 
Lo strudel di mele è molto più di un
semplice dolce: è una narrazione avvolta in un velo sottilissimo di
pasta, che racchiude la memoria gustativa di intere generazioni. In
ogni fetta si ritrova il calore di una stube di montagna, il profumo
della cannella che si mescola alla dolcezza delle mele, e il suono
ovattato della neve che cade lenta oltre la finestra. Questo dolce,
originario dell’Europa centrale, ha trovato nelle vallate alpine
italiane una seconda patria, dove la ricetta è stata custodita e
tramandata con gelosa fedeltà.
Lo “Apfelstrudel”, come viene
chiamato nella sua lingua d’origine, è un’eredità
austro-ungarica che ha attraversato confini e secoli, adattandosi
senza mai perdere la sua anima. Se oggi è comune trovarlo sulle
tavole del Trentino-Alto Adige, è perché la cucina contadina ha
saputo riconoscere in questo dolce una perfetta armonia tra
ingredienti semplici e gesti sapienti.
La vera essenza dello strudel
tradizionale sta proprio nella pasta: una sfoglia
sottilissima, elastica, quasi trasparente, ottenuta senza
lievito e senza scorciatoie. La lavorazione manuale è un rito che
richiede pazienza e rispetto per i tempi dell’impasto. Tirarla a
mano fino a renderla sottile come un velo è un atto quasi
meditativo, che riporta a un tempo in cui la cucina era fatta di
gesti lenti e precisi, lontani dalla fretta odierna.
Il ripieno, poi, è un inno
all’autunno: mele fresche, meglio se renette o golden, tagliate
sottilmente e lasciate riposare con zucchero, uvetta, pinoli e
cannella. A volte viene aggiunto un goccio di grappa o rum, per
esaltarne l’aroma. Ogni famiglia ha la sua variante, tramandata
come un segreto.
Ma oltre la ricetta, ciò che colpisce
dello strudel è il suo linguaggio universale: parla
al palato, certo, ma anche alla memoria. È il dolce delle nonne, dei
rifugi alpini, delle sagre di paese; il dolce che accompagna il tè
del pomeriggio o chiude un pranzo domenicale con la promessa di
qualcosa di caldo e rassicurante.
Lo strudel tradizionale non cerca la
perfezione estetica, ma quella emotiva. Il suo aspetto rustico, la
superficie brunita e spolverata di zucchero a velo, raccontano una
verità genuina: la bellezza autentica risiede nella sostanza, non
nell’apparenza. Ed è proprio questa autenticità a renderlo un
dolce senza tempo.
Nella parte che segue esploreremo la
ricetta autentica dello strudel di mele, con tutti i
passaggi per realizzarlo a regola d’arte, dalla pasta alla cottura,
passando per i consigli sulla scelta delle mele, il bilanciamento
degli aromi e la tecnica per arrotolare senza rompere la sfoglia.
Lo strudel, se fatto con rispetto, non
è solo un dolce: è un racconto che profuma di mele, legno e
neve.
Realizzare uno strudel come vuole la
tradizione richiede cura, dedizione e attenzione ai dettagli. È un
dolce che non ammette scorciatoie, ma che premia ogni gesto con un
risultato capace di evocare l’autenticità dei sapori alpini. Di
seguito, la preparazione completa con dosi per 6-8 persone.
Ingredienti
Per la pasta:
Per il ripieno:
	- 800 g di mele renette o golden 
- 80 g di zucchero semolato 
- 50 g di uvetta sultanina 
- 40 g di pinoli 
- 1 cucchiaino di cannella in polvere 
- 1 cucchiaio di pangrattato 
- 30 g di burro 
- 1 limone (succo e scorza grattugiata) 
- 1 bicchierino di grappa o rum (facoltativo) 
Per la finitura:
Preparazione
1. Preparare l’impasto
In una ciotola ampia, setacciare la farina e aggiungere il pizzico
di sale. Versare al centro l’uovo, l’olio e iniziare a mescolare
aggiungendo a filo l’acqua tiepida, fino a ottenere un impasto
liscio ed elastico. Lavoratelo energicamente per almeno 10 minuti su
una spianatoia. Formate una palla, ungetela leggermente con olio,
copritela con pellicola e lasciatela riposare a temperatura ambiente
per almeno 1 ora.
2. Preparare il ripieno
Mettete l’uvetta in ammollo in acqua calda o grappa per circa 15
minuti. Nel frattempo, sbucciate le mele e tagliatele a fettine
sottili. Trasferitele in una ciotola capiente, aggiungete lo
zucchero, la scorza e il succo del limone, la cannella, i pinoli,
l’uvetta scolata e asciugata. Lasciate insaporire mescolando
delicatamente.
3. Stendere la sfoglia
Su un piano coperto con un canovaccio infarinato, stendete
l’impasto inizialmente con il mattarello, poi con le mani
infarinate, sollevandolo delicatamente e allargandolo dai bordi.
Dovrà diventare quasi trasparente, ampio circa 60x40 cm. Tagliate
via eventuali bordi più spessi.
4. Assemblare lo strudel
Spennellate la sfoglia con burro fuso. In una padella, fate
tostare il pangrattato con poco burro finché dorato, quindi
distribuitelo uniformemente sulla parte centrale della sfoglia.
Versate il ripieno sopra il pangrattato, distribuendolo in una
striscia lunga. Ripiegate i bordi corti della pasta verso l’interno,
quindi, aiutandovi con il canovaccio, arrotolate delicatamente lo
strudel su se stesso.
Trasferite il rotolo su una teglia rivestita con carta forno,
avendo cura di mettere la chiusura verso il basso. Spennellate con
altro burro fuso.
5. Cottura
Cuocete in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 40-45
minuti, finché dorato in superficie. Durante la cottura, potete
spennellare con altro burro per mantenerlo morbido e lucido.
6. Servizio
Lasciate intiepidire e spolverate con zucchero a velo. Lo strudel
si gusta preferibilmente tiepido, magari accompagnato da panna
semi-montata non zuccherata o una pallina di gelato alla vaniglia.
Lo strudel, nella sua semplicità, è
un dessert profondamente evocativo. Ogni casa ha il suo modo di
prepararlo, ma il cuore della ricetta rimane invariato: celebrare
la frutta di stagione, la manualità artigiana e l’equilibrio tra
dolce e speziato.
In Trentino, Alto Adige e in molte
regioni del Nord, lo strudel è spesso protagonista durante le
festività autunnali e invernali. Ma è anche un dolce quotidiano,
che profuma la cucina nelle domeniche tranquille e accompagna con
grazia una tazza di tè pomeridiano. La sua preparazione, benché
impegnativa, regala un senso profondo di soddisfazione.
C’è qualcosa di straordinario
nell’osservare il velo di pasta che avvolge il ripieno fragrante,
quasi fosse una coperta calda sulle mele speziate. Ogni fetta
racconta una storia, fatta di mani esperte, piccoli gesti tramandati
e passione per la cucina vera.
Lo strudel tradizionale alle mele non è
soltanto un dolce; è una celebrazione della cucina di
territorio, un omaggio al tempo e all’amore per le cose
fatte con attenzione. Prepararlo a casa significa abbracciare una
filosofia che privilegia l’autenticità e la lentezza, e restituire
dignità a ogni singolo ingrediente.
Che venga servito in una baita tra le
Dolomiti o su una tavola di città, lo strudel porta con sé un
frammento di storia, un ricordo di infanzia, un profumo che parla
direttamente al cuore.
E questo, in fondo, è il vero segreto della sua eterna
meraviglia.