Il Gran Caffè Gambrinus è un
locale storico di Napoli ubicato in via Chiaia. Il suo nome deriva
dal mitologico re delle Fiandre Joannus Primus, considerato patrono
della birra. Il Gran Caffè Gambrinus rientra fra i primi dieci Caffè
d'Italia e fa parte dell'Associazione Locali Storici d'Italia.
Storia e descrizione
Arredato in stile Liberty, conserva al
suo interno stucchi, statue e quadri della fine dell'Ottocento
realizzate da artisti napoletani. Tra queste vi sono anche opere di
Gabriele D'Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti.
Fondato nel 1860, dall'imprenditore
Vincenzo Apuzzo, riscosse immediatamente un enorme successo e
riscontro da parte della popolazione di ogni ceto, richiamata
dall'opera di pasticceri, gelatai, e baristi, di cui si avvalse il
suo fondatore; ciò, nello stesso tempo, gli procurò la benevolenza
della famiglia reale ed il riconoscimento per decreto di "Fornitore
della Real Casa".
Dopo Apuzzo la gestione passò a Mario
Vacca che negli anni 1889-1890, affidata la decorazione degli interni
all'architetto Antonio Curri, per affrescare il locale chiamò i
artisti impressionisti napoletani: Luca Postiglione, Pietro
Scoppetta, Vincenzo Volpe, Edoardo Matania, Attilio Pratella,
Giuseppe Alberto Cocco, Giuseppe Casciaro, Giuseppe Chiarolanza,
Gaetano Esposito, Vincenzo Migliaro, Vincenzo Irolli e Vincenzo
Caprile.
Negli anni della Belle Époque,
personalità locali frequentavano le sale del bar per assistere al
Cafè Chantant (o detto anche Café-concert).
Durante il periodo fascista il
Gambrinus fu chiuso dal prefetto Giovanni Battista Marziali perché
considerato luogo di ritrovo di antifascisti, anche se la ragione
ufficiale presa a pretesto per la chiusura fu che la moglie del
prefetto non poteva dormire a causa del frastuono proveniente dal
caffè, sito al pianterreno dello storico Palazzo della Prefettura,
sede della prefettura.
Gli ambienti che fino a quel momento
erano stati del Gambrinus furono destinati ad ospitare una banca,
fino a quando, negli anni del dopoguerra, l'imprenditore napoletano
Michele Sergio riuscì a riaprire l'esercizio, rioccupando parte
delle sale, quelle che si affacciavano su via Chiaia. La gestione
venne portata avanti dai suoi figli Arturo e Antonio, i quali dopo
una controversia con il Banco di Napoli sono riusciti a recuperare i
locali occupati dalla banca (ovvero le sale che affacciano su piazza
Trieste e Trento e su piazza del Plebiscito).
Personaggi illustri e ospiti famosi
Dalla Belle Époque in poi passarono
nelle sue sale dorate personaggi storici: Gabriele D'Annunzio (il
quale, secondo alcune fonti, avrebbe scritto ai tavolini del caffè
la poesia 'A Vucchella, musicata poi da Tosti, su scommessa
con il poeta e amico Ferdinando Russo), Benedetto Croce, Matilde
Serao, Eduardo Scarpetta, Totò e i De Filippo, Ernest Hemingway,
Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, fra gli altri. Anche l'Imperatrice
d'Austria Sissi, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach nel suo
viaggio a Napoli nel 1890 si fermò al Gambrinus.
Sostanzialmente riportato al suo antico
splendore, è uno dei luoghi più frequentati di Napoli, sia dagli
intellettuali (come da vecchia consuetudine), che dal bel mondo e
ovviamente dai turisti. Negli ultimi anni è stato visitato dai
presidenti della Repubblica; di questi sono passati Francesco
Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio
Napolitano e Sergio Mattarella. Anche i presidenti del consiglio
Romano Prodi e Silvio Berlusconi, la cancelliera tedesca Angela
Merkel si sono fermati.
Il Cafè Chantant
Sull'onda francese anche a Napoli verso
la fine dell'Ottocento arrivò il Cafè Chantant o detto anche Caffè
Concerto. Insieme al Salone Margherita, il Gambrinus fu uno dei
ritrovi più frequentati dalla nobiltà napoletana.
Con il passare del tempo, nella
versione napoletana del Cafè Chantant si andò a delineare e a
definire la figura della "sciantosa", personaggio
principale del concerto (il termine deriva da una storpiatura in
lingua napoletana della parola francese chanteuse che
letteralmente significa "cantante").
Il caffè sospeso
Al Gran Caffè Gambrinus è nata, a
partire dalla seconda metà dell'Ottocento la pratica del caffè
sospeso che consiste nel lasciare un caffè pagato per le persone
povere che non possono acquistarlo e concedersi il piacere di un
caffè. Tale tradizione si è rinnovata in tempi di crisi proprio nel
luogo in cui è nata. All'ingresso del Bar ancora oggi è posizionata
una caffettiera gigante in cui si possono lasciare gli scontrini
"sospesi" (lasciati appunto dai clienti) in favore di
chiunque ne avesse bisogno. L'eco di questa pratica è giunta sino in
America dove sono nate iniziative simili a quella napoletana.
Film girati al Gambrinus
Le sale del Gran Caffè Gambrinus sono state teatro di alcuni film come:- Carosello Napoletano (1954), regia di Ettore Giannini, con la partecipazione di Sophia Loren;
- La volpe a tre zampe (2002), regia di Sandro Dionisio;
- la mini-serie Donne sbagliate (2007), regia di Monica Vullo, con la partecipazione di Manuela Arcuri;
- L'imbroglio nel lenzuolo (2009), regia di Alfonso Arau, con la partecipazione di Geraldine Chaplin, Anne Parillaud, Maria Grazia Cucinotta e Natalie Caldonazzo.
- la serie televisiva I bastardi di Pizzofalcone (tratta dalla serie di romanzi di Maurizio De Giovanni) diretta da Carlo Carlei, con la partecipazione di Alessandro Gassman e Carolina Crescentini.
Curiosità
- È tradizione oramai che ogni 1º gennaio il Presidente della Repubblica Italiana, che in quei giorni dimora a Napoli, si rechi dal suo soggiorno di villa Rosebery al Gran Caffè Gambrinus per fare la prima colazione dell'anno.
- Il Gambrinus compare nel fumetto Dampyr (Sergio Bonelli Editore) nel numero 160 intitolato La Monaca.
- Il Gambrinus è il luogo dove il commissario Ricciardi, protagonista dei romanzi dello scrittore Maurizio De Giovanni, usualmente fa colazione.
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