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Caffè Baratti & Milano

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Il Caffè Baratti & Milano è uno dei locali storici più antichi e prestigiosi di Torino, situato nella centralissima piazza Castello e adiacente alla Galleria Subalpina fin dal 1875.


Cenni storici

Il celebre Caffè Baratti & Milano deve il suo nome a due confettieri canavesani: Ferdinando Baratti e Edoardo Milano. Trasferitisi a Torino nel 1858, essi aprirono un laboratorio di confetteria e pasticceria in via Dora Grossa 43 (l'attuale via Garibaldi), destinato a divenire uno dei marchi più rinomati dell'industria dolciaria piemontese e italiana. Tra l'altro fu Ferdinando Baratti che creò il famoso cremino divenuto poi con il gianduiotto uno dei grandi classici fra i cioccolatini italiani.
Dato il crescente successo, nel 1875 la Baratti & Milano decise di trasferirsi in centro, presso i locali nella nuovissima Galleria Subalpina, appena inaugurata. Il locale divenne presto ambìto luogo di ritrovo della borghesia e di intellettuali come D'Azeglio, Giolitti ed Einaudi tanto che il successo crebbe a tal punto da ricevere la qualifica di "Azienda fornitrice ufficiale della Real Casa".
Il locale come appare attualmente è frutto del primo rifacimento a seguito dell'ampliamento del 1909, realizzato su progetto di Giulio Casanova e, per quanto riguarda gli interni, dello scultore Edoardo Rubino. Il risultato è un elegantissimo ambiente caratterizzato da un ampio uso di specchi, marmi, bronzi, dorature e stucchi che conferiscono al locale un ricco profilo architettonico e artistico, che valsero al Caffè Baratti & Milano varie citazioni in ambito letterario e ricercata ambientazione di scene cinematografiche.
Nel 1948 il locale riapre i battenti, dopo un attento restauro a seguito dei danni dei bombardamenti della guerra e nel 1985 il Ministero dei beni culturali e ambientali pone il vincolo di tutela sul locale e sugli arredi.
Dopo alcuni riassetti societari della Baratti & Milano occorsi con il tempo, il marchio delle celebri caramelle Barattine e il locale passano di proprietà prima al gruppo dolciario veneto Toulà e, nel 2003, al gruppo Novi-Elah-Dufour, che ha finanziato anche l'ultimo restauro conservativo conclusosi nel 2004.



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