûlée va fatta cuocere in forno a bagnomaria.

Ricetta
Tempi

    Preparazione: 15 min
    Cottura: 1 ora
    Riposo: 2 ore
    Tempo totale: 3 ore 15 min
    Difficoltà: Facile

Ingredienti e utensili

Per 4 persone:
    5 tuorli d'uovo
    100 g di zucchero
    500 ml di panna fresca
    1 baccello di vaniglia
    zucchero di canna o classico

Utensili
    4 stampini da forno
    1 scodella
    1 frusta
    1 torcia a gas da cucina

Preparazione
    Sbattete i tuorli d'uovo con lo zucchero finché non saranno diventati spumosi e bianchi.
    Tagliate il baccello di vaniglia a metà longitudinalmente, raschiate con la punta del coltello i piccoli semi neri che si trovano al suo interno e metteteli dentro la panna fresca.
    Fate bollire la panna a fuoco medio e poi lasciatela in infusione coperta e lontano dal fuoco per 10 minuti.
    Mescolate la panna con il composto uova/zucchero.
    Versate il tutto negli stampini da forno.
    Fate cuocere a 130 °C a bagno maria (in una teglia da forno riempita di acqua) per un'ora. La crema sarà pronta quando sarà densa ma ancora un po' tremolante.
    Lasciate raffreddare fuori dal forno.
    Mettete gli stampini nel frigorifero per almeno 2 ore.
    Al momento di servire:
        Cospargete di zucchero di canna o di zucchero in polvere classico.
        Caramellizzate lo zucchero con l'aiuto di una torcia a gas da cucina oppure con un disco di ferro rovente del diametro degli stampini. (Nota: per questa operazione la torcia è molto più efficace)

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Dulce de leche

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Il dulce de leche è un dolce al cucchiaio a base di latte, tipico dell'Argentina e dell'Uruguay, ed è popolare in gran parte del Sud America. Viene utilizzato anche e soprattutto per guarnire altri dolci come torte, biscotti e gelati. Il sapore è simile a quello delle caramelle al mou.
Ingredienti

per circa 500 g di dulce de leche

    900 g di zucchero
    3 L di latte intero
    1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
    I semi di 1 baccello di vaniglia (facoltativo)

Preparazione

    Versare tutti gli ingredienti in una casseruola, possibilmente antiaderente.
    Mettere sul fuoco e portare a ebollizione.
    Far bollire a fuoco basso e mescolare continuamente con un cucchiaio di legno fino a ottenere un composto cremoso (il cucchiaio deve rimanere velato e, mescolando, deve intravedersi il fondo della pentola). L'operazione può impiegare da trenta minuti ad anche due ore, a seconda dell'intensità della fiamma.
    Versare in vasetti di vetro e conservare in frigorifero.

Consigli

    La ricetta originale prescrive l'utilizzo di zucchero di canna, ma può essere utilizzato anche il normale zucchero semolato.
    Al posto del latte intero può essere utilizzato anche il latte condensato in dose minore, per ridurre drasticamente i tempi di cottura.

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Panna cotta

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Ingredienti per 10 porzioni circa

    1 litro di panna fresca da montare
    1 scorza di limone
    1 bustina di vanillina
    150 g di zucchero
    3 fogli di colla di pesce

Preparazione

    Fare scaldare sul fuoco la panna con la scorza di limone, lo zucchero e la vanillina: quando bolle unire la colla di pesce.
    Fare riprendere il bollore e lasciare bollire per 3 minuti.
    Distribuire la panna cotta nelle coppette individuali e mettere qualche ora in frigo: si serve con mirtilli caldi o con cioccolata fusa calda (cioccolata, un pochino di latte e una noce di burro).

Consigli
I fogli di colla di pesce si usano così: si mettono a bagno in acqua fredda per qualche minuto e, quando non sono più rigidi, si strizzano bene con le mani e si uniscono al composto.

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Agnello pasquale (dolce)

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L'Agnello pasquale è un dolce tipico favarese, costituito da pasta reale (pasta di mandorle) e pasta di pistacchio.

Storia

Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento si ha qualche traccia di dolci di pasta reale e pasta di pistacchio a Favara, tra cui la frutta martorana, di origine palermitana, e l'Agnello pasquale.
La tradizione narra che le prime a preparare questo dolce furono le suore del Collegio di Maria del quartiere "Batia" di Favara. La ricetta veniva tramandata oralmente, dalle suore più anziane a quelle più giovani. Una delle prime ricette dell'Agnello pasquale porta la data del 1898 ed è appartenuta ad un ricca famiglia della borghesia agraria e solfifera dell'Ottocento favarese.
Allora era un dolce poco diffuso e di produzione strettamente familiare, in quanto non poteva competere con i cannoli siciliani, 'Cciardoni e tanti altri dolci tipici siciliani apprezzati da cento anni addietro dai favaresi. Ne fa alcuni accenni lacunosi il barone Antonio Mendola, illustre benefattore favarese.
Questo dolce è stato assaggiato il 12 maggio 1923, da mons. Giuseppe Roncalli (1881-1963 - eletto Papa Giovanni XXIII il 28-10-1858), quando, essendo in visita ad Agrigento e dovendo rientrare a Roma, il canonico Antonio Sutera volle accompagnarlo fino a Caltanissetta e, passando per Favara, insieme si fermarono nella sua residenza di via Umberto per prendere un caffè e, per l'occasione, assaggiare questo dolce favarese preparato da suor Concetta Lombardo del Collegio di Maria.
Il dolce venne talmente apprezzato da mons. Roncalli, al punto tale che a 40 anni esatti dalla visita ad Agrigento-Favara, precisamente l'11 maggio 1963, ricevendo il nuovo vescovo ausiliare di Agrigento, mons. Calogero Lauricella, accompagnato per l'occasione, dal teologo Antonio Sutera (nipote del canonico Antonio Sutera), studente all'Università di Roma, papa Giovanni XXIII volle ricordare due cose in particolare: la visita effettuata ai templi di Agrigento e il gusto particolare dell'Agnello pasquale, consumato a Favara.
Il canonico Sutera, quando era direttore diocesano delle pontificie opere missionarie e rettore del seminario di Agrigento più volte ha omaggiato mons. Roncalli di questo squisito dolce favarese e successivamente, riprendendo una vecchia e nobile tradizione, anche il Movimento Giovanile Studentesco di Favara, il cui promotore era il sac. Antonio Sutera (nipote del suddetto canonico), a quell'epoca rettore della chiesa del Rosario di Favara.
Di generazione in generazione la ricetta è stata tramandata ed è arrivata fino ai nostri tempi. Data la grande produzione di questo dolce intorno alla metà del Novecento, Favara è stata denominata "Città dell'Agnello pasquale", istituende addirittura una sagra.

Sagra dell'Agnello pasquale

Nata di recente, precisamente nel 1997 per iniziativa di Antonio Moscato in qualità di Assessore Comunale alla Cultura, la Sagra dell'Agnello pasquale, che si svolge ogni anno nel periodo di Pasqua al Castello Chiaramonte di Favara, comprende una serie di giornate nelle quali le persone possono andare a guardare e gustare il dolce della tradizione favarese preparato dai varie pasticcerie della città.
Inoltre si può assistere alla preparazione del dolce grazie ai pasticceri favaresi e all'opera degli alunni dell'Istituto alberghiero Gaspare Ambrosini di Favara, che mostrano le fasi della preparazione degli impasti, dell'assemblaggio del dolce e delle varie decorazioni.
La sagra valorizza il paese di Favara attirando visitatori da tutti i comuni della provincia di Agrigento e della Sicilia.

Il dolce

L'Agnello Pasquale è costituito da:
  • pasta reale, ottenuta dalla lavorazione a caldo di mandorle tritate, acqua e zucchero;
  • pasta di pistacchio, che costituisce il ripieno, ottenuta dalla lavorazione a caldo di pistacchi tritati, acqua e zucchero.
Per aromatizzare si può usare scorza di limone grattuggiata e profumo di vaniglia. La classica decorazione è la "velata", cioè zucchero fondente che copre l'intero Agnello, tranne testa e collo.

Curiosità

  • Nell'edizione 2003 della sagra dell'Agnello Pasquale è stato realizzato un agnello di 202 kg, che è entrato nel Guinness dei primati.
  • Due chef favaresi sono apparsi su Rai 2 nella trasmissione Mattina in famiglia per mostrare la preparazione dell'Agnello Pasquale.








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Biscotto

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Il biscotto è una preparazione di cucina e di pasticceria dolce, di dimensioni ridotte (5-10 cm) e di forma geometrica variamente decorata, solitamente cotta nel forno sino a perdere quasi ogni traccia di umidità. La parola deriva dal latino «panis biscotus», significante «pane cotto due volte», e le cui prime evidenze risalgono al X secolo.
I biscotti sono una preparazione antica, caratterizzata da forte presenza del miele (in origine) o dello zucchero (più recentemente) e dalla completa cottura in forno: due caratteristiche che li rendevano conservabili anche per lunghi periodi.
I biscotti sono solitamente a base di farina, uovo, burro, zucchero,ammoniaca ed eventualmente lievito e aromi vari. Oggi la farina usata è in massima parte di frumento, ma non mancano esempi di farine diverse come gli amaretti di farina di mandorle, i nocciolini di Chivasso di farina di nocciole piemontesi o le paste di meliga di farina di mais, per restare nella sola tradizione italiana. I biscotti entrano nella tradizione culinaria di tutto l'Occidente, del Medio Oriente e dell'Estremo Oriente e si presentano con numerosissime varianti.

Tipi di biscotto

I biscotti compaiono nella tradizione culinaria di quasi tutti i paesi e talvolta hanno migrato al seguito di eserciti, matrimoni reali o spostamenti di colonie di contadini. Tentare una classificazione è difficile, tuttavia possiamo individuare alcune tipologie. Tra i più frequenti e conosciuti troviamo, in ordine di apparizione storica. E notare il primo tipo di biscotto:

Cialde

Sono preparazioni in cui una pastella viene cotta su una superficie rovente, che solitamente è tonda o romboidale e presenta uno stemma o una superficie a grata. Le cialde possono essere dolci o salate e sono diffuse in tutta Europa sin dai tempi dei Greci (obleios) e dei Romani (alita dolcia). Dolci simili si trovano anche in Russia, (blini), in India (poori), in Medio Oriente (qata'if), in Indonesia (dadar gutung), in Cina (bao bing). Alla stessa famiglia appartengono le crêpe, i pancake, le tegole e i wafer. Sono una delle preparazioni più antiche ed erano diffusissimi già nel Medioevo. Oggi come allora si accompagnano al dolce quanto al salato.
I contenuti variano enormemente: uova, burro, latte, olio, zucchero, miele, aromi vari. Le cialde esistono di tre tipi: croccanti e friabili (come le tegole italiane), morbide e soffici (come le gauffre), morbide e piatte (come le crêpe). Alcuni esempi: le gauffre francesi, belghe e tedesche, i waffel olandesi, le tegole o i canestrelli italiani, le infinite varianti di wafer diffusi in tutta l'Europa occidentale.

Biscotti speziati

Hanno una forte componente di aromi quali anice, cannella, noce moscata, pepe, zenzero, semi di papavero, ecc… e sono spesso dolcificati con il miele. Sono comuni nell'Europa centrale e settentrionale e spesso accompagnano la tradizione del Natale di Santa Claus. Possono contenere burro o lievito e sono, solitamente, di forma fantasiosa (pupazzetti, animaletti, cuori, fiori, stelle, abeti o Santa Claus) e variamente decorati con glasse e confettini di zucchero.
Alcuni esempi: i mustazzoli in Italia. Gli speculoos belgi, austriaci e tedeschi, i Ruiter Speculaas olandesi, solitamente a forma di mulino a vento, le Zimtsterne e i Lebkuchen tedeschi, i pan di zenzero tedeschi, olandesi, svedesi, spesso a forma di casetta decorata di canditi e confetti per ricordare la storia di Hansel e Gretel, i kaneelkoekjes olandesi.

Biscotti di pasta di mandorle

È una famiglia davvero ampia, inizialmente di tradizione araba e pian piano diffusasi praticamente ovunque dalla Sicilia alla Germania, dalla Spagna alla Danimarca. Alcuni esempi: gli amaretti, i ricciarelli, la pasta di mandorla, i canestrelli e la frutta di Martorana in Italia, i Kipferln e i Spitzbuben in Germania, i perrunillas, almendrados e i bocaditos in Spagna, i bitter koekjes in Olanda, i petitfour francesi.

Biscotti di frutta secca o canditi

Sono preparati con aggiunta o ripieno di noci, nocciole, noccioline, mandorle, castagne, fichi secchi, datteri, canditi di frutta varia (arancia, limone, zucca), uva passa. Sono diffusi ovunque secondo la disponibilità di ingredienti del territorio.
Alcuni esempi: i brut e bun di nocciole, le pitte di San Martino con le scorze d'arancia candita, i ravioli dolci di fichi, datteri o uvetta, i pan de mòrt con le mandorle, le passulate con noci e mandorle, i petrali con fichi secchi e uva passa in Italia, kletskoppen di noccioline in Olanda, le Zimtsterne di noci e nocciole Tedesche, i mince pies con frutta secca al brandy in Inghilterra, i sanyura con mandorle o pistacchi e acqua di fiori d'arancio in Libano, i mamul di datteri e talvolta semola anziché farina di frumento, i barazik di sesamo in Siria.

Frollini o paste di frolla

Sono i biscotti di pasta frolla. Hanno un impasto di farina, burro, zucchero e uova e la presenza di burro è notevole; sono più recenti dei primi e più deperibili. Appartengono alla grande famiglia delle paste secche di pasticceria ed erano riservati ad occasioni di feste, anche in considerazione della forte presenza di burro che li rende molto nutrienti e non sempre facilmente digeribili.
Accanto alla tradizionale produzione artigianale, oggi si affianca una imponente produzione industriale e i frollini sono spesso venduti come prodotti da colazione. Alcuni esempi: le paste di meliga con farina di mais, le offelle con olio di oliva, le margherite di Stresa in Italia, gli spritsgebak in Olanda, gli shortcake e gli shortbread inglesi e americani, gli alfajores in Spagna.

Biscotti della salute

Detti così perché o hanno ingredienti ritenuti curativi (come le fibre) o ricostituenti o perché mancano di ingredienti che possono risultare inadatti ad alcuni. Alcuni esempi: I Pavesini senza burro, le fette della salute, anch'esse senza burro, in Italia, i Digestive a base di avena in Inghilterra e America. Rientrano in questa categoria anche le semplici e diffusissime gallette dolci, che spesso accompagnavano i pasti di soldati e marinai perché semplici, economiche e poco deperibili.
La categoria sta subendo oggi una forte espansione a causa del numero sempre crescente di allergici ai cibi più svariati. Troviamo quindi biscotti senza glutine, senza uova, senza noci o nocciole, senza zucchero, ecc., che spesso sono garantiti da una o più associazioni di consumatori quando non direttamente dal Ministero Italiano della Salute.

Biscotti di carne o di formaggio

Sono solitamente di sfoglia di pasta ripieni di crema a base di latte o di formaggio o di carne. Anch'essi antichissimi, sono tipici dei luoghi di produzione casearia e un po' più rari (o più dimenticati) dei restanti biscotti citati. Alcuni esempi: gli 'Mpanatigghi siciliani con la carne, casadinas o pardulas sardi con la ricotta in Italia, i pastéis de Belém con il latte in Portogallo.

Valori nutrizionali

Variano enormemente al variare degli ingredienti. Sono ricchi di zuccheri, possono essere ricchi di grassi (se frollini o se con noci, nocciole, ecc.). Il valore energetico varia da circa 415 calorie per 100 grammi per i frollini a oltre 520 per wafer variamente ripieni o per biscotti con noci, mandorle o cioccolato. Vanno sempre preferiti, ove possibile, di fattura artigianale, perché solitamente più freschi e privi di conservanti.




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