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Come erano i dolci nel Medioevo tenendo per esempio conto che il cioccolato, ingrediente chiave nella pasticceria moderna, non era conosciuto?

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In realtà molti dei dolci dell'epoca non erano molto diversi da quelli che conosciamo oggi dalla tradizione culinaria europea. Molti ingredienti come frutta, uova, burro, latte, miele e farina erano già disponibili.
Nel medioevo lo Zucchero (originario dell'India) venne introdotto in Europa dagli Arabi, infatti la parola "Zucchero" (o l'inglese "Sugar") derivano dall'arabo Sukkar. Però era molto meno utilizzato rispetto ad oggi, perchè era piuttosto costoso.
Poichè il pane era alla base dell'alimentazione, anche molti dolci erano in realtà dei panini dolci. Usavano molto la frutta o la frutta secca, magari dolcificandola con del miele. Per esempio sembra che già a quei tempi esistessero il pampepato o il panforte tipici dell'Italia centrale. In Spagna nel '200 è stato inventato il torrone, forse come derivazione di una precedente ricetta araba. Esistevano anche cialde, frittelle e crepes simili ai moderni waffle belgi o ai graufe francesi.

Una delle caratteristiche che rendevano la cucina medievale, soprattutto quella dei nobili, un po' diversa dalla nostra era il fatto che mentre noi mangiano i dolci a fine pasto, a quei tempi si alternavano portate dolci e salate, inoltre i nobili amavano addolcire anche la carne o il vino. Insomma, una cucina molto agrodolce.






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Sütlü Nuriye

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Sütlü Nuriye (tr. dal turco: "Nuriye con latte") o Nuriye tatlısı ("Nuriye dolce") è un dessert della cucina turca molto simile al baklava. La differenza fondamentale è che il nuriye è ricoperto da uno sciroppo di zucchero con latte e ha un aspetto luminoso e brillante. Poiché ha più latte che sciroppo, è più leggero del baklava e di altri dolci turchi di impasto con sciroppo.

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Panino al latte

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Il panino al latte, (in inglese bun) è un tipo di panino dolce e morbido statunitense. Presenta una forma rotonda quando viene usato per preparare i panini con hamburger mentre ha una forma allungata se utilizzato per gli hot dog.
Il termine bun, con cui viene designato in lingua inglese, viene anche usato nei paesi anglosassoni per identificare, con un'accezione diversa, una torta dolce e di piccole dimensioni.

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Ringo

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I Ringo sono dei biscotti prodotti dalla Pavesi, nati nei primi anni sessanta. Tradizionalmente, i Ringo sono composti da due biscotti (uno alla vaniglia e uno al cacao), uniti fra loro da uno strato di crema al latte o al cioccolato, anche se negli anni seguenti ne sono state prodotte numerose varianti.

Storia
L'idea dei Ringo venne a Mario Pavesi dopo un viaggio negli Stati Uniti. Mario Pavesi, infatti, intendeva lanciare un prodotto destinato a una fascia di pubblico più adulto rispetto a quella a cui si rivolgeva l'altro prodotto di punta dell'azienda, i pavesini. Quindi il target di riferimento erano gli adolescenti, e, non a caso, il nome Ringo era preso in prestito da quello di Ringo Starr, componente del gruppo britannico The Beatles, molto popolare fra i giovani. In seguito, le campagne pubblicitarie del prodotto punteranno soprattutto sul mondo dello sport e sul concetto di interrazzialità, rappresentato in modo simbolico dal colore diverso dei due biscotti circolari.

Promozione
Le prime campagne pubblicitarie dei Ringo risalgono ai primi anni sessanta e furono mandate in onda durante Carosello. Dagli anni ottanta la promozione fu concentrata sul concetto di sportività del prodotto e nacque l'idea dei Ringo boys, una squadra di volta in volta di sport diversi (football, baseball, calcio, pallacanestro ed hockey su ghiaccio), formata da giovanissimi atleti. Dal 2013 il testimonial è Stephan El Shaarawy che ha preso il posto di Kaká.

Varianti
Ai "tradizionali" Ringo con crema alla vaniglia sono stati affiancati negli anni una serie di varianti:
Torta Ringo, una torta gelato con stracciatella con biscotti Ringo in edizione limitata fra cui i Ringo con crema al cacao e i Ringo con crema di nocciola e choco;
Ringo Black, entrambi i biscotti al cioccolato (in risposta agli Oreo);
Ringo Goal, composti da un biscotto, uno strato di crema alla vaniglia o al cacao ed uno strato di cioccolato;
Ringo Match, composti da due biscotti - uno bianco e uno nero - racchiusi in una tavoletta di cioccolato;
Ringo MiniBall, molto simili ai Lindor, con le differenze che hanno un lato bianco e uno nero e che all'interno c'è un croccante mini biscotto alla vaniglia o al cacao;
Ringo Extra Time, merenda coperta da uno strato di cioccolato ripieno con crema al latte e cereali soffiati;
Ringo Thin, biscotti Ringo alla vaniglia o al cacao più sottili (come suggerisce il nome) e croccanti.

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Ptasie mleczko

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I ptasie mleczko (in polacco ptaɕɛ mlɛtʂkɔ), letteralmente "latte di uccello", sono cioccolatini ripieni di spumosa meringa o soufflé al latte tipici della Polonia. Si tratta di uno dei dolci di cioccolato più conosciuti della Polonia, che detiene dei diritti esclusivi per il nome. La parola "ptasie mleczko" viene anche usata per riferirsi a caramelle al gusto di vaniglia, panna, limone o cioccolato.
In epoca sovietica, tale specialità si è anche diffusa in Russia, dove il dolce è stato rinominato ptichye moloko (in russo: птичье молоко?, traslitterato: ˈptʲitɕjɪ məlɐˈko), ovvero latte di uccello, e riadattato sotto forma di caramelle e torte soufflé. Il dolce mantiene intatta la stessa etimologia nelle altre nazioni in cui si diffuso ovvero l'Ucraina, dove vengono prodotti i ptashyne moloko (in ucraino: пташине молоко?) e la Moldavia, dove sono diffusi i lapte de pasăre.

Etimologia
"Ptasie mleczko" significa letteralmente "latte di uccello" o "latte del gozzo", una sostanza prodotta da alcuni uccelli per nutrire i loro piccoli. Tuttavia la vera origine del nome è da ricercarsi nell'Antica Grecia, dove l'idioma "latte di uccello" veniva usato per indicare una "delicatezza irraggiungibile". Aristofane parlava di "latte degli uccelli" nei drammi Gli uccelli e Le vespe per indicare una rarità proverbiale. L'espressione si trova anche nella Geografia di Strabone, dove l'isola di Samo viene descritta come un paese benedetto a cui "coloro i quali ne tessono le lodi non esitano ad applicarle il proverbio: produce anche latte di uccello". Un'espressione simile, il lac gallinaceum ("latte di pollo" in lingua latina) fu poi usato da Petronio e Plinio il Vecchio come termine per indicare una grande rarità. L'idioma divenne più tardi comune in molte lingue e apparve nei racconti popolari slavi. In una di queste favole, la principessa mette alla prova l'ardore e l'intraprendenza del suo pretendente inviandolo nel deserto per trovare il latte d'uccello, che sarebbe l'unico lusso che le manca. In una fiaba di Aleksey Remizov (che ha scritto molte imitazioni dei tradizionali racconti popolari slavi) la leggendaria creatura alata Gagana produce latte.

Storia
Jan Wedel, proprietario dell'azienda polacca E. Wedel, preparò il primo ptasie mleczko nel 1936. Secondo la storia ufficiale dell'azienda, l'ispirazione di Wedel per il nome della confetteria proviene dai suoi viaggi in Francia, quando si chiese che cosa avrebbe potuto portare maggiore felicità a un uomo che avesse avuto già tutto. Avrebbe risposto alla sua domanda affermando "forse solo latte per uccelli".
In Russia, il ptichye moloko era originariamente un tipo di caramella introdotto nel 1967 a Vladivostok e nel 1968 dalla Rot Front di Mosca. La caramella ebbe successo e la sua produzione di massa iniziò nel 1975 dalla fabbrica di dolci Krasny Oktyabr di Mosca.
Nel 1978, la famosa caramella venne trasformata in una torta da Vladimir Guralnik nel Ristorante Praga di Mosca. Questo era un pan di spagna leggero riempito con un soufflé arioso e condita con glassa di cioccolato. Una caratteristica distinta della ricetta russa è l'uso dell'agar agar al posto della gelatina come agente addensante in quanto esso resiste alle alte temperature necessarie per raggiungere la consistenza ottimale del soufflé. La ricetta venne rapidamente copiata da altri ristoranti di Mosca, come Moskva, Budapesht e Ukraina. Negli anni ottanta, nel quartiere di Čerëmuški, a sud di Mosca, venne costruita una fabbrica che produceva torte di ptichye moloko. Oggi, le torte e le caramelle di ptichye moloko sono diffusissime in tutta la Russia e la fortuna dei dolci al cioccolato si è diffusa anche all'estero in diverse varianti. Fra le aziende che producono prodotti correlati ai all'infuori della nazione russa vi sono l'estone Kalev, che produce le linnupiim, e la moldava Bucuria, che prepara le lapte de pasăre, da non confondere con l'omonimo dolce rumeno.

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Oreo

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Oreo è il nome commerciale di un biscotto famoso a livello internazionale, prodotto e commercializzato da Mondelēz International attraverso varie società. Il biscotto è formato da due biscotti circolari a base di farina, olio di palma e olio di colza, con il 4.6% di cacao, e uno strato interno morbido (definito creme e non cream dato che non contiene latte) al gusto di vanillina. Dall'inizio della sua commercializzazione sono stati venduti oltre 490 miliardi di biscotti Oreo, rendendolo il biscotto più venduto di tutto il XX secolo.



Storia del biscotto
Il biscotto Oreo fu ideato e prodotto dalla ditta Nabisco, una società americana produttrice di biscotti, nel febbraio 1912 presso la ditta Chelsea a New York (successivamente diventata Chelsea Market). Fu creato principalmente per il mercato britannico, i cui biscotti erano considerati dalla Nabisco come troppo 'ordinari'. Originariamente fu prodotto con una forma di piccola montagna e disponibile in due sapori: lemon meringue e cream. In America furono venduti a 30 centesimi di dollaro la libbra in lattine con un tappo di vetro, che permetteva ai clienti di vedere i biscotti all'interno.
Un nuovo design per i biscotti fu introdotto nel 1916 e, poiché il ripieno di crema era il più amato tra i due sapori disponibili, la Nabisco decise di ridurre la produzione del biscotto alla meringa al limone durante gli anni venti. L'Oreo attuale fu sviluppato nel 1952 da William A. Turnier al fine di incidervi il logo della Nabisco.
Esistono molte teorie riguardo l'origine del nome 'Oreo' che includono l'ipotesi dell'origine dalla parola francese 'or', oro (la confezione originaria era dorata), o dalla parola greca oros, che significa montagna o collina (a causa della forma originale del biscotto) o persino dalla parola greca 'oreos', che significa 'bello'. Altre teorie indicano che la sillaba 're' della parola cream fu inserita tra le due 'o' della parola chocolate, oppure semplicemente perché sembrava una combinazione melodica di suoni.
L'Oreo è molto simile al biscotto Hydrox prodotto dalla ditta Sunshine, che fu introdotto nel 1908, lasciando il dubbio che l'Oreo sia stato ispirato dalla Sunshine. I biscotti Hydrox sono stati ritirati dal mercato nel 1999 a causa del predominio commerciale dell'Oreo. Anche una nuova versione del biscotto, chiamata Droxie, fu in seguito ritirata dal mercato.
Il 22 agosto 2017, grazie ad un accordo tra Mondelez e Google, come precedentemente fatto con KitKat, il nome Oreo viene scelto per la versione 8.0 del sistema operativo Android, seguendo la tradizionale nomenclatura alfabetica di dolci.

Produzione del biscotto
Secondo le dichiarazioni di Kim McMiller, Direttore Associato per le Relazioni con i Consumatori, viene utilizzato un processo in due fasi per produrre i biscotti Oreo. I biscotti rotondi sono cotti in un forno lungo circa 90 metri. Gli ingredienti principali comprendono: zucchero (successivamente sostituito da sciroppo di fruttosio ottenuto dal mais, ma solo negli Stati Uniti), cacao olandese e liquore di puro cioccolato acquistato da fornitori esterni, farina direttamente prodotta nei mulini della Nabisco. La maggior parte dell'attuale produzione degli Oreo è effettuata presso la ditta Kraft/Nabisco a Richmond in Virginia; in Europa vengono prodotti in Spagna.

Varietà
Oltre alla tradizionale forma di wafer a due biscotti ripieni di crema, gli Oreo sono prodotti in molte differenti varietà sin dalla loro iniziale commercializzazione, e talvolta gli ingredienti del biscotto sono la base per altri dolci derivati come alcuni tipi di cioccolato, gelato e dolci, prodotti da Mondelez o da altre aziende su licenza. Alcune tipologie di Oreo, non disponibili in tutti i paesi, sono:
Oreo WaferStix sono barrette lunghe di wafer con un contenuto di crema coperti di cioccolato;
Golden Chocolate Creme Oreo sono Oreo invertiti: in due wafer di vaniglia è inserita una crema di cioccolato. Fino al 2007 erano denominati Uh-Oh Oreo;
Golden Oreo sono wafer di vaniglia con il tradizionale ripieno di crema bianca. Sono commercializzati anche alla crema di cioccolato;
Mini Oreo sono versioni ridotte del tradizionale Oreo, della grandezza di un bocconcino;
Double Stuf Oreo (introdotti nel 1975, in Italia dal 2017 con il nome Oreo Double) hanno il contenuto doppio di crema bianca;
Double Delight Oreo (introdotti nel 1987) sono composti da biscotti di cioccolato con due ripieni: burro di arachidi e cioccolato, menta e crema, caffè e crema. È simile al Double Stuf;
Flavored Oreos contengono un singolo ripieno in una grande varietà di creme, comprendente burro di arachidi, cioccolato, menta, caramello e milkshake alla fragola.
Oreo Thins (in Italia dal 2017 come Crispy & Thin) sono la versione sottile del biscotto (66% più leggeri).

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Muhallebi

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Il muhallebi (in arabo: محلبی‎, anche riportato con la grafia muhallabieh e muhallabiyya), muhallebi in Turco, è un dolce della cucina levantina. Il dolce è simile a un budino e composto da, zucchero, farina di riso e latte.

Storia
Le origini del dolce si perdono nella leggenda e sono state fatte risalire all'epoca della Persia sasanide (224-651). Secondo una leggenda, il muhallebi fu introdotto nella cucina araba alla fine del settimo secolo da un cuoco persiano che lo servì a un generale arabo di nome Al-Muhallab ibn Abi Sufra. Quest'ultimo avrebbe apprezzato così tanto il piatto che gli avrebbe dato il suo nome. In origine, durante il decimo secolo, esistevano tre ricette diverse di muhallebi: la prima era a base di latte addensato e riso macinato, la seconda veniva usata miscelando latte, chicchi di riso e pollo, mentre la terza conteneva una crema pasticcera all'uovo senza riso. La prima ricetta del muhallebi fu attribuita a Ibn Sayyar al-Warraq di Baghdad. Due libri di cucina araba del tredicesimo secolo pubblicati rispettivamente da Muhammad bin Hasan al-Baghdadi e da un autore dell'Andalusia, contengono una variazione speziata e con la carne di montone al posto di quella di pollo. Le origini persiane del piatto sono confermate dal tomo di cucina andaluso.
Esistono documenti risalenti all'epoca dell'Impero ottomano che riportano due versioni differenti del muhallebi: una con pollo tagliuzzato (tavuk göğsü) servita durante il regno di Maometto II, e una ricetta successiva degli anni trenta del Cinquecento senza carne e aromatizzata con acqua di rose.
Un libro di cucina inglese del diciannovesimo secolo contenente una ricetta per preparare il muhallebi definisce l'alimento "torta di Ramazan" (Ramazan cake). La ricetta è a base di latte, farina di riso e zucchero che vengono fatti bollire fino a quando la massa del composto non si riduce. Successivamente, la "torta di Ramazan" viene cosparsa di estratto di rosa o gelsomino e lasciata raffreddare prima di essere cosparsa di zucchero a velo.

Varianti
Tavuk göğsü
Il tavuk göğsü è un dolce simile al muhallebi a base di carne consumato solamente in Turchia. Sebbene non abbia il sapore del pollo, la carne tagliuzzata conferisce al dessert una consistenza distintiva. L'ufficiale navale George Coleman De Kay dichiarò che il budino "deve il suo peculiare sapore eccellente alla presenza del petto di polli molto giovani, che sono in qualche modo così intimamente mescolati e incorporati con la crema da essere appena distinguibili". Il kazandibi è invece una variante del classico tavuk göğsü in cui lo strato inferiore viene caramellato. Quando viene servito, il dolce viene poi ribaltato.

Sakızlı muhallebi
Il sakızlı muhallebi è una variante del muhallebi con il mastic. Questo dolce può contenere amido di mais o di grano e può essere addensato con la farina di riso a seconda delle preferenze del cuoco.

Malabi
Il malabi (in arabo: מלבי‎) è un dolce popolare israeliano con panna, latte cotto con amido di mais e aromatizzato con acqua di rose o di arancia e insaporito con pistacchi tritati e cocco essiccato. Il malabi ha pertanto vari elementi in comune con il cosiddetto keşkül turco e, secondo quanto riportato nel loro volume Jerusalem: A Cookbook (2012), gli chef Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi sostengono che il budino al latte sarebbe "l'equivalente dolce del salab", una farina di tuberi del genere orchis da cui si ricava un'omonima bevanda calda. In occasione di alcune celebrazioni in cui non è possibile consumare latte o carne, come il Talmud, il latte viene rimpiazzato dal succo d'uva e reso pertanto un cosiddetto piatto pareve.
In alcune case di sefarditi, il malabi viene servito per interrompere il digiuno durante la festa ebraica dello Yom Kippur. Viene anche consumato durante i matrimoni ebrei in Turchia per simboleggiare la dolce vita che la coppia vivrà. I sefarditi lo servono anche durante lo Shavuot, ricorrenza in cui si è soliti mangiare cibo caseario. Tuttavia, secondo lo storico alimentare Gil Marks, la vera ragione che spinge i sefarditi a servire il malabi durante lo Shavuot è la presenza dell'acqua di rose sul dolce, in quanto tale celebrazione viene anche ricordata per essere la cosiddetta "festa delle rose".

Mahalebi

Il mahalebi (Μαχαλεπί) o mahalepi cipriota non contiene latte ed è a base di acqua, zucchero, farina di mais o amido e può includere l'acqua di rose. I ciprioti aggiungono sopra di essa uno sciroppo chiamato triantafyllo (τριαντάφυλλο).


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Quali sono le pratiche sostenibili contro gli sprechi in pasticceria?


Grazie per la domanda!
In pasticceria abbiamo molti sistemi per evitare lo spreco di materie prime e di scarti di lavorazione:
(Quando parlo di frutta, panna e materie prime in generale intendo sempre prodotti NON scaduti ma che andranno in scadenza a breve termine e che devo utilizzare a breve)
Frutta: la soluzione migliore è sempre la produzione di confetture, dato che se preparate correttamente (io utilizzo un sistema con pochi zuccheri e basse temperature) sono il miglior prodotto cotto ottenibile con la frutta. Se ho bisogno di un inserto gustoso per una torta, le fragole cotte senza zucchero per pochi minuti e qualche goccia di succo di limone, rappresentano forse la soluzione piú gustosa ed economica. Mentre scrivo sto pastorizzando le confetture di arance di cui allego questa foto.


Panna: con una eccedenza di panna si possono preparare semifreddi da stoccare in conservatore o bollirla per preparare ganashe per cioccolatini (in inverno). Nel caso estremo di averne veramente tanta si puó sbattere fino a farla diventare burro, scolare bene e usare negli impasti.
Cioccolato: il cioccolato e le praline temono le alterazioni di gusto date da un eccessiva esposizione all’aria e all’umidità. Se peró viene esposto correttamente (e non contiene panna) si puó sciogliere e, con l’aggiunta magari di un pralinato di nocciole o mandorle, diventare la base di un semifreddo o un ripieno.
Scarti di lavorazione secchi: con questo intendo frolla, sfoglia o frutta secca che non hanno breve scadenza e sono comunque molto saporiti. La soluzione più semplice è il famoso Salame di cioccolata, in cui aggiungendo cioccolato, cacao e marmellata si puó creare il prodotto preferito da ogni bimbo che conosco.
Scarti di lavorazione freschi: quindi tutto ciò che è invenduto di pasticceria fresca della giornata (es. cannoncini, bignè) o che è venuto in contatto con creme fresche (scarti di millefoglie). Tutto questo deve essere rigorosamente ELIMINATO. Sono molto preciso su questo punto perchè purtroppo se ne sentono di ogni tipo da laboratori di ogni fascia di prezzo. Quando avanzano molti prodotti freschi la cosa migliore è donarli alla prima associazione per i poveri che li venga a prendere. I ringraziamenti e l’indotto che ne derivano valgono di gran lunga di piú del guadagno su qualche pastina riproposta per giorni.
Creme fresche: se non si pensa di utilizzarle a breve, la soluzione migliore è inserirle su un prodotto da cuocere. Se non è possibile utilizzarle, purtroppo bisogna eliminarle.
Questo è ció che mi viene in mente. La pasticceria generalmente non ha grossi sprechi ma se hai qualche dubbio o richiesta diversa son quí per rispondere!

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Che cos'è la sponge cake?

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La sponge cake è una torta di origine inglese dalla consistenza spugnosa che si utilizza come base per torte di compleanno, decorate oppure a più piani. Si presta, infatti, ad ogni tipo di farcitura per la sua base molto spessa che regge bene le decorazioni usate solitamente per i festeggiamenti di compleanno. Potrebbe ricordare il Pan di Spagna, di cui è una valida alternativa, ma si distingue da esso perché più burroso, il che rende la sponge cake perfetta come torta di compleanno perché resta comunque molto resistente. La ricetta è molto semplice e si realizza velocemente con pochi passaggi.

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Qual è l'origine del tiramisù?

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Il tiramisù tradizionale contiene un breve elenco di ingredienti: biscotti, tuorli d'uovo, zucchero, caffè, mascarpone, cacao in polvere e talvolta liquore.
La forma originale della torta è rotonda, sebbene la forma dei biscotti consenta l'uso di una padella rettangolare o quadrata, diffondendo l'immagine classica "a piastrella". [È necessario un chiarimento] Tuttavia, è spesso assemblata in bicchieri rotondi, che mostrano i vari strati, o piramide. Le versioni moderne hanno di norma l'aggiunta di panna montata o uovo montato, o entrambi, combinato con crema al mascarpone. Questo rende il piatto più leggero, denso e schiumoso. Tra i cambiamenti alcolici più comuni c'è l'aggiunta di Marsala. La torta viene solitamente consumata fredda.
Un'altra variante prevede la preparazione della crema con le uova riscaldate per sterilizzarla, ma non tanto che le uova si mescolano. Nel corso del tempo, sostituendo alcuni degli ingredienti, principalmente il caffè, sono nate numerose varianti come il tiramisù con cioccolato, amaretto, frutti di bosco, limone, fragola, ananas, yogurt, banana, lampone, cocco e persino birra (birramisu). Sebbene questi non siano considerati vero Tiramisù in quanto queste variazioni condividono solo la caratteristica stratificata del Tiramisù; questi esempi assomigliano più da vicino alle variazioni della sciocchezza.
Esistono numerose varianti di Tiramisu. Alcuni cuochi usano altre torte o pane dolce e lievitato, come il panettone, al posto dei savoiardi. Vengono utilizzate anche altre miscele di formaggi, alcune contenenti uova crude e altre che non contengono affatto uova. Il vino Marsala può essere aggiunto alla ricetta, ma altri liquori vengono spesso sostituiti sia nel caffè che nella miscela di formaggi, tra cui rum scuro, Madeira, porto, brandy, Malibu o crema irlandese e soprattutto liquori al caffè come Tia Maria e Kahlúa. Disaronno è anche spesso usato per esaltare il gusto del tiramisù.




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Quali sono alcuni dolci buonissimi che non si trovano in Italia?

In Inghilterra ce ne sono tantissimi vista la loro cultura, non strettamente culinaria, ma più sul versante del dolciario Particolarmente sviluppata, tanto e vero che non rappresenta solo una tradizione e un fatto culturale che ha segnato ed é stato segnato dai passaggi storici piú importanti, ma una propria fissazione ancora viva tutt’ora, specificando anche che il Cake design conosciuto in tutto il mondo é nato e si é sviluppato in Inghilterra e programmi come i classici Bake Off sono seguiti alla pari di una partita giocata con la maglia della loro nazionale. Quindi non ci scherzano, hanno un giro di affari da piú di 8 miliardi.
Tra quelli piú conosciuti ( probabilmente in qualche maniera sono reperibile anche qua vista questa globalizzazione e internalizzazione che rende accessibile tutte le varietá di merci in commercio e informazioni su come eventualmente ottenerle, comprese quelle alimentari )ma che fatti come nella loro madrepatria, non se ne trovano di eguali e replicabili in italia, sono :

  1. Battenberg cake

2.Carrot cake

3.Lemon Curd

Sicuramente ce ne sono altri, ma questi sono alcuni di quelli piú caratteristici e storici della loro tradizione, particolarmente “appealling” come direbbero gli inglesi stessi.





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Rossana

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La Rossana è una caramella, conosciuta anche come Rossana Perugina, o, più semplicemente, come Rossa. È considerata una delle caramelle più conosciute fra quelle prodotte in Italia.

Prodotto
La caramella si presenta di forma simil-parallelepipeda, proposta con l'imballaggio tradizionale, avvolta in un incarto di colore rosso rubino con, in evidenza, la scritta del suo nome. Dura fuori per l'involucro caramellato, la Rossana possiede un nucleo morbido con un ripieno cremoso al latte.
Tra i suoi ingredienti entrano a far parte soprattutto nocciole e mandorle.

Storia
La Rossana nasce nel 1926 come prodotto della Perugina, in onore a Roxanne, la dama amata da Cyrano de Bergerac.
Nel 2016, la Nestlé, proprietaria della Perugina dal 1988, ha deciso la vendita del marchio ad altro produttore, la piemontese Fida, che nel 2019 lancia la crema spalmabile Rossana.


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Maxibon

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Maxibon è un tipo di sandwich gelato immesso sul mercato da Italgel (gruppo SME) nel 1989, e successivamente prodotto da Nestlé (dopo l'acquisizione della società italiana da parte della multinazionale svizzera) dal 1993 e da Froneri (joint venture tra il gruppo inglese R&R e la stessa Nestlé che ha rilevato le attività nel settore dei gelati di quest'ultima) dal 2016.

Caratteristiche del prodotto
Consiste sostanzialmente in un blocco di crema di gelato al gusto di panna con pezzettini di cioccolato, rivestito da uno strato solido di crema al cacao con frammenti di nocciola da una parte e racchiuso fra due fette di pasta di biscotto morbido dall'altra.
Un Maxibon in formato classico pesa 95 g e misura circa 140 ml in volume, con un contenuto energetico di circa 1.280 kJ (290 kcal), che può variare leggermente a seconda dei dettagli di preparazione.

Storia
Maxibon é un prodotto originariamente creato in Italia da Gelati Motta (Italgel), e diffuso poi nei mercati internazionali da Nestlé a partire dal 1993, quando il colosso svizzero dell'alimentare rilevò la società da SME. Nei vari mercati del continente americano, era commercializzato da Nestlé con il nome Tandem. Dal 2016 il marchio appartiene a Froneri, joint venture tra il gruppo inglese operante nel ramo del freddo R&R e la stessa Nestlé, che ha rilevato le attività e la proprietà dei suoi marchi nel settore di quest'ultima.
Storici sono gli spot pubblicitari che hanno promosso questo prodotto girati dal regista Daniele Luchetti. Negli anni novanta proprio grazie alle pubblicità del Maxibon Motta ha infatti preso il via la carriera di Stefano Accorsi, e successivamente quella di Cristiana Capotondi. Celebre la frase in inglese maccheronico che caratterizzava lo spot del 1994 Du gust is megl che uan, che a quei tempi ha costituito un vero e proprio tormentone.

Gusti e varianti
Oltre alla versione originale alla stracciatella, nel corso degli anni sono state introdotte sul mercato diverse varianti del prodotto.
Maxibon Mini: venduto al dettaglio in confezioni da 6, ha un peso di 85 g.
Maxibon Cookie: formato da un biscotto con gocce di cioccolato, gelato alla vaniglia, granella di cioccolato e copertura al cacao e latte.
Maxibon Pops: tronchetti di gelato alla vaniglia ricoperti con cacao scuro, distribuiti in confezioni da più pezzi.
Maxibon 360°: composto interamente da pasta di biscotto, è di forma circolare, farcito da un lato con vaniglia mista a pezzettini di cioccolato e dall'altro solo cioccolato.
Maxibon Black Cookie: gelato al cioccolato con granella di cioccolato (5%) e biscotti al cacao con gocce di cioccolato (24%) e copertura al cacao (13%) con granella di nocciole (0,5%) e granella di biscotti (0,5%).
Sul mercato è presente anche il Maxicono, cono gelato lanciato sul mercato nel 1984 da Italgel insieme ad altri due prodotti della linea Maxi messi poi fuori produzione: Maxicup (coppa di gelato) e Maxistecco (gelato su bastoncino, all'epoca prodotto da SME-Alivar anche in versione merendina tradizionale).

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Quali possono essere i testi fondamentali da studiare per gestire al meglio il marketing di una pasticceria o un ristorante?

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Mi sembra di capire che non il marketing non è il tuo settore, ma vorresti capirne di più. Pertanto credo sia inutile consigliarti manuali tecnici, altrimenti potresti trovare molte difficoltà.
Credo quindi che il miglior libro da consigliare sia L'arte della guerra di Sun Tzu. È un manuale di strategia bellica scritta da un generale cinese, nel III secolo a.C. È stato un best seller in tutte le migliori business schools americane negli anni ’90 e credo sia ancora validissimo. Ti aiuterà a capire qual’è la mentalità giusta da avere per approcciarsi con successo a qualunque business (secondo me, a qualunque cosa) e che nulla va lasciato al caso, ma pianificato con estrema attenzione.
Poi, se ne avrai ancora voglia, potrai provare a cimentarti con libri più specifici o a delegare la cosa a specialisti del settore.
Però ricorda: il marketing non è una scienza esatta (è come l’economia: ci sono tante teorie, migliaia di guru, tantissime previsioni, ma nessuno potrà mai garantire un risultato certo futuro), quindi prendi con le pinze qualunque consiglio, perché le variabili in gioco sono tante e i risultati sempre incerti.


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