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Tavuk göğsü

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Il tavuk göğsü (in turco: tavukgöğsü, ovvero "petto di pollo"), è un dolce turco a base di latte e petto di pollo triturato.

Cenni storici
Il piatto è molto simile al biancomangiare, un piatto che era popolare nelle tavole dell'alta borghesia europea, e menzionato nei Racconti di Canterbury. Tuttavia, a differenza del tavuk göğsü, il biancomangiare darà origine a diverse varianti consumate in Europa e America Latina. In epoca ottomana il tavuk göğsü fu una delle prelibatezze più celebri fra i sultani, che erano soliti mangiarlo nel Palazzo di Topkapi. Oggi è considerato un piatto tipico della Turchia.

Caratteristiche e preparazione
La versione tradizionale del tavuk göğsü presenta il petto di pollo bianco, preferibilmente cappone macellato di recente. La carne viene ammorbidita mediante ebollizione e separata in filamenti o rillette molto sottili. nelle ricette moderne la carne del pollo viene talvolta martellata fino a quando questa diviene una polvere fine. Il pollo viene quindi mescolato con latte, zucchero, riso sbriciolato e/o altri addensanti e aromi come la cannella. In seguito, il pudding viene modellato a piacere.


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Sütlü Nuriye

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Sütlü Nuriye (tr. dal turco: "Nuriye con latte") o Nuriye tatlısı ("Nuriye dolce") è un dessert della cucina turca molto simile al baklava. La differenza fondamentale è che il nuriye è ricoperto da uno sciroppo di zucchero con latte e ha un aspetto luminoso e brillante. Poiché ha più latte che sciroppo, è più leggero del baklava e di altri dolci turchi di impasto con sciroppo.


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Ptasie mleczko

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I ptasie mleczko (in polacco ptaɕɛ mlɛtʂkɔ), letteralmente "latte di uccello", sono cioccolatini ripieni di spumosa meringa o soufflé al latte tipici della Polonia. Si tratta di uno dei dolci di cioccolato più conosciuti della Polonia, che detiene dei diritti esclusivi per il nome. La parola "ptasie mleczko" viene anche usata per riferirsi a caramelle al gusto di vaniglia, panna, limone o cioccolato.
In epoca sovietica, tale specialità si è anche diffusa in Russia, dove il dolce è stato rinominato ptichye moloko (in russo: птичье молоко, traslitterato: ˈptʲitɕjɪ məlɐˈko), ovvero latte di uccello, e riadattato sotto forma di caramelle e torte soufflé. Il dolce mantiene intatta la stessa etimologia nelle altre nazioni in cui si diffuso ovvero l'Ucraina, dove vengono prodotti i ptashyne moloko (in ucraino: пташине молоко) e la Moldavia, dove sono diffusi i lapte de pasăre.

Etimologia
"Ptasie mleczko" significa letteralmente "latte di uccello" o "latte del gozzo", una sostanza prodotta da alcuni uccelli per nutrire i loro piccoli. Tuttavia la vera origine del nome è da ricercarsi nell'Antica Grecia, dove l'idioma "latte di uccello" veniva usato per indicare una "delicatezza irraggiungibile". Aristofane parlava di "latte degli uccelli" nei drammi Gli uccelli e Le vespe per indicare una rarità proverbiale. L'espressione si trova anche nella Geografia di Strabone, dove l'isola di Samo viene descritta come un paese benedetto a cui "coloro i quali ne tessono le lodi non esitano ad applicarle il proverbio: produce anche latte di uccello". Un'espressione simile, il lac gallinaceum ("latte di pollo" in lingua latina) fu poi usato da Petronio e Plinio il Vecchio come termine per indicare una grande rarità. L'idioma divenne più tardi comune in molte lingue e apparve nei racconti popolari slavi. In una di queste favole, la principessa mette alla prova l'ardore e l'intraprendenza del suo pretendente inviandolo nel deserto per trovare il latte d'uccello, che sarebbe l'unico lusso che le manca. In una fiaba di Aleksey Remizov (che ha scritto molte imitazioni dei tradizionali racconti popolari slavi) la leggendaria creatura alata Gagana produce latte.

Storia
Jan Wedel, proprietario dell'azienda polacca E. Wedel, preparò il primo ptasie mleczko nel 1936. Secondo la storia ufficiale dell'azienda, l'ispirazione di Wedel per il nome della confetteria proviene dai suoi viaggi in Francia, quando si chiese che cosa avrebbe potuto portare maggiore felicità a un uomo che avesse avuto già tutto. Avrebbe risposto alla sua domanda affermando "forse solo latte per uccelli".
In Russia, il ptichye moloko era originariamente un tipo di caramella introdotto nel 1967 a Vladivostok e nel 1968 dalla Rot Front di Mosca. La caramella ebbe successo e la sua produzione di massa iniziò nel 1975 dalla fabbrica di dolci Krasny Oktyabr di Mosca.
Nel 1978, la famosa caramella venne trasformata in una torta da Vladimir Guralnik nel Ristorante Praga di Mosca. Questo era un pan di spagna leggero riempito con un soufflé arioso e condita con glassa di cioccolato. Una caratteristica distinta della ricetta russa è l'uso dell'agar agar al posto della gelatina come agente addensante in quanto esso resiste alle alte temperature necessarie per raggiungere la consistenza ottimale del soufflé. La ricetta venne rapidamente copiata da altri ristoranti di Mosca, come Moskva, Budapesht e Ukraina. Negli anni ottanta, nel quartiere di Čerëmuški, a sud di Mosca, venne costruita una fabbrica che produceva torte di ptichye moloko. Oggi, le torte e le caramelle di ptichye moloko sono diffusissime in tutta la Russia e la fortuna dei dolci al cioccolato si è diffusa anche all'estero in diverse varianti. Fra le aziende che producono prodotti correlati ai all'infuori della nazione russa vi sono l'estone Kalev, che produce le linnupiim, e la moldava Bucuria, che prepara le lapte de pasăre, da non confondere con l'omonimo dolce rumeno.


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Girella

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La Girella è una merendina immessa sul mercato italiano da Motta nel 1973. È una delle merendine da più tempo presenti nel comparto, spesso associata al Buondì, immesso anch'esso in commercio da Motta dal 1953, ed è stata definita la "prima merendina culturalmente rivoluzionaria".

Storia
Dopo che la SME, finanziaria del settore agroalimentare di proprietà dell'IRI, rilevò il controllo di Motta nel 1968, e poco dopo, nel 1970, il 50% del capitale di Alemagna (sua tradizionale rivale nel settore dolciario e alimentare italiano ed ancor più nell'industria artigianale milanese), fu deciso da parte della società delle Partecipazioni Statali lo sviluppo del settore dei prodotti da forno a consumo a continuativo (le cosiddette monodose), fino ad allora considerato solo come d'accompagno alla colazione al bar (in origine il Buondì era stato creato proprio per questo) che potesse essere alternativo alle merende abitualmente consumati dai ragazzi fino ad allora quasi esclusivamente basate su brioche tradizionali e prodotti e snack a base di cioccolato.
Considerate un prodotto "di nicchia" nei primi anni settanta,[5] il mercato delle merendine cominciò ad espandersi proprio grazie agli investimenti messi in campo nel settore dalla SME, divenuta presto in quegli anni tra i leader indiscussi del settore (ed anche nel decennio successivo: nel 1982 Sidalm deteneva una quota pari al 22,8% del mercato delle monodose; e a conferma di ciò, nel 2012 è stato pubblicato un libro, Correva l'anno della Girella in cui gli autori, facendo un'analisi delle abitudini di quel periodo, mettono in evidenza come chi ha vissuto la propria adolescenza in quell'epoca storica si trovi disorientato rispetto agli usi e costumi delle nuove generazioni, e pongono la Girella prodotta all'epoca come una delle cose maggiormente rimpiante da chi era giovane di quei tempi), che portarono via via ad una diffusione sempre più frequente di questo genere di alimenti dolciari tra gli adolescenti (e non solo) dell'epoca. Soprattutto dopo che SME operò nel 1976 la fusione tra Motta ed Alemagna in Unidal (operazione rivelatasi subito fallimentare e che comportò lo scioglimento della società dopo solo un anno dalla sua costituzione, e le cui attività nel settore dolciario furono rilevate da Sidalm nel 1977, altra società del gruppo SME), furono immesse sul mercato, oltre a Buondì e Girella, numerose nuove merendine monodose a marchio Motta e Alemagna. Tra queste, tra la fine del 1979 e l'inizio del 1980 vi fu la versione ricoperta al cioccolato di Girella (fino ad allora prodotta solamente nella versione farcita con strati di nocciola al suo interno), comunemente nota come Girella Ricoperta, commercializzata esattamente per un decennio fino all'inizio del 1990; in quello stesso anno vi fu l'inizio della privatizzazione del settore dolciario della SME, con lo scioglimento di Alivar (società che nel 1986 aveva rilevato da Sidalm la gestione di tale comparto), e la costituzione di Nuova Forneria, una joint venture tra SME, Barilla Dolciaria e Ferrero che rilevò il segmento delle merendine Motta. Successivamente la società sarà acquisita nel 2002 dal gruppo Bistefani, a sua volta interamente rilevato nel 2013 da Bauli, da quel momento in poi produttrice e titolare di Girella.
Nei mercati al di fuori di quello italiano, Girella viene commercializzata da Bauli International, divisione operativa estera del gruppo veronese, con il marchio Bauli e non Motta (stessa cosa avviene per il Buondì).

Campagna pubblicitaria
Memorabili sono state le campagne pubblicitarie che hanno reclamizzato Girella tra la fine degli anni settanta e gli inizi degli anni ottanta: fu creata una vera e propria serie fumettistica (che compariva puntualmente in ogni edizione dei giornali per ragazzi dell'epoca) chiamata Le Avventure di Toro Farcito, dove il protagonista era un capo tribù pellerossa (il cui nome richiamava il noto Toro Seduto), il quale aveva il compito di difendere il suo accampamento dal cowboy chiamato Golosastro, che dopo aver divorato quantità industriali di Girella ed esser "quasi rimasto a secco" voleva entrare nella Valle della Buona Merenda con lo scopo di rubare quelle dei membri della tribù indiana. Ogni volta il Golosastro veniva sconfitto e scacciato, mentre Toro Farcito consumava la Girella meritatamente conquistata sul campo come trofeo esclamando lo slogan: "la morale è sempre quella, fai merenda con Girella". La serie reclamistica fu contemporaneamente realizzata anche in spot pubblicitari televisivi che erano dei veri e propri cortometraggi di cartoni animati, realizzati dal disegnatore e animatore Guido Manuli, con tanto di jingle del celebre slogan preparato dal maestro Gianfranco Tadini.

Valori nutrizionali
I valori nutrizionali della Girella sono i seguenti, per 100 g di alimento:
  • Carboidrati 57 g
  • Proteine 5,8 g
  • Grassi 12 g
  • Valore energetico 372 kcal (1 564 kJ)


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Zuccotto

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Lo zuccotto è un tipico dolce della tradizione culinaria fiorentina, le cui origini risalgono ad un'invenzione di Bernardo Buontalenti per uno dei banchetti della famiglia Medici.
Originariamente noto con la denominazione di "Elmo di Caterina", si caratterizzava per ingredienti totalmente diversi da quelli che ne contraddistinguono la moderna versione. La ricetta originaria infatti prevedeva l'utilizzo di ricotta, granelli di cacao e scorza di agrumi per la farcitura interna alla quale veniva conferito un aspetto prevalente monocromatico bianco, mentre il rivestimento esterno si caratterizzava per l'aromatizzazione con l'alchermes che gli conferiva un colore rosso molto acceso.


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Biscotti regina

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I biscotti regina, chiamati anche reginelle, sono biscotti di pasta frolla ricoperti di semi di sesamo, tipici della provincia di Palermo ma diffusi anche in altre province siciliane. In siciliano sono conosciuti come viscotti ca ciciulena (biscotti con il sesamo).
A Catania questi biscotti sono chiamati sesamini, perché nella città etnea il termine biscotti regina indica un altro tipo di biscotti simile ai biscotti catalani palermitani.

Preparazione
Si prepara la pasta frolla con farina, zucchero, strutto (o burro) e un uovo, aggiungendovi un po’ di latte e di ammoniaca, si impasta e si lascia riposare in frigorifero. Si tostano nel frattempo i semi di sesamo. Dall’impasto di pastafrolla si ricavano dei cilindretti che vengono passati nel sesamo, posti in una teglia e cotti al forno.
I biscotti regina sono molto croccanti e si possono mangiare bagnati nel latte, nel tè o in un vino dolce come il marsala o lo zibibbo.


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Africanetti

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Gli africanetti (in dialetto bolognese: africanétt), detti anche biscotti Margherita, sono dei dolci tipici della cucina bolognese e prodotti a San Giovanni in Persiceto.
La ricetta è inclusa nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali emiliani e romagnoli.

Ingredienti
Gli ingredienti sono costituito da tuorli d'uovo, zucchero e burro, che vengono amalgamati molto a lungo, fino ad ottenete una consistenza molto fine. L'impasto viene poi colato in appositi stampi in acciaio, detti "lingotti", che vengono infine cotti nel forno a temperatura moderata. Il prodotto finale è un biscotto vuoto al suo interno, a metà via tra un savoiardo e uno spumino, con una crosta croccante all'esterno e morbida nel lato interno.

Descrizione
La tradizione tramanda la produzione degli africanetti nella ricorrenza del santo patrono (24 giugno), durante il carnevale storico persicetano e nella fiera di settembre, oltre che in occasione di importanti eventi come matrimoni, battesimi, comunioni e cresime. Francesco Bagnoli apre un biscottificio nel 1872 a San Giovanni in Persiceto, e ottiene il riconoscimento della Famiglia Reale per la ricetta degli Africanetti, così chiamati perché spediti in Africa Orientale.


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Far breton

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Il far breton è un dessert francese tradizionale della Bretagna.

Caratteristiche
Il far breton presenta una pastella simile a quella del clafoutis ed è guarnito con una crema pasticcera dalla consistenza simile a quella di un budino, prugne, uvetta e zucchero a velo. Il dolce può essere insaporito con il liquore.


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