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Torta nera di San Secondo

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La torta nera di San Secondo è un dolce originario dell'omonimo comune del parmense.

Storia
Nata da una ricetta di paternità controversa, la torta nera di San Secondo è un dolce di origine relativamente recente essendosi diffusa intorno alla metà del XX secolo (anni sessanta e settanta). Prodotta da piccole attività di trasformazione e proposta in occasione delle feste e delle sagre si è diffusa rapidamente nella tradizione locale guadagnando notorietà e diffusione a livello provinciale e regionale tanto da essere menzionata e riconosciuta come ricetta tipica di San Secondo da Anna Gosetti della Salda, nel suo libro delle ricette regionali italiane.

Descrizione
La torta nera di San Secondo si differenzia da altre torte nere come la famosa torta Barozzi per essere composta da due masse differenti: una base, costituita da un sottile strato pasta frolla, viene stesa all'esterno a guisa di contenitore per contenere la seconda massa che è costituita da una farcia nera contenente cacao e caffè.

Ingredienti e procedimento
Nella ricetta tradizionale la base di pasta frolla lievitata è composta dai tipici ingredienti: burro, sale, tuorli d'uovo, zucchero, farina, lievito, senza l'aggiunta di aromi. La frolla rispetto a quella comunemente utilizzata per le crostate risulta essere un po' meno dolce poiché la quantità di zucchero richiesta è leggermente inferiore per tener conto della maggior dolcezza del ripieno. La farcia invece è composta da cacao dolce, caffè espresso, zucchero, tuorli d'uovo e mandorle tostate macinate finemente, il tutto viene miscelato sino ad ottenere una crema scura omogenea che viene disposta uniformemente all'interno della fodera di pasta frolla.

Varianti
Della torta nera esistono alcune varianti che possono interessare sia la pasta frolla che la farcia. Ad esempio, in una variante si aggiunge il rum o l'anice alla pasta frolla per aromatizzarla, nella farcia invece parte delle mandorle possono essere sostituite con noci, oppure si possono inserire amaretti e liquore alla mandorla o addirittura i fondi di caffè.



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Pocket Coffee

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Pocket-Coffee è un tipo di cioccolatino della Ferrero, commercializzato in Italia a partire dal 1968.
I cioccolatini Pocket Coffee, confezionati singolarmente, consistono in un involucro di cioccolato al latte ripieno di caffè.
Per molti anni è stato molto difficile reperire i Pocket Coffee fuori dall'Italia, e benché la distribuzione sia ancora molto limitata, è possibile trovarli in alcuni negozi alimentari online. La produzione limita la vendita ai mesi invernali (come per Ferrero Rocher, Mon Chéri e Raffaello), ovvero da ottobre ad aprile.
Dal 2015 è stata introdotta la vendita di un prodotto simile, ma con caffè decaffeinato.


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Ministeriale

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Il ministeriale è un cioccolatino fondente a forma di medaglione con ripieno di crema al liquore. Nacque nel 1905 come omaggio del pasticcere Francesco Scaturchio ad Anna Fougez. Il successo del cioccolatino spinse il suo creatore a chiedere il titolo di fornitore della casa reale, per ottenere la quale si sottopose a una estenuante trafila burocratica presso diversi ministeri; da qui il nome del cioccolatino .


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Dolce Torino

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Il Dolce Torino è un dolce, a base di savoiardi, cioccolato, tuorlo d'uovo, zucchero, burro, nocciole e alkermes o marsala, della cucina emiliana.
La sua paternità spetta probabilmente a Pellegrino Artusi, che ne diede una ricetta nel suo La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene del 1891.
Secondo alcune teorie, è uno dei possibili piatti che hanno ispirato il più noto tiramisù.


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Ricciolino

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Il ricciolino o risolen è un tipico biscotto dolce della tradizione mantovana, dalla forma allungata e dentellato.


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Pan co' santi

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Il pan co' santipane co' Santi o pane dei Santi è un tipico dolce senese che viene preparato nel periodo della festa di Ognissanti. È la versione senese dei dolci con uvetta e frutta secca tipici di questo periodo dell'anno preparati in tutta Italia, la sua particolarità consiste nello spiccato odore di pepe nero e il (relativamente) basso contenuto in zucchero. Ha ottenuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale.

Composizione
Questo dolce consiste in una sorta di pane morbido, con crosta sottilissima croccante o morbida a seconda dei gusti di chi lo prepara. L'impasto, a base di farina di frumento, strutto di maiale e olio, è dolcificato con miele e aromatizzato con pepe nero. Nell'impasto vengono infine amalgamati noci e uvetta rinvenuta nel vinsanto; proprio questi ultimi due ingredienti vengono detti i "santi". Infine la pagnotta viene dorata con il tuorlo d'uovo.
La dolcezza viene regolata secondo i gusti; le fette abbrustolite di una versione molto poco dolce viene servita con gli arrosti.
Il pan co' santi andrebbe accompagnato con un bicchiere di vinsanto o (se meno dolce e più "pepato") con un vino rosso invecchiato. "Il vino d'elezione per accompagnarlo era il Vin Santo nuovo insieme "all'assaggio" del vino dell'ultima vendemmia in prima svinatura ancora aspro e incompleto".

Variante
Recentemente è comparso sugli scaffali dei supermercati una variante chiamata Pane santo pasquale che, nelle intenzioni dei produttori, vorrebbe essere una nuova interpretazione del classico pane co' Santi, incrociato con la colomba pasquale.



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Schiacciata di Pasqua

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La schiacciata di Pasqua è un dolce tipico pasquale, come la colomba, caratteristico di Livorno, Pisa e dintorni, la cui tradizione risale verso la metà dell'Ottocento come prodotto della campagna di Fucecchio e zone limitrofe.
Contrariamente a quanto il nome potrebbe far pensare, la schiacciata di Pasqua non è di forma schiacciata ed è molto diversa dalle focacce locali: si tratta infatti di un dolce molto lievitato con un impasto lavorato e fermentato in modo naturale.
Ingredienti della schiacciata di Pasqua sono: farina bianca, zucchero, burro, olio, uova, lievito di birra, anici, vin santo, liquore, sale, miele, arancio e limone.



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Dondurma

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Dondurma è il gelato tipico turco. I suoi ingredienti base di solito sono: panna o latte intero, panna montata, zucchero, salep (una farina derivata dai tuberi essiccati di alcune orchidee selvatiche, con funzione addensante, che rende il gelato semisolido e resistente allo scioglimento anche alle alte temperature estive) e mastica (una resina vegetale aromatica ottenuta dal lentisco, che serve a dare al composto il suo aroma distintivo e la sua caratteristica consistenza gommosa, appiccicosa e filante, simile a quella di un chewing gum).
Una variante contenente una maggior quantità di salep e dunque più solida, che si mangia a fette, talvolta con forchetta e coltello, è il cosiddetto "gelato di Maraş" (in turco Maraş dondurması) che prende il nome dall'omonima provincia dell'Anatolia meridionale (attualmente chiamata Kahramanmaraş), da cui si ritiene abbia origine.
Il dondurma si consuma anche in Grecia, soprattutto nel nord del Paese, dov'è stato portato negli Anni '20 del XX sec. dai profughi turchi grecofoni costretti ad abbandonare il proprio paese in quel periodo. In Grecia si è sviluppata una variante più soffice e malleabile dell'originale gelato turco, chiamata kaimaki.

Storia
Originariamente in Turchia vi era solo questo gelato a base di salep e mastica e la sua ricetta fu tenuta segreta per 300 anni dall'Impero ottomano, finché a metà del XIX secolo, un mercante siriano riuscì a trafugarla da Istanbul a Damasco, dove ne sviluppò una versione locale, chiamata booza. La variante siriana è più leggera e ariosa dell'originale dondurma turco.

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Buccellato di Lucca

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Il Buccellato di Lucca è un tipico dolce lucchese che si degusta in qualsiasi periodo dell'anno, e in particolare durante le manifestazioni della Esaltazione della Santa Croce e del Palio della Balestra che si tengono a Lucca nel mese di settembre.

Generalità
Il Buccellato di Lucca deriva il proprio nome dal latino buccella, ovvero boccone: per gli antichi romani il buccellatum era un pane rotondo formato da una corona di panini ovvero buccellae. Anche il moderno Buccellato di Lucca, in origine, presentava infatti una forma a ciambella e veniva portato dai lucchesi sulle proprie mense come dolce domenicale recandolo inserito dalla mano all'altezza dell'avambraccio, dopo aver assistito alla Messa. Oggi si trova anche in forma dritta, più comoda al trasporto all'interno di un sacchetto.
Il Buccellato di Lucca è un dolce semplice, nato sulla nobilitazione del pane. Esternamente appare di un colore marrone scuro e lucido, derivante dalla spennellatura di uno strato di zucchero e uovo. Sul lato superiore il Buccellato presenta un leggero taglio che ne facilita la lievitatura. All'interno presenta una pasta dolce e morbida ricca di uva passa e anici.

Ingredienti e preparazione
Il Buccellato di Lucca non ha una ricetta riconosciuta, come accade spesso per i dolci appartenenti ad una tradizione locale, e ogni forno e pasticceria ritiene di custodirne il segreto per una perfetta riuscita.
Comunque la base per la realizzazione del Buccellato è la seguente:
  • farina (500 g)
  • zucchero (150 g)
  • Lievito di birra (20 g)
  • 1 bicchiere di latte
  • uva passa (50 g)
  • 2 cucchiaini di semi di anice
  • un pizzico di sale
  • burro (50 g)
  • 2 uova
Impastare la farina, lo zucchero, il burro, il lievito, il sale ed una delle due uova ammorbidendo con il latte e un po' di acqua tiepida, realizzando la fontana. Formare una palla di impasto morbida inserendo man mano anche l'uvetta (eventualmente ammorbidita con del liquore) ed i semi di anice. Lasciare lievitare l'impasto circa per 1 ora.
Dopo la lievitatura, realizzare dei salsicciotti di pasta (o delle ciambelle) effettuando un leggero taglio con un coltello sulla parte superiore della pasta, in modo da favorirne la lievitatura. Lasciare lievitare ancora per 1 ora.
Infine spennellare la superficie superiore della pasta con un misto di zucchero e uovo e far cuocere a forno caldo per circa 1 ora.

Consumazione
Esistono diverse maniere di consumare il Buccellato di Lucca. In primis il Buccellato è un dolce fresco e dunque può essere mangiato a fette sorseggiando un buon bicchiere di vino, meglio se liquoroso. Altri tipici accostamenti possono essere i seguenti: con panna fresca e fragole, panna e caffè o ricotta e rum.

Curiosità
  • Il Buccellato è il dolce tipico di Lucca, ma esiste anche un buccellato siciliano, con ingredienti diversi
  • Un adagio lucchese recita "Chi viene a Lucca e non mangia il buccellato è come non ci fosse mai stato", sottolineando il legame storico di questo dolce con le tradizioni cittadine.


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Mizu shingen mochi

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Il mizu shingen mochi (水信玄餅), noto anche come goccia di pioggia dolce o torta d'acqua, è un dessert giapponese gelatinoso a base di acqua e agar. Tale alimento si caratterizza per la sua colorazione trasparente che lo rende simile a una goccia d'acqua e per la sua quasi totale assenza di calorie.

Storia
Il mizu shingen mochi fu concepito nel 2013 e lanciato l'anno seguente dall'azienda alimentare Kinseiken Seika con sede nella Prefettura di Yamanashi, vicino a Tokyo, con l'intenzione di creare un dolce gelatinoso a base di acqua. Il nome del dolce è composto dalle parole mizu (), che significa "acqua", e shingen mochi, che indica una tortina di riso morbida prodotta dalla stessa Kinseiken. Nel 2014, il dolce divenne un fenomeno di Internet e diversi individui viaggiarono in Giappone per assaggiarlo. Il mizu shingen mochi guadagnò attenzione internazionale anche grazie allo chef di New York Darren Wong che, dopo averlo rinominato "torta goccia di pioggia" (raindrop cake), lo presentò al mercato di Smorgasburg, presso Williamsburg, a Brooklyn, durante il mese di aprile del 2016. Nello stesso periodo, vari siti web di informazione e vari programmi televisivi, fra cui The Today Show, BuzzFeed e ABC News dedicarono servizi e articoli all'insolito budino.

Caratteristiche e preparazione
Il mizu shingen mochi è composto da acqua minerale (originariamente proveniente dal Monte Kaikoma, nelle Alpi giapponesi) e agar. L'alimento ha una consistenza gelatinosa, è poco saporito, si scioglie rapidamente in bocca, ed è pressoché privo di calorie. Alcuni lo ritengono una valida alternativa vegetariana e vegana alla gelatina animale con le alghe.
Per preparare il mizu shingen mochi bisogna creare un composto di acqua e agar che, dopo essere stato riscaldato e modellato a piacere, viene lasciato raffreddare. Il dessert va consumato entro venti/trenta minuti per evitare che si sciolga od evapori. Il dolce può essere condito con il kuromitsu, uno sciroppo simile alla melassa, o la farina di soia (kinako). e può essere decorato all'interno con frutti e fiori commestibili.



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