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Scone

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Gli scone sono prodotti alimentari da forno. Storicamente specialità gastronomiche scozzesi, sono simili per lievitazione alla pasta brioche, ma meno dolci. Generalmente accompagnano il tè ma non solo, e possono essere serviti in una varietà di modi differenti con la clotted cream e confettura, con il miele o con il lemon curd.
Esistono tante varietà di scone: con uva passa, con pezzetti di cioccolato, con i mirtilli o in versione salata.
La pronuncia della parola scone cambia da regione a regione. Secondo l'Oxford Dictionary il nome deriverebbe dall'olandese medio schoonbrood. Il termine compare per la prima volta in una poesia scozzese del 1513.
A partire dagli anni novanta del Novecento gli scone hanno cominciato a diffondersi nel mondo, anche grazie al richiamo esercitato da film e prodotti televisivi: in Italia, ad esempio, sono diventati popolari, assieme con altri prodotti alimentari di area anglofona, tra giovani appartenenti alla fascia sociale più internazionalizzata.

Storia
Originariamente scone si riferiva a una focaccia rotonda e piatta, solitamente del diametro di un piatto da tavola di media grandezza. La focaccia, a base di avena non lievitata, veniva cotta su una piastra e servita tagliata in spicchi triangolari. Oggi l'originale focaccia rotonda verrebbe chiamata bannock e scones gli spicchi. In Scozia le due parole sono spesso intercambiabili.
Quando il lievito in polvere divenne un prodotto di massa, gli scone acquisirono la loro forma odierna, cotta al forno e lievitata.
Gli scone moderni sono ampiamente disponibili nelle panetterie, nei negozi di alimentari e nei supermercati inglesi e irlandesi. Un sondaggio di mercato del 2005 ha stimato che il mercato inglese degli scone avrebbe guadagnato 64 milioni di sterline, mostrando uno sviluppo del 9% nei successivi cinque anni. Ciò è in parte dovuto a una maggiore propensione dei consumatori ad acquisti di impulso e predilezione per cibi già pronti, i cosiddetti convenience food.
Gli scone sono solitamente venduti rotondi, sebbene alcuni tipi siano esagonali, così che le forme possano combaciare per risparmiare spazio. Quando li si prepara a casa, possono assumere varie forme: triangolare, rotonda o quadrata. Fare gli scone a casa è tradizione; infatti, spesso vengono preparati prediligendo le ricette di famiglia alle ricette dei libri: sovente è un membro della famiglia a essere depositario della migliore ricetta.

Varietà
Gli scone inglesi di solito sono leggermente zuccherati, ma possono essere anche salati. Tante volte includono uva, uvetta, formaggio o datteri. In Scozia e Ulster le varietà salate di scone comprendono i soda scone, conosciuti anche come soda farls, e potato scones, normalmente noti come tattie scones, i quali sembrano piccole e sottili frittelle salate, fatte con farina di patate. Gli scone di patate sono più comunemente serviti fritti in una colazione scozzese completa o un tipico Ulster fry.
Gli scone alla piastra sono un'altra varietà di scone cotti sui fornelli piuttosto che nel forno. Questo modo di cuocerli è diffuso anche in Nuova Zelanda, dove gli scone di tutti i tipi fanno parte della cucina neozelandese tradizionale coloniale.
Altre varietà comuni includono i dropped scones, o drop scones, che vengono cucinati come i pancake, rovesciando del burro sulla piastra o padella. Un tipo di scone tornato in auge sono i lemonade scones, fatti con limonata e crema in sostituzione al burro e al latte. Vi è anche lo scone alla frutta o scone fruttato che contiene uvetta, uva sultanina e buccia o glacé di ciliegie, uguale agli scone rotondi ma con frutta mescolata all'impasto.
In alcuni paesi si può incontrare altre varietà salate di scone, le quali possono contenere o essere ricoperti da combinazioni di formaggio, cipolla, pancetta, ecc. In Usa e in Canada sono conosciuti come "biscuits".

Varianti regionali
Europa
Gli scone furono scelti per rappresentare la Repubblica d'Irlanda al Café d'Europe durante la presidenza austriaca dell'Unione Europea nel 2006, mentre il Regno Unito scelse lo shortbread.
In Ungheria, un pasticcino molto simile alla versione inglese si chiama pogácsa. Il nome è stato adottato dalle diverse lingue delle nazioni confinanti. Il pogácsa è quasi sempre salato, servito con vari condimenti e guarnizioni, come l'aneto e il formaggio.

Australia
Gli scone alla zucca, fatti aggiungendo una purea di zucca cotta all'impasto, acquisirono popolarità durante il periodo di fioritura di Florence Bjelke-Petersen.[non chiaro] Si trovano anche gli scone al dattero.
Un altro modo antico di cucinare gli scone, generalmente adoperato nei mesi più freddi, consiste nel friggerli in olio bollente o saltarli in padella e lasciarli sgocciolare. Sono chiamati puftaloons.

Nord e Sud America
Gli scone britannici di forma rotonda possono assomigliare ai "biscuits" del Nord America, ma sono tradizionalmente realizzati col burro freddo, mentre i "biscuits" spesso sono fatti con altri tipi di grasso di derivazione animale o vegetale. Inoltre, mentre gli scone sono frequentemente (ma non sempre) dolci, serviti con caffè e tè, i "biscuits" sono consumati più come pane, spesso al sud per colazione. Neglili ultimi anni, nelle caffetterie sono apparsi gli scone sotto tale nome. Possono essere dolci, spesso con la i frutta, come mirtilli o lamponi, o al gusto di cannella.
Nello Utah, i prodotti a base di pane localmente chiamati scone sono simili al pane fritto dei nativi americani e sono fatti a partire da un impasto lievitato, con siero di latte, lievito in polvere e/o l'aggiunta di acqua frizzante. Sono più spesso fritti che cotti al forno. Tradizionalmente vengono serviti con burro e anche miele e sciroppo d'acero.
Gli scone sono abbastanza popolari in Argentina e in Uruguay. Furono entrambi introdotti dagli immigranti irlandesi, inglesi e scozzesi e dagli immigranti del Galles in Patagonia (i britannici sono la terza comunità straniera più estesa in Argentina). Solitamente vengono accompagnati con tè o caffè.


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Raviole bolognesi

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Le raviole bolognesi sono dei dolci tipici della tradizione contadina bolognese, che si preparavano soprattutto in occasione della festa di San Giuseppe, il 19 marzo, anche se ormai vengono consumate tutto l'anno.
Si tratta di dolcetti fatti con un impasto simile alla pasta frolla e ripieni di mostarda bolognese, una confettura tipica preparata con diversi tipi di frutta.
In occasione della ricorrenza di San Giuseppe si festeggiava la fine dell'inverno e la ripresa nel lavoro nei campi: nella tradizione contadina le raviole preparate venivano appese alle siepi lungo le strade, mettendole in questo modo a disposizione di tutti coloro che passavano.
La ricetta classica prevede l'utilizzo della mostarda bolognese, sono comunque diffuse anche con altri tipi di confetture (prugne od albicocche ad esempio) e ne esiste anche una versione rossa colorata con l'alchermes.




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Presnitz

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«Eccovi un altro dolce di tedescheria e com'è buono! Ne vidi uno che era fattura della prima pasticceria di Trieste, lo assaggiai e mi piacque. Chiestane la ricetta la misi alla prova e riuscì perfettamente...»
(Pellegrino Artusi, La Scienza in cucina e l'Arte di mangiar bene, 1891)


Il presnitz è un tipico dolce triestino a base di pasta sfoglia arrotolata con un ripieno di noci, mandorle, pinoli, fichi, prugne, albicocche, uvetta, cioccolata grattugiata, zucchero, cannella, chiodi di garofano e rum. Gli ingredienti variano a seconda di chi lo produce, essendo il dolce preparato artigianalmente e potendo constare di varianti.
Per certi aspetti, il presnitz è simile alla gubana e allo strudel.
È un tipico dolce pasquale: infatti la forma circolare ad anello ha un significato simbolico della tradizione cristiana, ovvero la corona di spine di Cristo.

Storia
Pellegrino Artusi, nel celebre manuale di cucina "La Scienza in cucina e l'Arte di mangiar bene del 1891, lo definì "dolce di tedescheria" ad indicare le origini austroungariche.
Altra fonte riferisce che il dolce si considera specialità triestina, benché originario di Castagnevizza; tuttavia il dolce tipico della località slovena viene realizzato con pasta friabile non lievitata, anziché pasta sfoglia.
Sembra che sia stato preparato la prima volta nel 1832 in onore di Francesco I e dell'imperatrice d'Austria in visita alla città. Il dolce, che originariamente riportava la scritta "se giri il mondo ritorna qui", venne insignito del Preis Prinzessin (Premio Principessa), che venne successivamente storpiato dai triestini in presnitz.
A volte viene erroneamente chiamato anche "dolce di Sissi", ma si tratta di un evidente errore cronologico in quanto la principessa Elisabetta di Baviera (Sissi) nacque nel 1837, ovvero cinque anni dopo la presunta creazione del dolce.
Diverso l'etimo su Il Nuovo Doria alla voce presniz: "attestato anche a Fiume (accanto a prezniz), nel bisiaco, a Pirano e a Capodistria (accanto a presnis). Dallo sloveno presenec [pron. prèsenez] 'focaccia pasquale' (H. Schuchardt), un diminutivo di presen (kruh) 'pane non lievitato' (dove presen sta per opresen)."
Una teoria minoritaria attribuisce il nome alla ex cittadina di Přísečnice (in tedesco: Pressnitz), situata nella Repubblica Ceca (distrutta nel 1974 a seguito della creazione dell'omonimo bacino idroelettrico). Tuttavia, tale accostamento appare un semplice caso di omonimia, non essendoci legami noti tra le città di Trieste e Pressnitz.


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Pinza bolognese

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La pinza bolognese è un dolce che proviene dalla tradizione contadina bolognese, che si preparava generalmente durante le festività natalizie, anche se ormai viene consumata tutto l'anno. La sua ricetta appare per la prima volta nel 1644 all'interno del volume L'economia del cittadino in villa di Vincenzo Tanara.
Il nome deriva molto probabilmente dalla sua forma, poiché si presenta come un rotolo di pasta dura che stringe al suo interno della mostarda bolognese.
Non va confuso con la pinza veneta, di cui somiglia solo il nome.


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Mousse di maracuia

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La mousse di maracuia è un tipico dolce del Brasile. La sua preparazione, piuttosto semplice, consiste nel mescolare in egual misura latte condensato, panna e polpa di maracuia, con l'aggiunta di gelatina per solidificare la crema ottenuta una volta raffreddata. Talvolta si preparano mousse simili con altri frutti, tra cui l'uva, la guaiava e la fragola.  

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Miele di datteri

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Il miele di datteri o sciroppo di datteri è uno sciroppo a base di datteri.

Caratteristiche
Il miele di datteri è ricco di monosacchiridi come il glucosio e il fruttosio, pertanto la maggior parte del suo contenuto di zucchero viene assorbita nel flusso sanguigno in bocca, il che significa che aumenta i livelli di glucosio nel sangue in modo più efficiente e immediato rispetto ad altri sciroppi. Lo sciroppo di datteri ha un maggiore contenuto di magnesio e potassio rispetto ad alcuni dolcificanti naturali come lo sciroppo d'acero e il miele ed è stato reputato una valida alternativa allo zucchero.

Diffusione
Il miele di datteri è popolare in diverse aree del globo. In Israele, ove prende il nome di silan, viene usato per insaporire il pane, i dolci e altri alimenti fra cui il muhallebi e un rotolo di pollo con sesamo o noci dal sapore dolce facente parte dei meze e che viene cucinato nelle aree meridionali e orientali del Paese. In Iran, lo sciroppo di dattero (e a volte d'uva) viene utilizzato per addolcire la tahina e consumato a colazione. Il miele di datteri è anche usato nella cucina nordafricana, in quella mediorientale e in quella libica, dove serve a condire l'asida.


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Macedonia di frutta

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La macedonia è una preparazione di frutti misti crudi, variamente conditi. La ricetta più comune prevede l'uso di succo di limone e zucchero.

Etimologia
Trae il suo nome probabilmente dalla Macedonia, regione storica dei Balcani, caratterizzata dalla coabitazione di popolazioni diverse (Greci, Bulgari, Albanesi, Serbi, Turchi).


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Kaiserschmarrn

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Il Kaiserschmarrn (dal tedesco Kaiser, cioè "imperatore", e Schmarr(e)n, "frittata dolce", letteralmente "frittata dell'imperatore") è uno dei più famosi dessert austriaci, diffuso in tutta l'area dell'ex Impero austro-ungarico come anche nella Baviera.
È sostanzialmente una spessa crêpe spaccata che, in modo analogo all'altro dolce tipico atesino, gli Strauben, viene cosparsa di zucchero a velo e servita con confettura di ribes, di mirtilli o salsa di mele.

La ricetta
Il Kaiserschmarren può essere preparato in vari modi. Di solito si separa l'albume dal tuorlo e lo si monta a neve; si monta il tuorlo con lo zucchero e quando è simile a crema si aggiunge pian piano la farina, un po' di latte, un pizzico di sale, uva passa e pinoli (opzionali). Infine si unisce l'albume montato a neve e si versa in una padella dove si è fatto sciogliere un bel pezzo di burro. Nella padella l'impasto deve dorare bene ed è meglio che non sia alto più di un dito perché bisogna girarlo e tagliarlo con la forchetta mentre cuoce.

Ingredienti per 4 persone
  • 5 uova
  • 50 grammi di zucchero
  • 250 grammi di farina "00" passata nel setaccio
  • ¼ litro di latte
  • 1 pizzico di sale
  • 1 manciata di uva passa
  • 80 grammi di burro
  • zucchero a velo
  • confettura di mirtilli rossi (in latino vaccinium vitis-idaea o in tedesco Preiselbeeren).


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Cassata oplontina

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La cassata oplontina di Torre Annunziata, spesso chiamata anche cassata oplontina o cassata Oplontis è un dolce della tradizione di Torre Annunziata, risalente al I secolo, così definito per analogia con il moderno dolce siciliano, di cui costituisce l'ideale antenato.
Il dolce moderno è realizzato sulla base di un affresco presente all'interno degli Scavi archeologici di Oplonti, annoverando tra gli ingredienti principali ricotta di pecora, miele, farina di mandorle e frutta fresca e secca.

La storia
Il dolce è raffigurato all'interno della villa d'otium, attribuita a Poppea Sabina, nel cuore della città di Torre Annunziata, dove sono stati rinvenuti dei resti papiracei con la ricetta originale.[senza fonte] Il cuoco è, come d'uso presso le domus patrizie e vista l'approssimativa capacità nella scrittura in latino, probabilmente uno schiavo.
(LA)
«Metti tres unce praecoquis, tres unce pruni, et tres unce uve vietum. Fructi siccus sminuti cum media luna cultellus aut solitus cultellus, si optas pro plus magnum fragmentis. Coxi in melis tres unce nuxis et duus unce pineolusi, quoad duru factu est. Bada nun scottaribus digitam, quod meli tantus caldus est. Dulcis duru rectum refrigera inde frangi illu in exiguis fragmentum. Miscea multus tres libras caseo ovini quod mollis facta est. Indi addici media libra meli et pianus pianus miscea cum casu. Dulcis duru fragmentatus addici et rectum miscea omnis. Farina amygdalis miscea cum meli et coccinigliam pulvis. Coperire bordus pentolae cum cunfectus amygdale et in centrum poni compositus casu et poni in locus frigidus ad rectus tempus. Potui impendere armarium cum gelus, si dominus tuus habet illu. Super patellam cassatae poni, indi velu casus rectum misceatum super dulcis poni. Decoras cum noxis, dactylis, ficus vietum.»
(IT)
«Prendi tre once di albicocche di prugne e di uva passa. Sminuzza i frutti secchi o con un coltello a mezza luna o con un coltello normale a seconda se vuoi pezzi più o meno sbriciolati. Cuoci nel miele tre once di noci e due once di pinoli, finché diventa duro, stai attento a non scottarti le dita perché il miele è tanto caldo. Raffredda il dolce duro ottenuto e poi sminuzzalo in pezzetti piccoli. Mescola a lungo tre libbre di formaggio di ovino finché diventa morbido. Quindi amalgama lentamente mezza libbra di miele. Aggiungi il dolce duro sminuzzato e mescola il tutto. Mescola farina di mandorle con miele e polvere di cocciniglia. Copri il bordo di una pentola con questo confetto di mandorle e metti nel centro il composto con il formaggio e fai riposare in un luogo fresco per un tempo adeguato. Puoi usare anche una dispensa con ghiaccio, se il tuo padrone ne possiede una. Poggia la cassata su un piatto da portata e coprila con un velo di formaggio ben mescolato. Decora con noci, datteri e fichi secchi.»

La versione moderna
Nel 2012 la giunta del comune delibera a favore della tutela di una ricetta ricostruita sull'affresco, da parte degli istituti alberghieri della città.
La cassata del peso di 2 kg è realizzata con un compromesso tra i gusti moderni e gli antichi, ma contando solo sugli ingrendienti presenti anticamente e esaltando le eccellenze gastronomiche locali. Ed è così composta: 60 gr. di albicocche; 60 gr. di datteri; 60 gr. di fichi secchi africani; 300 gr. di focaccia; 40 gr. di gherigli di noci; 400 gr. di miele; 220 gr. di pasta reale; 40 gr. di pinoli; polpa di melograno (quanto basta); 60 gr. di prugne; 700 gr. di ricotta di tipo romana setacciata; 50 gr. di uvetta sultanina e 200 ml di vino passito del Vesuvio.


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