La cassata
oplontina di Torre Annunziata, spesso chiamata anche cassata
oplontina o cassata
Oplontis è
un dolce della tradizione di Torre Annunziata, risalente al I
secolo, così definito per analogia con il moderno dolce siciliano,
di cui costituisce l'ideale antenato.
Il dolce moderno è realizzato sulla
base di un affresco presente all'interno degli Scavi
archeologici di Oplonti, annoverando tra gli ingredienti
principali ricotta di pecora, miele, farina di mandorle e
frutta fresca e secca.
Il dolce è raffigurato all'interno
della villa d'otium, attribuita a Poppea Sabina, nel cuore della
città di Torre Annunziata, dove sono stati rinvenuti dei
resti papiracei con la ricetta originale.[senza fonte] Il
cuoco è, come d'uso presso le domus patrizie e vista
l'approssimativa capacità nella scrittura in latino, probabilmente
uno schiavo.
(LA)
«Metti tres unce praecoquis, tres unce pruni, et tres unce uve
vietum. Fructi siccus sminuti cum media luna cultellus aut solitus
cultellus, si optas pro plus magnum fragmentis. Coxi in melis tres
unce nuxis et duus unce pineolusi, quoad duru factu est. Bada nun
scottaribus digitam, quod meli tantus caldus est. Dulcis duru
rectum refrigera inde frangi illu in exiguis fragmentum. Miscea
multus tres libras caseo ovini quod mollis facta est. Indi addici
media libra meli et pianus pianus miscea cum casu. Dulcis duru
fragmentatus addici et rectum miscea omnis. Farina amygdalis
miscea cum meli et coccinigliam pulvis. Coperire bordus pentolae
cum cunfectus amygdale et in centrum poni compositus casu et poni
in locus frigidus ad rectus tempus. Potui impendere armarium cum
gelus, si dominus tuus habet illu. Super patellam cassatae poni,
indi velu casus rectum misceatum super dulcis poni. Decoras cum
noxis, dactylis, ficus vietum.» |
(IT)
«Prendi tre once di albicocche di prugne e di uva passa.
Sminuzza i frutti secchi o con un coltello a mezza luna o con un
coltello normale a seconda se vuoi pezzi più o meno sbriciolati.
Cuoci nel miele tre once di noci e due once di pinoli, finché
diventa duro, stai attento a non scottarti le dita perché il
miele è tanto caldo. Raffredda il dolce duro ottenuto e poi
sminuzzalo in pezzetti piccoli. Mescola a lungo tre libbre di
formaggio di ovino finché diventa morbido. Quindi amalgama
lentamente mezza libbra di miele. Aggiungi il dolce duro
sminuzzato e mescola il tutto. Mescola farina di mandorle con
miele e polvere di cocciniglia. Copri il bordo di una pentola con
questo confetto di mandorle e metti nel centro il composto con il
formaggio e fai riposare in un luogo fresco per un tempo adeguato.
Puoi usare anche una dispensa con ghiaccio, se il tuo padrone ne
possiede una. Poggia la cassata su un piatto da portata e coprila
con un velo di formaggio ben mescolato. Decora con noci, datteri e
fichi secchi.» |
Nel 2012 la giunta del comune
delibera a favore della tutela di una ricetta ricostruita
sull'affresco, da parte degli istituti alberghieri della città.
La cassata del peso di 2 kg è
realizzata con un compromesso tra i gusti moderni e gli antichi, ma
contando solo sugli ingrendienti presenti anticamente e esaltando le
eccellenze gastronomiche locali. Ed è così composta: 60 gr. di
albicocche; 60 gr. di datteri; 60 gr. di fichi secchi africani; 300
gr. di focaccia; 40 gr. di gherigli di noci; 400 gr. di miele; 220
gr. di pasta reale; 40 gr. di pinoli; polpa di melograno (quanto
basta); 60 gr. di prugne; 700 gr. di ricotta di tipo romana
setacciata; 50 gr. di uvetta sultanina e 200 ml di vino passito del
Vesuvio.
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