Grano cotto
Come si fa la torta barozzi?
Per esercizio di stile specifico che non si può fare in casa la torta barozzi ma solo la torta tipo barozzi, in quanto si tratta di un marchio registrato e la ricetta "segreta" è custodita dalla Pasticceria Gollini di Vignola.
La vera torta barozzi si trova solo in
pochissime pasticcerie/negozi di gastronomia e costa più o meno come
il platino.
L'ho sentita in un paio di occasioni e posso
dichiarare apertamente che alcune "copie" reggono il
confronto tranquillamente (e non è necessario accendere un mutuo
prima di mangiarle).
Tornando alla domanda, ci sono moltissime ricette su internet da cui si può attingere, francamente non mi sono mai cimentato.
Stiamo comunque parlando di un dolce a
base di arachidi, mandorle, cioccolata fondente e caffè.
Il tutto
ben amalgamato con uova, zucchero burro e grappa (ebbene si, la
grappa si mette nei dolci).
La barozzi ha il peso specifico del piombo e una quantità di calorie tali da uccidere un ippopotamo però è buonissima.
Grattachecca
Kiachln
Lacabòn
- L'Alta Langa spumante rosato
- Monferrato Chiaretto (o Ciaret)
- Vini da dessert.
Perché il panettone si chiama così?
Perché il panettone si chiama così?
Lo spiega una leggenda, praticamente deriva dalla frase Pan di Toni.
Il panettone è uno dei dolci tipici del Natale, ma pochi conoscono la sua vera storia. In realtà le origini di questa delizia si perdono nel tempo e la nascita del panettone è legata a numerose leggende. La più famosa narra che il panettone sarebbe nato alla corte di Ludovico il Moro, signore di Milano nel lontano XV secolo. Era la Vigiliaa di natale quando, in occasione del banchetto, il cuoco ufficiale della famiglia Sforza bruciò inavvertitamente un dolce. Per recuperare la situazione Toni, lo sguattero che lavorava in cucina, decise di utilizzare un panetto di lievito che aveva tenuto da parte per Natale. Lo lavorò aggiungendo farina, uova, uvetta, canditi e zucchero, ottenendo un impasto particolarmente lievitato e soffice.
Il dolce venne apprezzato così tanto che la famiglia Sforza decise di chiamarlo 'pan di Toni" da cui deriverà nei secoli a venire il termine “panettone”. Questa però non è l’unica leggenda legata a tale dolce natalizio, perché secondo altre storie ad inventarlo sarebbe stata suor Ughetta oppure Ughetto degli Atellani.
L’unica certezza è che il panettone
è nato nel medioevo ed è legato alla tradizione, che vigeva
all’epoca, di preparare in occasione del Natale dei pani molto
ricchi, che venivano serviti dal capofamiglia ai commensali.
Per
gli storici le prime prove documentali sull’esistenza del panettone
risalgono al 1606. In quel periodo infatti il Dizionario
milanese-italiano parla del “panaton de danedaa”. A quell’epoca
era molto basso e non lievitato, simile al pandolce di Genova.
Nell’Ottocento la ricetta venne perfezionata e il dolce prese il
nome di “panattón o panatton de Natal”.
La forma attuale del panettone venne infine ideata negli anni Venti, quando Angelo Motta, prendendo ispirazione dal kulic, un dolce ortodosso che si mangia a Pasqua, decise di aggiungere nella ricetta anche il burro e di avvolgere il dolce nella carta paglia rendendolo come lo vediamo oggi.
Cos'è la cottura alla cieca o cottura in bianco e come si fa?
È una cottura in due fasi che si usa per certe torte salate o crostate, ad esempio quelle con crema pasticcera da forno o altre creme a base di uova.
Nella prima fase si porta la cottura del guscio di frolla a metà, e per evitare che la base si deformi si riempie con riso o fagioli… per questo motivo si chiama "alla cieca" perché non vedi il fondo.
Nella seconda fase la base si porta a cottura completa con la crema dentro. La crema deve essere ancora abbastanza liquida, perché la sua cottura si completerà in forno.
A cosa serve spezzare il processo in due fasi? Nella prima fase ci assicuriamo la cottura completa della frolla, che è più lunga e necessita un ambiente più "arieggiato". Nella seconda fase completiamo la cottura della crema a base di uovo (versata liquida si stende meglio) ma senza avere quel retrogusto di frittata tipico delle creme troppo cotte.
Ecco qui la foto di uno dei miei cavalli di battaglia, la tarte aux pommes alla francese, un tipo di crostata che richiede la cottura alla cieca… perché sotto le mele c'è uno strato di crema pasticcera!!
Laciada
Lingue di gatto
- 100 g di burro
- 100 g di farina 00
- 100 g di albumi
- 100 g di zucchero
Lonzino di fico
Caratteristiche
Metodo di ottenimento
Baxin d'Albenga
Perché molti detestano il periodo natalizio?
Perchè è una pagliacciata di convenzione sociale in cui tutti diventano frenetici e isterici che sembra debba finire il mondo… una recita in cui tutti fanno finta di fare qualcosa animati da uno spirito positivo mentre invece lo fanno solo perchè devono… una cosa che ormai ha perso qualunque significato… personalmente poi, io ho sempre lavorato durante il periodo natalizio e ho sempre avuto a che fare con una marea di gente che (essendo a casa) veniva in preda all'isterismo, quindi arrivavo al 2 gennaio completamente distrutto e immediatamente ricominciava tutto da capo… inoltre si sono chiuse 2 relazioni importanti durante il periodo natalizio, dunque ragione in più per avere solo ricordi negativi legati a questo periodo… per non parlare del freddo e del buio alle 4 del pomeriggio, io che adoro l'estate e vivrei al mare con 30° tutto l'anno… veramente detesto questo periodo.