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Pandolce

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Il pandolce genovese o semplicemente pandolce (in ligure pandöçe o pan döçe, nel sanremese pan du bambin), spesso detto anche panettone genovese, è un prodotto tipico soprattutto del Genovesato, ma anche del resto della Liguria.
È un dolce comune durante le festività natalizie: di forma circolare ne esistono due versioni "alto" e "basso", secondo la tradizione ne va tenuta da parte una fetta per i poveri e una per il giorno di San Biagio, il 3 febbraio. Storicamente la prima versione è stata la "alta", lievitata naturalmente e con tempi di preparazione molto lunghi, mentre solo alla fine del 1800 con l'introduzioni di lieviti chimici è nata la versione "bassa" molto più veloce da preparare.

Storia
Nel Regno Unito è chiamato Genoa Cake ("torta di Genova"). Un dolce simile viene prodotto nei paesi dell'Est Europeo e dalla Persia, si chiama paska bread. Secondo una leggenda fu il doge Andrea Doria della Repubblica di Genova, nel '500, a bandire un concorso tra i maestri pasticceri di Genova per un dolce rappresentativo della ricchezza di Genova, nutriente, a lunga conservazione e adatto ai lunghi viaggi per mare.
A Selkirk nel 1859, il panettiere scozzese Robbie Douglas, ha fatto un pandolce genovese e l'ha chiamato Selkirk Bannock. Si tratta di una spugnoso, varietà burrosa, di torta di frutta, a base di farina di grano e contenente una grande quantità di uva passa. Quando la regina Vittoria visitò Sir Walter Scott nipote di Abbotsford lei si dice che abbia preso il suo tè con una fetta di Selkirk Bannock. Oggi, Bannocks Selkirk sono popolari in tutta la Gran Bretagna, e può essere trovato alla maggior parte dei grandi supermercati.

Tradizione
La tradizione antica vorrebbe che andasse portato in tavola dal più giovane della casa, servito con nel mezzo un rametto di alloro, simbolo di fortuna e benessere. Appena portato dal giovane, egli dovrebbe consegnarlo al più anziano di casa per essere tagliato e distribuito. Inoltre, unna fetta va conservata per il primo povero che suona alla porta ed un’altra per il giorno di San Biagio (3 febbraio)

Ingredienti
  • farina
  • burro
  • anice
  • lievito
  • uva sultanina
  • zibibbo
  • zucca candita
  • cedro candito
  • pinoli
  • acqua di bergamotto
  • semi di finocchio
Talvolta nella ricetta viene aggiunto latte o vino Marsala o pistacchi.







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Pandoli di Schio

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I Pandoli di Schio sono dei biscotti tipici della provincia di Vicenza, in particolare dei comuni di Schio e Malo dalla forma simile a dei grossi e tozzi grissini. Vengono prodotti con ingredienti semplici quali farina, burro o strutto, uova e zucchero; sono lievitati e cotti in forno. Vanno consumati da soli oppure inzuppati nel vino o nella cioccolata.
Nella parlata locale "pandòlo", se riferito ad una persona, significa un individuo tonto, goffo, poco furbo. Questo modo di dire fa forse riferimento alla caratteristica dei pandoli di inzupparsi molto velocemente, fino a piegarsi su sé stessi prima di giungere alla bocca.


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Bejgli

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Il Bejgli o, talvolta, Beigli è un rotolo alle noci o ai semi di papavero. È un dolce tradizionale della cucina ungherese, di origine slesiana, consumato in Ungheria nelle feste natalizie e a Pasqua. Tradizionalmente ne esistono solo due versioni, con ripieno alle noci o ai semi di papavero, anche se le varianti sono comuni. La pasta è fatta con lievito, farina, tuorlo d'uovo e burro. Il ripieno ai semi di papavero contiene uva passa, rum, vaniglia e semi di papavero macinati; il ripieno alle noci contiene uva passa, rum, scorza di limone e noci tritate. La pasta viene stesa in un piatto spesso. Dopo aver spalmato il ripieno, la pasta viene arrotolata in un cilindro regolare, spennellata con il tuorlo d'uovo e cotta nel forno.


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Aprire una pasticceria è un business profittevole ?



Dipende che tipo di pasticceria hai un mente e in quale città e zona vuoi aprirla. Dipende dalla tua esperienza nel ruolo e se hai mai gestito o sai gestire una pasticceria. Dipende se hai bisogno di dipendenti e quali, se hai soci e in cosa danno valore aggiunto. Soprattutto, però, dipende dal mercato e da come hai intenzione di muoverti al suo interno. Le variabili da considerare sono così tante che diventa difficile darti una risposta di valore.

Diciamo che in pasticceria i margini sono mediamente abbastanza alti quindi, per quello che alla fine potresti mettere in tasca, potrebbe essere profittevole ma anche questo dipende. Mi spiace non averti potuto dare una risposta più soddisfacente ma ogni idea deve essere valutata singolarmente per avere un punto di vista almeno accettabile.

Il consiglio che posso darti è: approfondisci la tua idea. Prendi carta e penna, inizia a rispondere ai "dipende" che trovi in questa risposta e ampliali cercando di avere un punto di vista più specifico. Ti assicuro che soltanto facendo così potrai trovare già da solo una prima risposta soddisfacente. Poi, se vorrai fare le cose seriamente, ti consiglio di contattare un professionista.


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Kurtőskalács

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Il kürtőskalács è un dolce tipico Siculo conosciuto anche come camino dolce o torta a camino per la sua forma.
È cotto su uno spiedo cilindrico che ruota lentamente sul fuoco. Originario della Terra dei Siculi, è noto come il dolce più vecchio di tutta l'Ungheria. Il kürtőskalács è venduto nelle pasticcerie e, in occasione di fiere e mercatini, anche nelle principali piazze, dove i venditori lo preparano al momento. Il kürtőskalács è composto da una sottile sfoglia lievitata e zuccherata, arrotolata attorno ad un cilindro di legno, diventando così una spirale di pasta di forma cilindrica cotta sopra al fuoco.
Dopo la cottura l'impasto viene ricoperto da cacao, cioccolata in scaglie, cannella, papavero, noci, vaniglia e mandorle a seconda dei gusti. Lo zucchero sulla superficie del kürtőskalács è caramellato in modo da ottenere un dolce con la crosta croccante. Il kürtőskalács è originario della Transilvania, una regione che in passato faceva parte dell'Ungheria e il nome deriva dalla parola ungherese "kürtő" che si può riferire al camino o canna fumaria, oppure al corno (strumento musicale), costruito originariamente da corna di animali.


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Palacinta

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La palacinta o palacsinta in ungherese è una specialità culinaria ungherese. Dolce tipico dell'area mitteleuropea, simile alla crêpe francese, ma priva del burro, la sua composizione è a base di farina, uova, latte e zucchero. Si servono arrotolate o ripiegate con ripieni di marmellate o cioccolata, spolverate di zucchero a velo, cacao o guarnite con panna montata.
Il dolce è particolarmente diffuso in Bosnia ed Erzegovina, Slovenia, Croazia, Serbia, Austria, Slovacchia e Ungheria. In Italia è tipico della provincia di Trieste e delle zone al confine con la Slovenia delle province di Gorizia e Udine.
Il nome del piatto è simile alla parola ungherese palacsinta in diverse lingue dell'Europa centrale e sud-orientale: Palatschinke in tedesco, Palačinka in ceco, Plăcintă in rumeno.
In Ungheria esiste un'ampia varietà di palacinta, le più classiche sono quelle farcite con marmellata, cioccolata e altri ingredienti dolci. Infatti la palacinta viene considerata come un dessert o anche come uno spuntino. Una variante è chiamata Gundel palacsinta, preparata con noci, uva passa, scorza d'arancia candita, cannella e rum, servita flambé in una salsa fatta di cioccolato fondente, panna e cacao.
La Túrós palacsinta, con ricotta, pur essendo classificabile come dolce ha un gusto particolare: anch'essa è molto diffusa in Ungheria.
Esistono anche la versioni salate, la più conosciuta è la Hortobágyi palacsinta. In questo caso la palacsinta diventa un secondo piatto e viene riempita con carne macinata ed una salsa a base di paprica e servita con un contorno, in genere patate o riso e verdure.





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Torta Dobos

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La torta Dobos (in lingua ungherese dobos torta) è una torta ungherese, inventata dal pasticciere ungherese József C. Dobos (1847 - 1924) nell'anno 1884. È composta di sei strati di pan di Spagna, su cui è spalmata una crema di cioccolato e burro, mentre sulla cima della torta è presente uno strato sottile di caramello.

Storia
La torta fu presentata all'esibizione nazionale generale di Budapest del 1885. I primi ospiti a poter provare la nuova delizia furono Francesco Giuseppe e la consorte Elisabetta. La torta assunse presto fama in tutta Europa, grazie anche alla promozione fatta da Dobos, che viaggiò a lungo presentando la propria torta. Il caramello serviva a mantenerla più a lungo ed evitare si seccasse, in un periodo in cui la refrigerazione non era ancora di uso comune. La ricetta rimase segreta fino a quando Dobos si ritirò e la regalò alla camera dei pasticcieri di Budapest.




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Túró Rudi

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Túró Rudi è un popolare snack prodotto e molto diffuso in Ungheria, che ha fatto la sua prima comparsa sul mercato nel 1968.

Nome
La traduzione letterale del nome, che è un marchio registrato, significa Rudi (diminutivo di Rudolf) di ricotta (Túró).
Marchio e distribuzione
Sebbene molti marchi compresi Danone, Milka e Nestlè si siano cimentati nell'imitazione di questo dessert l'originale rimane quello prodotto e distribuito dal marchio Friesland Campina, Pöttyös (a pois), da qui la particolare confezione.

Descrizione
La barretta è composta da un involucro formato da una glassa di cioccolato fondente con all'interno un ripieno a base di ricotta. Quella appena descritta è la versione "natúr" (pura) prima ad essere prodotta e tutt'oggi la più diffusa. Oltre a questa esistono molte altre varianti, tra cui, quelle con la glassa di cioccolato al latte, al gusto di cocco, contenente un'anima di albicocca, nocciola o fragola. Inoltre il Túró Rudi è distribuito in due formati: quello Classico da 30g e quello ÓRIÁS (Gigante) da 51g. Esistono anche la versione Gelato e quella Pont2 (Proprio due punti) formato contenente due dischi con all'interno due gocce di crema alla nocciola.

Diffusione
Dessert più o meno simili alla ricetta originale sono prodotti e distribuiti in Austria, Estonia, Giappone, Polonia, Russia, Romania e Slovacchia. Nelle ultime due nazioni citate viene esportato proprio lo snack originale a marchio Pöttyös.

Diffusione in Italia
Dalla primavera del 2006 la Pöttyös, utilizzando il nome Dots, ha iniziato una prima distribuzione del Túró Rudi presso alcuni ipermercati del Nord-Italia.




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