Il mostaccino è un biscotto
speziato tipico della città di Crema. Utilizzato principalmente
nella preparazione del ripieno dei Tortelli cremaschi, annovera fra
gli ingredienti la noce moscata, la cannella, il chiodo di garofano,
il macis, il coriandolo, l'anice stellato, il pepe nero e il cacao.
Muccunetti
13:03 |
I muccunetti (termine dialettale
che vuol dire "bocconcini"), sono antichi dolci tipici
della Sicilia occidentale, precisamente di Mazara del Vallo,
realizzati con zuccata, mandorle, zucchero e uova. I muccunetti
vengono realizzati tutti a mano seguendo l'antica ricetta, e
confezionati ad uno ad uno nella carta velina, a forma di grosse
caramelle.
Oggi si trovano in commercio nelle
pasticcerie siciliane, oltre che nel convento di San Michele secondo
il vecchio metodo di vendita: si passano i soldi in una ruota di
ferro che gira e inghiotte le monete, lasciando al loro posto un
pacchetto di dolci.
Cenni storici
I muccunetti nascono grazie alla
maestria delle Suore benedettine del Convento di clausura di San
Michele di Mazara del Vallo, secondo l'antica tradizione pasticcera
siciliana dei conventi di clausura, che ha contribuito ad arricchire
l'arte dolciaria siciliana.
L'arte pasticcera sin dall'antichità
svolgeva un ruolo fondamentale nella vita monacale, infatti dolci
realizzati venivano dati in dono come moneta, e in questo modo il
chiostro acquistava l'attenzione del mondo esterno.
Sul finire del XVIII secolo l'arte
dolciaria nei conventi si diffuse a dismisura fino a diventare fonte
di reddito.
Mustaccioli
13:23 |
I
mustacciuoli
o, in maniera italianizzata,
mustaccioli o
mostaccioli, sono dolci tipici della tradizione gastronomica
partenopea.
Caratteristiche
I mustaccioli hanno una forma
romboidale, sono grandi circa 10-12 cm, anche se ultimamente si è
diffusa anche una variante mignon delle dimensioni di circa 6 cm.
Sono ricoperti di una glassa di cioccolato, mentre all'interno sono
caratterizzati da una pasta morbida dal sapore di miele e frutta
candita.
Cenni storici
Il nome mustaccioli è legato all'uso
nelle antiche ricette contadine del mosto (mostacea era il nome
latino), col quale venivano preparati per essere più dolci. I
mostaccioli napoletani sono riportati da Bartolomeo Scappi, cuoco
personale di Pio V, nel il suo pranzo alli XVIII di ottobre
Napoletani
I mustaccioli napoletani, nonostante
l'omonimia con molti dolci regionali italiani a base di mosto, non
somigliano a nessuno di questi. Un lontano parente del mustacciolo è
il Printen tedesco.
Negli ultimi anni sono nate molte
varianti di mostaccioli, nelle quali la glassa al cioccolato è
sostituita da una glassa di cioccolato bianco o da una glassa di
zucchero e canditi. Questi dolci sono amati in particolar modo dai
bambini napoletani per la loro ricetta che unisce miele e cioccolato.
I mustaccioli sono spesso venduti
insieme a roccocò, ma anche a raffiuoli e susamielli, ed insieme
agli struffoli sono i dolci caratteristici del Natale napoletano.
Nacatole
12:41 |
Le
nacatole
sono dolci tradizionali della
Calabria. L'area di produzione e in particolare è il territorio del
comprensorio della Locride, in Provincia di Reggio Calabria e in
pochi altri comuni della Calabria.
Storia, tradizione e
usi
Le nacatole sono dei dolci tradizionali
di origine antica, di forme diverse, che vengono preparati nelle
famiglie e nelle pasticcerie locali, durante il periodo natalizio. Si
preparano una settimana prima di Natale come segno beneaugurale e non
possono mancare nel cenone di fine anno. Vengono pure
commercializzate nei negozi di pasticcerie. Questo tipico dolce viene
consumato e si sposa magnificamente con i classici vini locali da
dessert (assimilabili per molti versi ai cantucci col vinsanto). La
mattina, invece, a colazione, si associa molto bene con il latte
fresco. L'area di produzione è il territorio del comprensorio della
Locride e della Piana di Gioia Tauro.
Descrizione sintetica
del prodotto
Le nacatole sono dolci di colore
marrone chiaro, di profumo delicato, di sapore dolciastro. Gli
ingredienti sono: farina di grano tenero macinato al mulino ad acqua,
uova caserecce, olio d’oliva extravergine locale, latte, anice e
lievito. Per la produzione del dolce sono necessari ingredienti
naturali.
- forma: di forma diversa (a ciambella, a bastoncino ecc.).
- dimensioni medie: varie
- peso medio: da 10 a 30 gr.
- Sapore: dolciastro.
- odore: di dolce fritto
- colore: marrone chiaro.
Tecniche di lavorazione
In un recipiente mescolare le uova con
lo zucchero, aggiungere l'olio extravergine di oliva, il latte,
l'anice, la farina e il lievito. Impastare il tutto e dare la forma
che si desidera. Friggere in abbondante olio d'oliva e dopo la
cottura, lasciare asciugare e cospargere di zucchero.
Periodo di produzione
Tutto l'anno in particolare nel periodo
di Natale. I locali utilizzati sono: laboratori di pasticcerie e
cucine di casa.
Prodotto agroalimentare
tradizionale
Le nacatole sono state incluse dal
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nell'Elenco
Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Suppl. Ord.
Gazzetta Ufficiale N°167 del 18-7-02 pag. 13 N°156).
Nadalin
14:59 |
Il Nadalin è un dolce tipico
natalizio di Verona.
Questo dolce fu inventato nel duecento
per festeggiare il primo natale di Verona sotto la signoria della
famiglia della Scala. È poi l'antenato del più celebre pandoro, che
invece fu inventato nell'Ottocento. Rispetto a quest'ultimo il
Nadalin, pur avendo ingredienti simili, è meno burroso e fragrante,
ma più compatto e dolce. Anche la forma è differente: se infatti il
pandoro ha una forma regolare standard a stella ed è molto alto, il
Nadalin invece è molto più basso e non ha una forma ben precisa,
spesso però o è a stella come il pandoro, ma delineata in modo meno
preciso, o a cupola come un panettone molto basso.
Molti veronesi lo preferiscono al
pandoro perché più legato alla tradizione della città, dal momento
che il pandoro è divenuto un dolce nazionale, è così il Nadalin
esprime meglio le origini e le tradizioni di Verona.
Nel 2012 il Nadalin ha ottenuto la
certificazione De.C.O..
Necci
15:01 |
I necci o nicci, o cian,
sono un piatto tipico di Pescia e
della Montagna Pistoiese, della Lucchesia, alta Versilia, Garfagnana,
Corsica e dell'alta valle del Reno, nell'appennino bolognese. Altri
nomi utilizzati sono ciacci (in Versilia e alta Garfagnana), caccìn
(in provincia della Spezia), panèlle (Sestri Levante e dintorni),
castagnacci oppure patolle
(con cui si identifica un impasto
più consistente), nicci
(in Corsica). Oggi si tende a
considerare il neccio come un dolce, ma le popolazioni rurali lo
consumavano accompagnato con vivande salate.
L'impasto è costituito da farina di
castagne, acqua e poco sale. La difficoltà maggiore è data però
dalla loro cottura, per la quale sono necessarie sia una notevole
perizia che appositi strumenti, detti "testi", da mettere
sul fuoco del camino, oppure i "ferri", che sono dei cerchi
di ferro con dei lunghi manici, che vanno messi sul piano della stufa
a legna. Oggi i testi sono più usati sul versante bolognese
dell'Appennino che sulla Montagna Pistoiese, dove invece sono i ferri
gli strumenti più adoperati.
La cottura con i testi è
particolarmente elaborata: appena sono stati scaldati, su di un testo
vengono posate tre foglie di castagno, raccolte in estate e fatte
rinvenire in acqua tiepida, poi un mestolo di impasto, altre tre
foglie e altro testo caldo, fino a formare una pila. In questo modo
il neccio non si attacca al testo e assume aroma e sapore dalle
foglie.
Necci ripieni
Una volta cotti, i necci vengono
generalmente riempiti con ricotta (nella versione di lusso con
scaglie di cioccolato fondente e/o canditi) ed arrotolati come se
fossero cannoli. I necci possono essere anche consumati:
- a biuscio, termine dialettale che sta per "senza condimento"
- guercio, con l'aggiunta di una sottile fetta di pancetta prima della cottura o come riempimento. Nel secondo caso si preferisce qualche fetta rotonda di rigatino
- incicciato, con l'aggiunta di pasta di salsiccia, direttamente nell'impasto o come riempimento. Questa versione è tipica di Pescia e più in generale in tutta la Montagna Pistoiese
- con la nutella, farcito con abbondante crema di cioccolato. Ovviamente questa versione non appartiene alla tradizione, ma conta numerosi appassionati, specialmente tra i giovani
- con la ricotta, con l'aggiunta di ricotta ovina o bovina. Questa variante è spesso usata nelle zone dell'Appennino bolognese e pistoiese .
Baci di Cherasco
14:17 |
I baci di Cherasco sono
cioccolatini riconosciuti come Prodotto Agroalimentare Tradizionale
(P.A.T.) italiano. Vengono prodotti in Piemonte ed in particolare a
Cherasco, in provincia di Cuneo.
Descrizione
I baci di Cherasco sono cioccolatini
dalla forma irregolare fatti di cioccolato fondente (60% circa) e di
nocciole tostate appartenenti alla varietà Tonda Gentile del
Piemonte. Queste ultime vengono frammentate e mescolate con il
cioccolato e con burro di cacao. Il tutto viene poi suddiviso in
piccole porzioni che, una volta raffreddate, si trasformano in
cioccolatini croccanti e dalla forma irregolare. La produzione
avviene in laboratori artigiani; la conservazione, evidentemente più
problematica nella stagione estiva, non richiede particolari
trattamenti o additivi.
Cenni storici
L'origine di questi cioccolatini viene
fatta risalire al 1881 quando un giovane pasticcere cheraschese, di
ritorno da un periodo di apprendistato a Torino, fondò la
pasticceria Barbero. Nella nuova confetteria vennero prodotti per la
prima volta i baci di Cherasco, che con il tempo divennero
caratteristici della cittadina piemontese.
Preparazione
Per la preparazione casalinga dei
cioccolatini viene consigliato l'utilizzo di cioccolato fondente al
70% di cacao, che va sciolto a bagnomaria e poi mescolato con un po'
di zucchero a velo e con le nocciole tostate e grossolanamente
frantumate con un mattarello o un batticarne. Il composto può essere
fatto raffreddare su un foglio di carta da forno.
Niggilan
14:07 |
Niggilan sono un tipico dolce pusterese in Alto Adige.
Differentemente dai tipici della Valle
Aurina e della Val di Tures, ovvero i Kniekiachlan, che
sono riempiti con marmellata di mirtilli, i Niggilan non hanno
alcun riempimento interno.
Ricetta
Ingredienti
Per ottenere circa 20 Niggilan sono necessari:- 250 g di farina di frumento
- 0,1 l di latte
- 15 g di lievito
- 1 cucchiaio di zucchero
- 2 uova
- 20 ml di olio
- sale q.b.
Preparazione
Una volta ottenuto un impasto consistente, si iniziano a formare delle bolle; è quindi il tempo di far riposare l'impasto per circa 30 minuti. Riprendere l'impasto e lavorarlo nuovamente. Da qui si formano palline di circa 40 g da passare in farina da far poi riposare per circa 15 minuti. In seguito, è necessario stendere le singole palline come una ciambella, ovvero più spessa all'esterno che all'interno, in media di 0,5 centimetri e con un diametro pari a 5 centimetri. Dopodiché l'impasto è pronto per essere fritto su entrambi i lati. In ultimo, quando i Niggilan sono dorati e quindi estratti dall'olio bollente, risulta buona norma versare sopra a questi un cucchiaio l'olio caldo.
Iscriviti a:
Post (Atom)