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Flaugnarde

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La flaugnarde anche conosciuto come flagnarde, flognarde o flougnarde è un dolce a base di frutta tipico della cucina francese, simile ad un flan. Analogo al clafoutis che è realizzato con ciliegie, il flaugnarde è fatto con mele, pere, susine, prugne ed altra frutta. Somiglia ad un largo pancake e, cosparso di zucchero a velo, può essere servito sia caldo che freddo.
Il nome flaugnarde deriva dalla parola occitana fleunhe e flaunhard, entrambe traducibili come "soffice" o "morbido". Si tratta di un piatto comune nelle regioni francesi di Auvergne, Limousin e Périgord.

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Financier

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Un financier è un tipico dolce di piccole dimensioni della cucina francese, spesso confuso per un muffin. Il financier è un dolcetto da tè molto leggero e morbido, simile ad un pan di spagna ma realizzato con farina di mandorle, mandorle tritate o sbriciolate, o aroma di mandorle. Gli altri ingredienti del dolce sono beurre noisette (burro marrone), chiara d’uovo, zucchero a velo e farina. I financier sono spesso cotti in stampi appositi.
In origine i financier erano piccoli dolci ovali preparati dalle suore dell'Ordine della Visitazione di Santa Maria. Gli svizzeri hanno poi adattato la ricetta dando loro la forma di lingotto, e la ridenominazione financier.
Il nome "financier" si dice che derivi dal tradizionale stampo a forma rettangolare, che ricordava un lingotto d'oro. Secondo un'altra teoria invece il nome sarebbe dovuto al fatto che tale dolce fosse diventato popolare nel distretto finanziario della Borsa di Parigi.
Spesso i financier vengono decorati con panna montata, frutti di bosco o altra frutta e serviti accompagnati da gelato o altri dolci freddi. Gli stampi per i financier sono tradizionalmente rettangolari; tuttavia, con il tempo, anche altre forme sono diventate frequenti.

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Fiadone

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Il fiadone è un tipico prodotto da forno abruzzese e molisano che si prepara per le feste pasquali, anche se si consuma tutto l'anno, sia nella versione salata, più diffusa nelle aree litoranee, che dolce, più diffusa nelle aree interne. Ha la forma di un raviolo, la cui sfoglia esterna viene preparata con un impasto di uova, olio, vino bianco, farina, mentre il ripieno può variare, ma è a base di formaggio con prodotti a pasta dura come il Rigatino e Pecorino, oppure ricotta sia di mucca che di pecora, il tutto amalgamato con uova e spezie diverse (noce moscata e/o pepe macinato, e nell'aquilano anche lo zafferano).
La versione molisana ha generalmente forma tonda, talvolta a mezzaluna. Anch'essa può essere dolce o salata, con ripieni che variano dai formaggi e salsiccia a uvetta e canditi. La versione abruzzese non si deve confondere con il cialdone, che in alcune zone viene anche chiamato fiadone.
Il fiadone è anche il più famoso dessert corso: è una torta a base del formaggio corso brocciu, zucchero, uova e buccia di limone.


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Falculelle

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La falculella è un dolce tipico della cucina corsa.
Originarie di Corte, si preparano essenzialmente mescolando brocciu, tuorlo d'uovo, farina, zucchero e buccia d'arancia. Questa miscela viene poi cotta al forno su foglie di castagno.

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Éclair

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Un éclair è un lungo e sottile pasticcino fatto con pasta choux, riempito di crema e glassato, di origine francese.
La pasta, la stessa usata per i profiterole, viene modellata in una forma oblunga e cotta finché non è croccante e vuota al suo interno. Una volta raffreddata, la pasta viene riempita con una crema pasticcera al cioccolato o al caffè o panna montata, e ricoperta da una glassa dello stesso tipo del ripieno. Altri ripieni possono essere crema al pistacchio o al rum, frutta, o crema di nocciole.
La pasticceria a base di pasta choux nacque durante il rinascimento in Francia e in Italia alla corte dei Medici, tuttavia fu il grande chef francese Marie-Antoine Carême (1784-1833) a sviluppare la produzione di questo tipo di pasticceria, ed è probabilmente a lui che si deve la ricetta dell'éclair. La parola, che in francese significa «lampo», viene utilizzata per la prima volta sia in francese che in inglese col senso di pasticcino a partire dagli anni '60 del 1800. La prima ricetta in inglese degli éclair conosciuta appare nel libro Boston Cooking School Cook Book di Mrs. D.A. Lincoln, pubblicato nel 1884.
Il Dictionnaire de l'Académie française propone la seguente interpretazione del termine éclair: «In senso figurato, si dice in pasticceria di una specie di dolce alla crema, così chiamato perché si mangia in un attimo.

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Cuscino di Lione

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Il cuscino di Lione (in francese coussin de Lyon) è una specialità della pasticceria di Lione a base di cioccolato e pasta di mandorle. Questo dolce è un quadrato di pasta di mandorle candita, verde pallido con un riga verde scuro, ripieno di crema ganache di cioccolato profumato al curaçao.
Durante l'epidemia di peste del 1643, le autorità di Lione fecero voto di organizzare una processione sulla collina di Fourvière per implorare la Vergine di risparmiare la città. Nel farlo, essi misero un cero di sette libbre e uno scudo d'oro sul suo cuscino di seta. È questo fatto che ispiro' al cioccolatiere Voisin, presente a Lione sin dal 1897, l'idea di utilizzare la forma del cuscino per creare il suo dolce nel 1960. Con il tempo il dolce è diventato la prima specialità di pasticceria francese a base di ganache al cioccolato.
Il successo di questo dolce continua. Si possono acquistare i cuscini di Lione sfusi oppure in scatole di velluto che ricordano la forma originale del cuscino di seta.
Dopo aver depositato il nome, la forma e la ricetta di questo dolce, la famiglia Boucaud detiene il monopolio della commercializzazione che effettua nella sua rete di negozi al dettaglio in tutta la regione Rhône-Alpes e anche a Marsiglia. Il gestore della società Voisin, Paul Boucaud, afferma che la società fabbrica ottantacinque tonnellate di cuscini di Lione l'anno e che questa produzione aumenta del 10% l'anno. La famiglia esclude il ricorso alla grande distribuzione per commercializzare il suo prodotto.

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Marie-Antoine Carême

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Marie Antoine (Antonin) Carême Arfäně (8 giugno 1784 – 12 gennaio 1833) è stato un cuoco e scrittore francese.
A Carême si deve una grande attività di semplificazione e codifica dello stile di cucina noto come haute cuisine, la componente più elaborata della cucina francese.

Biografia

Nacque a Parigi nel 1784, poco prima quindi della Rivoluzione francese, fu abbandonato in tenera età dai suoi indigenti genitori, da giovanissimo iniziò a lavorare come garzone di cucina in una griglieria parigina in cambio di vitto e alloggio. Nel 1798 divenne apprendista di Sylvain Bailly, un celebre pâtissier il cui negozio era nei pressi del Palais-Royal. Bailly ne riconobbe il talento e l'ambizione.
Carême divenne famoso per i suoi croquembouche e altre pièce montée, elaborate preparazioni di pasticceria, spesso alte oltre un metro, utilizzate come centrotavola e fatte interamente di zucchero, marzapane e prodotti di pasticceria che Bailly esponeva nella vetrina del negozio. Tra di esse vi furono ricostruzioni di templi, piramidi, antiche rovine e altre strutture architettoniche per le quali Carême traeva ispirazione consultando i testi di storia dell'architettura nella vicina Bibliothéque Nationale.
Lavorò in proprio creando preparazioni per il diplomatico francese e gourmand Charles Maurice de Talleyrand-Périgord, ma anche per altri membri dell'alta società parigina compreso Napoleone Bonaparte, in questo periodo estese le sue competenze oltre la pasticceria anche alle portate principali.
Napoleone era notoriamente indifferente alla buona cucina ma ben conscio dell'importanza delle relazioni sociali nel mondo della diplomazia, nel 1804 diede incarico a Talleyrand di comprare Château de Valençay, un'estesa tenuta fuori Parigi, che intendeva utilizzare come luogo per ricevimenti diplomatici. Quando Talleyrand vi si trasferì portò con sé Carême e lo sottopose immediatamente ad una prova, creare il menu per un anno senza ripetere alcun piatto e utilizzando solo prodotti di stagione. Carême superò la prova e completò la sua formazione nelle cucine di Talleyrand.
Dopo la caduta di Napoleone, Carême si recò a Londra dove fu chef de cuisine per il principe reggente, in seguito Giorgio IV. Ritornato sul continente lavorò per lo Zar Alessandro I a San Pietroburgo prima di tornare a Parigi dove fu chef per il banchiere James Mayer Rothschild.
Morì in Germania all'età di 48 anni a causa delle conseguenze della continua inalazione di fumi di carbone abituali nelle cucine dell'epoca. È universalmente considerato il fondatore del concetto di alta cucina. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Montmartre.

Influenza

La prima posizione di prestigio di Carême fu quella di chef de cuisine per Talleyrand che lo incoraggiò a creare un nuovo modo più raffinato nella preparazione e nella presentazione dei piatti utilizzando erbe aromatiche fresche, verdure e salse semplici con meno ingredienti. La tavola di Talleyrand divenne famosa durante le trattative che seguirono la caduta di Napoleone e durante il Congresso di Vienna al termine del quale i partecipanti non portarono nelle rispettive patrie solo una nuova mappa dell'Europa ma anche un nuovo gusto che ben presto si diffuse nell'alta società.
A Carême vengono attribuite molte innovazioni, dall'invenzione del classico cappello da chef francese alla riclassificazione delle salse della cucina francese in gruppi partendo da quattro salse di base. A lui viene anche attribuita la sostituzione del servizio alla francese (in cui vengono servite tutte le portate contemporaneamente) con il servizio alla russa (portate servite seguendo l'ordine stabilito sul menu) ma l'attribuzione di quest'ultima innovazione è controversa a seconda delle fonti.
Carême scrisse diversi testi sulla cucina, il più celebre è L'Art de la Cuisine Française (5 volumi, 1833–34), nel quale sono incluse, oltre a centinaia di ricette, menu, presentazioni, proposte di mise en place, la storia della cucina francese e istruzioni sull'organizzazione della cucina.

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Croquembouche

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Il croquembouche è un tipico dolce francese ideato dallo chef Marie-Antoine Carême, formato da una "montagna" di bignè, la cui altezza può variare dai 20 cm a 1 m. I bignè sono preparati con pasta choux e possono essere riempiti con panna, crema pasticcera o crema chantilly.
Per tenere insieme la montagna di bignè si utilizza del caramello caldo come "collante" che indurendosi tiene insieme l'intera struttura. La sua caratteristica è che al palato risulta prima croccante e successivamente morbida, da ciò deriva anche il suo nome. Infatti in lingua francese il termine "croque en bouche" può essere tradotto come "croccante in bocca".
Il croquembouche può essere decorato in vari modi, ma quello tradizionale è formato da un sottile velo di caramello filato che avvolge l'intero dolce. Il caramello viene filato utilizzando una forchetta e disegnando dei fili su una carta oleata, che poi verranno presi e adagiati sul dolce o, alternativamente, il caramello viene direttamente schizzato sul croquembouche.
Per la sua complessità, questo dolce è usato solitamente in matrimoni, cene natalizie o in occasioni particolari. La traduzione di croquembouche e più facilmente crocca e sazia in quanto emboucher si usa per descrivere la maniera di ingrassare le anatre per il fois gras letteralmente imboccare e non come la più parte pensa crocca in bocca

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Bebinca

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La bebinca, nota anche come bibik o bebinka, è un tipo di pudding dolce tradizionale indo-portoghese. La bebinca tradizionale presenta sette strati ed è composta da farina integrale, zucchero, ghi (un tipo di burro chiarificato), tuorlo d'uovo e latte di cocco. In alcune versioni, si può conservare a lungo e può pertanto essere trasportato mentre in altre varianti va mangiato fresco.
Bebinca è stato anche il nome di un ciclone dell'Oceano Pacifico nordoccidentale. Sebbene la bebinca sia un dolce tradizionale della città di Goa, viene anche preparato in Portogallo, nel Mozambico e a Macao.


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Tartufo di Pizzo

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Il Tartufo di Pizzo è un prodotto tipico della pasticceria calabrese nato a Pizzo. Si tratta di un gelato alla nocciola che viene modellato, rigorosamente nel palmo della mano, a forma di semisfera con un cuore di cioccolato fondente fuso e ricoperto da un spolverata di cacao amaro in polvere e zucchero. È stato inventato negli anni '50 dello scorso secolo quasi certamente ispirandosi all'omonimo cioccolatino della tradizione torinese commercializzato dalla Talmone, prodotto con gli stessi ingredienti e all'epoca popolarissimo.
A questo dolce tipico sono ispirati vari tartufi industriali che non hanno niente a che fare con quello artigianale. La produzione è tradizionalmente artigianale ed è il primo gelato in Europa ad aver ottenuto il marchio IGP.
Nel 1940, il maestro pasticcere messinese Dante Veronelli rileva dal napitino Jannarelli nel centro di Pizzo il Gran Bar Excelsior, che in seguito cambierà il nome in Gelateria Dante proprio in onore al suo primo proprietario, per proseguire l'attività imprenditoriale si avvale della collaborazione di un giovane pasticcere di belle speranze anche lui di Messina, Giuseppe De Maria, al secolo "Don Pippo". I due grazie alla genialità produttiva del secondo e a quella imprenditoriale del primo riescono in poco tempo ad attirare l'attenzione per la grande qualità e il gusto dei loro prodotti. Il genio dei due artigiani si esprime all'interno del laboratorio di produzione, al termine della seconda guerra mondiale. A seguito della morte del Veronelli, il De Maria rimane l'unico proprietario dell'esercizio. Il tartufo, nella sua forma attuale è nato a Pizzo dentro il laboratorio della Gelateria Dante (nel 1952 circa) per puro caso, artefice di questa innovazione proprio "Don Pippo" il quale in occasione di un matrimonio patrizio, avendo esaurito gli stampi e le forme per confezionare il gelato sfuso per rifornire i numerosi invitati del matrimonio, sovrappose nell'incavo della mano una porzione di gelato alla nocciola ad uno strato di gelato al cioccolato, inserì quindi all'interno del cioccolato fuso ed avvolse il tutto in un foglio di carta alimentare da zucchero dandole la forma tipica del tartufo, il tutto fu messo a raffreddare. Il successo conseguito gli valse l'immediata notorietà. La ricetta originale viene ancora custodita gelosamente dai nipoti del maestro "De Maria". Nel 1950, Giorgio Di Iorgi e Gaetano Di Iorgi, i quali avevano iniziato la loro carriera lavorativa dentro la gelateria con il ruolo di camerieri, cominciano ad apprendere l'arte della produzione del gelato; quindici anni dopo, in seguito al pensionamento del maestro De Maria, Giorgio Di Iorgi ne rileva l'attività della Gelateria Dante, mentre Gaetano Di Iorgi, prosegue la produzione del Tartufo di Pizzo, nell'attività di fronte ("Bar Ercole") che acquisì insieme a suo fratello Antonio, nel 1965.
Da questo momento in poi le attività, Bar Dante e Bar Ercole; vengono gestite a conduzione familiare, tramandandosi da padre in figlio la ricetta segreta per la realizzazione dei prodotti di gelateria.

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Daifuku

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Daifukumochi (大福餅), o Daifuku (大福) in breve, significa letteralmente “grande fortuna” ed è un dolce giapponese composto da un piccolo mochi (dolce di riso glutinoso), farcito di ripieno dolce, di solito "anko", pasta di fagioli rossi dolcificata a base di fagioli rossi azuki.
Il Daifuku esiste in varie forme. La più comune è il mochi (pasta di riso dolce) bianco, verde pallido o rosa pallido, farcito di anko (pasta dolce di fagioli rossi). Si trovano comunemente in due formati, uno del diametro di circa 3 cm, l'altro grande quanto il palmo di una mano. Alcune versioni contengono pezzi di frutta interi, misture di frutta e anko o pasta di melone. Quasi tutti i Daifuku sono coperti da un sottile strato di amido di mais o taro per impedire che si attacchino fra loro o alle dita. Alcuni sono ricoperti di zucchero a velo.
I Daifuku erano chiamati originariamente Harabuto mochi (腹太餅), ossia dolce di riso dalla pancia gonfia, per il caratteristico ripieno. Più tardi il nome fu cambiato in Daifuku mochi (大腹餅), ossia dolce di riso dalla grande pancia. Essendo poi la pronuncia di “pancia” e “fortuna” la stessa in giapponese Fuku (), il nome fu cambiato successivamente in Daifuku mochi (大福餅) con il significato di “dolce di riso della grande fortuna”, assimilandolo quindi a un portafortuna.
Verso la fine del diciottesimo secolo il Daifuku diventò popolare e si iniziò a mangiarlo tostato. Veniva usato anche come regalo in occasione di una cerimonia
  • Sakura mochi (桜餅) è una varietà di mochi colorato di rosa e avvolto con una foglie salata di ciliegio giapponese (sakura).
  • Tsubaki mochi (椿餅) è simile al sakura mochi, ma viene utilizzata una foglia di camelia (tsubaki) anziché di ciliegio.
  • Yomogi daifuku (蓬大福) è una varietà conosciuta anche col nome di Kusa mochi (草餅); è un mochi all'aroma di artemisia (yomogi) il quale gli conferisce il caratteristico colore verde (infatti kusa significa erba).
  • Ichigo daifuku (イチゴ大福) è una varietà inventata negli anni '80, che contiene fragola (Ichigo) e ripieno dolce, di solito anko, in un piccolo mochi rotondo. A volte per il ripieno si usano anche creme dolci. Dato che è a base di fragola, questo mochi solitamente viene mangiato in primavera. Molte pasticcerie affermano di aver inventato questa variante, quindi la sua origine è piuttosto vaga.
  • Yukimi Daifuku (雪見だいふく) è una marca di gelato di mochi prodotta dall'azienda Lotte.

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