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Baklava

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Il (o anche la) baklava o baclava (turco: baklava) è un dessert ricco di zucchero (o miele) e frutta secca originario della Turchia. È molto popolare in quella cucina e in quasi tutte le cucine dell'Asia sud-occidentale, centrale e balcaniche. Oltre a quella turca, esistono diverse versioni, fra le quali quelle albanesi (bakllava), arabe (بقلاوة baqlāwa), armene (փախլավա pʼaḫlava), bosniache (baklava), bulgare (баклава), greche (μπακλαβά), israeliane (בַּקְלָוָה, בקלווה baqlava), persiane (باقلوا baqlavā), serbe (baklava/баклава), tunisine (بقلاوة baklewa).


Origini

La storia del baklava non è ben documentata. È stato rivendicato da molti gruppi etnici, ma molto probabilmente si tratta di un piatto turco proveniente dall'Asia Centrale, il quale è stato sviluppato nella sua forma attuale nelle cucine imperiali del Palazzo di Topkapi.
Molti dolci ottomani, utilizzando pasta, grano, sesamo, noci e frutta, sono simili a dolci analoghi della cucina bizantina, alcuni dei quali erano simili al börek, halva, e così via. Infatti, Speros Vryonis identifica il dolce greco antico chiamato alternativamente gastris (γάστρις), koptè (κοπτὴ σησαμίς), koptòn (κοπτόν), o koptoplakùs (κοπτός), menzionato nei Dipnosofisti di Ateneo, come il baklava, e lo definisce un "piatto preferito dai bizantini". Ma sebbene il gastris contenesse un ripieno di noci e miele, i suoi strati esterni non contenevano alcuna pasta, ma piuttosto una miscela di miele e sesamo simile ai moderni pasteli o halva.
Perry ha raccolto prove per dimostrare che pani a strati sono stati creati dai popoli turchi dell'Asia centrale, e sostiene che "l'anello mancante" tra i pani piegati e stratificati dell'Asia centrale (che non contengono noci) e la pasticceria moderna a base di pasta sfoglia come il baklava è il piatto azero Bakı pakhlavası, il quale utilizza strati di pasta e noci. Il tradizionale pakhlava , puskal o yupka usbeco, e specialità gastronomiche tartare come lo Yoka, tutti Börek dolci o salati composti da 10-12 strati di pasta, sono i primi esempi di pasta a strati nelle regioni turche. La pasta fillo sottile come quella usata oggi, probabilmente è stata sviluppata nelle cucine del Palazzo Topkapi.
Il Sultano era solito donare vassoi di baklava ai giannizzeri il 15 del mese di Ramadan in una processione cerimoniale chiamata Baklava Alayı.
Altre ipotesi sulle origini del baklava comprendono: che esso risalga all'antica Mesopotamia, e sia stato menzionato in un libro di cucina mesopotamica sui piatti a base di noce; che al-Baghdadi lo descriva nel suo libro di cucina del XIII secolo; che si tratti di un dolce popolare bizantino. Tuttavia Claudia Roden non ha trovato alcuna evidenza di ciò in fonti arabe o persiane anteriori al periodo ottomano.
Una delle più antiche ricette conosciute di un tipo di proto-baklava si trova in un libro di cucina cinese scritto nel 1330 sotto la Dinastia Yuan sotto il nome di güllach. Il "Güllaç" esiste ancora nella cucina turca. In questo dolce, strati di pasta fillo sovrapposti sono bagnati uno ad uno in latte riscaldato con lo zucchero. Esso si serve con noci e melograno fresco e generalmente viene mangiato durante il Ramadan.



Varietà

Ciascuna regione possiede la sua variante. Si tratta di un piatto molto dolce costituito di pasta fillo, sciroppo di zucchero (il quale può essere sostituito con il miele) e, in base alle ricette di pistacchi, noci o nocciole.

Preparazione

Il baklava è un dolce complesso e stratificato, di sottili sfoglie di pasta fillo, proprio come foglie o fogli di carta, imburrate e appoggiate in una teglia: noci tritate più o meno finemente (le quali possono essere sostituite da pistacchi), vengono sparse sui vari strati, che vengono poi cotti al forno, prima di essere imbevuti con una soluzione di zucchero e succo di limone o miele e spezie con acqua di rose. Nelle tradizioni greca e turca, a questo punto viene tagliato in triangoli, quadrati o rettangoli, in Libano la forma prediletta è quella del diamante/rombo o sempre in Turchia, arrotolato e tagliato in fette circolari. Come quasi tutti i piatti molto diffusi, quasi ogni regione, o forse quasi ogni famiglia, ne conserva una ricetta diversa.
Tradizionalmente secondo gli Ortodossi il numero di strati che compongono il baklava ammonta a 33, in riferimento agli anni della vita di Cristo.



Marchio IGP

La Antep baklavası o Gaziantep Baklavas è una denominazione che designa un tipo di baklava il cui ingrediente principale è il pistacchio di Antep (Antep fıstığı) e prodotta nella provincia di Gaziantep in Turchia. Conosciuta per i suoi pistacchi, la città di Gaziantep ha più di un centinaio di pasticcerie e ha la fama di produrre il miglior baklava di tutta la Turchia.
Nel dicembre 2013, a livello europeo, la denominazione Antep Baklavası / Gaziantep Baklavas è stata riconosciuta indicazione geografica protetta (IGP).



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Tong sui

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Tong sui (caratteri cinesi: 糖水; pinyin: táng shuǐ; jyupting: tong seoi; traduzione: acqua zuccherata), o anche tim tong (caratteri cinesi: 甜湯; pinyin: tián tāng; jyupting: tim tong; traduzione: zuppa dolce), è un termine comune per indicare qualsiasi tipo di zuppa dolce o crema pasticcera calda che si serve come dessert alla fine dei pasti nella cucina cantonese. Essendo una specialità cantonese, il Tong sui si trova raramente in altre cucine regionali cinesi. Nelle comunità cantonesi all'estero, i dessert sotto forma di zuppa non vengono riconosciuti come facenti parte di una categoria a sé stante, e così il termine tong sui non viene mai usato.
Ad Hong Kong ed in Malesia esistono tantissime varietà di tong sui, cosicché nei tipici mercati alimentari e notturni si sono venute a creare bancarelle che vendono esclusivamente questi diversi tipi di dessert. Tali bancarelle sono divenute popolari anche nelle comunità sinofone oltreoceano, tanto che si possono trovare in diversi luoghi di Canada, Australia e Stati Uniti.
Nella cucina vietnamita, esiste un dessert simile al tong sui, che viene chiamato chè.


Varietà comuni

Nome italiano Nome cinese Descrizione
Zuppa di cumino nero 芝麻糊
Douhua 豆花, 豆腐花 pudding di tofu
Tong sui all'uovo 雞蛋糖水 popolare ad Hong Kong e nella Cina meridionale
Got fan 葛粉 zuppa di kudzu
Guilinggao 龜苓膏 zuppa di tartaruga scatola cinese dalle tre fasce
Hasma 雪蛤 dessert fatto con tube di Falloppio di rana essiccate, le quali si crede abbiano poteri benefici
Zuppa di fagioli rossi 紅豆湯, 紅豆沙
Sai mai lo, o Sago 西米露 dessert composto da tapioca perlacea, cocco e latte evaporato
Zuppa di fagioli mungo 綠豆湯, 綠豆沙 accompagnata a volte anche da alghe commestibili
6 sapori 六味
Zuppa di burro di arachidi 花生糊
Crema di uova al vapore 燉蛋
Crema di latte al vapore 燉奶
Zuppa di patate dolci 番薯糖水
Zuppa di mandorle dolci 杏仁糊
Zuppa di noci dolci 核桃糊




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Aşure

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Aşure o budino di Noè è un dolce tipico turco fatto con cereali, cannella, legumi, mandorle, melograno, noci, pinoli, uvetta e zucchero. In origine, l'aşure, dato il suo importante apporto calorico, veniva cucinato nei mesi più freddi. Oggi invece, lo si può trovare durante tutto l'anno ma, in special modo, nel Giorno dell'Aşure (letteralmente, aşure significa "decimo" in arabo), il decimo giorno del Muharram, ossia il primo mese del calendario turco.
L'aşure è uno dei pochi dolci turchi a non contenere derivati animali, motivo per il quale è stato promosso, in particolar modo, dal gruppo religioso degli aleviti. Tradizionalmente, viene cucinato nei giorni di digiuno, coincidenti con la battaglia di Kerbela nella quale fu ucciso Al-Husayn ibn Ali, nipote del profeta Maometto.
Per commemorarne l'origine, l'aşure viene cucinato in grandi quantità e condiviso con amici, parenti, vicini e colleghi, indipendentemente dal loro credo religioso.


Etimologia

La parola di origine araba aşure significa "decimo". Infatti, secondo la tradizione turca, questo dolce viene preparato, specialmente, il decimo giorno del Muharram.
Il termine aşure ha però valore anche secondo l'origine etimologica turca: in turco indica, genericamente, un porridge misto. Lo troviamo in altri dolci come il Sütlaç (Sütlü Aş), un dolce a base di riso e latte. La parola turca deriva infatti, dal termine persiano ashur, ossia mischiato.

Ingredienti

Non esiste una sola ricetta per l'aşure dato che può cambiare, anche significativamente, tra regioni e famiglie diverse.
Tradizionalmente è detto che aşure deve avere almeno sette ingredienti; altri sostengono invece, ne deve contenere almeno dieci in accordo con il significato etimologico della parola araba. Gli aleviti invece, ne usano sempre dodici. Tra questi, quelli più frequentemente usati sono riso, legumi, zucchero, frutta secca, noci. Alcuni aggiungono anche scorsa di arancia o di limone. I condimenti possono essere semi di sesamo, chicchi di melograno e cannella. Ci sono anche varianti che prevedono l'aggiunta di lenticchie.


Storia e tradizioni

Secondo la tradizione, quando l'Arca di Noè approdò sul monte Ararat, Noè fece fronte alla carenza degli approvvigionamenti e alle crescenti richieste di cibo mettendo insieme tutto il cibo rimasto sulla nave. Da ciò deriverebbero gli insoliti abbinamenti che definiscono questo dolce.
Il giorno dell'aşure è un'importante ricorrenza musulmana, celebrata in onore del profeta Mosè. Inoltre, quel giorno stesso è la ricorrenza della fine della Battaglia di Karbala.

I sofisti turchi e balcanici accompagnano la preparazione dell'aşure con preghiere per la salute, la guarigione, il successo e lo spirito.

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Tangyuan

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Il tangyuan (cinese tradizionale: 湯圓; cinese semplificato: 汤圆; pinyin: tāng yuán) è una pietanza cinese fatta di farina di riso glutinoso, può essere a scelta vuoto o ripieno. La farina di riso glutinoso viene ammassata con una piccola quantità d'acqua a formare delle palline, che vengono cotte e servite nell'acqua della bollitura. Tradizionalmente, questo cibo era mangiato durante la festa delle lanterne, o Yuanxiao.

Nome

Storicamente, il piatto ha subito diverse variazioni di nomi, a partire dall'era dell'imperatore Yongle della Dinastia Ming, in cui si chiamava ufficialmente yuanxiao, nome palesemente derivato dal termine cinese per indicare la festa delle lanterne. Esso significa letteralmente "prima sera", ad indicare il primo plenilunio dopo il Capodanno cinese, il quale accade sempre in un novilunio. Tale nome è tutt'oggi utilizzato a nord della Cina.
Nel Cina del sud, la medesima pietanza assume il diverso nome di tangyuan, oppure tangtuan. Secondo una leggenda, il nome le fu cambiato durante il regno di Yuan Shikai, dall'anno 1912 al 1916, che disapprovava il nome yuanxiao in quanto omofono di un altro che significa "rimuovere Yuan" (元宵). Il nome tangyuan significa letteralmente "palle rotonde in zuppa", mentre tangtuan assume il simile significato di "gnocco rotondo in zuppa".


Ingredienti

Sia nei tangyuan ripieni che in quelli vuoti, l'ingrediente principale è costituito dalla farina di riso glutinoso. Il ripieno dei tangyuan può essere sia dolce che salato.
I più popolari ripieni dolci sono:
  • Un pezzo di zucchero cristallizzato di canna;
  • Pasta di sesamo (semi di sesamo nero macinati ed uniti a zucchero e strutto) - questo è il ripieno più comune;
  • Anko;
  • Noccioline tagliuzzate e zucchero o, in alternativa, burro di arachidi.


Portata


Il tangyuan viene cotto in acqua bollita, e se ripieno viene servito insieme all'acqua di cottura, da qui proviene il nome di "zuppa".
I tangyuan non ripieni sono serviti come parti di una zuppa dolce, mangiata come dessert e conosciuta nella cucina cantonese come tong sui, letteralmente "acqua zuccherata". I tipi più comuni di zuppa dolce sono:
  • Zuppa di azuki
  • Zuppa di sesamo nero
  • Zuppa di zenzero e zucchero cristallizzato;
  • Jiuniang (酒釀, detto anche láozāo, 醪糟), riso glutinoso fermentato, osmanto dolce e zucchero cristallizzato.

Disponibilità

Le varietà più famose del dolce provengono da Ningbo e Wenzhou, località della provincia dello Zhejiang, ma sono tradizionalmente mangiate anche nel resto della Cina.
Originariamente, i tangyuan venivano associati alla festa delle lanterne e mangiati durante il suo svolgimento, ma in varie regioni hanno iniziato ad essere associati a tutto il periodo di festività del Capodanno cinese, oltre che al solstizio d'inverno. Al giorno d'oggi tale cibo può essere mangiato anche durante tutto l'anno, ed è possibile acquistarlo nei supermercati asiatici non solo in Cina, ma anche oltreoceano. Inoltre alcuni preferiscono friggere le palline, anziché bollirle.


Piatti simili

Nel Vietnam del sud esiste un piatto simile ai tangyuan, di nome chè xôi nước, servito in un liquido tiepido e dolce insaporito con radici grattugiate di zenzero. Nel Vietnam del nord vi è la variante bánh trôi, chiamata anche bánh trôi nước, e la bánh chay. Quest'ultima viene servita con il latte di cocco. Il Gulab jamun è un dessert indiano che ha delle caratteristiche simili, è fatto di palline di massa al latte fritte e servite in una ciotola di sciroppo.




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Kaymak

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Il kaymak (kajmak nelle cucine balcaniche) è un prodotto lattiero-caseario cremoso turco, simile alla clotted cream inglese, popolare anche in altri paesi dei Balcani, come la Bosnia-Erzegovina, la Croazia e la Serbia e nel Medio Oriente, in Asia centrale, Iran, Pakistan, Afghanistan, Azerbaigian e India. È composto da latte di bufala d'acqua o di mucca.
Il metodo tradizionale di produzione è quello di far bollire il latte lentamente, poi lasciarlo sobbollire per due ore a fuoco molto basso. Dopo che la fonte di calore è stata spenta, la panna viene scremata e lasciata raffreddare (e fermentare leggermente) per diverse ore o giorni. Il kaymak ha tipicamente una percentuale di grassi del latte del 60% circa. Ha una spessa consistenza cremosa (ma non del tutto compatta grazie alle fibre proteiche del latte) ed un gusto ricco.
Il kaymak viene largamente usato nella cucina turca nella preparazione e nella guarnizione di dolci (come il baklava ed il künefe) e di frutta intera glassata (come il fico o la mela cotogna). In Turchia, è venduto da un tipo di commerciante specializzato detto kaymakcı: nel suo negozio esso viene consumato anche semplicemente spalmato insieme a miele su fette (turco: Bal kaymak).
Nelle cucine balcaniche, invece, il kaymak si usa principalmente come contorno per vari tipi di carne o salumi e anche altri piatti saporiti, come ingrediente per alcuni prodotti di pasticceria salati o dolci, ma anche solo con pane, allo stesso modo come il burro o dei formaggi. Si possono distinguere due tipi: fresco (più soffice e più dolce) e stagionato, che è più compatto, spesso ha una sfumatura giallastra e il sapore più forte. Comunque, il kaymak non può essere conservato per dei periodi molto lunghi.


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Tanghulu

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Il tanghulu (cinese tradizionale: 糖葫蘆; cinese semplificato: 糖葫芦; pinyin: táng hú lu; POJ: thn̂g-hô͘-lô͘; jyutping: tong4 wu4 lou4*2), chiamato anche bīngtánghúlu (cinese tradizionale: 冰糖葫蘆; cinese semplificato: 冰糖葫芦; pinyin: bīng táng hú lu; POJ: peng-thn̂g-hô͘-lô͘), è un dolce tradizionale del nord della Cina, specialmente di Pechino, Tianjin ed altre città del nordest. Consumato principalmente dai bambini, è composto da frutta caramellata infilata in spiedini di bambù lunghi circa 20cm. I tanghulu si vedono per strada, in particolare nei luoghi turistici come gli hutong pechinesi nella zona di Wangfujing, oppure per mezzo di carretti da venditori ambulanti che si spostano di luogo in luogo.
Tipicamente nel tanghulu la frutta è ricoperta da uno strato di zucchero indurito, che si ottiene mediante l'immersione dello spiedino in uno sciroppo di zucchero, tuttavia altre versioni del dolce comportano una seconda copertura di cioccolato oppure di semi di sesamo. Nella versione tradizionale, il frutto utilizzato per lo spiedino era quello del biancospino cinese (shān zhā, 山楂), ma negli ultimi anni i venditori si sono adattati ai gusti dei turisti occidentali, utilizzando anche pomodorini, mandarini, fragole, mirtilli, pezzi di ananas, banane, kiwi ed acini d'uva, talvolta mixando nello stesso spiedino diversi tipi di frutta.



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