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Vermicelles

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I vermicelles sono un dolce tipico della cucina ticinese.
Vengono realizzati tramite la cottura delle castagne, in seguito condite con zucchero o altri alimenti. Spesso vengono mangiati con panna montata o meringhe.
Essendo un alimento di difficile preparazione sono venduti nei negozi tubi preconfezionati di vermicelles.

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La più grande menzogna sulla cucina francese

Semplice e immediata: il croissant non è francese.

Fino al XIX Secolo, i francesi consideravano il croissant una novità straniera, venduta solo in speciali panetterie viennesi nelle zone più costose di Parigi. E come sia arrivato originariamente in Francia rimane ancora oscuro.

Gli esperti concordano sul fatto che il croissant sia stato ispirato dal kipferl austriaco, un cornetto a forma di mezzaluna con una generosa quantità di burro o strutto e talvolta di zucchero e mandorle. Secondo la tradizione popolare, il kipferl ebbe origine nel 1683 come forma di festosa celebrazione della vittoria austriaca sugli ottomani durante l'assedio di Vienna. La leggenda racconta anche di un fornaio che, alzatosi presto per fare il pane, salvò la città dando l'allarme quando sentì i turchi che scavavano un tunnel sotto la città. La forma curva del kipferl, che si dice imiti la falce di luna della bandiera ottomana, sembrerebbe quindi rendere un tributo poetico allo spirito indomito di una città che ha resistito a una potente forza d'invasione.



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Dammsugare

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Il dammsugare ("aspirapolvere"), o punschrulle ("rotolo al punch"), è un dolce tradizionale svedese. È costituito da un cilindretto allungato e appiattito di un impasto di biscotti sbriciolati, burro, cacao e punch, rivestito di marzapane verde, le cui estremità sono infine intinte nel cioccolato. È noto come dammsugare ("aspirapolvere") perché in origine l'impasto veniva preparato da quanto rimaneva "pulendo la cucina", ovvero utilizzando le briciole di biscotti del giorno prima.
Altri nomi di questo dolce sono arraksrulle (rotolo all'arrak) e 150-ohmare (per via della colorazione marrone-verde-marrone, che ricorda quella di un resistore da 150 Ohm).
Il 7 marzo in Svezia ricorre il punschrullens dag ("giorno del punschrulle").

Varianti
Una variante danese di questo dolce è chiamata træstamme ("tronco d'albero"), solitamente non è colorata di verde e non contiene liquore nel ripieno. Una variante olandese è il mergpijpje, che ha forma e consistenza simili ma differisce per il ripieno, tipicamente pound cake insieme con crema (o talvolta insieme a marmellata), e per il rivestimento di marzapane giallo invece che verde.





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Kanelbulle

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Il kanelbulle (plurale kanelbullar, "rotolo alla cannella") è un dolce nato in Svezia negli anni venti del XX secolo, diffuso come dolce da colazione o dessert in nord Europa e in America. In Svezia è particolarmente popolare e viene spesso consumato nella fika, la tradizionale pausa caffè con il dolce.
Consiste in un impasto lievitato, che viene coperto con un sottile strato di una mistura di burro, zucchero e cannella, quindi viene arrotolato, tagliato a fette (solitamente guarnite con granella di zucchero) e infine cotto.
Due varianti comuni in Svezia sono il vaniljbulle (rotolo alla vaniglia), preparato in maniera analoga ma aromatizzato con vaniglia al posto della cannella, e il toscabulle (rotolo Tosca), senza cannella e guarnito con una glassa di burro e scaglie di mandorla (analogamente alla toscakaka). Dolci simili in altri paesi sono il Franzbrötchen in Germania, il korvapuusti in Finlandia, lo skillingsbolle in Norvegia, il wienerbrød e il kanelsnegl in Danimarca.





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Pepparkakor

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I Pepparkakor o Biscotti allo zenzero sono popolari biscotti svedesi aromatizzati alla cannella. Comunemente sono conosciuti come Ginger snaps dai quali hanno avuto origine. I biscotti allo zenzero sono insaporiti con la polvere di zenzero e una varietà di altre spezie, tra cui cannella, sciroppo di melassa e noce moscata.

Terminologia
Nel Regno Unito, Isola di Man, Australia e Nuova Zelanda e nelle ex colonie dell'impero britannico vengono chiamati con il nome Ginger nuts (biscotti allo zenzero). I Ginger nuts non devono essere confusi con i Pepper nuts (biscotti al pepe), che sono una varietà del pan di zenzero, più piccoli diametralmente e più spessi. I biscotti allo zenzero della McVitie's sono stati classicifcati tra i dieci migliori biscotti da inzuppare nel tè. I Ginger nuts sono I biscotti più popolari in Nuova Zelanda per la loro resistenza anche dopo essere inzuppati. La prima tra le fabbriche di produzione dolciaria Griffin's Food ha stimano che se ne producono all'incirca 60 milioni l'anno. Fatto che ha dato vita al titolo del libro 60 Million Gingernuts, una relazione su gli archivi economici della Nuova Zelanda.
Nella regione scandinava sono anche chiamati pan di zenzero o "brunkage" in danese, ("biscotti marroni" letteralmente), pepparkakor in svedese, piparkakut in finlandese, piparkūkas in lettone, piparkoogid in estone and pepperkaker in norvegese (biscotti al pepe, letteralmente). Nella preparazione, quando vengono stesi, sono molto fini e tagliati in diverse forme; sono molto lisci e sottili, quindi anche più croccanti (in alcuni casi anche più saporiti), del resto della varianti di altri paesi. I chiodi di garofano, la cannella e il cardamomo sono i principali ingredienti dei pepparkakor, nei quali il sapore dello zenzero è impercettibile. In passato per aromatizzare si usava il pimento che fu poi sostituito con i chiodi di garofano. Negli Stati Uniti il termine più comune è ginger snaps e sono generalmente dei biscotti tondi, più spessi dei pepparkakor, caratteristici per le spaccature sulla superficie. Una delle ricette prevede lo sciroppo d’acero.




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Canestru

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Canestru (còrso; pl. canestri, dal Latino canistrum, significante un cesto rotondo) è un dolce còrso generalmente di forma rotonda, fatto di pasta brioche. Il dolce proviene dal villaggio di Petreto-Bicchisano in Corsica del Sud. Il Canestru è un dolce tradizionale di Pasqua, e viene consumato durante la tradizione gita del lunedì di Pasqua (a merendella).


Ingredienti


Gli ingredienti principali sono farina di frumento, lievito, sale, uova, strutto (sdruttu), vino bianco, pastis o semi di anice. La miscela deve riposare due ore a temperatura ambiente prima di essere impastata. Quindi la pasta deve lievitare 30-45 minuti prima di essere cotta in forno sino che è dorata, e quindi ripassata in forno caldo (150-220 C)  

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Skånsk spettkaka

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Lo Skånsk spettkaka IGP è un dolce tipico della Scania in Svezia.
Nel luglio 2000, a livello europeo, lo Skånsk spettkaka è stato riconosciuto il marchio indicazione geografica protetta (IGP).

Preparazione
La preparazione è manuale e richiede molto lavoro. Gli ingredienti sono uova fresche, zucchero e fecola di patate che vengono mescolati fino ad ottenere un impasto fluido, a nastro: poi, questo impasto è cotto allo spiedo su un cono metallico. E una volta perfettamente cotto, il dolce – che presenta un colore marroncino chiaro - viene ricoperto tutto intorno, ad intervalli regolari, di una glassa di zucchero bianca e/o rosa.
Di forma conica più o meno alta, lo spettkaka può a volte raggiungere il metro d'altezza. La sua consistenza è friabile ma compatta, gustosa, con un buon aroma e un retrogusto gradevole.
Il prodotto è commercializzato intero (sotto cellophane) o in tranci adeguatamente confezionati.


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Toscakaka

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La toscakaka, o toscatårta, (torta Tosca) è un dolce da caffè (kaffebröd) svedese, caratterizzato da una glassa a base di burro e scaglie di mandorle. La torta nasce intorno agli anni trenta e il nome è comunemente considerato un riferimento alla Tosca di Puccini, anche se qualche autore suggerisce che possa trattarsi di un riferimento ai dolci toscani a base di mandorle. La preparazione di glasse a base di mandorle e burro ha probabilmente origine in oriente, e si è diffusa in Svizzera a metà Ottocento, raggiungendo la Svezia circa mezzo secolo dopo.
La base è preparata lavorando burro, uova e zucchero fino ad ottenere un impasto omogeneo, quindi unendo farina, lievito e latte, e viene infine versata in uno stampo. La glassa viene preparata unendo gli ingredienti e mescolandoli riscaldando a fuoco dolce, fino ad ottenere una consistenza viscosa. Questa viene quindi versata e distribuita sopra l'impasto, e la torta viene cotta per circa 15 minuti a 170 °C.

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Cosa ne penso della crema spalmabile Pan di Stelle

Credo che la crema spalmabile Pan di Stelle sia una delle mie più grosse delusioni recenti.

L’ho attesa per mesi, ampiamente strombazzata da influencer che su Instagram postavano vasetti traboccanti di crema con biscotti Pan di Stelle affondati in cima e sottofondo di Fontana di Trevi o Duomo di Milano. Bellissime operazioni che facevano pregustare un prodotto in grado di scardinare l’immaginario morettiano di pane e (gigantesca) Nutella.



Poi l’attesa è proseguita con le risposte degli addetti dei supermercati che mi continuavano a ripetere che

è talmente richiesta che la produzione non è riuscita a stare dietro alle richieste. Arriverà la prossima settimana…

… e via di prossima settimana in prossima settimana.

Poi finalmente qualche giorno fa la trovo! Compulsivamente ne compro tre vasetti, non si sa mai che si esaurisca di nuovo, o che scoppi una guerra e rimanga senza, o che chissà che cosa.

Arrivo a casa, affondo il cucchiaio e…

… riaffondo il cucchiaio e…

… vado a fare un giro al parco, torno e riaffondo il cucchiaio e…

… niente.

Nel senso che non ha nulla di particolare. Ma come? Si chiama “Crema Pan di Stelle”, dovrebbe sapere di Pan di Stelle! O avere una nota che li ricordi! O che cavolo ne so, sapere di qualcosa che mi faccia venire in mente le distese di grano del Mulino Bianco! Nulla…

Non so che lavoro abbiano fatto al centro ricerca e sviluppo di Barilla, ma temo non si siano coordinati con il marketing, perchè la promessa espressa dal marchio, dall’etichetta e dalla confezione è assolutamente difforme dal contenuto. Ovviamente si tratta di una mia personalissima valutazione, ma parlandone con altri amici, ho sentito esprimere la stessa identica perplessità. Questa crema non ha niente che faccia dire: mi ricorda i Pan di Stelle! Si tratta di una comunissima crema alla nocciola, neppure buonissima, neppure eccezionale, ma neanche particolare.

Non voglio stilare una graduatoria della miglior crema alla nocciola in circolazione, anche perchè non sarei capace di venirne a capo tra Novi (per la quale propendo per colpa di un lontano zio che lavorava in quello stabilimento) e Rigoni (spaziale…), ma voglio solo cercare di esprimere cosa intendo quando dico che in Barilla avrebbero potuto fare un prodotto con maggiore identità.

Avete mai provato l’Ovomaltine Crunchy Cream? Può piacere o non piacere, ma sa di Ovomaltina, con in più quella nota crunchy estremamente personale.

Avete mai provato la Crema Spalmabile Pernigotti? Può piacere o non piacere, ma sa di cioccolatini Pernigotti, in particolare quella al gianduia.

Avete mai provato la Crema Spalmabile Lindt? Può piacere o non piacere, ma sa di cioccolato Lindt, con la stessa consistenza tipica di questa marca.

Avete mai provato la Nutella? Può piacere o non piacere (e io non ne sono mai stato un estimatore), ma ha un sapore caratteristico che nessun’altra crema possiede.

Ebbene, la crema spalmabile Pan di Stelle manca di quella nota di personalità che dovrebbe avere. Mancano le stelle. E non è poco, perchè se chiudo gli occhi e la mischio in un assaggio alla cieca ad altre marche sconosciute (fatto), a parte quelle briciole di qualcosa disseminate nella crema, non ha nulla di particolare. Senza infamia e senza lode, buona sì, ma nulla per cui strapparsi i capelli o su cui litigare per le classifiche delle migliori spalmabili in circolazione. Nulla che cambierà i gusti degli italiani, nulla che, per dirla alla Fassone: “sposterà gli equilibri”.


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