La crocetta di Caltanissetta è un antico dolce nisseno, prodotto fino al 1908, poi dimenticato e quindi riscoperto di recente. È uno dei dolci del monastero, insieme alla spina santa, essi venivano preparati e donati durante la festa dell'Esaltazione della santa Croce, il 14 di settembre, dalle monache benedettine del monastero annesso alla chiesa di Santa Croce, da cui prendono il nome.
La ricetta è nota solo al maestro
pasticciere che ha riscoperto il dolce, ciò dopo ricerche ventennali
fatte a partire di un racconto orale di una abitante del quartiere
che ricordava la tradizione tramandata da madre in figlia della
ricetta dell'antico dolce nisseno.
Attualmente la ricetta è conosciuta da
quattro donne dell'omonimo quartiere di Santa Croce e dal pasticciere
ri-scopritore della stessa.
Storia
Insieme alle spina santa le monache,
per festeggiare gli ospiti illustri del monastero, crearono due
dolci; la spina santa che veniva prodotta annualmente in occasione
della settimana santa, e la crocetta di Caltanissetta prodotta in
occasione della ricorrenza della festa della Santissima Croce il 14
settembre. Questa consuetudine, propria dei monasteri femminili, di
preparare dolci al suo interno non nasce per fini commerciali, quanto
per la necessità delle suore di contraccambiare in maniera elegante
e significativa favori e servizi ricevuti dall'esterno.
Successivamente si trovò il modo per mantenersi grazie allo scambio
(baratto) di materie prime in cambio di prodotto finito.
« Principalissima
fu sempre in questo tempio la festa dell’Invenzione della Croce.
I migliori parati con i preziosi argenti della Contessa Luna si
mettevano in mostra la copia di numerosi ceri e di sfarzosi
addobbi. Nella solenne processione della Reliquia insigne della
Croce nel pomeriggio del giorno interveniva tutto il Clero
secolare e regolare in unione delle numerose Confraternite e
l’accompagnamento di varie musiche.
L’annuale festività fu
stabilita la domenica precedente il 29 settembre. All’Abadessa
Mammana seguì nel 1664 suor D. Anna Ippolito che oltre
all’arricchire di nuovi arredi, suppellettili e gioiali la
chiesa ebbe a cuore che le festività dell’anno fossero
celebrate col migliore decoro e splendore, specie quella della
Invenzione della Croce in cui s’invitavano a tesser gli elogi i
migliori oratori. »
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(Mons. Francesco Pulci) |
La pasticceria è storicamente una espressione della storia dei luoghi e dei tempi in cui vive l'uomo; inoltre, l'aspetto religioso e devozionale nella pasticceria è un elemento non secondario di accompagnamento alle feste secondo il calendario liturgico e agiografico. Nella pasticceria, infatti, le similitudini e le differenze si manifestano nella ricetta a seconda del periodo in cui il dolce viene preparato. Similitudini e differenze che incidono anche nel suo significato economico e sociale, tant'è che si può parlare di dolci ricchi e dolci poveri, a seconda del tipo, della qualità e quantità di materie prime impiegate insieme all'imprescindibile aspetto creativo. In altri termini il dolce ha un ruolo di testimonianza etnoantropologica della storia delle genti e dei luoghi di produzione.
Ingredienti
Gli ingredienti usati nella crocetta
sono tipici del comprensorio nisseno di inizio secolo scorso essi
sono: le mandorle, lo zucchero e la purea dolce di limone, arancia o
altri frutti del territorio; inoltre lo zucchero a velo e il
pistacchio. La farina usata è particolare perché è fatta
rigorosamente con grani biologici del comprensorio nisseno quali il
grano russello e il timilia o tumminia e il tenero maiorca.
La crocetta è prodotta in due
varianti: al limone con lo zucchero a velo che lo ricopre e con il
pistacchio frantumato sopra, in quello all'arancia.
Di questo dolce il maestro pasticciere
riscopritore della ricetta, insieme ai pasticcieri dell'associazione
Duciezio, successivamente elabora un dolce più moderno e leggero,
che meglio si adatta ai moderni gusti; il dolce in questione viene
chiamato delizia del Convento in onore delle monache benedettine.
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