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Il Bensone modenese: storia, tradizione e ricetta del dolce che profuma di Emilia


Passeggiando tra le vie di Modena, soprattutto nelle prime ore del mattino, può capitare di essere accolti da un profumo inconfondibile: quello del bensone, il dolce casalingo più rappresentativo della tradizione modenese. Conosciuto e amato da generazioni, questo grande biscotto dalla forma allungata è una delle ricette più antiche della cucina emiliana, simbolo di convivialità e semplicità.

Il bensone, chiamato anche bensòn in dialetto modenese, accompagna da secoli le tavole contadine, le feste di paese e i momenti quotidiani. Si tratta di un dolce rustico, fatto con ingredienti poveri, ma che racchiude l’anima della sua terra: robusta, genuina, schietta.

La storia del bensone affonda le radici nel Medioevo. La sua prima testimonianza scritta risale al trecento, quando veniva preparato come dolce nuziale da offrire agli sposi, segno di prosperità e abbondanza.

L’etimologia del nome rimane discussa. Alcuni studiosi lo collegano al francese antico pain de son (“pane di crusca”), che allude alla semplicità degli ingredienti. Altri lo riconducono al latino benso, che significava “vivanda” o “cibo abbondante”. In ogni caso, il bensone era percepito come un dolce generoso, nutriente, pensato per sfamare famiglie numerose e comunità contadine.

Un tempo, non prevedeva farciture: era un impasto di farina, uova, zucchero e strutto, cotto nei grandi forni a legna. Solo più tardi, con l’arrivo dello zucchero a buon mercato e l’evoluzione della pasticceria casalinga, si iniziò ad arricchirlo con marmellate, confetture o creme spalmabili.

Il bensone non è mai stato un dolce da pasticceria raffinata: la sua forza è la rusticità. Veniva preparato soprattutto nelle campagne, la domenica o nei giorni di festa, e consumato in famiglia, spesso inzuppato nel latte o accompagnato da un bicchiere di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, vino simbolo della provincia di Modena.

Era anche il dolce delle grandi occasioni: battesimi, matrimoni, feste religiose. Ogni famiglia custodiva la propria ricetta, tramandata di generazione in generazione, con piccole varianti personali. Alcuni lo preferivano più soffice, altri più compatto, qualcuno aggiungeva una grattugiata di scorza di limone o di arancia per profumarlo.

Oggi il bensone resiste come icona della cucina modenese. Viene proposto sia nelle case sia nelle pasticcerie locali, spesso in due versioni:

  1. Semplice, da tagliare a fette e gustare con bevande calde.

  2. Ripieno, con confettura di prugne, amarene o albicocche, oppure con crema di nocciole.

Nonostante le varianti moderne, il fascino del bensone resta intatto: un dolce che evoca ricordi d’infanzia, forno acceso, tavolate familiari e convivialità.

Ricetta del bensone modenese tradizionale

Ingredienti

  • 500 g di farina 00

  • 180 g di zucchero semolato

  • 100 g di burro morbido (in alternativa strutto, come da tradizione)

  • 2 uova intere

  • 1 tuorlo (per spennellare)

  • 1 bustina di lievito per dolci

  • scorza grattugiata di 1 limone non trattato

  • 1 pizzico di sale

  • latte q.b. (circa 50 ml)

Per la versione ripiena:

  • 200 g di confettura di prugne, amarene o albicocche

Preparazione passo-passo

  1. Preparare l’impasto: in una ciotola capiente, lavorate il burro morbido con lo zucchero fino a ottenere una crema. Aggiungete le uova una alla volta e amalgamate.

  2. Aromatizzare: unite la scorza grattugiata di limone e un pizzico di sale.

  3. Incorporare farina e lievito: setacciate la farina con il lievito e aggiungetela gradualmente all’impasto, alternando con poco latte. Dovrete ottenere una massa morbida ma non appiccicosa.

  4. Dare la forma: trasferite l’impasto su una spianatoia infarinata e formate un filone ovale, alto circa 3 cm. Per la versione ripiena, stendete l’impasto in un rettangolo, distribuite la marmellata al centro e richiudete a libro, sigillando bene i bordi.

  5. Decorare: trasferite il bensone su una teglia rivestita di carta forno. Spennellatelo con il tuorlo sbattuto e, se volete, cospargete la superficie con zucchero semolato o granella di zucchero.

  6. Cuocere: infornate a 180 °C per circa 35-40 minuti, finché la superficie non sarà dorata.

  7. Servire: lasciate raffreddare, tagliate a fette e gustate.

Consigli e varianti

  • Ripieno alternativo: potete farcirlo con crema di marroni, miele e frutta secca o cioccolata spalmabile per una versione più golosa.

  • Spezie: aggiungere un pizzico di cannella o vaniglia nell’impasto dona una nota calda e avvolgente.

  • Consistenza: per un dolce più soffice, sostituite parte del latte con panna liquida fresca.

  • Tradizione: per rispettare la ricetta contadina, sostituite il burro con strutto: il risultato sarà più rustico e profumato.

Il bensone è un dolce versatile, che si presta a diversi abbinamenti:

  • Colazione: inzuppato nel latte o nel caffè.

  • Merenda: accompagnato da una tazza di tè nero o tisana.

  • Tradizione modenese: con un bicchiere di Lambrusco Grasparossa, che bilancia la dolcezza con la sua freschezza frizzante.

  • Occasioni speciali: con vini dolci come l’Albana passito o il Malvasia dei Colli di Parma.

Il bensone non è solo un dolce: è un pezzo di identità emiliana. Come i tortellini o l’aceto balsamico, racconta la storia di una terra operosa, che ha saputo trasformare ingredienti semplici in capolavori gastronomici.

Nelle famiglie modenesi, preparare il bensone non è un gesto qualunque: è un rito che unisce generazioni. Nonna, madre e nipoti si ritrovano a impastare insieme, tramandando non solo una ricetta, ma un patrimonio culturale e affettivo.

Curiosità

  • Nel dialetto modenese viene chiamato “bensòn”.

  • Esiste anche una versione monoporzione, chiamata bensoncino, diffusa nelle pasticcerie.

  • In passato era il dolce tipico dei matrimoni contadini: veniva offerto a tutti gli invitati, accompagnato da vino rosso.

  • La forma ovale ricorda volutamente un grande pane, simbolo di abbondanza e prosperità.

Il bensone è il simbolo di come la semplicità possa trasformarsi in eccellenza. Non ha bisogno di decorazioni elaborate o di tecniche complesse: la sua forza risiede nella genuinità degli ingredienti e nel legame con il territorio.

Assaggiare una fetta di bensone significa immergersi nella cultura modenese, nei suoi valori di convivialità, famiglia e condivisione. È un dolce che parla di radici, di tradizioni contadine e di tavole imbandite, capace di unire passato e presente con la stessa dolcezza di sempre.

Che sia servito a colazione, a merenda o durante una festa, il bensone rimane un dolce che sa di casa, di affetti e di autenticità. Un patrimonio gastronomico da custodire e tramandare, come ogni vera eccellenza italiana.





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